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Autore: Vampire Princess    25/07/2010    2 recensioni
E' la mia prima ficcy perciò abbiate pietà xD Una ragazza deve stravolgere la sua vita per un motivo che sua madre non le vuole dire, dall'Italia si trasferisce ad Amburgo e frequenta la scuola lì. Si dovrà vestire e comportare da ragazzo e questo la farà chiudere in se stessa e alzare un muro intorno a se che solo il fratello Federico riesce a oltrepassare. Ma anche due gemelli che vogliono sfondare con la loro band riusciranno ad avvicinarla... riuscirà a fuggire dall'incubo del suo patrigno quando una famiglia molto speciale la prenderà in affidamento... ma i suoi problemi saranno finiti? I gemelli scopriranno il suo segreto? Come? Spero di avervi incuriositi...
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Allora... alcuni cognomi vi saranno familiari (più avanti anche dei nomi) ma quei personaggi non centrano assolutamente niente con la loro storia. Mi scuso in anticipo per i possibili errori (di qualunque genere) e vi chiedo di dirmi se alcune volte non sono molto chiara e mi scuso anche per quello. Detto questo vi lascio in pace e vi chiedo di recensire se ne avete voglia =)

Una nuova vita … con i Tokio Hotel!!

Pov. Alexandra

Perche?

Continuavo a chiedermi perché dovevo lasciare la mia casa, le mie amiche, la mia scuola … la mia vita. Mi sarei dovuta trasferire con mia mamma e mio fratello diciassettenne in Germania, non so dove, e lasciare la mia bella città italiana per andare a vivere da un ubriacone (perché lo avevo visto quest’uomo e non si poteva definire in altro modo) di nome John Kesler, nuovo “compagno” di mia madre. Ora ero lì davanti alla porta della mia camera, con ancora  tutte le cose dei miei tredici anni di vita, mia mamma non mi aveva permesso di portare niente dicendo che nella nuova casa la mia camera era già pronta, le mie amiche mi avevano suggerito di nascondere qualcosa in valigia ma mia madre mi aveva detto che me l’avrebbe preparata lei e che dovevo passare tutto il tempo che mi restava con le mie amiche. Avevo detto addio a tutte le mie amiche consapevole che probabilmente non sarei più tornata nel mio adorato paese e che le comunicazioni erano molto difficili e costose tra Italia e Germania, e che perciò avrei sentito poco le mie amiche; probabilmente l’unica con qui sarei davvero rimasta in contatto era Luce, la mia migliore amica da sempre. –Alex ti muovi?!- -Arrivo mamma!- Era ora di andare, guardai per un’ultima volta la mia stanza e mi decisi a scendere. Finite le scale mi trovai davanti mia madre con dei vestiti in mano che mi aspettava. Mi guardò negli occhi e nei suoi vidi un’infinita tristezza che non riuscivo a capire, mi guardò ancora un po’ poi mi porse i vestiti che aveva in mano –Mettili-

-Perché? I miei vestiti non vanno bene??- 1) quelli che aveva in mano sembravano vestiti da ragazzo 2) che cosa non andava bene nei miei jeans stretti e maglia a maniche corte rossa?!

-No, da oggi dovrai vestirti da ragazzo. Non voglio che John sappia che sei una ragazza. – Avevo indovinato! Quei vestiti erano da ragazzo! Che genio che son…

-COSA?!?!?! Io dovrei vestirmi da ragazzo?! Ma non ci penso neanche!! Fede diglielo anche tu! – dissi guardando mio fratello, lui mi guardò triste e poi si girò verso mia madre come a dire “te l’avevo detto”

