Prologo
Non avevo mai amato particolarmente i
film patetici di quelli che adorano vedere le ragazzine quando sono in compagnie
dei loro fidanzati.
Avevo sempre trovato un certo
disgusto per i film da ragazzine diabetiche in quanto mi sembravano
una grandissima presa in giro per noi ragazze.
Avanti, dove lo si trova un ragazzo sempre fedele e disponibile pronto a fare di tutto per amore tuo?
Appunto, vi siete risposte da sole;
nessuno.
Come è vero che non esiste nemmeno uno di quei ragazzi che si mettono a correre come esauriti per la città in cerca del loro amore che sta partendo – proprio nello stesso momento in cui inizi la tua disperata gara atletica- e che alla fine non riesci a raggiungere perché già salita su un treno. Sono storie da film, belle, ma sempre impossibile. Storie da diario, piacevoli da leggere ma impossibile da vivere.
Non capisco perché le ragazze della
nostra generazione amino illudersi che il principe azzurro
faccia cose tanto ridicole per loro.
Avanti, è surreale la
cosa!
Essere ragazze mature sta anche nel
accettare che il proprio ragazzo è umano come loro.
Ma a quanto pare io ero e sarò sempre
l’unica a pensarla in questo modo perché la mia amica Maria, torturandomi per
tutta la giornata, alla fine era riuscita a convincermi ad andare a vedere uno di questi petetici film.
Mentre lei aveva i lacrimoni agli
occhi per quelle scene dolci che lei reputava romantiche ma che invece io
ritenevo patetiche mi consolavo sentendo la musica dal mio Ipood e
pregando che quella tortura finisse.
Mai nessun film mi era sembrato tanto
squallido prima d’ora.
«Mary?» la chiamai stando ben attenta
a non dar fastidio alle altre povere illuse che cercavano di capire qualcosa da
quel sceneggiato «quanto ci vuole alla fine del film?»
Senza staccare gli occhi dallo
schermo, Mary, si portò concentrata un popcorn alla bocca rispondendomi
svogliata con un «ancora un ora scarsa»
Sbuffai riportandomi all’orecchio la
cuffia bianca che avevo fatto scivolare sul collo.
Un ora e mezzo!
Come potevo far passare un ora e
mezzo di tale noia?
Amareggiata inizia a far vagare lo sguardo per
il cinema di sedia in sedia, di persona in persona. Di disperato in
disperato!
Il mio sguardo si posò su delle
ragazzine delle medie che emettevano strilli eccitati per quel ragazzo
che era l’orrido protagonista mentre dei ragazzini della loro stessa età dietro
di loro( probabilmente loro amici) facevano commenti poco casti sulla bionda
protagonista.
«Guarda quanto è bona quella »
disse un ragazzino, quello che dedussi fosse il capobanda « sono
sicura che è veramente brava nelle attività
extrascolastiche»
«Ma sì» rispose un suo compare
dandogli corda « tutte le ragazze sono brave in quello, specialmente le belle
bionde come a lei!»
Indignata storsi il naso distogliendo
lo sguardo.
Che avevano contro le
bionde?
Io ero bionda, avevo diciannove anni
ed ero molto più matura di loro e probabilmente di quei loro insulsi genitori
che li avevano messi al mondo.
Cercando di isolarmi, senza veramente
riuscirci, dai loro commenti mi dedicai ad altro e feci vagare lo sguardo su
altre persone.
Addocchiai un ragazzo che sedeva
accanto ad una ragazza ma che, invece di guardare veramente il
film, faceva cadere lo sguardo sulla scollatura della sua
accompagnatrice.
Sicuramente quello doveva essere uno
dei depravati delle medie mal cresciuti che pensava solo ad una
cosa.
Se una cosa giusta la dicevano quei
insulsi film che amava tanto guardare Maria era proprio che i ragazzi, quasi
tutti almeno, erano fossilizzati solo sul sesso.
