L' albero
di Natale
Quella mattina Ash Ketchum si era svegliato
insolitamente presto.
Con Brock e Vera, seguiti da Max, avevano deciso
di passare il Natale ormai alle porte a Pallet Town, insieme alle rispettive
famiglie. Avevano preso il primo volo e da Slateport erano giunti nella sua
città natale in poche ore, con gli umori alle stelle. Il loro viaggio non
avrebbe avuto grossi cambiamenti: terminate le feste sarebbero tornati da dove
erano partiti e avrebbero continuato per la loro strada, e intanto nel
frattempo avrebbero passato il giorno più bello dell'anno tutti insieme, con le
persone a loro più care. Non poteva esserci niente di meglio. Quando aprì gli
occhi notò che fuori dalla finestra l'atmosfera era ancora cupa, chiaro segno
che il sole stava appena sorgendo. Si tirò su a sedere, posando gli occhi su
Pikachu che era raggomitolato accanto a lui e che dormiva indisturbato.
Non voglio svegliarlo...
Cercò di alzarsi dal letto il più silenziosamente
possibile, scendendo in punta di piedi ed evitando di emettere il più minimo
rumore: a quanto sembrava il suo Pokémon era esausto e lui sapeva bene che si
meritava davvero un bel pò di riposo, dopo tutto quello che aveva fatto per lui
da sei anni a questa parte. Uscì dalla propria camera e, guardando la sveglia a
forma di Pidgey segnare appena le sei, socchiuse delicatamente la porta. Si
diresse verso il bagno dove, una volta dentro, si guardò allo specchio: aveva i
capelli neri tutti spettinati, gli occhi castani ancora gonfi di sonno e il suo
pigiama grigio, più grande una volta la sua misura, era tutto pieghe. Aprì il
rubinetto e si sciacquò il viso con un getto freddo per svegliarsi
completamente, poi si diresse in cucina dove si sedette alla tavola ancora
vuota. Gli altri sicuramente stavano dormendo.
Sei anni. Erano quindi passati ben sei anni dal
giorno in cui aveva lasciato per la prima volta quella casa ed era partito per
realizzare il suo sogno di diventare Maestro di Pokémon. Eppure a pensarci
meglio sembravano esserne trascorsi molti di più. Dopotutto, aveva affrontato
così tante cose che era ovvio che pareva fossero passati dei secoli...Aveva
salvato il mondo, aveva partecipato alla Lega, aveva incontrato i suoi migliori
amici, aveva lottato contro i suoi peggior nemici, si era separato dai primi e
ne aveva incontrati altri. E questo non era nemmeno il riassunto del riassunto
di quei sei anni. Guardò fuori dalla finestra della cucina da cui entravano i
primi raggi di sole, ancora debole e pallido. Appoggiò il viso sul dorso della
sua mano destra, tamburellando sul tavolo con l'altra.
-"Sei già sveglio, Ash!"-squillò
all'improvviso una voce dolce e solare. Delia Ketchum, sua madre, fece
irruzione in cucina già tutta vestita e truccata. Si diresse verso la dispensa
e cominciò a trafficare con barattoli di biscotti e bottiglie di latte.
-"Anche tu mamma...Eppure non ti ho né
sentita né vista quando mi sono alzato"-
-"Ero in camera a sistemare delle cose e ho
fatto più piano che potevo per non svegliare Brock, Vera e Max"-. Le
famiglie dei suoi amici erano andati a dormire in un'osteria vicino al
Laboratorio del Prof.Oak, ma loro erano rimasti a dormire a casa sua, nella
stanza degli ospiti, che era praticamente attaccata a quella di sua madre.
-"Allora, come mai così mattiniero?"-gli chiese voltandosi, una
forchetta in mano mentre aveva preso a friggere delle creps.
-"Oggi è la Vigilia...e non so perchè
ma...mi sento strano. Non riuscivo più a prendere sonno. Forse sarà l'effetto
del Natale"-
-"Capisco, caro. Stai crescendo a quanto
sembra"-
-"Mamma, ho sedici anni, mi preoccuperei se
non crescessi"-
-"Vedo che l'umorismo però non ti manca!
Perchè non mi aiuti a preparare la colazione?"-
-"E Mr. Mime dov'è?"-
-"E' uscito per portare via la spazzatura! E
poi, perchè mai lo cerchi? Per preparare la colazione da solo non sei cresciuto
abbastanza?"-lo punzecchiò lei.
-"Molto spiritosa. Lo cercavo semplicemente
perchè non riesco a trovare il mio berretto, e qualcosa mi dice che lui sa
dov'è finito, visto che più che mettere in ordine fa volatilizzare le
cose"-. In quel preciso istante si sentirono dei rumori in lontananza,
provenienti dalle altre stanze della villetta. Le voci si fecero sempre più
vicine e dopo pochi secondi si presentarono anche Brock, Vera e Max, tutti e
tre ancora in pigiama. La ragazza, che indossava una lunga camicia da notte
rosa, sbadigliando posò gli occhi su Ash.
-"Buongiorno! A che dobbiamo l'onore? Sei
già sveglio!"-
-"Sorellina, guarda che la pigra di turno
qui sei solo tu"-osservò Max, sistemandosi gli occhiali sul naso. Per
tutta risposta Vera gli fece una linguaccia e si mise a sedere vicino ad Ash.
Brock e Max la imitarono, dando a loro volta il buongiorno ad Ash e sua madre.
-"Signora, mi permetta di aiutarla! Farò
delle creps così buone da far andare in brodo di giuggiole tutta
Pallet!"-fece vivacemente Brock, saltando in piedi e cingendo con affetto
le mani della mamma di Ash, che per tutta risposta prese a guardarlo disorientata.
-"V-va bene, Brock! Doveva aiutarmi Ash, ma
dopotutto tu sei proprio un ottimo cuoco!"-
-"Cosa vorresti dire, che invece io sarei un
imbranato?!"-esclamò Ash con una punta di irritazione nella voce. Vera lo
guardò sorridendo.
-"Dai, su, anche io non sono bravissima!
Lasciamo fare a loro!"-. Ash la guardò a sua volta e annuì, sempre
comunque vagamente seccato.
-"Pika, pika! Chaaa!"-
-"Ciao, Pikachu!"-lo salutò Ash. Il
piccolo topo giallo lo raggiunse correndo dalla porta e gli saltò in grembo.
-"Brock ci sta preparando la colazione. Sei sicuro di non voler passare la
Vigilia con gli altri Pokémon dal Prof. Oak? Penso che si divertiranno, liberi
tutto il giorno intorno al suo Laboratorio!"-. Ma il Pokémon scosse
energicamente la testa e, muovendo le zampine, emise due versi ben decisi.
-"Ok, ho capito, anche io voglio stare con
te"-lo rassicurò il suo Allenatore, sorridendogli.
-"ECCO FATTOOO! CREPS CALDE TUTTE PER VOI
PRONTE IN TAVOLA! ET VOILA'!"-proruppe Brock, appoggiando al centro del
tavolo un vassoio stra-colmo e molto grande da cui proveniva un odore squisito.
-"Gnam, che buone! Brock, sei un genio! Un
genio!!!"-disse Vera, afferrando una creps fumante e addentandola con
vigore sotto lo sguardo esasperato di suo fratello.
-"Brock, mi aiuti con le uova e la
pancetta?"-
-"Subito signora Ketchuuum! IL GRANDE BROCK
E' SEMPRE A DISPOSIZIONE! SPECIE PER LE BELLISSIME DONNE COME LEI! OH OH
OH!"-
-"...Madre di Dio"-sbuffò Ash
preoccupato per la salute mentale del suo amico, guardandolo con tanto d'occhi
mentre si esibiva in giravolte e saltelli.
-"Ash, più tardi possiamo fare visita al
Prof. Oak? Per favore, per faaavoooreee!"-lo implorò Max, guardandolo
dritto negli occhi da dietro i suoi occhiali tondi.
-"Ma io voglio fare un giretto per Pallet! E
Ash deve accompagnarmi, quindi sarà impegnato!"-intervenne Vera.
-"Ma io voglio andare dal Professore!"-
-"E io in giro per Pallet!"-
-"Dal Professore!"-
-"In giro per Pallet!!!"-
-"DAL PROFESSORE!"-
-"NOOO!"-
-"INVECE SI!"-
-"RAAAGAAAZZI, BAAASTA, FATELA
FINITA!"-sbottò Ash, facendoli zittire all'istante. -"Ho già mal di
testa per conto mio!"-
-"Eh eh, ora capisci cos'è che dovevo
sopportare io con gli incessanti battibecchi quotidiani fra te e
Misty?"-domandò allegramente Brock, volgendogli uno sguardo che lasciava
trasparire qualcosa di molto simile alla dolcezza, mentre apriva due uova e le
gettava sull'olio che friggeva.
-"Misty?"-ripeté Vera, incuriosita.
-"Non la conosci"-disse Ash.
-"Viaggiava sempre con me e Brock, prima di incontrare voi due"-
-"E' dovuta tornare nella sua città per un
imprevisto, altrimenti non credo che ce ne saremmo liberati così facilmente!
Lei è la Capopalestra di Cerulean City"-
-"CHE COSA?!"-fece Max.
-"C-Capopalestra di Cerulean City...c-cioè di Pokémon d'Acqua?!? E'
imparentata con Daisy, Lily e Violet Waterflower?!?"-
-"Cosa ci sarebbe di così speciale?"-
-"Oh, Vera, proprio vero che sei una
cretina!"-
-"Ehi, porta rispetto per tua sorella
maggiore, mocciosetto!"-s'infervorò lei.
-"Lei ed Ash litigavano sempre, proprio come
voi due. Una cosa insopportabile, ve lo assicuro"-continuò Brock,
lanciando ad Ash un'occhiata ammiccante e un sorrisetto ebete.
-"Ma era sempre lei a cominciare!"-
-"Si, lei ha certamente un caratterino
niente male, nulla in contrario...ma diciamo che ci mettevate entrambi del
vostro!"-
-"Concordo con Brock"-disse Delia,
versando succo d'arancia in quattro bicchieri. -"Ogni scusa era buona per
saltarvi addosso, la facevi diventare matta quella poveretta"-
-"Diventare?!"-sbuffò ironicamente
Ash. Misty matta c'era praticamente NATA!
