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Autore: heartgranade    25/07/2010    6 recensioni
Si trovava spesso a guardare fuori dalla finestra, a guardare la Luna, e a guardare ogni cosa che sotto la sua candida luce prendeva una meravigliosa sfumatura argentea. E a pensare a quanto essa fosse distante, e quanto fosse molto voluminosa di lui, si sentiva piccolo, un microbo, un nulla in confronto alla sua grandezza e a quella dell'universo. Eppure, per qualche strana ragione, quella piccolezza lo faceva sentire forte, desideroso di fare esperienze, di vivere. Si sa, si vive una volta sola.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si trovava spesso  a guardare fuori dalla finestra, a guardare la Luna, e a guardare ogni cosa che sotto la sua candida luce prendeva una meravigliosa sfumatura argentea. E a pensare a quanto essa fosse distante, e quanto fosse molto più voluminosa di lui, si sentiva piccolo, un microbo, un nulla in confronto alla sua grandezza e a quella dell'universo. Eppure, per qualche strana ragione, quella piccolezza lo faceva sentire forte, desideroso di fare esperienze, di vivere. Si sa, si vive una volta sola. E con questi pensieri, stranamente si ritrovò seduto su di una panchina, sotto la debole luce di un lampione, ad osservare Lei, la Luna, per poi spostare lo sguardo su quei punti così piccoli e luminosi che sempre hanno affascinato l'uomo, le Stelle. La Luna e le Stelle sembrano essere figlie dell'universo infinito, così come lo siamo noi, figli di qualcosa di molto più grande, potente, qualcosa di cui aver timore, aggiungerei. Perso in quella bellezza da togliere il fiato non si accorse di un ragazzo che ora si era seduto di fianco a lui. Non si era accorto che questo lo stava fissando, cercando di capire cosa attirava tanto il suo sguardo verso la volta celeste. "Mi scusi, non l'ho disturbata se mi son seduto qui, vero?" Quella voce così candida, giovane, imbarazzata, insicura, tremolante fece svegliare Gerard dall'apparente stato di coma. "No, si figuri." gli rispose, senza togliere lo sguardo dal firmamento. "non ha mai visto un cielo stellato?" "stavo solo ammirando lo spettacolo più bello che abbia mai visto" e gli occhi pieni di stupore del più grande, sempre a causa del cielo, si spostarono sulla figura di fianco a lui. Okay, doveva ricredersi. Quello che stava guardando adesso era lo spettacolo più bello. Un ragazzo di una bellezza impossibile, tanto che sembrava un sogno. Quei grandi occhi nocciola che ricordano il cioccolato, quei capelli neri che ricordano tanto l'oscurità e il fascino della notte. "piacere, mi chiamo Frank." "Gerard." ed ecco che le loro mani si unirono in un gesto di saluto. La sensazione che provarono entrambi era indescrivibile, non si erano mai sentiti così. Il ragazzo di fianco  mandava l'altro in subbuglio. Eppure, si sentivano entrambi bene. Anche troppo. E così, gli occhi verdi di Gerard scrutarono quelli nocciola di Frank, e viceversa. Stavano annegando negli occhi dell'altro, si stavano guardando l'anima, il cuore, la vita. Di certo non si potevano aspettare cosa sarebbe potuto succedere.
"Scusi, mi può fare un caffè?" "ma certo, come lo vuole? con panna, macchiato, lungo, espresso, d'or-" "al Gerard, se è possibile." Sorpreso si girò, e vide il suo amico, il suo amante, il suo compagno dall'altra parte del bancone, con un sorriso malizioso. Siamo sicuri che Frank, che questo bar, che sia tutto reale? O è solo un sogno? Fatto sta che non potè non ricambiare il sorriso, che gli spuntava sulla bocca sincero, leale, senza paure. Un sorriso che non riusciva a fare prima che Lui entrasse nella sua vita. 
Quella notte, di nuovo, Gerard si fermò a guardare la Luna dalla finestra. Sapessi quanto sei bella. Decise di uscire sul balcone, per godersi di più quella vista. Come uscì iniziò a piovere, una pioggia leggera, gocce argentate che sfioravano le sue guance, che gli scendevano fino alla bocca, dove poteva assaporare il loro gusto. E improvvisamente gli venne in mente quella sera, dove la sua vita era rinata. Pensò al ragazzo con gli occhi nocciola che adesso stava dormendo nel loro letto, nella loro casa. Pensò a quanto la vita sia bella, ti fa soffrire prima, e poi ti fa un regalo. Prima ti da i compiti e poi ti spiega la lezione. Chiuse gli occhi per godere di quella pioggerella sul suo viso e di quella leggera brezza che si era levata, quando due mani gli cinsero i fianchi e un viso gli si appoggiò alla spalla. Il più grande poggiò a sua volta la testa su quella del più piccolo, e questo ad occhi estranei era una semplice, piccola forma d'amore, che però aveva un significato profondo. Sotto la pioggia Frank si addormentò, abbracciato a Gerard, che invece era ancora sveglio. Guardò le stelle, la luna, l'oscura notte e poi si soffermò sulla sua metà. Già, Frank era la sua metà perfetta. Lo squadrò dalla testa ai piedi, fermandosi sulla mano destra, dove un piccolo luccichio richiamò la sua attenzione. Quel piccolo anello d'argento era segno del loro amore, che presto si sarebbe trasformato in una promessa eterna. Gerard aveva tanto insistito che fosse argento per ricordargli la Luna e quella magnifica notte in cui finalmente il suo cuore iniziò a battere.