Perché invece di illudere quelle
povere ragazze che spendevano sei euro per vedere ‘ste schifezze di film non
facevano una castrazione collettiva i giovani registri?
Se vi state chiedendo se avevo dei
problemi con i ragazzi la risposta era negativa ma avevo solamente
fastidio per la maggior parte di loro visto che si basavano solo a guardare
l’aspetto di noi ragazze.
Essendo una bella bionda con occhi
dolci, alta e magra ero sempre soggetta delle loro occhiate maliziose o dei loro
pensieri malefici.
Ero arrivata a pensare di camminare
con un bisturi in borsa, credetemi.
«Eva?»la voce ovattata di Maria mi
chiamò facendomi sussultare e cadere l’ipood di mano.
Soffocando una bestemmia mi chinai a
raccoglierlo da sotto il sedile pregando che non si fosse rotto «Sì
Mary?»
La mia mora amica tirò sul con il
naso «visto che tanto non te lo stai vedendo il film»mi chiese con voce rotta«mi
andresti a prendere un pacco di fazzoletti al bancone per
favore?»
Non riuscivo a capire cosa mai ci
fosse da piangere in un film con quello ma, per paura che lei iniziasse a
urlarmi contro come mia mamma quando era entrata in menopausa le sorrisi e mi
alzai dalla sedia.
Sbuffai.
Ogni passo che facevo sentivo
qualcuno che imprecava perché camminando gli toglievo la visuale o mi sentivo lo
sguardo dei ragazzi depravati sul corpo.
Una volta arrivata davanti ai maniaci
delle medie che avevano commentato poco finemente la giovane protagonista del
film mi fermai cercando un modo per sfuggire al loro
sguardo.
Sapevo a cosa andavo in contro e mi
sentii patetica perché spaventata da dei marmocchi di seconda massimo terza
media.
«Permesso»esordii per far capire la
mia presenza e per fare loro cenno di togliere le gambe dal sediolino d’avanti
per farmi passare.
Il capobanda, quello che prima aveva
osato dire che noi ragazze eravamo brave solo a quello voltò lo sguardo
su di me facendo scattare il sopracciglio in alto «Ciao»
Il mio sopracciglio scattò più in
alto del suo.
Davvero ci provava con
me?
Non si
vergognava?
«Posso passare?»chiesi da brava
adulta che deve dare il buon esempio.
«Che mi dai in
cambio?»
Un bel calcio in faccia, ti va? Gli
volevo rispondere ma mi morsi il labbro contando fino a dieci e valutando che
poteva avere sì e no l’età di Fabio, mio fratello.
«Ragazzino, fammi passare»sorrisi
spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
«Ok»annuii togliendo le gambe « vai a
fare le tue cose. Io ti aspetto in bagno, ti va? Così ripassiamo un
po’ di cosine?» Forse voleva essere malizioso, sexy, carismatico ma fece
solo ridere e per questo lo sorpassai urtando violentemente contro la sua gamba
nel tentativo di staccarcela.
Lo vidi solo schiamazzare con i suoi
amici parole tipo “ bravo hai fatto colpo” o “ che bella gnoccona che ti sei
scelto” prima di sparire oltre l’angolo.
Quando dicevo che un bisturi faceva
al caso mio alludevo proprio a questo …
Una volta presi gli amati
fazzolettini decisi di andare in bagno per perdere un po’ di tempo ma quando
arrivai davanti la porta mi bloccai ripetendomi le parole del deficiente delle
medie.
“Vuoi vedere che quello per davvero è
venuto?” mi chiesi e, quasi per paura e anche voglia di non fargli credere che
mi prestavo a certe cose in caso lo avessi trovato lì ad attendermi,mi avviai
nuovamente nella sala illuminando il buio con il display del
cellulare.