-"E questa Misty non la sentite
più?"-domandò Vera.
-"No"-rispose Ash, incupendosi tutto
d'un tratto. -"Immagino che sia molto impegnata"-. Vera notò lo stato
d'animo di Ash dopo quelle parole...Si poteva sapere cosa gli era preso?!
-"Ehi, ragazzi, perchè non la invitate per
la Vigilia?"-chiese dopo un attimo di riflessione Delia.
-"C-Come?!?"-
A quelle parole Ash si sentì come disorientato,
come se avesse appena ricevuto una micidiale mazzata in pieno viso.
-"Si, perchè non la chiamate e non le dite
della festa di stasera? Scommetto che sarebbe davvero felice di rivedervi! E
poi, se devo essere sincera, farebbe piacere anche a me rivederla...io adoro quella
ragazza!"-
-"Ma io...non so...non so se sia il
caso..."-
-"Tua madre invece ha ragione, sarebbe bello
riunirsi almeno per festeggiare il Natale. Insieme, come ai vecchi tempi. In
memoria del famoso trio!"-osservò Brock, distribuendo uova e pancetta a
tutti. -"E' da tanto che non la vediamo, Ash. A me sembra un'ottima
idea"-
-"E poi, in questo modo io potrei conoscere
una Capopalestra di Pokémon d'Acqua!
Un'autentica-Capopalestra-di-Pokémon-d'Acqua! Non posso
crederci!!!"-esclamò felice Max, ingollandosi per l'entusiasmo un boccone
della propria colazione forse un pò troppo grosso che quasi lo fece strozzare.
Ash ammutolì...
Non sapeva cosa fare. Non lo sapeva davvero.
Chiamarla, non chiamarla...
Era passato così tanto tempo da quando si erano
salutati...
Le cose potevano essere cambiate moltissimo,
potevano essere cambiate totalmente...e lui sinceramente non sapeva
proprio se sarebbe stato in grado di affrontarle.
-"Be', io vado a vestirmi"-disse
infine, alzandosi dalla sedia sotto lo sguardo di tutti. -"Poi vedrò se
chiamarla"-
-"Ma Ash, non hai nemmeno assaggiato la
colazione"-gli fece notare sua madre.
-"Lo so, ma non ho fame"-e, detto
questo, lasciò la cucina.
-"Ehh, povero Ash..."-sospirò Brock,
guardandolo sparire oltre la soglia.
-"Scusa, Brock, ma perchè dici povero Ash?"-chiese
Vera curiosa, gli occhi che guardavano verso la stessa direzione di quelli di
Brock.
-"Be'...tu non puoi saperlo, ma...il
rapporto tra Ash e Misty è un qualcosa...di molto delicato, e intenso...E'
per questo che il signorino si sente così a disagio, è chiaro. Ma non potrà di
certo ignorarla per sempre"-
Ash si chiuse in camera sua, si sfilò il pezzo
sopra del pigiama e indossò un morbido maglione nero a collo alto, poi si
abbottonò un paio di jeans scuri e si allacciò le scarpe da ginnastica. Faceva
piuttosto freddo, avrebbe giurato che si sarebbe messo a nevicare da un momento
all'altro, così si infilò anche i suoi vecchi, inseparabili, guanti verdi.
Proprio gli stessi che lo avevano accompagnato per anni in giro per il mondo.
Proprio gli stessi che gli ricordavano in continuazione quel maschiaccio
isterico, dai profondi occhi verdeacqua, dalla parlantina spesso veloce e
imbufalita, da quei soffici capelli dello stesso colore del tramonto raccolti
in quel bizzarro codino laterale...quel maschiaccio da quel sorriso così
sincero e puro...Chissà cosa stava facendo in quel preciso istante, chissà cosa
le era successo in quell'arco di tempo che non si erano visti...Chissà com'era
cambiata, chissà quant'era cambiata...
Sentì Pikachu grattare la porta e, aprendola quel
poco che bastava per permettergli di sgattaiolare dentro la stanza, fu al
fianco del suo Allenatore, prendendo ad osservarlo da sotto in su con quei suoi
occhioni scuri. Ash gli accennò un sorriso stanco, nostalgico.
-"Manca anche a te, eh?"-gli sussurrò
con un'intonazione appena udibile.
-"Pika..."-. Balzando sul letto e poi
sul comodino, il piccolo Pokémon prese tra i denti un fazzoletto che vi era
appoggiato e lo portò al ragazzo. Ash, dapprima confuso, lo guardò, assorto:
glielo aveva regalato lei...
Trasse un lungo sospiro, un profondo sospiro per
farsi forza.
-"D'accordo, la chiamo...Ma se dovesse
rifiutare per qualche motivo? N-non possiamo sapere com'è la sua vita adesso, o
chi c'è!"-
Ah, quindi era quello il problema,
allora?! Quindi aveva il terrore di scoprire che magari qualcuno, sicuramente
più sveglio di lui, fosse riuscito a conquistarla? Che fosse riuscito a starle
vicino come aveva sempre meritato, a stare al suo fianco?!? Era così che
stavano le cose? Era quello...ciò di cui aveva timore?
-"Pika, pika!!! Pi-ka-chu!"-
Il Pokémon lo stava scrutando sempre più severo,
sempre più con un fare spronante. Pikachu non sapeva parlare la lingua degli
esseri umani ma Ash riusciva a leggergli chiaramente negli occhi la frase Non
fare il codardo.
-"Va bene...Almeno ci avrò provato,
no?...Vada come vada, non dovrò pentirmi di nulla in futuro...Almeno un lato
positivo c'è"-
-"Ehi, Ash, posso entrare?"-arrivò
improvvisamente la voce di Brock da dietro la porta, così improvvisamente che
il cuore del ragazzo fece come una sorta di capriola mortale all'indietro. Ma
riuscì a deglutire e a ritrovare la voce. E anche a nascondere in tempo il
fazzoletto sotto il cuscino.
-"Si...entra pure"-. Brock aprì la
porta, entrò e la richiuse alle sue spalle; il tutto molto lentamente, quasi a
rallentatore.
-"Allora, cosa dici...chiamiamo la nostra
cara Misty?"-.
Nel suo tono questa volta non c'era sarcasmo.
Anzi, Ash non gli aveva mai visto un'espressione così seria, così solenne.
-"S-si...si, chiamiamola"-. Brock
attese in silenzio, mani sui fianchi, il telefono che giaceva beato sul
comodino di Ash.
-"Allora?"-esclamò.
-"C-come...come sarebbe?! Devo chiamarla io?!?"-chiese
Ash con una nota di panico.
-"Ma mi pare logico!"-sbottò l'amico,
emettendo uno sbuffo che celava una risatina, come se Ash gli avesse appena
domandato la cosa più ovvia e cretina sulla faccia dell'intero universo.
-"E perchè sarebbe logico?! Perchè
non...Perchè non la chiami tu?"-
-"Di che hai paura, Ash?"-
Il silenzio cadde. Si, cadde. Ma la cosa non ebbe
modo di farsi notare perchè Ash era ben deciso a non far trasparire assolutamente
nulla di quello che stava provando, e così non diede modo a Brock di
proseguire con quella che sembrava a tutti gli effetti un'ispezione
psicologica.
-"E di cosa dovrei aver paura? Eh? E' solo
che non vedo perchè debba essere sempre io a fare le cose per primo!"-
-"Veramente sei sempre l'ultimo"-
-"Questo non è affatto vero!...Dai...chiamala
tu..."-
-"Ash, davvero, mi dici che problema
c'è?"-.
Il ragazzo rimase in silenzio. E questa volta non
riuscì proprio a mascherare quel velo di tristezza e inquietitudine che
aleggiava nel suo sguardo. Indietreggiò di qualche passo e si abbandonò sul
letto, chiudendo gli occhi e passandosi una mano sulla fronte.
-"Veramente vorrei tanto saperlo
anch'io"-sospirò.
Brock gli si avvicinò con fare cauto e gli si
sedette vicino.
-"Ti mette ansia il fatto di doverla
rivedere?"-
-"Io...non lo so...Brock, è passato del
tempo, lo sai, lo sai anche meglio di me forse. Può avere completamente
un'altra vita, può avere nuovi amici, può avere nuovi impegni, nuove persone,
può...può..."-
-"Può essere cambiata?"-
Ash impiegò qualche secondo a rimurginare dentro
di sé quella domanda. Poi fece un profondo sospiro, si girò su un fianco dando
le spalle a Brock in modo che non potesse guardarlo in faccia. Anche l'amico
sospirò. Ma a differenza di Ash era più un Lo sospettavo, scemo.
-"Ash, sei cambiato anche tu. Anni fa, ad
esempio, non avresti mai fatto un discorso del genere. Non deve spaventarti
quanto tempo siete stati lontani, siete stati amici per troppo tempo per
dimenticarvi l'uno dell'altra, per potervi permettere queste stupide
insicurezze...perchè, amico mio, sono davvero stupide, sciocche, insignificanti
insicurezze! Che sia cambiata è scontato. Ma se non la chiami non scoprirai mai
come e quanto sia cambiata, no? Che senso ha starsene con le mani in mano? Vuoi
perderla? Vuoi perderla per sempre?"-.
Ash rifletté dentro di sé: Brock aveva ragione.
Aveva pienamente ragione.
-"Però"-riprese Brock, con tono
rassicurante, affettuoso, proprio lo stesso che avrebbe usato un fratello
maggiore in quella situazione. -"se proprio non te la senti...posso
chiamarla io, d'accordo...e tu puoi stare vicino a me mentre lo faccio"-.
Ash si tirò su a sedere come se fosse stato sdraiato sulle ortiche tutto quel
tempo e se ne fosse accorto solo in quel momento.
-"SI, SI, SI, PERFETTO, FACCIAMO
COSI!"-. Afferrò con veemenza la cornetta del telefono portatile e gliela
porse. Vide Brock - un risolino che stava cercando di soffocare (Ash sapeva
benissimo che tutto ciò lo stava divertendo; si, lo divertiva incredibilmente
vederlo imbarazzato e impacciato in quel modo a causa di Misty, ci avrebbe
messo la mano sul fuoco) - prendere la cornetta tra le mani, comporre una serie
di numeri e portarsela all'orecchio sinistro...e tutto quel che sentì dopo fu
una forte morsa allo stomaco e il cuore pulsargli con violenza nel petto, quasi
squarciandoglielo.
