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Autore: Serena89    24/07/2010    5 recensioni
'Non siamo dove siamo' ricorda di aver letto 'ma in una posizione falsa. A causa di una debolezza della nostra natura ci immaginiamo una situazione e ci collochiamo in essa, sicchè ci troviamo a un tempo in due situazioni e uscirne è doppiamente difficile'
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House, James Wilson, Lisa Cuddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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wish you were here

Word Count: 1645

Pairing: House/Cuddy, established relationship.

Author’s notes: ispirato senza ritegno dai romanzi di Auster che sto leggendo. House e Cuddy appartengono a David Shore – che adesso li sta usando bene. La frase che House ricorda è dal Walden di Thoreau. Dedicato a tutti i fans out there. 

 We're just two lost souls
Swimming in a fish bowl,
Year after year,
Running over the same old ground.
What have we found
The same old fears.
Wish you were here.

Whish you were here.

 

E' il primo risveglio senza di lei, nell'arco di quattro settimane. Dio, vorrei che fossi qui - il pensiero gli sfugge, ribelle, dalla mente intorpidita dal sonno, ma lui lo scaccia come fosse un insetto fastidioso. Socchiude gli occhi, respira profondamente.

Il suo caldo respiro sul collo, il profumo dei suoi capelli, il peso leggero del suo capo sulla spalla...

Riapre gli occhi bruscamente. Lei non è qui - o forse lui non è lì - e questo è quanto. Lentamente dà vita alla sua routine mattutina pre-Cuddy. In qualche modo è ossessionato dal silenzio della stanza d'albergo. Afferra casco e bastone - mente e braccio, testa e cuore, croce e delizia - e si dirige verso l'ospedale. Velocemente si immerge, annega nel caso. Tutto il resto è oblio.

***

Ricorda del dolce che mi hai promesso al ritorno. Ricorda di spegnere le luci quando vai a dormire. Ricorda di non mangiare troppo sano. Ricordati di nascondere un leccalecca alla ciliegia sotto al cuscino di Rachel, e ricorda di dimenticartene al mio rimpatrio - è il nostro segreto. Ricorda di aumentare le ore in clinica a Wilson - se l'è meritato. Ricorda di rubare il giornale al vicino - non voglio che approfitti troppo della mia assenza. Ricorda che ti amo. Ricordati di respirare. Ricordati di sorridere. Ricordati di nascondere le ragazze mentre non ci sono. Ricordati del mio respiro caldo al mattino. Ricordati che mi hai promesso altro oltre al dolce. Ricordati di torturare qualche infermiera. Ricordati di non chiamare mia madre. Ricordati quanto ti amo.

L'ha scritto su un post-it giallo, con la sua grafia brusca ed essenziale, i tratti eleganti e spigolosi. Cuddy sorride assaporando il suo caffè. Fuori la pioggia batte, noiosa e costante, contro i vetri della cucina. Il respiro regolare di Rachel - dormiente, le sue piccole mani che si aggrappano ad una palla enorme, e pelosa, e sicuramente poco igienica - riempie la stanza. Fuori piove.

***

Alex ha quattordici anni. Da dieci soffre di dolori acuti e lancinanti all'addome, che non gli permettono di condurre una vita normale, intervallati da lievi febbri, violente crisi epilettiche, artragie delocalizzate. Ha passato la maggior parte della sua infanzia facendo spola da un ospedale all'altro. Bloccato al letto da una gamba e una spalla rotte, i suoi medici hanno chiesto ad House e al suo team di viaggiare fino a Boston per interessarsi al caso.

