Un
avviso prima della lettura: In questa One-Shot i POV subiranno dei
cambiamenti, e nonostante non lo specifichi con un "CAMBIO POV"
perchè lo trovo terribilmente antiestetico, avrete comunque
modo
di capirlo dalla divisione del testo attraverso gli asterischi. Grazie
per l'attenzione, vi lascio alla lettura :]
My Sunshine.
**
E'
stata una giornata curiosa, quella di ieri. Anche se siamo a fine
Luglio ormai, ieri c'è stato un inspiegabile - quanto
apprezzato
- cambio di temperatura, e stanotte ha di sicuro piovuto. Abbiamo
dormito con le imposte che danno sul balcone completamente spalancate,
e posso respirare l'odore della terra bagnata proveniente da fuori dal
nostro isolato, ma comodo, appartamento di periferia. Credo che questo
odore sia tra quelli che adoro di più al mondo. Mi ricorda
la
mia, la nostra Inghilterra: Quelle fredde notti d'inverno alla Wammy's
house passate sui libri, lo svegliarsi all'alba accorgendomi di essermi
addormentato per l'ennesima volta sulla scrivania, e inspirare questo
odore dalla piccola e alta finestra della mia stanza. Sì,
mi ricorda la mia infanzia, e anche allora vivevo di sfide. Ora che ci
penso, ho sempre vissuto di sfide, e anche tuttora, il mio subconscio
non riesce a fare a meno di trovarne sempre una anche nelle cose
più banali, nonostante non ce ne sia il bisogno. E lui
se ne accorge, e lo so, che fa in tutti i modi per non permettermi
più di sentirmi in sfida con me stesso, o con lui. Lo
capisco da
come modera i discorsi a volte, come evita qualsiasi cosa che possa
apparirmi come una nuova sfida. Questo suo strano modo di proteggermi
mi fa sorridere, ma gliene sono grato.
Mi distolgo dai miei pensieri, e torno al presente. Ecco di chi parlavo: Near. Il grande detective, il Numero Uno e degno erede di L e chi più ne ha più ne metta, che in questo preciso momento mi sta dormendo appiccicato con un braccio piegato verso il petto, arrivando con il suo viso non più in alto del mio mento, la mano sinistra nella mia, mentre io ho l'unico braccio libero piegato sotto la testa, a farmi da cuscino. Lascio la sua mano per toccare, senza quasi accorgermene, i tratti delicati del suo viso, passando impercettibilmente sulla sua fronte, le palpebre, le ciglia, scendendo a poco a poco dalla guance alle labbra, al collo e al petto nudo, fermandomi sull'addome, appena incontro l'elastico dei pantaloni del suo pigiama. Rimango con lo sguardo in questo punto forse un pò più del previsto, poi ritorno a guardarlo in viso: Così concentrato nel suo sonno, con i candidi capelli sparsi sul cuscino, sembrerebbe ancora un ragazzino, se non fosse per i tratti più maturi del viso: E' davvero bello. Ora che ci penso, credo che sia cresciuto di qualche - parliamo di tre o quattro, eh - centimetro negli ultimi tempi. Ad Agosto farà ventidue anni, mentre io aspetto di farne ventiquattro. In questi ultimi anni il tempo è passato come se non ci fosse. Decido che è ancora presto per iniziare ufficialmente la giornata, lascio ricadere il braccio sul fianco di Near, lo stringo di più a me e, cullato dai tanti pensieri ma soprattutto rasserenato da quell'odore e quel freddo che forse diventava un pò troppo pungente, mi riaddormento.
«Buongiorno, Mello»
«Buongiorno..dormito bene?» Gli rispondo fra uno sbadiglio e l'altro.
Ricevo in risposta solo un sorriso malizioso e un verso che dovrebbe essere un assenso, mentre mi si avvicina baciandomi sulle labbra, ricambiato. In pochi secondi è già sopra di me e ha intezione di approfondire quel bacio, ma divertito gli alzo il viso.
«Dai.. siamo appena svegli!» Gli dico ridendo. «Che ne dici di farci prima una doccia calda?»
«E va bene...» Risponde decisamente convinto dalla prospettiva, mentre si alza, ancora scarmigliato, dal mio corpo.
Scende dal letto, si toglie i pantaloni e raggiunge il bagno. Resto qualche secondo a guardare il suo corpo seminudo sparire dietro la porta che lascia aperta.
«Mello, per colazione c'è la torta di mele di ieri... ti và?» Mi chiede la sua voce dal bagno.