Rispondi...Rispondi...
-"Ehm, salve, scusi il disturbo ma avrei una
richiesta piuttosto urgente da farle...potrei parlare con la
Capopalestra?"-
-"Metti-il-viva-voce!
Metti-il-viva-voce!"-prese immediatamente a sillabare Ash con il movimento
delle labbra, gesticolando e saltellando per fargli capire meglio, mentre
Brock, una mano premuta sull'orecchio destro per allontanare i rumori che
disturbavano la telefonata, lo stava guardando confuso.
-"Un attimo, scusi"-fece Brock,
premendo poi il tasto del vivavoce. -"Allora, stavo dicendo...cos'è che
stavo dicendo?"-
Ash lo fissò inorridito: Cos'è che stavo
dicendo?!?!
-"Cercava la Capopalestra, giusto? Sono io,
ma chi parla?"-.
Ash ebbe un tuffo al cuore.
Poco mancò che stramazzasse steso per terra.
Quella voce...
Quella voce.
Era lei!
Era lei, era proprio lei!
-"Misty?"-disse Brock, sciogliendosi in
un sorriso.
-"Hm? Si, sono Misty Waterflower ma chi...un
momento! Io conosco...conosco quella voce! La riconoscerei tra mille! BROCK
PETERS?!"-
-"Ma ciaaao, sirenetta! Sorpresa di
sentirmi?!"-
-"Sorpresa? Sor-pre-sa?! Cioè,
tu mi stai chiedendo se sono...mi stai davvero chiedendo...Ma tu non ti rendi
conto di quanto io sia felice! Oh, santo cieeelo! Romeo! Il rubacuori più
famoso di tutta Kanto! Da quanto tempo, è...è davvero un'eternità! Accidenti,
non mi sembra neanche vero! Come stai?! Come stai?!?"-
La felicità che sprigionava da quella voce...
Quell'allegria, quella vivacità che avevano
sempre fatto parte di lei...
E di lui.
Ash non sapeva spiegarsi bene il motivo, ma si
sentì invadere da un'ondata calda, un qualcosa che lo travolse
completamente...un qualcosa di intenso, di forte...Un qualcosa che lo stava
facendo sentire felicissimo, come se al mondo non potesse esserci nient'altro
capace di tutto quello.
-"Io sto benissimo, anche se non sono ancora
riuscito a trovarmi una ragazza! Non ti sembra ingiusto, accidenti? Con tutte
le bellezze che ci sono sulla terra! No, comunque sto bene, in questo momento
mi trovo a casa di Ash!"-.
Misty cadde in silenzio.
Tutte quelle belle sensazioni furono strappate
dal petto di Ash all'istante.
Attese, senza emettere fiato...Attese, e attese
ancora...
Ma perchè cavolo non diceva niente?! Perchè non
si era messa a sclerare gioiosamente come quando aveva saputo di Brock?!
Perchè...pareva non essere minimamente
felice...di sentire il suo nome?!
-"A c-casa di Ash?"-chiese finalmente
dopo diversi secondi, con un tono...strano. Un tono che Ash le aveva
sentito solo quando Daisy l'aveva chiamata per dirle che sarebbe dovuta tornare
a Cerulean City. Un tono che Misty assumeva solo quando c'era qualcosa che la
faceva stare davvero male. Quel maledettissimo tono che Ash odiava con
tutto sé stesso.
-"Si, e infatti lui..."- ma Ash,
ghiacciandolo con uno sguardo che fino a quel momento della sua vita non aveva
mai indossato, lo fermò in tempo. -"...lui è uscito!"-
-"...Ah, capisco..."-. Perchè aveva
ancora quel tono?! Ash non riusciva a capire se fosse stata delusa da quella
notizia o se si fosse sentita sollevata. -"Be'...dimmi...e come
state?"-
-"Stiamo tutti e due bene,
tranquilla"-le rispose Brock, sicuro che quel come state equivaleva
più che altro ad un come sta.
-"Qualcosa mi dice che non mi hai chiamata
solo per sentire la mia voce, comunque!"-
-"Infatti ho una cosa da
chiederti..."-.
Solo in quel preciso momento Ash riuscì a
scacciare tutte le congetture sullo strano modo di fare della ragazza, e
credette seriamente di cadere in ginocchio.
Le forze non lo tenevano più in piedi...
Glielo stava per chiedere...
Glielo stava per chiedere...
-"...Tu sai che oggi è la Vigilia di Natale!
Si, si, è naturale che lo sai! E infatti non ti ho di certo chiamata per
informarti su che giorno è oggi, no di sicuro, ce l'avrai un calandario,
no?!"-
-"Ehm...si..."-
-"Piantala!"-gli ringhiò Ash con un
tono di voce praticamente impercettibile.
-"E...insomma, sai, la signora Ketchum ha
organizzato una festa qui a Pallet, tutti insieme, e ci stavamo giusto
chiedendo se anche a te avesse fatto piacere unirti a noi!"-.
Seguì un lungo istante di assoluto silenzio in cui
né Ash, né Misty, né Brock emisero un solo verso.
Accetta...Ti prego, ti prego accetta...
-"Mi farebbe molto piacere"-esclamò
infine lei allegramente, ed entrambi i ragazzi erano certi che stesse sorridendo.
-"Sempre se non disturbo, è chiaro!"-
-"Disturbare? Siamo noi che ti abbiamo
invitata, Misty!"-
-"Eh eh eh, be', in effetti...A volte faccio
delle osservazioni davvero idiote! Uhm...be', allora...vi raggiungo appena
possibile! Ci vediamo direttamente a casa di Ash o cosa? Per me fa lo stesso,
posso anche aspettarvi al Centro Pokémon più vicino se vi da fastidio che io
piombi all'improvviso!"-
-"No, no, a casa di Ash va bene!"-
-"Fantastico! FAN-TA-STI-CO!!! E'
stranissimo, è come se mi stessi capacitando del tutto solo in questo momento,
piano piano, è che mi sembra così...così assurdo! Non pensavo che vi avrei
risentiti, rivisti...Sono felicissima, Brock, SONO FELICISSIMA!"-
-"Mi fa piacere! Ci manchi molto, lo sai?
Non vedo l'ora di rivederti! Ora devo salutarti...Ah, mi pare che sia tornato
Ash!"-
-"...D-dici davvero?"-
Ash lo fissò, sbiancando da capo a piedi.
Sembrava essersi evoluto in uno zombie. Brock tappò i forellini del ricevitore
con il palmo della mano affinché Misty non potesse sentire.
-"Dai! Parlale!"-sussurrò.
-"N-O!"-scandì in modo categorico Ash,
sempre in un sussurro.
-"Perchè no?! Ha detto che viene!"-
-"Ecco, appunto, allora non ho nient'altro
da dirle!"-
-"Dannazione, quanto sei stupido!...Misty,
scusami, mi sono sbagliato, era sua madre. Ash ancora non è rincasato, non
so davvero cos'abbia in quel cervello"-e, detto questo, gli lanciò
un'occhiataccia.
-"A-ah, va bene...Tanto ci vediamo più
tardi, no? Be', allora...ciao, Brock...Grazie ancora per avermi
telefonato!"-
-"Figurati! Ciao!"-.
Chiuse la chiamata, risistemando la cornetta al
proprio posto.
Si voltò e guardò torvo Ash, che si era gettato
con la faccia su un cuscino.
-"Sei un idiota"-
-"Lo so"-
*
Misty poggiò delicatamente il cordless nero sul
bordo, scrutando l'acqua della piscina.
L'aveva chiamata Brock Peters! Il suo vecchio
amico Brock, quel'inguaribile Dongiovanni di Pweter City! Da quanto aspettava
quella chiamata! Aveva atteso mesi, e mesi, e mesi! E, finalmente, c'era
riuscita! Le sembrava di toccare il cielo con un dito, avvertiva il cuore
essersi fatto come di gomma piuma per quanto si era gonfiato di felicità!
Però...aveva aspettato a lungo anche di parlare
con lui. E invece sembrava non essere in casa. Si era sempre immaginata
una bella chiacchierata con Brock, seguita da una seguente con la persona che
più di ogni altra voleva davvero sentire...E invece, niente di niente. Questa
si che era sfortuna allo stato puro.
Si mise seduta più comodamente e gettò i piedi a
mollo, giocherellando, disegnando cerchi, creando bolle, giochi di aria e
d'acqua. Indossava una felpa nera con cappuccio e una gonna corta a pieghe
color blu notte. Togepi le trotterellò allegramente accanto e la ragazza riuscì
ad afferrarlo al volo appena due secondi prima che quest'ultimo facesse un
tuffo.
-"Allora, che ne dici di andarcene a Pallet
per Natale?"-
-"Ciokke, ciokkeee!"-
-"Così rivedi anche Pikachu! Non sei
contento?"-
-"Prrriiiiiiiii!"-
Per quella serata la Cerulean's Gym aveva in
progetto uno spettacolo acquatico con tutti i suoi Pokémon, ma la sua presenza
non era necessaria. Lei, in ogni caso, sarebbe stata soltanto a guardare,
esattamente come il pubblico, e solo gli altri addetti alla palestra si
sarebbero esibiti insieme ai Pokémon. Si alzò per andare a parlare della cosa
alla dottoressa Joy, che da quando era tornata a Cerulean l'aveva sempre
aiutata moltissimo. Ma non fece neanche in tempo a voltarsi, pronta per
dirigersi al Centro Pokémon, che se la ritrovò davanti, e le cozzò quasi
addosso.
-"Misty! Ciao! E ciao anche a te, piccolo
Togepi"-fece lei, dolcemente.
-"Buongiorno, Joy"-la salutò sorridendo
Misty.
-"Allora, sei pronta per il grande
spettacolo? Sono curiosissima di vedere in che cosa si esibirà Gyarados! Dio
solo sa che ottimo lavoro hai fatto con quel Pokémon, ancora mi stupisco per la
tua abilità, sai? Se ripenso ancora al caratteraccio che aveva..."-
-"Ecco, appunto, io...stavo proprio venendo
a cercarla per dirle che...non sarò presente"-
-"Come? Cosa è successo? Ti senti poco
bene?"-
-"Ecco, vede...il mio amico Brock...mi ha
giusto chiamata qualche minuto fa...Capisce?! Finalmente mi ha chiamata!