-Cara, io non vorrei dovertelo far fare ma … -

-Lo fa per il tuo bene Alex – disse mio fratello. Io non potevo credere a quello che sentivo! Non pensavano di convincermi davvero?! Stavo per ribattere quando mio fratello fece una cosa che non faceva MAI: mi abbracciò e mi sussurrò all’orecchio – Non fare storie, e abbastanza difficile così anche per lei – poi sentii qualcosa bagnarmi la guancia, era una sua LACRIMA! Ma quando alzai il volto si era già asciugato ed era tornato impassibile, lo vidi girarsi verso mia madre e prenderle dalle mani i vestiti per porgermeli. Ancora scioccata li presi e mi diressi in silenzio verso il bagno. Appena entrai mi chiusi la porta alle spalle e mi misi davanti allo specchio e mi svestii lentamente; una volta rimasta solo con l’intimo guardai il mio riflesso, non mi ritenevo una bellezza ma non pensavo neanche di essere brutta, le mia amiche dicevano che ero splendida ma io non ci credevo molto; ero alta 1,68 e ritenevo di avere un bel fisico: pancia piatta per gli addominali che avevo anche grazie al fatto che ero bravissima con lo skateboard (cosa poco femminile nonostante il modo molto femminile in cui mi vestivo), gambe slanciate e sode e una prima piena di seno, non esagerata per la mia età, occhi che passavano da un azzurrino e un colore quasi bianco alle iridi attorniati da folte ciglia bionde, infine c’era il mio orgoglio più grande: i miei capelli, lunghi fin poco più su dei fianchi con grossi boccoli che non sembravano neanche veri di un biondo quasi bianco. Non potevo credere di dover davvero nascondermi sotto le vesti di un ragazzo. Mi vestii cercando di non pensarci troppo. Mia madre mi aveva dato dei jeans larghissimi a vita bassa con già messa una cintura nera, una maglia sempre nera con sopra un teschio e un maglione larghissimo a strisce bianche e nere; e poi delle scarpe da ginnastica. Finita di vestirmi mi avvicinai allo specchio per togliere ogni tipo di trucco da viso. Finito quello uscii con un viso privo di ogni emozione, così sarebbe dovuto essere se volevo essere abbastanza convincente come ragazzo. Fuori dal bagno mi aspettava mio fratello che mi venne incontro con una parrucca mora in mano e mi spiegò come metterla, una volta che riuscii a metterla decentemente (felice di poter lasciare almeno i miei capelli come mi piacevano) mi mise un cappello da hip hop in testa e mi tirò su il cappuccio della felpa –Ora sei perfetto Alex – e mi sorrise.

Arrivammo nella nuova casa verso mezzanotte e ci accolse John che stranamente non era ubriaco. La casa era piuttosto piccola: due piani ma molto piccoli, al piano terra c’era una cucina con un tavolo per sei persone, un salottino con TV, divano nero e due poltroncine abbinate, e infine un piccolo bagno; al piano di sopra invece c’erano le tre camere e un bagno un po’ più grande di quello di sotto. La mia stanza non è molto grande, le pareti erano verdi chiare, c’è un letto a una piazza e mezza di fianco alla finestra mentre sul muro davanti c’è la scrivania di fianco alla porta e sugli altri meri da una parte c’è un armadio non molto grande e dall’altra una piccola libreria, c’è un odore assurdo di chiuso, l’odore che più odio al mondo. Portai la valigia vicino all’armadio e iniziai a svuotarla. Finito quello mi buttai sul letto anche se non riuscivo a dormire per i troppi pensieri; alla fine Morfeo mi colse tra le sue braccia mentre guardavo la luna pensando a tutto quello che avevo perso.

