Č tutto il pomeriggio che scherziamo, eppure ci saremmo visti sė e no qualche volta, conosciuti da solo un anno.
Semplicemnte questo ragazzo mi piace, mi infonde una calda e quasi infantile gioia. M'ispira tranquillitā e protezione.
Insomma, mi sento bene al suo fianco, in un modo tutto particolare.
Nel profondo sogno di essere tra i suoi pensieri, ma poi qualcosa mi risveglia ed io sono costretta a ricredermi. Una come me non gli potrebbe mai piacere. Mi sento sporca quando non sono con lui, mentre un suo sorriso mi fa sentire leggera.
Dejā-vu.
Sė, ma non m'importa, perché la sua naturale e a volte disarmante gentilezza č qualcosa di unico.
E quel sorriso? Vorrei essere stretta tra le sue braccia, la mia schiena contro il suo petto largo, e sentire il suo fiato sui miei capelli.
Ecco, ancora una volta mi trovo a fantasticare su di lui.
Chiudo e riapro velocemente gli occhi, come mi fossi appena alzata.
Mi sta chiedendo qualcosa, ma non lo sento.
Gli chiedo di ripetere, e con comprensione lo fa. A questo punto gli salterei addosso solo per il dolce ghigno che mi ha lanciato.
Lo stomaco si stringe su di sé e la mia mano non si trattiene, va da sola: sul tuo viso, come per provare a me stessa che non sei una strana illusione.
Rimani sbalordito, non sai perché io lo stia facendo. Eppure non mi blocchi quando mi vedi avvicinarti.
Č questione di un attimo, non sono riuscira a ignorare ancora i miei sentimenti, e cosė ti sto per baciare.
Sė, le sento, le morbide e carnose labbra che hai; č un bacio casto, senza pretese.
Rimaniamo cosė dei secondi che sembrano ore, e con le mie mani ad accarezzarti il viso e i capelli.
Mi stacco, con rammarico, tenendo gli occhi ancora chiusi, per timore.
Prendo coraggio e ti affronto: mi guardi senza parole, proprio non te l'aspettavi.
Attimi di silenzio, poi finalmente parlo.
- Scusami, ti ho interrotto; che volevi chiedermi? -.
Rimane ancora cosė, attonito, poi con un filo di voce mi fa:
- Ti avevo chiesto se ti andava di conoscere la mia ragazza -.
Ci rimango malissimo, sento un vuoto allo stomaco.
Fa una risatina nervosa, poi se ne va dal parchetto, passandomi a fianco.
Prima di andarsene del tutto si volta e dice:
- Mi dispiace, ma non ci sarā nulla -.
L'erba del prato sotto di me si sta bagnando di lacrime.
Oggi non era il caso di essere felici.