Mi ha chiamata davvero! E...non solo...mi ha anche invitata ad una festa a
Pallet Town...Una festa di Natale a casa...a casa di Ash"-.
Joy la guardò sorpresa per qualche secondo, poi
non poté fare a meno di sorriderle raggiante.
-"Sono contenta per te! Finalmente lo
rivedrai!"-
-"Oddio, per carità, non faccia così che già
mi sento abbastanza nervosa!"-prese a camminare avanti e indietro,
tormentandosi le mani, gettando sguardi ansiosi su tutta la Palestra.
-"Rivedere lui...rivedere Ash...No, nooo, ho i brividi solo
a pensarci!"-
-"Ma è quello che hai sempre voluto da
quando sei tornata qui!"-
-"Si!...Si, si lo so! Rivederli...rivedere
Ash e Brock per me vuol dire davvero tanto, non basterebbero anni per esprimere
quanto questo significhi per me! Ho sofferto tantissimo...quando mi sono
separata da loro. Lei lo sa"-
-"Si, lo so"-. Le rivolse un altro
sorriso, questa volta più sentito. -"E allora? Dov'è il problema?"-
-"...Io ho sentito solo Brock. Ho parlato
solo con lui! A quanto pare Ash non era in casa, e così non ho proprio avuto
niente a che fare con Mister Ketchum. Niente!"-
-"Quindi...questo praticamente vorrebbe
dire...che lo rivedresti e lo risentiresti da...quella volta che vi siete detti
addio? Giusto?"-
-"...Esatto! Insomma, è molto tempo...Ma che
dico, è TROPPO tempo!!! TROPPO, TROPPO, TROPPO!"-
-"E hai paura che non sia più quello di una
volta, che si sia dimenticato di te e di quello che avete passato insieme...Che
quando vi troverete di nuovo faccia a faccia non sarete più quei Misty ed Ash
di un tempo che si scannavano notte e giorno per una bicicletta distrutta...Che
ti renderai conto che la vostra avventura, che tutto quello che c'è stato fino
adesso...ormai non è nient'altro che un ricordo...accantonato da qualche parte
chissà-dove"-
-"...Joy, così non mi aiuta!"-scherzò
la ragazza. -"No, comunque, è proprio così...è come se mi avesse letto nel
pensiero. Io...io non so come comportarmi"-
La giovane infermiera si passò una mano tra i
capelli e sospirò, avvicinandosi e poggiando con affetto una mano sulla spalla
della ragazza, che si stava fissando la punta dei piedi sconsolata.
-"Sai cosa devi fare, piccola Misty?"-
-"Cosa?"-le domandò tristemente. Joy la
guardò fissa, senza mutare però quel suo volto tipicamente dolce e gentile.
-"Essere te stessa. Fargli capire quanto ti
è mancato. Quanto significhi lui per te. Parlargli. Tutto qua"-
-"...S-sembra facile...ma...ma la verità è
che non lo è per niente..."-
-"Devi tenere bene a mente che questa...è
come una seconda possibilità che la vita ti offre, Misty. Tu sai di cosa
parlo...potrebbe essere la volta buona"-.
A quelle parole Misty si pietrificò sul punto in
cui si trovava.
Aveva capito anche fin troppo bene dove Joy
volesse andare a parare con quella frase.
Assolutamente no! No, no e no! NON DIRO MAI A
MISTER KETCHUM... C-C-COSA... COSA... COSA-COMUNQUE-NON-PROVO!
MAI!!!
-"V-vado a prepararmi!...Si, sarà
meglio!"-esclamò poi, arrossendo lievemente, dopodiché si affrettò a
raggiungere la propria stanza, sotto lo sguardo sorridente dell'infermiera.
-"Cosa mi metto, cosa mi metto, cosa mi
metto?! E poi, da quando in qua mi faccio tutte queste paranoie per vestirmi?!
Non sono mai stata quel tipo di ragazza che impiega eternità ad agghindarsi, a
farsi i capelli, a vestirsi! Di solito metto sempre la prima cosa che trovo,
accidenti! Perchè adesso no?!...Ohhh, sono nervosa...troppo
nervosa...nervosa da morire! MA PERCHE DIAVOLO HO ACCETTATO?! SONO UNA STUPIDA,
UNA STUPIDA, CRETINA MASOCHISTA! MI SONO TIRATA LA ZAPPA SUI PIEDI DA SOLA
PRATICAMENTE! BRAVA MISTY, BRAVA! CLAP CLAP CLAP! CON CHE FACCIA MI PRESENTO?!?
EH? BE', SE MI HANNO INVITATA LORO...NON CAPISCO DOVE STIA IL PROBLEMA...MA
QUESTO NON RISOLVE LE COSE! NON RISOLVE QUELLA COSA! ACCIDENTACCIO, COSA
MI METTO?!"-.
Era lì, qualche minuto dopo, a sbraitare in
maniera a dir poco isterica, gettando in aria tutto quel che le capitava sotto
tiro e che trovava nel suo armadio. Afferrò un paio di jeans lunghi verde
scuro, li squadrò con fare critico, per poi gettarseli alle spalle sbuffando.
-"NO, NO. SONO ORRIDI, E TRA L'ALTRO SONO DI
VIOLET, QUINDI CHE CI FANNO DA ME?! IL MIO ARMADIO E' UNA DISCARICA COMUNALE,
FORSE?! QUELLE TRE MI CREANO PROBLEMI ANCHE QUANDO SONO IN GIRO PER IL MONDO
LONTANE CHISSA QUANTI CHILOMETRI!"-.
A questo pensiero si immobilizzò.
Rimase a guardare con occhi spenti la camicia che
le stava giacendo tra le braccia.
Era stato per colpa loro che si era dovuta
separata da Ash.
Erano delle egoiste! Lo erano sempre state,
sempre, da quando era piccola! Non le aveva nemmeno lontanamente sfiorate il
pensiero che forse, lei, Misty, colei che era sempre stata ritenuta solo ed
esclusivamente la sciocca sorellina delle tre fantastiche sorelle Waterflower,
non aveva assolutamente né l'intenzione né tantomeno la voglia di lasciare il
suo viaggio, i suoi amici, la sua vita di sempre, per tornare a Cerulean?! Di
lasciare Ash?! L'avevano sempre usata solo quando faceva loro più comodo! Poi
per il resto l'avevano trattata dall'alba dei tempi solo come per la piccola,
stupida, rozza, inferiore pecora nera della famiglia! Quindi...chi diavolo
glielo aveva fatto fare di accettare quel...quel...quel ricatto?!
Poi rifletté meglio...
I suoi genitori avevano sempre creduto in lei,
sempre e comunque...
E tutto quello...se lo aveva fatto senza
lamentarsi...lo aveva fatto esclusivamente per loro...
-"FA SCHIFO PURE QUESTA!"-e lanciò in
aria anche la camicia. Poi si lasciò cadere a terra e appoggiò la schiena su
un'anta dell'armadio.
La terrorizzava il fatto di rivedere Ash,
guardarlo, salutarlo, parlargli...e accorgersi che non era più lo stesso, che
il loro rapporto non sarebbe stato più come quello di un tempo...Magari si
sarebbe intimidita e non avrebbe spiccicato parola, o forse sarebbero scoppiati
in un litigio...E quest'ultima ipotesi era decisamente più confortante della
prima, perchè sarebbe equivalso a dire che tutto era rimasto come un tempo, che
nulla era cambiato...nulla, tra di loro.
-"...Io...io...be', IO CI VADO COSI!
CHISSENEIMPORTA!!!"-e, affermazione finita, balzò nuovamente in piedi,
afferrò la sua sacca rossa, uscì con passo svelto dalla camera, tornò verso la
piscina, prese in braccio Togepi, prese delle scarpe da ginnastica e lanciò uno
sguardo, che tentava disperatamente di apparire sicuro senza però riuscendoci,
oltre quel bianco portone che si affacciava su una via di Cerulean.
-"...Ci siamo, piccolino...Si va"-
*
Era ormai pomeriggio inoltrato e il buio si
faceva sempre più avanti via via che passavano i minuti. Qualche stella
solitaria era spuntata luminosa in alto nel cielo, coperto da soffici nuvole
bianco sporco che si muovevano dolcemente sotto il soffio leggero di quel vento
tipicamente pungente in quella stagione. La casa di Ash era stata preparata per
la festa: sulla porta d'ingresso vi era stato appiccato del vischio, fuori nel
giardino un enorme albero di Natale splendeva con le sue sfavillanti luci che
gettavano bagliori colorati tutt'intorno, sul tetto scorrevano varie file di
stelle filanti d'oro e d'argento. Nel salotto, un altro albero di Natale
decisamente più piccolo dell'altro era illuminato da vivaci lucine rosse che
intonavano a ritmo strofe natalizie, e sotto di questo pacchetti di varie
dimensioni facevano sfoggio della loro bellezza, assieme ad una scatola di
pandoro e ad una bottiglia di spumante. La tavola, preparata con la tovaglia
più bella che Delia possedeva, era già stata imbandita con bicchieri di
cristallo, bottiglie di acqua e di champagne, e anche qualche aperitivo. La
famiglia di Max e Vera era già arrivata, così come anche il padre e i numerosi
fratellini di Brock, che stavano giocando con Pikachu seduti in cerchio sul
tappeto dell'ingresso. Un televisore dal volume molto basso era sintonizzato su
un canale dove stavano presentando un varietà dedicato al Natale, in cui un
coretto di bambini stava intonando giusto in quel momento "Tu scendi dalle
stelle".
Non mancava nulla.
Non mancava niente.
Non mancava nient'altro, se non lei.
Ash guardò nervoso l'orologio, scostando la
manica del maglione nero e portandosi il polso all'altezza degli occhi: erano
quasi le diciannove...
-"Arriverà, dai"-
Ash guardò Brock, che gli era apparso di fianco e
gli aveva dato una leggera pacca alla schiena.
-"Eh? Ma di chi parli?"-gli domandò con
tono indifferente - o almeno a lui pareva lo fosse stato -, cercando di
convincerlo che non era agitato nel modo più assoluto a causa di Misty.
-"Quando deciderai di svegliarti e di
ammettere, prima di tutto a te stesso, com'è che stanno le cose...fammi un
fischio, d'accordo? Sono anni che non aspetto altro!"-ma in quel preciso
istante si sentì il dling dlong del campanello, che li interruppe. Ash
deglutì, gettando un'occhiata spaventata verso la porta di casa.