La mattina dopo era Lunedì e dovevo andare alla mia nuova scuola lì ad Amburgo. Mi chiedevo sinceramente come avrei fatto, perché nonostante mia madre mi avesse fatto fare delle lezioni private di tedesco non è che lo sapessi parlare tanto bene … Quando scesi a fare colazione John era già uscito, per fortuna, e c’era mio fratello che preparava la colazione (per la prima volta in vita sua), quando mi vide mi sorrise e mi mise a scaldare il latte. Finita la colazione mi portò con la sua moto da cross a scuola, così si può dire che feci anche la mia bella entrata trionfale. Quando scesi dalla moto tutti ci guardavano, cercando di ignorarli salutai mio fratello che doveva andare al liceo linguistico lì vicino, lo guardai allontanarsi con una punta di malinconia e quando non lo vidi più decisi che era ora di girarsi e affrontare la nuova scuola così mi alzai bene il cappuccio e abbassai la visiera del cappello tanto da coprirmi bene gli occhi, assunsi la mia espressione neutra e determinata mi girai ignorando tutto e tutti; se mi facevano domande rispondevo col minimo indispensabile e cercavo di non farmi vedere bene in viso perché nonostante il camuffamento non mi sentivo molto sicura dato che in viso avevo tratti molto femminili.

Passata qualche settimana i miei compagni di scuola avevano capito che non ero intenzionata a socializzare e mi lasciavano perdere, tra l’altro non avevo visto nessuno di tanto interessante a parte i due gemelli Kaulitz, Bill e Tom, erano molto particolari tutti e due, si vedeva che erano fatti per “dominare” e poi i loro look mi piacevano molto e non mi disturbava che Bill si truccasse, mentre adoravo i rasta di Tom e il fatto che si vestisse in maniera quasi uguale a me, però a lui stavano meglio che a me; poi avevo visto una ragazza di nome Elisabeth detta Liz perché mi ricordava molto la mia vecchia migliore amica. A casa non ci stavo molto, perché non sopportavo John; avevo capito che era un’ubriacone e avevo anche capito perché mia madre non voleva che sapesse che ero una ragazza: non voleva assolutamente che alzasse le mani anche con me. Passavo tutto il tempo in giro con lo skateboard a fare acrobazie e quando mio fratello potevo insegnarmi andavo in moto per i boschi in più volevo imparare a suonare la chitarra elettrica … se dovevo essere un ragazzo era meglio esserlo bene no? Vista così la mia vita può anche sembrare normale, forse un po’ solitaria però normale, in realtà io stavo molto male dentro ma avevo imparato a nascondere i miei sentimenti sotto una maschera di totale indifferenza. Mia mamma quando tornai a casa dopo aver tirato un pugno a uno che aveva detto –Alex (a scuola nessuno sapeva che ero una ragazza e mia madre era venuta a parlare perché fossi registrata come Alex e non Alexandra) è una ragazza! Leo è una ragazza!! - mi aveva detto che non mi riconosceva più, io ero rimasta in silenzio ma quello mi aveva fatto stare molto male in realtà. In più ora avevo cambiato cognome: da Swan (cognome di mia madre) a Kesler perché mia mamma si era sposata con quel Coso e aveva voluto cambiarci il cognome; la cerimonia era stata molto spogli in realtà non era neanche un vero matrimonio, ero andati in comune e avevano firmato i documenti. Di tutti questi cambiamenti i motivi non li so, penso che mi fratello invece sappia qualcosa per suoi certi commenti dai quali ho capito solo che centra il mio vero padre con tutti i nostri problemi; padre che io non ho mai conosciuto in realtà, credo che lui non sappia neanche che io esisto, perché lui e mia mamma si sono lascia poco tempo dopo che lei rimanesse incinta di me; quando chiedevo di lui a mia madre lei diceva che meno sapevo di lui meglio era così avevo imparato a non parlarne, tanto non sentivo la sua mancanza, avevo anche provato a chiedere a mio fratello dato che lui era stato un po’ con lui ma ogni volta sul suo volto compariva un’espressione tra rabbia e timore. Di lui sapevo solo il cognome: Malfoy; si diceva che un importante capo della mafia di non so dove si chiami così ma dubito che sia quello mio padre.

Così i miei giorni passavano tra depressione e tristezza.

 

---------- <3 ----------

FINE CAPITOLO!!

Finito spero di scrivere presto il prossimo capitolo...

RECENSITE NUMEROSI :D

  
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