Strawberry era di ritorno
dal supermercato con ben cinque borse della spesa strapiene di cibarie e simili
dall’aria molto pesanti. Erano passati quindici anni da quando il gruppo delle
Mew Mew si era diviso e da quando ognuno dei suoi membri aveva seguito la
propria strada, quante cose erano cambiate! Lei si era fatta una gran bella
trentatre'enne dai capelli rosso vivo di lunghezza moderata e dal corpo
affusolato e bello come quello di una dea, con la sua carnagione sempre bianca
anche se segnata da qualche macchia dovuta all’esposizione al sole.
S- Mai che Ryan mi possa
aiutare! Si diverte a farmi sfacchinare fino a farmi perdere le braccia! Sempre
il solito…
Prese il primo autobus e
raggiunse la sua destinazione dove si fece aiutare dal sopra citato ragazzo
ormai anche lui molto cresciuto: Ryan Shirogane, trentacinquenne, biondo come
sempre ma con un fisico leggermente rilassato, come quello della maggior parte
degli uomini sposati.
Eh, si: il loro sogno
d’amore nascosto per tanto tempo alla fine si è fatto sentire e li ha portati
sull’altare! Lui stava leggendo un libro seduto sulla sdraio che c’era nel
balcone al piano di sopra della loro bellissima villettina, mentre lei lo stava
chiamando a gran voce dal cortiletto d’ingresso.
R- Arrivo! Lasciami mettere
il segnalibro…
S- Subito, grazie!
R- Eccomi! Eccomi…ehi! Ma
quanta roba hai comprato?
S- Siamo tornati da poco
dalle vacanze, il frigo è vuoto, le dispense pure…mi vuoi dire che mangiamo?
R- Ok, scusa, non sono
abituato a far la spesa!
S- Comincia da adesso,
invece! La prossima volta la vai a fare e io resto a casa! Ho cose più
importanti da fare che stare in giro a spezzarmi le braccia perché l’uomo di
casa non può…
R- Calma! Raffredda i tuoi
bollenti spiriti, anch’io ho da fare, non sono stato qui a non far niente! Ora
mi vuoi dare le bors…grazie…
Strawberry gli mollò tutte
e cinque le borse in mano ed entrò in casa con un piccolo sorriso che il marito
non apprezzò molto. Salì le scale ed andò in balcone a vedere cosa stesse
facendo Ryan di così tanto importante. Arrivò alla sdraio, prese il libro e
lesse il titolo.
R- Dunque, la pasta mi
sembrava che fosse qui…no, qui c’è la roba della colazione, allora…
S- Prova con lo sportello
accanto!
R- Uh? Ah, si, giusto!
S- Uhm, bene, dopo che hai
raggiunto questo incredibile risultato mi spieghi che cosa significa questo
libro?
R- Quale li..ah…
S- Ah non significa niente!
Qui c’è scritto che l’autore è tuo padre e il tema è il gruppo dei Red Data
Animals…non avevamo detto di smetterla con questa roba?
R- Senti, lo sai meglio di
me che adesso Liz…
S- LASCIA-STARE-LIZ!
Liz- Ciao, stavate parlando
di me? Uh, i miei biscotti! Finalmente!
Una tenera ragazzina di
quasi dieci anni, molto furbetta e carina, era appena entrata nella grande
cucina lasciando di stucco sia i genitori che il loro discorso. Aveva i capelli
castani chiarissimi molto tendenti al biondo e un paio di splendidi occhini
verdi smeraldo che, uniti ad un viso dai lineamenti non ancora definiti ma già
molto aggraziati, la rendevano una bambina irresistibile.
L- Allora? (ciomp) Di che
stavate parlando?
S- Di niente, tesoro, non
ti preoccupare.
R- Già…hai finito di
scrivere il tema?
L- Ma come! Non ti ricordi?
Certo che sei vecchio, papà, per non riuscire
ricordarti di quello che ho
fatto sabato scorso!
R- Ah…lo hai già fatto...?
S- Bravissima! Allora i
compiti delle vacanze sono un ricordo!
L- Già! Adesso mi manca
solo una cosa!
R- Cosa?
L- Finire di ascoltare e
trascrivere la tua storiella, mamma!
S- La mia..ah! Certo, la
continuiamo stasera, intesi?
L- Intesi!
Prese una mela e scappò
via.
R- Che peste!
S- Si, tutta suo padre!
R- Non dirlo, mi fa ancora
impressione.
S- Andiamo…cosa c’è di più
bello che essere il papà di due così bei bambini!
R- A proposito…-disse
abbracciandola- Ju Ju sta ancora dormendo?
S- Credo di si…
Ma dal piano di sopra si
udì il pianto di un bimbo svegliato dal suo sonnellino e la mamma si sentì
attratta dal calmare quelle urla innocenti come una falena alla luce.
S- Su, su, piccolino! Cosa
c’è?