-"E' arrivata, vai ad aprirle"-gli
suggerì l'amico in un orecchio, con tanto di strizzatina d'occhi.
-"M_"-
-"Niente ma, Ash. Aprile e basta,
senza fare storie. Su!"-e, detto questo, gli assestò una spinta bella
potente che lo fece quasi ruzzolare sul pavimento.
Ash prese in mano tutto il coraggio che aveva in
corpo e mosse passi lenti verso l'ingresso...
Erano troppo lenti! Troppo!
Sarebbe arrivato a quella dannata porta l'anno
prossimo, se tutto andava bene!
Era assurdo...aveva affrontato Capopalestra,
aveva affrontato gli Elite Four, aveva affrontato il Team Rocket, Giovanni,
quel collezionista megalomane che voleva Lugia per sé, Pokémon molto forti e
pericolosi...e adesso non riusciva ad affrontare Misty Waterflower?!
Coraggio, Ash... Coraggio.
Tese la mano verso la maniglia...
Ce l'appoggiò timorosamente sopra...
Chissà come sarà...?
La piegò, deglutendo nuovamente...
No, voglio scavarmi una fossa con una pala e
buttarmici dentro!
Non fatemi aprire, vi prego! Non voglio aprire,
non voglio farlo!
Davvero, quella fossa mi calzerà a pennello, ci
starò bene, vivrò in pace!
...Però...dopo tanto tempo...dopo tutto questo
tempo...
Non mi sembra vero... I-io...io la vedrò...
Un attimo! La vedrò? La vedrò davvero?!
Si, è così, io...la vedrò...
La vedrò...
...Voglio vederla!
Aprì la porta con uno scatto, facendolo in un
modo forse troppo veloce e brusco, quasi violento, perchè si sentì barcollare.
-"BUON NATALEEEEE!"-lo investì la
squillante voce di un ragazzo che sovrastò ogni altro suono, perforandogli
quasi i timpani.
Capelli scuri, immancabile fascia sulla fronte,
occhi sbarazzini, decisamente più alto di lui...
No, non era certamente chi si aspettava che
fosse.
-"T-Tracey...M-ma che piacere
vederti..."-mentì Ash con tono funereo, spostandosi da un lato per dargli
modo di entrare e accomodarsi.
Tracey era uno dei suoi migliori amici, erano
sempre andati d'accordo, avevano vissuto anche loro un'infinità di emozioni,
non avevano mai avuto alcun genere di problemi...ma...
Ma non era lui che stavo aspettando.
-"Ehi, Ash! Avete già cominciato? Senza di
me?!?"-gli chiese allegramente Tracey.
-"No, no, puoi tranquillizzarti, stiamo
ancora aspettando altri ospiti"-disse, alludendo segretamente a Misty.
-"Benone! Allora non mi sono perso la cena,
vero?"-
-"Ma non sono nemmeno le otto"-. Prima
di richiudere la porta, Ash gettò un'occhiata fuori: il vento era diventato più
burrascoso e gelido, e piccoli fiocchi di neve erano cominciati a scendere uno
dopo l'altro, rivestendo man mano le stradine di un sottile velo candido.
Di Misty neanche l'ombra.
-"Ah, Tracey sei tu!"-esclamò Brock,
intercettando lo sguardo deluso di Ash e facendo per tutta risposta un
sorrisino di scherno, sempre più divertito nel vedere il proprio migliore
amico, nel vedere Ash Ketchum, trovarsi in quello stato non solo per una
ragazza, ma addirittura per colei con la quale non aveva fatto altro che
litigare, e litigare, e litigare, giurando e spergiurando di non provare
assolutamente nulla.
-"E chi pensavi che fossi?"-
-"No, è che anche Misty dovrebbe
arrivare"-
-"Misty qui?"-
-"Dovrebbe"-sottolineò amaro
Ash, abbassando lo sguardo.
-"Fantastico!"-
-"Già..."-
-"ASH, POTRESTI DIRE A TUTTI DI
SEDERSI?"-. La voce di sua madre, più alta del solito, arrivò dalla
cucina.
-"Ma come? E' già pronto?!"-
-"BE', SI, COSI AVREMO PIU TEMPO PER PARLARE
DOPO! DAI, FAI COME TI HO DETTO!"-
-"Ma mamma...Misty...Misty non è ancora
arrivata"-
La signora Ketchum fece capolino nel salotto,
collegato alla cucina, e gli regalò un'espressione rassicurante, comprensiva.
-"Sono certa che arriverà, tesoro...Ma non
possiamo far aspettare tutti quanti, avranno fame"-
-"...D'accordo"-
-"Ehi, Ash, perchè così depresso? Oggi
dovrebbe essere il giorno più bello dell'anno!"-chiocciò Vera, che era
apparsa alle spalle di Delia, che tornò in cucina. La ragazzina indossava un
abitino rosso, un paio di calze nere che terminavano con delle scarpe senza
tacco, simili a quelle che di norma usano le ballerine, spruzzate di oro. Aveva
inoltre legato i capelli in un'alta crocchia, con dei ciuffi boccolati che le
ricadevano morbidi ai lati del viso. Ash non poté fare a meno di pensare che
era decisamente carina.
-"Ehi, Ash, già ti sei già dimenticato di lei?
Ti basta un niente!"-ironizzò Brock, notando l'imbambolamento del ragazzo
difronte a Vera.
-"Vuoi stare zitto, per
favore?!?"-sbottò lui, diventando come l'abito della ragazza. Non riusciva
a capire se questo fosse accaduto per l'imbarazzo o se fosse stato invece per
la rabbia, ma di certo quella frase non gli aveva fatto piacere. Lo
faceva...sentire...quasi in colpa...Lo infastidiva. -"E POI CHE COSA
VORREBBE DIRE, COSA STAI INSINUANDO?!"-
-"Oggi sei proprio strano,
Ash!"-osservò Vera. -"Sei tutto zitto e serio...che hai?"-
-"Io...io non ho niente di niente!"-.
Ma quanto ci voleva a tutti quanti per capire che
era agitato in quel modo solo per il semplice fatto di rivedere una carissima
amica dopo tanto tempo?! Non c'era nient'altro sotto, NIENT'ALTRO! Era tutto
lì!!!
Però...a Brock la cosa non stava facendo
quell'effetto...
Perchè non lo rendeva ansioso, nemmeno alla
lontana, quanto lui?!
Eppure...anche Brock conosceva da molto tempo
Misty, e non la rivedeva da esattamente quanto lui...
-"Questa Misty però, scusate se ve lo dico,
ma è...un pò...maleducata"-
Ash scrutò Vera. E senza spiegarsi bene il motivo
sentì come l'impulso di prenderla a calci.
Cazzo...ma si può sapere cosa mi prende?!
-"No, è solo che è
impegnata"-intervenne Brock.
-"Ah, già, lei è una Capopalestra"-esclamò
Vera, con una sottile nota di acidità nel pronunciare la parola
"Capopalestra". Max, spuntato da chissàdove, la guardò accigliato.
-"Sempre meglio di un'oca inutile come
te"-
-"VIENI QUA, PIDOCCHIO!"-. La sorella
prese a rincorrerlo per tutta casa, con tutta l'intenzione di trucidarlo per
quell'offesa, sotto gli occhi di Ash, Brock e Tracey.
-"Per me è gelosa"-fece Brock.
-"Chi?"-
-"Mr. Mime. Ma come chi?! Vera,
ovviamente!"-
-"E perchè?"-
-"Oh, buon Dio, ragazzo, ma sei davvero
così ottuso?! Meglio se torno ai fornelli"-
-"Ci uniamo agli altri, Ash?"-chiese
Tracey.
-"Si, ok"-.
Si può sapere dove sei finita?!
...Ho voglia di vederti...
*
-"UFFAAA! TUTTE A ME! MA E' POSSIBILE CHE
CAPITINO TUTTE A ME, SEMPRE TUTTE A ME, SOLO TUTTE A ME?"-ringhiò Misty,
continuando a pedalare faticosamente con la sua vecchia bici color rubino che
una delle dottoresse Joy si era preoccupata di ripararle e restituirle, dopo
che Ash, esattamente sei anni prima, gliel'aveva distrutta, carbonizzata, fatta
a pezzi per salvare il suo Pikachu. Era così che si erano conosciuti. Il cielo
nel frattempo era diventato scuro, il freddo le arrivava fin dentro le ossa;
non si era curata di prendere un cappotto, e ora stava cercando di pedalare il
più velocemente possibile con indosso solo la felpa e la gonna a marinaretta. E
inoltre aveva preso a nevicare, e quel vento di ghiaccio le sferzava prepotente
sul viso già di per sé arrossato per lo sforzo.
-"MA COME POSSO ESSERE COSI STUPIDA?!
ARRIVERO DA ASH, SEMPRE AMMESSO CHE CE LA FACCIA, COMPLETAMENTE ZUPPA E
IMPRESENTABILE! SOLO UNA CRETINA COME ME POTEVA PRENDERE, PARTIRE, DIRIGERSI A
PALLET TOWN DA CERULEAN CITY CON SOLO UNA BICICLETTA!!! Fortuna che Togepi è al
calduccio nella sacca...OH, NO! NOOO! TI PREGO, NO!"-.
Aveva appena preso a diluviare.
Forti ed echeggianti tuoni percorsero il cielo
come una parata di tamburi, e i suoi capelli, sciolti, cominciarono a bagnarsi.
-"CI MANCAVA SOLO QUESTA! NON PUO ANDARE
PEGGIO DI COSI! NON PUO!"-
-"Be', si può sempre fare qualcosa in
merito, mocciosa"-squillò un'acuta, quasi acida, voce femminile. Misty
volse lo sguardo in alto, sopra la propria testa, nel punto da dove era
provenuta quella frase. E con suo orrore avvistò un enorme pallone aereostatico
a forma di Meowth che stava aleggiando nell'aria. A bordo di questo, una
ragazza, un ragazzo e un Pokémon la stavano osservando con un sorriso beffardo
dipinto sui loro volti, con fare minaccioso.
-"Jessie...ma io sento frrreddo!"-si
lamentò subito il ragazzo, abbandonando quella serietà che per nulla gli
apparteneva, cercando di riscaldarsi le mani.
