Anime & Manga > Nana
Ricorda la storia  |      
Autore: Sarhita    23/07/2010    6 recensioni
Nana non era masochista, come diceva lei stessa, era più una sadica.
Aveva un senso distorto della realtà, e amava le cose semplici.
Non cambiava idea molto spesso, e ciò che voleva cercava di ottenerlo,
lottando se necessario.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nana Osaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Masoquism, c’è più di un modo per farsi male…

Nana Osaki

Nana non era masochista, come diceva lei stessa, era più una sadica.
Aveva un senso distorto della realtà, e amava le cose semplici.
Non cambiava idea molto spesso, e ciò che voleva cercava di ottenerlo, lottando se necessario.
E si faceva male; male perché voleva sempre ciò che, anche lottando, non riusciva ad ottenere.
Finiva con il manipolare le persone, farle soffrire.
Nana, al contrario di ciò che pensavano tutti, detestava essere sola.
E odiava il suo strano senso dell’affetto.
Si dice che chi ne ha ricevuto poco nella vita, e poco ne ha dato, non sappia distinguerlo in futuro.
E alla fine, succedeva sempre... che la lasciassero sola.
Nana si faceva male, lo sapeva, e non poteva farci niente.

Nana non era masochista, come aveva detto più di una volta, era più una sadica.
Possedeva un senso contorto della realtà, e era attaccata alle cose semplici.
Il suo affetto per Nobuo, per esempio, non era mai mutato, ma l’aveva quasi usato, per riavere Hachi con se.
E soffriva, perché Nobuo alla fine si era arreso, contro ogni sua aspettativa, rovinando ogni suo piano.
Nobuo aveva sofferto per Hachiko, davvero molto, e lei aveva usato questo a suo vantaggio.
Se ne era resa conto, ma non aveva chiesto scusa, e aveva continuato.
Ma Nobuo, nonostante tutto, l’aveva perdonata, perché le voleva davvero bene.
Lui in fondo, era stato uno dei suoi primi amici, uno dei suoi primi veri legami d’affetto.
Lui non l’aveva lasciata sola.
E non l’avrebbe mai fatto, e non poteva farci niente.

Nana non era masochista, ma, come voleva far credere, era più una sadica.
Aveva una percezione strana di ciò che la circondava, e le piacevano le cose pure.
Il suo attaccamento a Yasu, per esempio, non era mai cambiato.
Ma lo usava, nonostante lui stesso offriva la sua gentilezza, e aveva capito che era innamorato di lei.
Non sapeva che Yasu fosse stato insieme a Reira. Eppure non si era sentita troppo tradita, ma solo in competizione.
Se ne era resa conto, ma non aveva capito il perché, Yasu tenesse veramente a lei.
Yasu e Ren erano amici, fratelli, quasi, e lei, lei era la ragazza di suo fratello.
Ma lui, in fondo, era stato uno dei suoi primi compagni, uno dei suoi primi veri affetti.
E, come lo zio pelato onnipresente, non l’aveva lasciata sola, lui.
E non l’avrebbe mai fatto, e non poteva farci niente.

Nana non era masochista, certo che no, era più una sadica.
Con la sua idea insolita di ciò che aveva intorno, e la attraevano le cose senza troppi giri di parole.
Shin non la conosceva bene, eppure lei si preoccupava, non dandolo a vedere, per lui.
Lui capiva sempre le persone che si trovavano nel suo cammino.
Ma di Nana aveva solo capito che soffriva, per il suo orgoglio, soprattutto.
Se ne era reso conto, ma non aveva capito, il perché, Nana, alla fine, fuggiva sempre, orgogliosa com’era.
Era una ragazza piena di contraddizioni, con un obiettivo da raggiungere.
Coerente, ma non riuscivi mai a capire cosa cercava di fare.
Ma alla fine, lui, il ragazzino sprovveduto con il talento per il basso, nonostante tutto, non l’aveva lasciata sola.
E non l’avrebbe mai fatto, e non poteva farci niente.

Nana non era masochista, ma, lei ne era più che certa, era più una sadica.
Con quella sua idea cool e forte di vita, e non era volubile..
Come invece lo era Hachi. E per una ragazza come lei, Nana era fantastica.
Il loro incontro era stato dettato dalle coincidenze.
Stesso treno, stessa direzione, stesso nome, stesso appartamento, fidanzato nella stessa band.
E ora stesso anello, donato da due uomini diversi.
Ma il loro rapporto era andato sprofondando, e faceva male.
Si facevano male insieme, rendendosene perfettamente conto.
Orgoglio, paura, le impedivano di rivedersi, ma, a distanza, non avrebbero smesso di volersi bene comunque.
Non l’avrebbero fatto, e non potevano farci niente.


Nana non era masochista, ma, lui ne era più che convinto, era più una sadica.
Con la sua salata idea di cucina, e odiava le cose troppo ambigue, che non fossero chiare.
Ren si era sentito subito affascinato da quella presenza così misteriosa
L’aveva guardato quasi con sfida, e lui, la sfida, l’aveva accettata.
Erano entrambi due anime sole, sofferenti, che si facevano male.
Se ne erano accorti entrambi, però, che l’uno senza l’altro si sentivano persi.
Si facevano del male divisi, con la mancanza a farli soffrire.
Si facevano male insieme, ma lo superavano ed erano felici.
Ma alla fine, lui, l’unica cosa che lei voleva restasse per sempre, l’aveva abbandonata.
E nessuno, volendo o non volendo, poteva farci niente.

E lei amava farsi male, perché il solo pensiero di Ren, era così assuefacente, come il dolore.
Questo, cara Nana, si chiama masochismo.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Nana / Vai alla pagina dell'autore: Sarhita