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Autore: kalaea    27/07/2010    1 recensioni
"Quella mattina mi ero svegliata con addosso un’ansia più pesante del solito. Era da quando ero partita, ovvero ormai tre settimane prima, che una sensazione di smarrimento mi prendeva quando anche per caso sfioravo lui con il pensiero."
Questa storia è molto personale perciò ci tengo molto, spero che vi piaccia. Fatemi sapere!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amore e Amicizia 1
Capitolo 1

*Domani sono a casa, tu cosa fai?*

*Non lo so, dovrei cominciare a fare le valigie per lunedì immagino! :D*

Mi morsi il labbro e attesi un attimo prima di rispondere.

*Posso vederti? Io…mi manchi un sacco…* le dita digitarono velocissime, per non darmi il tempo di ripensarci.

*Sì, certo! Cosa vuoi fare?* un senso di sollievo si fece strada dentro di me.

*Vengo io da te e poi gelato, ti va?*

*Ok, va bene! Ci vediamo domani! Un bacio!* rilessi il messaggio un paio di volte poi infilai il cellulare in tasca.

Quella mattina mi ero svegliata con addosso un’ansia più pesante del solito. Era da quando ero partita, ovvero ormai tre settimane prima, che una sensazione di smarrimento mi prendeva quando anche per caso sfioravo lui con il pensiero. Ora lì, in aeroporto da sola, in attesa del volo che mi avrebbe riportata a casa, era più difficile concentrarsi su altro. Però adesso sapevo che lo avrei rivisto, quindi cominciai a rilassarmi. Misi il mondo intorno a me in stand-by e mi concentrai sulla musica che dagli auricolari dell’iPod entrava direttamente nel mio cervello.

Quel giorno sembrava non finire più. Arrivai a casa per le cinque del pomeriggio, mia sorella non mi mollò un secondo, intenta ad aggiornarmi su quanto era successo in quelle settimane in cui ero stata via. Mi coricai a letto verso le 10:00, esausta, dopo aver mangiato un enorme piatto di pastasciutta. Quanto mi era mancata! Mi addormentai all’istante.

A svegliarmi la mattina seguente furono gli avanti-indietro di mia madre e mia sorella e il rumore dell’innaffiamento sotto la finestra della mia camera. Non volevo aprire gli occhi, ma volevo sapere che ore erano. Presi il cellulare dal comodino e sbirciai: le 10:30. E un messaggio.

*Andato bene il viaggio di ritorno? Oggi a che ora vieni?* mi sentivo stupidamente felice che mi avesse scritto lui. Risposi immediatamente e riposi il cellulare. Volevo rimanere sdraiata ancora un po’ a godermi il tepore delle coperte. Mi raggomitolai sotto il lenzuolo e strinsi gli occhi, ma ormai ero sveglia. Lentamente mi alzai e uscii dalla stanza.

« Buongiorno! » incontrai mia madre nel tragitto fino alla cucina.

« ‘giorno… » biascicai stropicciandomi gli occhi. Come facevano a essere tutti così reattivi al mattino?!?

Feci un’abbondante colazione con latte e cereali e tornai in camera mia. Mi era mancata questa quotidianità. Non che in Finlandia fosse così male, ma casa è casa.

Aprii l’armadio, indecisa su cosa indossare. Scelsi un paio di shorts di jeans e li appoggiai sul letto.

« Ok, sei sveglia. » mia sorella entrò nella camera « Non so cosa fare, andiamo a Montebello? O al Carrefour di Milano? » si sedette sul letto.

« Cosa devi assolutamente comprare? » la presi in giro, da quando avevo preso la patente mi chiedeva di portarla ovunque e la maggior parte delle volte si trattava di centri commerciali.

« Devo ancora prendermi gli shorts che ti avevo detto e poi non lo so, quando vedo qualcosa che mi piace decido… » replicò.

« Ok, dai! » sorrisi, mi piaceva fare shopping con mia sorella. Anche se avevamo quasi quattro anni di differenza andavamo molto d’accordo, quando uscivamo insieme ci divertivamo sempre un sacco e ogni volta finiva che compravo qualche cosa anche io.

Presi un top viola dall’armadio, finii di vestirmi, indossai i sandali e presi la borsa.

« Io sono pronta! » annunciai.

« Arrivo! » ribatté mia sorella dal bagno.

La raggiunsi, si stava mettendo il mascara.

« Mangiamo fuori quindi? » la osservai mentre con precisione certosina finiva di truccarsi. Io non mi truccavo spesso, non ne avevo voglia, le poche volte chiedevo a Mery di darmi una mano.

« Sì, andiamo al Mec! » mi sorrise attraverso lo specchio.

« Se proprio… » commentai sarcastica. Non mi piaceva mangiare al McDonald’s, ma mia sorella lo adorava.

« Vado a dirlo a mamma e papà. Tu sbrigati! » uscii dal bagno e cercai i miei genitori.

Dieci minuti dopo io e Mery eravamo in macchina, direzione Iper di Montebello, la musica a palla, cantando a squarciagola.


   
 
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