-"Sta' zitto, James, non vedi che è sola
soletta?! Dobbiamo approfittarne!"-lo aggredì la ragazza. -"Ehi, bambolina,
tira fuori i tuoi Pokémon se non vuoi fare una brutta fine!"-
-"...NON HO BISOGNO DI ALTRI PROBLEMI,
SPARITE DALLA MIA VISTA! OGGI NON E' PROPRIO ARIA, NON LO E'
PROPRIO!"-gridò Misty rabbiosa, continuando a correre con la bici e
schizzando fango dappertutto, cercando di seminarli.
-"Sentite che tono da dura che usa la signorina!
Miaow!"-
-"Meowth, sgancia qualche bomba"-
-"Agli ordiniii!"-
-"Non mi sembra una buona ideeea...Non mi
sembra affatto una buona ideeea...!"-mugugnò James, osservando Jessie
passarsi una mano fra i suoi lunghi capelli.
-"Non fare il pappamolle, James. Meowht,
coraggio, datti una mossa!"-.
Misty vide una bomba mancarla per un pelo ed
esploderle a pochi metri di distanza e sussultò spaventata.
-"MA SIETE COMPLETAMENTE
PAZZI?!?!?"-urlò esterrefatta. -"VOLETE FORSE AMMAZZARMI?!?!"-
-"Dacci i tuoi Pokémon, perchè ti assicuro
che la prossima volta non sbaglierò!"-le ordinò Jessie, scoppiando poi in
una risata alquanto ridicola e stridula.
-"CON ME NON HO NESSUN POKEMON! E SE ANCHE
LI AVESSI, NON VE LI CONSEGNEREI NEANCHE SE MI PUNTASTE ALLA TESTA UN FUCILE!"-
-"Continui a fare l'insolente?! Sei una
piccola, perfida, bugiarda! Dove te ne vai, così di corsa, in una giornata come
questa, senza nemmeno un Pokémon?!"-le sibilò Jessie, sporgendosi più che
poteva dalla mongolfiera.
Il volto di Ash esplose davanti agli occhi di
Misty. Era sempre più infuriata.
Io devo andare da lui...
Non rovinatemi questo giorno...
NON ROVINATEMELO!
-"NON SONO FATTI TUOI, STREGA! LASCIATEMI IN
PACE!"-
Jessie si pietrificò.
E poco mancò che in quella posizione non
precipitasse di sotto.
-"S-s-s-st-st-str...STRRREEEGAAAAARRRRRGGGGGH?!?!?"-
-"Oh-ho...L' ha fatta
infuriareee..."-
-"James, cerca di tenerla!
Prestooo!"-esclamò il Pokémon gatto, afferrando un braccio della ragazza,
che difatti stava per precipitare di sotto per quanto aveva preso a sbraitare.
-"Non ce la faccio, si muove
troppo!"-piagnucolò James.
-"COME OSI CHIAMARMI STREGA, MOCCIOSA, COME
OSI, PICCOLA, LURIDA, SUDICIA, VISCIDA RAGAZZINA, TU NON SAI CON CHI HAI A CHE
FAAAREEE, POSSO ESSERE IL TUO PEGGIOR INCUBOOO, IOOO...SE TI METTO LE
MANI AL COLLOOO...! AUGURATI DI NON DOVERMI MAI INCONTRARE FACCIA A
FACCIA, DA SOLE, SENZA NESSUNO CHE POSSA FERMARMI O CHE POSSA PROTEGGERTI,
RAZZA DI PEL DI CAROTA SCHIFOSA ED INSULSAAA, IO GIURO CHEEE..."-ma in
quel preciso istante un fulmine saettò dal cielo e cadde al suolo, passando
proprio per la camera d'aria della mongolfiera. Che esplose.
-"Opsss..."-
-"Ancora una voooltaaa..."-
-"...il Team Rocket riparte alla velocità
della luuuceee..."-.
Ma Misty non poté godersi il volo del Team Rocket
come era solita fare, perchè il fulmine caduto l'aveva fatta sbandare e le
aveva fatto perdere il controllo della bici, che prese a correre all'impazzata,
dritta verso gli alberi che crescevano ai lati della strada.
-"Oh, no...OH, NO! N-O...NO!"-
*
Ash sussultò.
Il suo cuore, senza un motivo preciso, senza un
motivo che gli fosse chiaro, aveva fatto un balzo e se lo era sentito in gola.
Si, se lo era proprio sentito in gola, come un qualcosa di gonfio che pulsava
dolorosamente, tanto quasi da soffocarlo.
-"Che ti prende, Ash?"-gli chiese
preoccupata sua madre, seduta a tavola difronte a lui, che aveva notato
l'espressione atterrita del figlio.
-"N-niente...Ho freddo"-
-"Eppure ho acceso i riscaldamenti. Forse si
sono spenti, vai a controllare?"-
-"D'accordo...scusatemi un attimo"-. Si
passò una mano sul petto, istintivamente, proprio sopra il cuore, alzandosi poi
dalla sedia e lasciando il salotto dove tutti quanti avevano ormai iniziato a
cenare da un pezzo.
Erano ormai quasi le dieci...
E non si sentiva affatto tranquillo.
Brock lo raggiunse.
-"Credi che le sia successo qualcosa?"-
-"Ho come...addosso...una brutta
sensazione"-
-"...Anche tu?...Senti, io direi di
chiamarla. Forse ha avuto un imprevisto, e non è potuta venire"-.
Mentre Brock faceva il numero della Cerulean's
Gym, Ash rimase in silenzio.
...E così non l'avrebbe rivista...
-"Pronto, sono Brock Peters. Potrei parlare
cortesemente con Misty Waterflower, la Capopalestra?"-
-"Salve_"-
-"...DOTTORESSA JOOOY!"-la interruppe
gridando, facendo quasi stramazzare a terra Ash per lo spavento. -"MA CHE
PIACERE SENTIRLA! MIO DOLCE ANGELO, VOCE DIVINA, SPLENDORE ABBAGLIANTE, COSA CI
FA LEI IN UNA NOTTE SPECIALE COME QUESTA IN UNA STUPIDA, SQUALLIDA, FREDDA
PALESTRA TUTTA DA SOOOLAAA?! SE VUOLE LA RAGGIUNGO E LA PORTO AD UNA ROMANTICA
CENETTA! NON POTREI PERMETTERE PER NULLA AL MONDO CHE_"-. Ash,
scoccandogli uno sguardo nauseato, fece arrivare il messaggio chiaro e tondo a
Brock, che tacque immediatamente.
-"Ehm...veramente Misty è partita da qui
questa mattina in bibicletta, mi aveva detto che sarebbe andata alla festa per
Natale organizzata a casa di Ash!"-
-"...Non ci vuole tutto questo tempo da
Cerulean a Pallet...Non distano così tanto..."-ragionò a bassa voce Ash,
la fronte aggrottata, sempre più preoccupato.
-"Capisco! Lei è davvero disponibile,
leggiadra, dolce, generosa signorina! Sa, mi stavo giusto chiedendo se per caso
potesse darmi il suo numero di telefono, e, già che c'e_PERCHE LO HAI
FATTO?!?"-sbraitò in faccia ad Ash che gli aveva appena chiuso la chiamata
senza tanti complimenti.
-"Hai sentito?! Hai sentito oppure
dormivi?!? Doveva essere qua già da un pezzo!"-
-"Be', ma..."-
-"Io vado a cercarla"-e, senza dire una
parola, si diresse verso il salotto, afferrò il cappotto e uscì di casa,
lasciando che la porta sbattesse violentemente per il vento. Vera sopraggiunse
e fece come per corrergli dietro, ma Brock la bloccò per il polso, assumendo
un'espressione seria e scuotendo lentamente il viso.
-"Deve andare da solo...devono vedersela da
soli"-
Ash prese a correre più forte che poteva.
Cosa le era capitato?!? Cosa le era successo?!?
Sapeva perfettamente che non sarebbe mai mancata ad un'occasione del genere,
sicuramente non senza prima avvertire! Aveva avuto ragione lui a non sentirsi
tranquillo, a sentirsi preoccupato! Aveva avuto ragione fin dall'inizio! Altro
che cotta, altro che ammettere a sé stesso i propri sentimenti...Aveva
avvertito che qualcosa non andava, era sempre stato quello! E infatti Misty
sembrava in guai seri...Lo sentiva...Sentiva un'orrida sensazione soffocante
che gli pesava nello stomaco schiacciandoglielo come se fosse fatta di piombo.
La pioggia lo aveva infradiciato completamente, e
le gocce d'acqua gli scendevano inarrestabili lungo le guance, lungo quel volto
accigliato, preoccupato, mentre correva senza fermarsi, senza rallentare.
Avrebbe dovuto farlo prima. Cominciò anche a chiamare il suo nome a voce alta,
ma non ricevette alcuna risposta.
Poi...tutto d'un tratto, in lontananza, vide una
bicicletta, messa decisamente male, che aveva tutta l'aria di essersi
schiantata addosso a quella quercia appena più in là. E vide anche una sagoma
stesa a terra priva di vita.
Senza neanche essersene accorto si era fermato,
si era imbambolato a guardare quello scenario, con la bocca semi-aperta a mo'
di baccalà.
-"Oh, diamine..."-
Riprese il passo, accelerando sempre di più,
finchè non la raggiunse in meno di tre secondi, accasciandosi su di lei e
afferrandola per le spalle.
La tirò su e prese a scuoterla con veemenza.
-"Misty! Misty, Misty, svegliati!"-
La ragazza aveva il volto coperto di terra
bagnata, i capelli erano spettinati e sporchi, i vestiti un pantano e sulle
gambe presentava diversi graffi dai quali fuoriusciva del sangue, anche se non
di certo in grosse quantità. Ash la vide respirare ancora e subito si sentì
meglio: a quanto pareva sembrava solo aver perso conoscenza. Cercò di tirarla
su ma, completamente esausto per la corsa, barcollò pericolosamente
all'indietro, rischiando di cadere e trascinarsi dietro anche Misty. Recuperata
la sacca con all'interno un Togepi terrorizzato, decise quindi di portarla con
sé all'interno di un cunicolo che si apriva tra un gruppo di rocce poco
distanti le radici di quell'enorme quercia e aspettare che si svegliasse. Una
volta al riparo, la fece sdraiare dolcemente, appoggiandole la testa sulle
propria ginocchia, coprendola poi con il cappotto che si era sfilato per
riscaldarla. Dopodichè volse uno sguardo fuori, dove sembrava regnare il caos.