«Mary?»chiamai a tentoni
avvicinandomi a quella che, secondo me, doveva essere la nostra postazione ma mi
sa che sbagliai perchi recetti in cambio solo degli “shh”
Sbuffai facendomi avanti e cercando
di non inciampare nel buio fin quando non urtai contro una gamba
stesa.
Irrimediabilmente caddi faccia a
terra.
«E che cazzo»sbraitai un po’ troppo
forte facendomi udire da tutti compreso dal proprietario della gamba che
alzò la testa per guardarmi.
Aprendo gli occhi un po’ dolorante
incontrai due occhi castani divertiti e maliziosi.
Conosciuti.
«Venezi» una voce sarcastica e
pungente mi fece guardare oltre la spalla dei due occhi castani facendomi notare
che, accanto al bel ragazzo dalle iridi nocciola, vi era niente popò di meno che
Serena Denti.
Serena altri non era che la vanitosa
della scuola, la corteggiata, la bella( o quella che si credeva di esserlo) o in
parole povere Serena era la sgualdrina del mio
liceo.
«Ciao Serena, ti diverti a guardarmi
ai tuoi piedi?» le chiesi acida visto che ero a conoscenza del suo astio nei
miei confronti solo perché io ero bionda naturale e naturalmente bella senza
ricorrere a doppi giochi da vera puttanella.
«Il tuo posto è servirmi, tesoro»fece
schioccare la lingua poggiando la testa sulla spalla del ragazzo dagli occhi
nocciola che mi guardava,anche lui, interessato.
«Molto simpatica»dissi ricevendo
altri “shh” per il fastidio che stavo procurando alla sala ma ignorandoli
apertamente.
Il mio sguardo si posò nuovamente sul
ragazzo che stringeva a se saldamente per poi far comparire sul mio volto un
sorrisino sadico e cattivo « Chi è lui, Denti?» passai al cognome come
faceva sempre lei «un altro de tuoi numerosi
clienti?»
L’allusione al suo lavoro “serale”
era esplicita ma lei non la colse perché sorrise baciando la mannibola al povero
ragazzo che non la guardava minimamente troppo impegnato a scrutare i miei
naturali biondi capelli e il mio naturale seno non
rifatto.
Gli dovevo sembrare una Dea,
sicuramente, visto con chi andava in giro.
«Lui è Fabrizio» rispose Serena dopo
aver accarezzata le braccia al suo accompagnatore « un bel
ragazzo, non trovi Venezi?»
Guardai Fabrizio studiandolo: era
alto, almeno questa impressione dava, e aveva dei capelli castani scuri, corti,
liscia e perfetti da far venire voglia di passarci le mani
dentro.
Soffici.
Aveva labbra carnose, simpatiche e
divertenti che sicuramente erano martiri di tanti sorrisi e i suoi occhi, a
mandorla, erano la cosa più bella che avessi visto.
Su questo non potevo non dare ragione
a Serena perché era veramente ma veramente
bello.
«Ma cosa ne vuoi sapere tu di bei
ragazzi?»precedette la mia risposta acida «il massimo a cui puoi aspirare è il
fratello viziato della Muzzi»
Muzzi era il cognome di Maria e suo
fratello era un poppante di tre anni e mezzo.
Strinsi le labbra cercando di non
fare caso alla vene che sicuramente mi pulsavano sulle tempie ma cercai
di essere matura.
«Io ora devo andare, Serena» educata,
falsa, masochista, stronza. Tutto pur di andarmene.
«Nessuno ti trattiene, sei tu che
sei voluta cadere e che ti sei fermata qui. Smamma, nessuno ti ha chiesto
di restare.» disse appoggiando la testa sulla spalla di Fabrizio mentre io
socchiudevo gli occhi maledicendo quel maledetto profilattico che si era voluto
rompere quando fu concepita.
Sospirai e me andai a passo sicuro da
lei sorridendo soddisfatta in quanto sentivo lo sguardo del suo Fabrizio
sul mio corpo.