Nel frattempo mi decido a scendere anche io dal nostro letto.
«Ma io veramente volevo della cioccolata...» Non finisco neanche di parlare che lo sento sbuffare dal bagno, prima di aprire l'acqua della doccia.
«É inutile che sbuffi, sai?»
Insomma, veramente: Mi lamento mai del salotto che sembra il set di Guerre Stellari con tutti quei robot in giro?
«Tu dici?» Mi risponde in tono provocatorio.
«Ora te la faccio vedere io, piccolo-» Gli rispondo divertito e lo raggiungo sotto la doccia.
«No dai Mello! ...E spostati!» Ride.
Mi distolgo dai miei pensieri, e torno al presente. Ecco di chi parlavo: Near. Il grande detective, il Numero Uno e degno erede di L e chi più ne ha più ne metta, che in questo preciso momento mi sta dormendo appiccicato con un braccio piegato verso il petto, arrivando con il suo viso non più in alto del mio mento, la mano sinistra nella mia, mentre io ho l'unico braccio libero piegato sotto la testa, a farmi da cuscino. Lascio la sua mano per toccare, senza quasi accorgermene, i tratti delicati del suo viso, passando impercettibilmente sulla sua fronte, le palpebre, le ciglia, scendendo a poco a poco dalla guance alle labbra, al collo e al petto nudo, fermandomi sull'addome, appena incontro l'elastico dei pantaloni del suo pigiama. Rimango con lo sguardo in questo punto forse un pò più del previsto, poi ritorno a guardarlo in viso: Così concentrato nel suo sonno, con i candidi capelli sparsi sul cuscino, sembrerebbe ancora un ragazzino, se non fosse per i tratti più maturi del viso: E' davvero bello. Ora che ci penso, credo che sia cresciuto di qualche - parliamo di tre o quattro, eh - centimetro negli ultimi tempi. Ad Agosto farà ventidue anni, mentre io aspetto di farne ventiquattro. In questi ultimi anni il tempo è passato come se non ci fosse. Decido che è ancora presto per iniziare ufficialmente la giornata, lascio ricadere il braccio sul fianco di Near, lo stringo di più a me e, cullato dai tanti pensieri ma soprattutto rasserenato da quell'odore e quel freddo che forse diventava un pò troppo pungente, mi riaddormento.
**
Quest'odore... di
terra bagnata. Mi sveglio cercando di ricordare dove l'ho
già
sentito. Mi infonde una strana sicurezza, mi ricorda gli umidi giorni
d'inverno ormai passati della mia infanzia in Inghilterra. Sento
l'echeggiare della campana di una lontana chiesa che segna lo scoccare
di mezz'ora. Il sole è alto nel cielo e inizia a riscaldare
il
paesaggio quasi campestre di fuori, dopo l'evidente pioggia notturna:
Entra anche nella nostra spaziosa camera da letto, ferendomi gli occhi.
Mi lamento sommessamente, e inizialmente mi porto un braccio davanti al
viso per cercare di ripararmi dai raggi, fino a quando non mi abituo e
osservo Mello, che dorme ancora, a due dita dal mio viso. Mi perdo
spesso a osservare i suoi tratti, soprattutto quando dorme e non
rischio di imbattermi nei suoi sorrisi divertiti quando me lo vede
fare. Porto una mano a riavviare un ciuffo di morbidi capelli biondi
che gli ricadeva sul viso dietro l'orecchio, e ne approfitto per
tracciare con l'indice il suo profilo, carezzandogli una guancia,
passando delicatamente sulla
pelle increspata della sua cicatrice e sulle sue labbra morbide. Anche
se non ho mai conosciuto questo sentimento nella mia vita, se amare
qualcuno vuol dire questo, io credo di amarlo davvero. Vorrei che
questo tempo insieme non finisse mai. Vorrei fargli dimenticare ogni
sofferenza passata per causa mia. Lui non si è mai lamentato
nella sua vita, ha sempre preso tutto con una dose di ironia e cinismo
quanto basta, cercando di cambiare le cose con le sue forze. Non so se
io ne sarei capace, sono sempre stato abituato a trovare tutto
già pronto, nella mia vita. Per questo lo ammiro, e l'ho
sempre
fatto, ma forse lui non lo sa. Alzo di poco la schiena e lo bacio
delicatamente sulle labbra, quando sento l'aria fredda che entra dalle
imposte aperte. Io indosso i pantaloni, ma lui solo la biancheria - non
capirò mai la sua strana avversione per i pigiami - . Quindi
mi
sciolgo dal suo abbraccio e tiro il morbido e fresco lenzuolo su di
noi, prima di ridistendermi e aspettare che anche lui si svegli.