L- Io ho solo provato a
sollevargli le palpebre per vedere se c’era ancora la pupilla!
S- Non lo devi fare mai
più, e lo sai già! Promettilo!
L- Si, si…
S- Promettilo!
L- Promesso…mi racconti
ancora la storia delle super eroine?
S- Comincia a lavarti i
denti e a metterti il pigiama che io do da mangiare a questo piccolino…ma si,
cucciolo, ora si mangia!
La serata passò tranquilla,
Strawberry aveva imparato a cucinare bene e adesso i suoi manicaretti erano
irresistibili. La piccola ragazzina che aveva conquistato il cuore del biondino
accanto a lei era svanita nel nulla dopo il colpo ricevuto da Mark e adesso era
una gran bella signora madre di due bambini, una di dieci anni, Liz, e l’altro
di appena 13 mesi, Kanashiu, detto Ju Ju. Il carattere di Strawberry era
cambiato moltissimo, specie dopo il matrimonio con Ryan e adesso era molto più
decisa e determinata che mai, su ogni cosa sapeva già cosa fare e qual’era la
cosa migliore, e poi…è riuscita ad imparare come tener testa al marito, e
questo le conferiva molta autorità. Erano una bellissima coppia, molto
affettuosa tra loro e con i loro figli, anche se i battibecchi erano la cosa
che si udiva maggiormente in quella casa.
Verso le dieci, dopo aver
messo a letto entrambi i pargoli, Strawberry e Ryan si coricarono in letto ma,
prima di addormentarsi, fecero uno dei loro soliti litigi.
S- Ancora quel libro, eh?
R- Uh uh…-disse senza
ascoltarla-
S- Lo sai che non voglio
più vedere quelle cose in giro!
R- Non capisco perché!
S- Lo sai perché! Liz è
ancora piccola e io non voglio che i nostri figli vivano nel modo in cui io ho
passato l’adolescenza!
R- Punto numero uno, non è
stata tutta l’adolescenza, ma poco più di un anno; punto numero due, non mi
sembrava così tragico!
S- Accidenti, non voglio
che soffra quanto ho sofferto io! Ho già fatto l’esperienza ed è questo ciò che
devono fare i genitori!
R- Tarpare le ali ai figli?
S- Portarli sulla giusta
via senza rischi inutili ed evitabili!
R- Ah…ma hai visto anche tu
che ti sono ritornati i segni!
S- Si, certo che l’ho
visto, ma non mi sembra che sia successo qualcosa in città che abbia bisogno
delle Mew Mew, a parte che…
Si alzò e si avvicinò alla
finestra per guardar fuori e sentire la brezzolina serale che le scompigliava i
capelli. Poi sentì Ryan che le si era avvicinato e che le aveva posato una mano
sulla spalla.
R- Già, se succede qualcosa
sei l’unica che sappiamo che può intervenire subito! Le altre hanno tagliato
tutte i ponti con il passato…
S- E con noi…
R- Si, ma hai mai guardato
con attenzione la spalla destra di Liz?
S- La spalla destra…no!
Cosa c’è?
R- Un certo simbolino…
S- Stai scherzando! Hai
detto che i geni modificati non erano ereditari!
R- Già, ma siamo modificati
entrambi.
S- E allora anche Kanashu?
R- Forse, chissà…
S- …
R- Pensiamo ad altro, ti
va?
S- Dipende da che cos’è
l’altro!
R- Mi era tornata giusto in
mente una certa serata in cui…quella della prima notte, sai?
S-…
R- Ma si che te lo ricordi!
S- No, non credo proprio!
R- Ma si, quella volta in
cui abbiamo fatto una certa cosa e che siamo partiti dal letto per poi arrivare
sul divano, sul tavolo in cucina, sul tappeto..
S- Si, basta così!
////////// Ho capito!
R- E che ne dici se…?
S- Non sono dello spirito
adatto. Specie con quei libri di tuo padre che hai riscritto e lasciato in
giro!
R- Ah, ma quindi vorresti
dire che io non posso lasciare dei libri in giro mentre tu puoi permetterti di
chiudere a chiave in cantina tutti i giornali, i cd e tutte la altre cose da
MewMew? E puoi anche raccontare certe ‘favole’ a tua figlia, certe storie di
cinque eroine che salvano la città dall’invasione aliena?
S- Vedi Ryan, la differenza
tra quello che faccio io e quello che
fai tu è che io cerco di fare un’introduzione per un possibile futuro in modo
scherzoso e facile da capire senza traumi, mentre tu vorresti dire tutto,
tralasciare ogni segreto e per di più ad una bambina di nemmeno dieci anni!
R- Io mi fido di mia figlia
e poi farà dieci anni a giorni!
S- Si, lo so, ma è ancora
piccola…
Ryan le prese il viso fra
le mani e la baciò con un’espressione sinceramente fiduciosa e allegra, che
alleggerì il suo fagotto di preoccupazioni…