Sono due giorni che ogni esame si rivela essere un buco nell'acqua. Escluse le prime ipotesi -  Batteriemie da focolaio addominale, morbo di Whipple, HANE - House si sente alle strette. Foreman e Chase stanno perlustrando la casa del ragazzo, per escludere un avvelenamento da piombo. Il padre è impaziente, bussa alla sua porta o irrompe più spesso di quanto sia sopportabile, e se non ha ancora reagito è per la moglie - silenziosa, stanca, innamorata. Ha un che di antico - un antico dolore, un antico amore, un'antica speranza, un'antica dedizione; siede al capezzale del figlio, come una Madonna in preghiera, e con uno sguardo calma il marito, con un sospiro calma il figlio. Gli ricorda sua madre - arbitro costante delle liti col suo non-padre - ed è per questo che esce dall'ospedale, dalla città - per pensare, lontano, deve riflettere. Deve concentrarsi.

La sua mente vaga da una cosa all'altra, da un sintomo all'altro, da un ricordo all'altro, approdando infine a Cuddy.Rammenta che oggi sarebbero usciti insieme, non fosse stato per la telefonata del dottor White. L'avrebbe portata al ristorante cinese sulla trentanovesima, dove avrebbero litigato per le ordinazioni e le bacchette - non passava giorno senza che litigassero, con passione e furia ogni volta, ma col fantasma di un sorriso sul volto. Amava vederla arrabbiata, col petto che si gonfiava, il collo rosso, le pupille dilatate e gli occhi di un blu scuro, profondo, come quello del cielo in tempesta, al punto che dimenticava se fosse rabbia, o eccitazione, o forse entrambe, e poteva leggerle sulle labbra la costante lotta interiore tra il desiderio di schiaffeggiarlo e quello di sbatterlo al muro con un bacio. Per un istante gli viene in mente un'immagine straordinariamente nitida di lei (mentre sorride, le palpebre semichiuse, il volto basso, fingendo imbarazzo) e capisce che preferirebbe di gran lunga essere con lei. Gli vien voglia di telefonarle per fare due chiacchiere, esita, poi decide di no. Non vuole apparire debole: se Cuddy sapesse quanto gli è indispensabile perderebbe il suo vantaggio, e questo non va.

Quindi prende il cellulare e chiama Wilson.

- Com'è vestita Cuddy?

- House. Perchè non la chiami e glielo chiedi? Devo vedere un paziente.

- Wilson, Wilson. Significherebbe farla vincere, ed entrambi sappiamo che quando Cuddy vince diventa eccessivamente sbruffona.

- Una relazione non è un gioco a premi, House.

- E questo spiega perchè le tue relazioni non hanno mai superato la crisi del quarto anno. Le ho detto che la amo.

- Cosa? Quando? Come? Dio, che ha detto lei?

- ...quante volte ti devo ripetere che non sei una ragazzina di tredici anni?

- Oh, ti prego. E' una cosa grande anche per te.

- Gliel'ho scritto su un post-it. E lei non mi ha chiamato da quando sono partito. Nessun commento. Nessuno squillo. Niente.

- Chi è ora la ragazzina di tredici anni, mh?

- Il punto è: non riesco a concentrarmi sul caso. Odio essere distratto. Odio amare questo particolare tipo di distrazione.

- Ricordi l'ultima volta che hai avuto un caso. Forse pensa sia più sicuro così - per lei, per te, per il paziente.

L'ultimo caso l'aveva reso intrattabile. La gamba gli faceva particolarmente male, il paziente l'aveva completamente assorbito, e sapeva di non essere stato un compagno ideale. L'ha ignorata buona parte del tempo, insultata il resto.

- Già.

- Ho consultato l'ecografia e l'ecodoppler che mi hai faxato. La macchia nell'addome potrebbe far pensare ad un tumore, ma questo non spiegherebbe le artragie delocalizzate. Ed in ogni caso potrebbe essere nient'altro che un angioma. Avrei bisogno di una risonanza.

House annuisce e chiude la telefonata senza aggiungere altro. Pensa che una risonanza non possa che giovare - sembra sempre che succedano cose interessanti durante le MRI.