**
Mi
rigiro nel letto, intenzionato a svegliarmi definitivamente. Dovrebbero
essere le dieci, a giudicare dalla luce che filtra attraverso i miei
occhi chiusi. Lentamente mi stiracchio, accorgendomi che sono coperto
da un lenzuolo che non ricordavo di avere alzato. Apro gli occhi e mi
accorgo che Near accanto a me è già sveglio, a
pancia in
su sul suo lato di letto. Appena si accorge che sono già
sveglio
si gira venendomi vicino.
«Buongiorno, Mello»
«Buongiorno..dormito bene?» Gli rispondo fra uno sbadiglio e l'altro.
Ricevo in risposta solo un sorriso malizioso e un verso che dovrebbe essere un assenso, mentre mi si avvicina baciandomi sulle labbra, ricambiato. In pochi secondi è già sopra di me e ha intezione di approfondire quel bacio, ma divertito gli alzo il viso.
«Dai.. siamo appena svegli!» Gli dico ridendo. «Che ne dici di farci prima una doccia calda?»
«E va bene...» Risponde decisamente convinto dalla prospettiva, mentre si alza, ancora scarmigliato, dal mio corpo.
Scende dal letto, si toglie i pantaloni e raggiunge il bagno. Resto qualche secondo a guardare il suo corpo seminudo sparire dietro la porta che lascia aperta.
«Mello, per colazione c'è la torta di mele di ieri... ti và?» Mi chiede la sua voce dal bagno.
Nel frattempo mi decido a scendere anche io dal nostro letto.
«Ma io veramente volevo della cioccolata...» Non finisco neanche di parlare che lo sento sbuffare dal bagno, prima di aprire l'acqua della doccia.
«É inutile che sbuffi, sai?»
Insomma, veramente: Mi lamento mai del salotto che sembra il set di Guerre Stellari con tutti quei robot in giro?
«Tu dici?» Mi risponde in tono provocatorio.
«Ora te la faccio vedere io, piccolo-» Gli rispondo divertito e lo raggiungo sotto la doccia.
«No dai Mello! ...E spostati!» Ride.
La mia felicità
sono quei tre centimetri in più di Near;
É svegliarmi e
poter dire di avere una casa;
É l'odore di terra bagnata quando piove;
É quell'assurda mensola di robot in salotto;
É quella risata cristallina;
É l'odore di terra bagnata quando piove;
É quell'assurda mensola di robot in salotto;
É quella risata cristallina;
La mia felicità
è dormirti accanto, svegliarmi, e trovare il tuo viso a due
dita dal mio.
Non chiedo altro,
perchè non mi serve.
~~
SSalve! In questi giorni ho uno strano estro creativo e pubblico quasi ogni giorno, mi dispiace! Questo è il mio nuovo scempio, forse ci ho dato un pò troppo dentro con le sdolcinatezze e ho davvero paura che Mello mi appaia in sogno per rivendicare il suo carattere O_O! Però ho un alibi plausibile: Contando che si tratta di una AU non possiamo sapere con precisione come si comporterebbe Mello in una situazione del genere; E poi si sà, l'amorr cambia le persone u.u! No, dai seriamente c'è da dire anche che entrambi sono di 21 e 23 anni e non sono più i ragazzini che conoscevamo, quindi il cambio di carattere ci sta... Insomma, non so, a voi il giudizio! Se sembrano troppo una vecchia coppia di sposi non esitate a farmelo notare!
Ringrazio di cuore chi mi segue e recensisce, a presto! :]
~~
SSalve! In questi giorni ho uno strano estro creativo e pubblico quasi ogni giorno, mi dispiace! Questo è il mio nuovo scempio, forse ci ho dato un pò troppo dentro con le sdolcinatezze e ho davvero paura che Mello mi appaia in sogno per rivendicare il suo carattere O_O! Però ho un alibi plausibile: Contando che si tratta di una AU non possiamo sapere con precisione come si comporterebbe Mello in una situazione del genere; E poi si sà, l'amorr cambia le persone u.u! No, dai seriamente c'è da dire anche che entrambi sono di 21 e 23 anni e non sono più i ragazzini che conoscevamo, quindi il cambio di carattere ci sta... Insomma, non so, a voi il giudizio! Se sembrano troppo una vecchia coppia di sposi non esitate a farmelo notare!
Ringrazio di cuore chi mi segue e recensisce, a presto! :]