Stava diluviando. Anzi, diluviare era dir poco. Non si riusciva a vedere nulla
per quanto la pioggia scrosciasse con violenza ed insistenza, si era come
alzato un sottile velo nebuloso che offuscava e confondeva ogni forma; anche i
suoni altri non erano che rombi, sibili e scricchiolii più o meno intensi.
Sembrava di essere in guerra. Un brivido di freddo corse lungo la schiena e le
esili spalle di Ash, terminando all'altezza della nuca. Gli era venuta la pelle
d'oca.
-"Cavoli, che frrreddo! Di questo passo mi
prenderò una polmonite!"-esclamò sussurrando tra sé e sé, cercando di
riscaldarsi sfregando le mani contro le braccia completamente intirizzite.
-"E bravo l'idiota! Senza un mezzo di trasporto, senza un Pokémon...tutto
perchè ho questa dannata impulsività del cavolo che mi porto dietro dalla
nascita!...Ma...ma almeno..."-
La guardò.
Ash guardò Misty.
E accoccolata in quel modo, così tranquilla, così
indifesa...non poté non provare tenerezza.
Quanto avrebbe pagato per poter essere in grado
di entrare nella sua testa in quel preciso istante, di poter curiosare tra quei
suoi pensieri, di poter scoprire cosa mai ci fosse nascosto. Era pazzesco
quanto una cosa sempre così vitale, sempre così energica, esplosiva, quasi
delle volte in maniera insopportabile... fosse anche capace di essere così
quieta...e così bella.
Misty era bella.
Era bella anche ridotta in quello stato pietoso,
anche con i vestiti sgualciti e tutta coperta di melma. Non erano i capelli
messi in ordine che lo tenevano legato così tanto a lei. Era la sincerità di
quegli occhi adesso chiusi, era il suo carattere sempre dolce e solare con
tutti ma allo stesso tempo combattivo e determinato, era il suo aver sempre
voluto andare controcorrente, il suo riuscire a farsi valere, la sua forza
d'animo, il suo coraggio, la sua testardaggine disumana, il profondo affetto
che era in grado di esprimere anche con un semplice gesto...erano addirittura
le battutine che gli rifilava quando litigavano...era lei. Erano semplicemente
tutte quelle cose che facevano parte di Misty a far si che...lui l'amasse così
tanto. Si, perchè Ash l'amava. Lo sapeva lui come lo avevano capito
tutti, come lo aveva capito anche Misty. L'unica cosa che non permetteva loro
di sugellare quel sentimento così intenso e così puro era solo quello
stupidissimo "ti amo" detto a voce e nient'altro. Solo quelle due
sciocche parole che entrambi si trascinavano dietro da anni e che non avevano
mai trovato il coraggio di affrontare. Per timidezza. Per testardaggine. E
soprattutto per paura. Paura di cosa? Ma naturalmente paura che il loro
rapporto non sarebbe più stato lo stesso, che sarebbe cambiato tutto, che ogni
cosa tra di loro sarebbe mutata...e nessuno era in grado di assicurare ai due
che lo avrebbe fatto in meglio.
Trasse un sospiro, pesante, quasi tremulo, senza
smettere di guardarle il viso. Istintivamente la sua mano destra si avvicinò
cautamente alle sue guance, toccandole appena, sfiorandole, come se avesse
avuto timore di consumarla, di intaccare in qualche modo quei tratti armoniosi.
Si ritrovò, senza esserne conscio, ad esserle più vicino, a distanza di appena
qualche centimetro. Con i capelli sciolti stava decisamente meglio, anche se in
quel momento erano tutti ispidi e infangati. Ma non faceva alcuna differenza.
Gli bastava il semplice fatto che era davvero la sua Misty quella ragazza che
in quel preciso istante stava giacendo tra le sue braccia e nulla aveva più un
senso.
All'improvviso il suo cervello si bloccò.
Si bloccarono le membra, i pensieri, il respiro,
i movimenti. Si pietrificò nella sua posizione, la gola che diventava a poco a
poco arida visto che non ne voleva più sapere di deglutire, i polmoni che
reclamavano nuovo ossigeno con una netta fitta visto che aveva anche smesso di
respirare.
Cosa...cosa stava dicendo? Cosa stava facendo?!
Non...non poteva...non poteva essere...
Non lui. Non Ash Ketchum! Non era possibile nel
modo più assoluto! Era una pazzia, follia vera e propria!
Ma...ma quand'è che mi sono innamorato di te?
Misty aprì di scatto gli occhi, quasi in modo
meccanico. Tutto accadde in un secondo, in un attimo, e la velocità in cui gli
eventi si susseguirono fu così violenta da essere quasi palpabile. Di colpo si
trovava abbracciata ad Ash, così stretta quasi da soffocare, con lui chino sul
suo viso, intento a guardarla in modo molto intenso, e visto che l'unica cosa
che riusciva a ricordare era solo quel gran botto contro quell'albero e poi il
nulla, completamente ignara di cosa mai fosse successo dopo, di cosa ci facesse
lì con Ash, per di più nel bel mezzo di quell'atmosfera, inutile dire che si
sentì decisamente spiazzata. Spaesata.
E...si sa, quando Misty non capiva...reagiva di
conseguenza. Impulsivamente. Molto impulsivamente.
Sssccciiiaaafff!
Una sonora sberla colpì in pieno la guancia di
Ash.
Ma non prima di aver ricevuto un potente spintone
in grado di far volare in aria anche un elefante con addosso tonnellate di
piombo.
Sia la guancia del ragazzo sia la mano di Misty
presero a bruciare in maniera impressionante, come se entrambe avessero
accarezzato un tappeto di carboni ardenti, e la rossa avvertì anche una sorta
di formicolio correrle lungo tutto il braccio per terminare solo all'altezza
della spalla.
-"T-tu...!"-gli soffiò, dopo qualche
iniziale secondo di silenzio, alzandosi in piedi barcollando e puntandogli
l'indice contro con fare minaccioso. Il suo viso, solitamente così pallido da
sembrare neve pura, in quel momento aveva assunto un colorito decisamente
simile alla sua chioma. -"Tu! R-razza di...razza di maniaco!..."-.
Ash, impegnato a massaggiarsi la guancia oramai
diventata del tutto insensibile, la squadrò da capo a piedi con un'espressione
a dir poco sbigottita, cercando di ricomporsi, più per lo stupore che per lo
schiaffo. Misty era visibilmente sempre più imbarazzata via via che il tempo
scorreva.
Bene! Brava Misty, brrraaava davvero! Clap, clap,
clap, ti ci vuole assolutamente un applauso! Era proprio così che volevi
riabbracciarlo, vero?! VERO?!? Con...un ceffone! Si, si, infatti è proprio da
te!
Dio...quanto sono STUPIDA!
-"Dico, ma ti ha dato di volta il
cervello?!"-le domandò secco Ash.
-"...Maniaco, pervertito, cafone,
presuntuoso, PALLONE GONFIATO!"-
-"Ehi, ma non è che per caso sei impazzita totalmente
e nessuno si è preso la briga di aggiornarmi?!? PERCHE CAVOLO MI HAI COLPITO IN
QUEL MODO?!"-
-"Ah, perchè cavolo ti ho colpito in quel
modo! Perchè cavolo io ti avrei...MA SENTITELO, ADESSO FA ANCHE IL FINTO TONTO,
L'ANGIOLETTO CADUTO DALLE NUVOLE! FORSE MIO CARO DIMENTICHI IL PICCOLO
PARTICOLARE CHE TI STAVI APPROFITTANDO DI ME SOLO PERCHE ERO PRIVA DI SENSI! MA
COSA CREDEVI DI POTER FARE, EH? EH?!? EH?!?!"-
-"Guarda che_"-
-"IO VENGO A PALLET, TUTTA CONTENTA DI
RIVEDERT_...DI RIVEDERVI, AFFRONTO UNA BUFERA DI NEVE, MI FACCIO NON SO
QUANTI CHILOMETRI IN BICICLETTA DI CORSA, E TU ALLA PRIMA OCCASIONE TI COMPORTI
DA DEPRAVATO?! SIAMO NEL PIENO DI UNA TEMPESTA ORMONALE, MR. KETCHUM?! NO,
PERCHE NON RICORDAVO AFFATTO QUESTO TUO LATO COSI AUDACE, RAZZA DI DEFICIENTE!"-
-"Misty, se solo tu_"-
-"QUANDO TI DICEVO DI CRESCERE NON INTENDEVO
MINIMAMENTE DIRE DI FARLO IN QUESTO SENSO MA SOLO DI METTERTI UN PO PIU DI SALE
IN QUELLA ZUCCA COMPLETAMENTE VUOTA - AD ECCEZIONE FATTA DI UNA MOSCA
SICURAMENTE SOLITARIA - E DI SVEGLIARTI SU DETERMINATE QUESTIONI, MA SI VEDE
CHE FORSE NON SONO MAI STATA ABBASTANZA CHIARA!!! MA TI SEMBRA IL MODO
DI_"-
-"SE SOLO TU LA SMETTESSI DI SBRAITARE COME
UN'ASSATANATA E TI METTESSI UNA BUONA VOLTA ZITTA AD ASCOLTARMI...FORSE, E
SOTTOLINEO FORSE, RIUSCIREI A FARTI CAPIRE CHE HAI FRAINTESO
TUTTO"-.
Misty fece come per aprire bocca per far
fuoriuscire un'ennesima esplosione di parole urlate e cariche di rabbia per
ribattere - più che dalla rabbia, erano tutte dettate dal tremendo
imbarazzo...perchè in fondo non le era minimamente dispiaciuto ritrovarsi
abbracciata ad Ash in quel modo...-, ma si fermò in tempo come per pensarci
sopra, quindi la richiuse incerta, trasse un lungo sospiro e attese. Il ragazzo
diede un colpetto di tosse per schiarirsi la voce (pregando mentalmente in
tutte le lingue del mondo affinchè riuscisse a sbrogliarsi da quella
situazione), facendo un passo verso di lei per poterla guardare meglio.
Certo che la "femminuccia" qui presente
fa male!...