***

Lì, nell'oscurità della sua stanza, supino e con gli occhi aperti, ricostruisce il corpo di Cuddy. Partendo dai piedi, dalle caviglie sottili, risalendo dolcemente verso le cosce, l'addome ed i seni generosi, e poi vagando in una paradisiaca morbidezza verso i glutei, afferrandoli possessivo, lasciando il suo marchio per poi risalirne la schiena, contandone le vertebre, suonandola con le dita esperte come fosse il suo strumento preferito, e poi il collo, ed il volto spigoloso e sorridente, e gli occhi, penetranti e in costante cambiamento, come il cielo di un paradiso tropicale, dalla trasparente dolcezza di un giorno di sole al turbinio violento di un uragano.

Il telefono squilla. E' Taub. La casa era pulita - quasi asettica - e la risonanza ha confermato la diagnosi iniziale di Wilson. E' un angioma. Ma ha evidenziato anche altro.

- House...le lesioni del perone e della clavicola...sospettiamo...non sono stati provocati da una caduta. Sono volontarie. Non è inciampato, qualcuno l'ha picchiato.

In un misto di rabbia, confusione, curiosità, House afferra la giacca e le chiavi della moto. Il padre impaziente, la madre gentile e colpevole, il padre che a malapena visita il figlio, il rancore, le urla.

'Non siamo dove siamo' ricorda di aver letto 'ma in una posizione falsa. A causa di una debolezza della nostra natura ci immaginiamo una situazione e ci collochiamo in essa, sicchè ci troviamo a un tempo in due situazioni e uscirne è doppiamente difficile'

***

- Voglio sapere come si è provocato quelle fratture

Crede di urlare al padre. Tutto è ovattato, riesce solo a vedere quell'uomo, che si confonde col suo passato ed i suoi demoni, e non sente altro.

- E' caduto.

- Stronzate.

- Non sono cose che la riguardano! Faccia il suo dannato lavoro e non metta bocca in quello che non sa!

- E' esattamente quello che sto facendo, figlio di puttana!

- Non lo vede che è un bugiardo? Un maledetto bugiardo! Si lamenta per mal di pancia e febbri inesistenti, quel piccolo bastar...

Il pugno di House lo colpisce a freddo, duro e preciso. Lo colpisce alla mascella, perchè sa che farà male, lo colpisce per quel che è e quel che non è più.

- Praticate una biopsia della mucosa rettale. Io devo parlare con la madre.

 

***

Ne risulta che il ragazzo soffriva di una FMF - febbre mediterranea familiare - ignorata a causa di un'anamnesi sbagliata. Apparentemente la devota moglie e amorevole madre aveva concepito Alex durante una vacanza in Marocco, a cui il supposto padre non aveva preso parte. Il rancore di un uomo che cresce un figlio non suo è qualcosa che House conosce bene. Il caso è finito, e House smette di pensarci.

Prende il telefono, e questa volta - finalmente - chiama Cuddy.

***

- Ho vinto.

Può sentirla sorridere, attraverso la cornetta.

- Ti prego, Cuddy. Non sto mica tenendo il conto.

Dannazione.

- Ti manco.

- Mi mancano le ragazze. Come sei vestita? Fallo sembrare osceno.

- Wilson mi ha detto del paziente. Mi dispiace.

- Gli abbiamo prescritto una terapia discontinua di colchicina. La sua famiglia è distrutta, non guarirà mai, ma sopravvivrà.

Ignora la domanda sottintesa, la storia sottintesa, e Cuddy glielo lascia fare.

- Il trauma lo trasformerà in un ragazzo misterioso e affascinante. Sono sicura che rimorchierà parecchio al college.

- Cuddy. - un'affermazione. Solida. - Mi sei mancata.

- Una goccia di profumo ed un filo di perle. - una pausa. La sua voce è roca, graffiante, come quella di una fumatrice. Una tacita domanda. - Non indosso altro.

Riattacca prima che House possa commentare.

***

Sale sulla moto e avvia il motore. E' ora di tornare a casa.

  
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