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Autore: Fede_Wanderer    29/07/2010    8 recensioni
[Toy Story]
Ed è quasi ironico – quando Woody prende vita, il suo cuore vuoto non batte, no.
Ma quando torna ad essere solo un giocattolo inerte, in quei momenti in cui Andy gioca con lui, o di sera, quando il tramonto illumina la stanza ed il re lo stringe a sé prima di dormire, quando torna ad essere quello accanto al cuscino, allora anche il legno batte.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Crownless  ~

{Mine is the Earth and the sword in stone
Mine is the throne for the idol
One fleeting moment and it is all gone
Crownless again – will I fall?}


Pupazzi e giocattoli sistemati ognuno al proprio posto – i soldatini ammassati l’uno sopra l’altro dentro il grande contenitore blu, il pupazzo a forma di patata in un angolo della stanza, senza il suo naso, o la sua bocca, o la sua barba, la ragazza sdraiata sotto il letto, solo la testa che fuoriesce; e lui accanto al cuscino.
Il cuscino è ampio, è accogliente, è come una casa dentro una casa.
O perlomeno, lo è dal punto di vista di un giocattolo. E’ un posto ambito, come un trono.
Non che ci siano lotte per questo, in fondo si sa, il posto accanto al cuscino – accanto ad Andy – è di Woody.
Il letto è anche più grande del cuscino, ed è come un regno, un vasto regno in cui Andy è il re e lui, lui è l’amico più fidato del re.
Senza i suoi consigli, il re non va in guerra e non stipula trattati di pace, e senza la sua presenza il re non si dà pace – non dorme, senza il suo migliore amico.
Però a volte il re va via – va a scuola, dorme, oppure gioca con gli altri suoi amici, quelli come lui.
E allora i soldatini saltano giù dal contenitore, il pupazzo a forma di patata recupera il naso, la bocca e la barba  - e a volte se li sistema nei posti sbagliati, ma nessuno glielo fa notare –, la ragazza esce fuori dal nascondiglio buio sotto il letto e Woody torna ad essere lo sceriffo dei giocattoli – però la stanza è vuota, perché Andy è andato via.
 E forse non è vuota solo la stanza, ma anche quelle braccia di legno, quel cappello e quella cordicella. E forse – no, di sicuro – è vuoto anche quel cuore di legno.
Ed è quasi ironico – quando Woody prende vita, il suo cuore vuoto non batte, no, ma quando torna ad essere solo un giocattolo inerte, in quei momenti in cui Andy gioca con lui, o di sera, quando il tramonto illumina la stanza ed il re lo stringe a sé prima di dormire, quando torna ad essere quello accanto al cuscino, allora anche il legno batte, regolarmente, come se fosse colpito da un’ascia che non fa male.

Poi ad un certo punto succede.
Il re volta la testa e lo fa uscire dal palazzo, poi prende per mano un altro giocattolo.
E quello vicino al cuscino non è più lui.
E allora se lo chiede, quel cuore di legno, se lo chiede per un solo attimo fuggente.
Smettendo di battere, cadrà?


Ho rivisto Toy Story – in attesa di poter vedere il tre al cinema – ed è come se lo avessi visto per la prima volta, non ricordavo nulla. Mi sono innamorata di questo film.
Giuro che mi sono venute le lacrime agli occhi verso la fine – “Hey Buzz, sai volare!”
E Woody mi ha fatto troppa pena, all’inizio. Ha perso tutto, quando è arrivato Buzz. Tutto.
Questa è per lui.






   
 
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