Si trovava spesso  a guardare fuori dalla finestra, a guardare la Luna, e a guardare ogni cosa che sotto la sua candida luce prendeva una meravigliosa sfumatura argentea. E a pensare a quanto essa fosse distante, e quanto fosse molto più voluminosa di lui, si sentiva piccolo, un microbo, un nulla in confronto alla sua grandezza e a quella dell'universo. Eppure, per qualche strana ragione, quella piccolezza lo faceva sentire forte, desideroso di fare esperienze, di vivere. Si sa, si vive una volta sola. E con questi pensieri, stranamente si ritrovò seduto su di una panchina, sotto la debole luce di un lampione, ad osservare Lei, la Luna, per poi spostare lo sguardo su quei punti così piccoli e luminosi che sempre hanno affascinato l'uomo, le Stelle. La Luna e le Stelle sembrano essere figlie dell'universo infinito, così come lo siamo noi, figli di qualcosa di molto più grande, potente, qualcosa di cui aver timore, aggiungerei. Perso in quella bellezza da togliere il fiato non si accorse di un ragazzo che ora si era seduto di fianco a lui. Non si era accorto che questo lo stava fissando, cercando di capire cosa attirava tanto il suo sguardo verso la volta celeste. "Mi scusi, non l'ho disturbata se mi son seduto qui, vero?" Quella voce così candida, giovane, imbarazzata, insicura, tremolante fece svegliare Gerard dall'apparente stato di coma. "No, si figuri." gli rispose, senza togliere lo sguardo dal firmamento. "non ha mai visto un cielo stellato?" "stavo solo ammirando lo spettacolo più bello che abbia mai visto" e gli occhi pieni di stupore del più grande, sempre a causa del cielo, si spostarono sulla figura di fianco a lui. Okay, doveva ricredersi. Quello che stava guardando adesso era lo spettacolo più bello. Un ragazzo di una bellezza impossibile, tanto che sembrava un sogno. Quei grandi occhi nocciola che ricordano il cioccolato, quei capelli neri che ricordano tanto l'oscurità e il fascino della notte. "piacere, mi chiamo Frank." "Gerard." ed ecco che le loro mani si unirono in un gesto di saluto. La sensazione che provarono entrambi era indescrivibile, non si erano mai sentiti così. Il ragazzo di fianco  mandava l'altro in subbuglio. Eppure, si sentivano entrambi bene. Anche troppo. E così, gli occhi verdi di Gerard scrutarono quelli nocciola di Frank, e viceversa. Stavano annegando negli occhi dell'altro, si stavano guardando l'anima, il cuore, la vita. Di certo non si potevano aspettare cosa sarebbe potuto succedere.

 

 


"Scusi, mi può fare un caffè?" "ma certo, come lo vuole? con panna, macchiato, lungo, espresso, d'or-" "al Gerard, se è possibile." Sorpreso si girò, e vide il suo amico, il suo amante, il suo compagno dall'altra parte del bancone, con un sorriso malizioso. Siamo sicuri che Frank, che questo bar, che sia tutto reale? O è solo un sogno? Fatto sta che non potè non ricambiare il sorriso, che gli spuntava sulla bocca sincero, leale, senza paure. Un sorriso che non riusciva a fare prima che Lui entrasse nella sua vita. 

 

 


Quella notte, di nuovo, Gerard si fermò a guardare la Luna dalla finestra. Sapessi quanto sei bella. Decise di uscire sul balcone, per godersi di più quella vista. Come uscì iniziò a piovere, una pioggia leggera, gocce argentate che sfioravano le sue guance, che gli scendevano fino alla bocca, dove poteva assaporare il loro gusto. E improvvisamente gli venne in mente quella sera, dove la sua vita era rinata. Pensò al ragazzo con gli occhi nocciola che adesso stava dormendo nel loro letto, nella loro casa. Pensò a quanto la vita sia bella, ti fa soffrire prima, e poi ti fa un regalo. Prima ti da i compiti e poi ti spiega la lezione. Chiuse gli occhi per godere di quella pioggerella sul suo viso e di quella leggera brezza che si era levata, quando due mani gli cinsero i fianchi e un viso gli si appoggiò alla spalla. Il più grande poggiò a sua volta la testa su quella del più piccolo, e questo ad occhi estranei era una semplice, piccola forma d'amore, che però aveva un significato profondo. Sotto la pioggia Frank si addormentò, abbracciato a Gerard, che invece era ancora sveglio. Guardò le stelle, la luna, l'oscura notte e poi si soffermò sulla sua metà. Già, Frank era la sua metà perfetta. Lo squadrò dalla testa ai piedi, fermandosi sulla mano destra, dove un piccolo luccichio richiamò la sua attenzione. Quel piccolo anello d'argento era segno del loro amore, che presto si sarebbe trasformato in una promessa eterna. Gerard aveva tanto insistito che fosse argento per ricordargli la Luna e quella magnifica notte in cui finalmente il suo cuore iniziò a battere.

 

  
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