Quel ragazzo sapeva riconoscere la
merce buona, non c’è che dire …
Finito il film mi dovetti sentire
tutti i deliri di Maria che non faceva altro che elogiare per
aver dato il regista ista a quel … film(?)
«A te è piaciuto?»mi chiese con le
lacrime agli occhi.
«Sì»mentii«tantissimo»
«Allora ti va se domani torniamo a
rivederlo»si animò«sono soldi ben spesi, non trovi?»
Mi pietrificai, spalancai gli occhi e
la bocca e poi mi gettai ai suoi piedi«ti prego, non farmi
questo!»
Non ce l’avrei fatta a passare
un’altra giornata come quella.
Dopo tutto vedere il film era stata
anche la cosa più bella perché una volta raggiunta la mia postazione vicino a
Maria mi resi conto che il bambino delle medie era per davvero andato in bagno e
quando tornò lo vidi deluso guardarmi con astio.
Non che mi importasse che ce l’avesse
con me ma, all’uscita dal cinema, ai titoli di coda, si avvicinò a me facendomi
una scenata di gelosia.
A me, capito?
Io che non lo
conoscevo.
E cosa facevo secondo voi mentre lui
mi additava dicendo che lo “ avevi mandato in bianco”?
Niente, mi ripetevo in mente
solamente la parola bisturi.
Bisturi, bisturi,
bisturi.
Approposito di
bisturi!
Alzando la testa da terra fermando le
mie preghiere verso Maria mi si illuminarono gli occhi che piantai in quelli
della mia migliore amica.
«Maria?» la
chiamai.
«Sì?»
«Tuo padre è ancora un
chirurgo, vero?»
«S-sì, perché?»
«Mica sai se mi potrebbe regalare un
suo bisturi da lavoro?»
«A cosa ti
serve?»
Sorrisi sadica guardandomi intorno e
sentendo qualche sguardo sul mio fondoschiena per poi soffiare e sbuffare
esausta da quella vita esasperante che avevo ma consapevole che castrali
non avrebbe gioviato molto.
«Niente»ammisi avviandomi e prendendola per mano per uscire dal cinema «Lascia stare».
Giorno a tutti.
Non chiedetemi come è nata questa storia perchè veramente non lo so.
Una mia amica mi ha fatto vedere la foto di questo attore e da lì e scattato tutto. Tutto da una sola foto, vi chiederete? Sì, bhè, sono da rinchiudere x
Poi vi vorrei spiegare un pò come si volge la vicenda.
Eva è una bella ragazza bionda di diciannove anni che, a differneza della sua amica Mary, si ritrova ad odiare il romanticismo perchè ha avuto una brutta storia. Non crede nell'amore come avete visto, non crede in niente.
Per lei i ragazzi sono solo " stronzi" visto che guardano solo il suo bel corpo.
Maria invece è l'opposto: ama i film romantici, quelli che la illudono sul vero amore e che la fanno sognare.
Maria è la classica ragazza innamorata dall'amore appunto un pò come tutte noi.
Io non sono nè come l'una nè come l'altra; sono un caso particolare... un incorcio diciamo xDxD
Poi c'è Serena la classica ragazza che si crede il Top del Top. Diciamo che lei è la ... la più bella della scuola o meglio, quella che si crede di esserlo.
E infine c'è questo ragazzo che abbiamo appena nominato: Fabrizio.
Di lui non si sa molto solamente che ha fatto cadere Eva e che ha gli occhi castani. Al buio, Eva, non ha visto altro.
Ora spero che abbiate capito qualcosa di questa piccola storia di cui mi sto mettendo con impegno.
Spero che piaccia e che possa trovare qualche persone a recensire altrimenti NON la continuerò anche se è stata scritta tutta quanta.
Se volete vedere come mi sono immaginata i personaggi eccoli qui i loro volti:
I personaggi che prendono i volti dei protagonisti non sono "usati" con scopi di lucro e la storia scritta e nerrata è totalmente inventata senza volere di offendere alcuno.