-"Non so se te ne sei accorta, ma a) ci
troviamo all'interno di una caverna mai vista prima, b) tu completamente
sporca, c) con fuori il Diluvio Universale. Ora, prima di partire in quarta a
scannarmi vivo, accusandomi tra l'altro di molestie sessuali.. perchè non hai
provato a pensare almeno per un attimo che molto probabilmente doveva
essere successo qualcosa? Del tipo che sono venuto a cercarti, preoccupato per
il tuo ritardo, e che ti ho trovata infatti svenuta per la strada? E che mi
sono dovuto poi trovare un riparo per tutti e due?!"-
Si...si, lo so!...So benissimo che ho avuto una
reazione da emerita cretina, ma...ma che ci posso fare se...se...
-"L'unico motivo per cui...per cui...be',
p-per cui..."-. Sforzandosi di continuare, fu il turno di Ash di assumere
una colorazione identica a quella di un peperone. -"...per cui ti
stavo...si, insomma, così appiccicato...è soltanto perchè fa un freddo
cane, e...e non volevo...che ti ammalassi...! Tutto qua! Ma dico, hai visto che
non ho addosso il cappotto?! Non lo hai notato?!?"-. Misty, che fino a
quel momento aveva ascoltato in assoluto silenzio senza sapere bene cosa
dovesse dire, avvampò di nuovo.
-"LO VEDI?! LO VEEEDI?!? SEI UN PERVERTITO,
UN LURIDO PERVERTITO!"-
-"Ahhh, ci risiamo? Non ce l'ho addosso io
perchè ce l'hai addosso tu! Te l'ho messo a mo' di coperta per non
farti prendere freddo, SCEMA!"-.
Misty a quelle parole abbassò lo sguardo a
rallentatore per osservare il cappotto di Ash, dentro la quale in effetti era
avvolta, e istintivamente se lo strinse addosso...con una morsa di calore che
le attanagliò lo stomaco e il cuore, accorgendosi inoltre che emanava anche un
buonissimo profumo...il suo profumo.
Il profumo di Ash.
Poi tornò a guardare il ragazzo, senza sapere
cosa dire. Quest'ultimo per tutta risposta si limitò ad inarcare le
sopracciglia, poi scosse appena il capo come a dire Tu sei fuori del tutto,
si mise le mani sui fianchi e cercò di lanciarle uno sguardo serio, risoluto,
che in qualche modo la facesse sentire in colpa. Ma, dopo nemmeno tre iniziali
secondi, entrambi non resistettero e scoppiarono a ridere, contemporaneamente.
Fuori la bufera non accennava a placarsi, anzi, sembrava addirittura fattasi
più impetuosa, ma né Misty né Ash se ne curarono.
-"Questa dobbiamo proprio raccontarla a
Brock!"-esclamò la ragazza, cercando di soffocare le risate senza avere
però nessun successo. Si sentiva stupida, ma...felice. Si sentiva finalmente
felice...il resto non le importava.
-"Si, sono d'accordo!"-ridacchiò Ash,
che si era appoggiato di schiena ad una parete della caverna e si teneva la
pancia con entrambe le mani. -"Non si stupirà nel constatare che non sei
cambiata per niente, che sei rimasta la solita, più unica che rara, ragazza
nevrasterica che eri, che salta sempre subito alle conclusioni
affrettate!"-
-"Ehi, messa così però sembra che sia stata
tutta colpa mia, ma chiunque avrebbe frainteso quella situazione! Dovevi
aspettartelo, mi sembra ovvio! E' normale che abbia reagito in quel
modo!"-puntualizzò lei, sempre però con l'allegria nella voce. Non stavano
litigando, non stavano bisticciando...adesso stavano scherzando.
Insieme. Di nuovo. Come un tempo.
-"Ma tu reagisci sempre così, anche
per le cose più stupide!"-
-"Ehi, signorino, questo non è vero affatto,
adesso non esageriamo!"-
-"Vorresti forse negarlo?! Lo sanno tutti
che saresti capace di mettere a ferro e fiamme tutta Kanto se solo qualcosa ti
va poco-poco storta! C'è d'aver paura con te, credimi!"-
-"Ma non è giusto, non lo è per nulla, così
mi fai passare per una specie di tiranna priva di sentimenti, assetata di
violenza e di distruzione!"-
-"E infatti guarda caso tu sei proprio Misty!"-
-"STU-PI-DO!"-scandì lei, fingendosi
offesa, passandosi l'indice sulla coda dell'occhio per asciugarsi una lacrima
che le si era creata per il troppo ridere e sospirando. -"Sei decisamente
UN GRANDISSIMO CRETINO! L'ho sempre detto, e adesso te lo confermo per la
miliardesima volta! Te la sei voluta! CRETINO, CRETINO, CRETINO!"-
-"Certo che..."-fece ironicamente Ash,
continuando a ridacchiare. -"...certo che si vede proprio che ti sono
mancato, eh?!"-.
Forse Ash toccò un tasto dolente.
Forse disse qualcosa che avrebbe fatto meglio a
non pronunciare. Forse sbagliò qualche termine, forse la offese senza nemmeno
rendersene conto.
O semplicemente, forse...fu soltanto l'occasione
per dare a Misty il modo di sfogarsi una volta per tutte.
Perchè infatti, a quella frase, la ragazza, con
ancora la mano - sebbene più contratta, più irrigidita, aveva praticamente
preso a tremare - posata sul suo occhio sinistro (nascondendole in
questo modo appena una parte di viso), prese a sussultare ritmicamente con le
spalle...Dapprima piano, con moderazione, lievemente...senza però riuscire a
frenarsi, a controllarsi, ad impedirlo. Piccoli, silenziosi singhiozzi
arrivarono alle orecchie di Ash, che dal canto suo non sapeva far altro se non
restare lì, preso alla sprovvista, impalato a fissarla, senza dire nulla, senza
muovere un solo muscolo, senza riuscire davvero a comprendere...con addosso
solo un'espressione decisamente grave e quella sensazione sgradevole che prova
chi sta vedendo la persona più importante della propria vita piangere davanti
ai suoi occhi. Perchè stava piangendo?! PERCHE'?!?
Dopo un poco Misty mosse appena tre passi verso
la sua direzione, testa china, sguardo fisso per terra (non ce la faceva
proprio a guardarlo in faccia, non ce la faceva).
Furono tre passi incerti, insicuri...
Dopodiché...si tuffò letteralmente tra le
braccia del ragazzo.
All'improvviso.
Il viso che iniziava a grondare di lacrime...i
singhiozzi decisamente più forti, i sussulti più violenti.
-"A-Ash..."-cercò di dire, con la voce
acuta e impastata dal pianto, soffocando sul nascere un sospirone tremulo e
impiegando quello che pareva essere un enorme sforzo per cercare di farsi
capire...senza guardarlo negli occhi, non ancora, non ci riusciva...mentre la
presa delle sue mani sul maglione di lui si fece invece più salda.
-"...si...S-SI..."-
Ash tentò disperatamente di deglutire. Non
riusciva a respirare, si sentiva come se qualcuno lo stesse trafiggendo con
un'enorme trave proprio all'altezza dello stomaco.
Sentirla piangere...sentirla piangere lo
infastidiva più di quanto avesse mai voluto...Oramai sentiva il cuore pulsargli
direttamente in gola, e la cosa non lo stava certamente aiutando ad affrontare
quella situazione...anche se inspiegabilmente quel battito cardiaco accelerato
di netto era comunque un qualcosa di piacevole.
Era...una bella sensazione. Una sensazione
che non aveva mai provato prima...E per nessun'altra...
Sono un fottutissimo idiota. Adesso me ne
accorgo?! ADESSO?!?
-"...Si...cosa?..."-riuscì
infine a sussurrarle di risposta, accarezzandole - senza capire dove mai stesse
trovando quel coraggio sfacciato - la testa, con cura...il cuore in gola, la
gola in fiamme.
La fitta al ventre era diventata più definita,
più dolorosa se possibile. Ora pareva essersi tramutata in un pugnale che gli
veniva conficcato, poi estratto e poi affondato di nuovo, e di nuovo, e di
nuovo, in continuazione, senza tregua.
-"...Si...si, mi sei mancato...n-non...non
puoi neanche...immaginare q-quanto..."-.
Misty avrebbe tanto voluto piantarla di frignare
il quel modo.
Avrebbe voluto avere un tono di voce normale
anziché quella specie di squittio sconnesso, avrebbe voluto avere un viso asciutto
e non zuppo di lacrime salate, avrebbe voluto poterlo guardare negli occhi
mentre gli diceva quelle cose... ma non ce la faceva. Non ci riusciva. Non
riusciva a smettere di piangere, non riusciva ad essere spavalda come in altre
circostanze sicuramente avrebbe fatto, non riusciva in alcun modo a soffocare
le proprie emozioni...
Lo aveva fatto per troppo tempo, troppo.
E forse...forse era proprio questo il motivo. A
furia di tenersi tutto dentro, alla fine era esplosa.
Frantumandosi in mille pezzi al più piccolo tocco
come un fragile cristallo.
Ash chiuse gli occhi, ascoltando quelle parole
dentro di sé ripetersi come se fossero state eco.
"Mi sei mancato".
Misty...la sua Misty...gli aveva appena
detto "Mi sei mancato".
Di colpo pensò a Brock, a ciò che gli aveva detto
quella mattina nella sua camera. Non deve spaventarti quanto tempo siete
stati lontani, siete stati amici per troppo tempo per dimenticarvi l'uno
dell'altra, per potervi permettere queste stupide insicurezze... perchè, amico
mio, sono davvero stupide, sciocche, insignificanti insicurezze!
Brock aveva ragione, aveva avuto DAVVERO e
VERAMENTE ragione, se ne rendeva conto solo in quel momento, solo adesso che
aveva Misty in lacrime tra le sue braccia, Misty che finalmente si era lasciata
andare.
Se ne rendeva conto solo adesso che aveva avuto
LA PROVA che sia lui sia lei erano sulla stessa identica barca.
Perchè - si, finalmente ne prendeva atto -
le paure di Misty erano state le stesse paure di Ash.
Perchè le incertezze di Misty erano state le
stesse incertezze di Ash.
Perchè...l'amore che provava lei per lui... era
lo stesso che provava lui per lei...
Da sempre.
-"...Ti prego, adesso non tirarmi un'altra
sberla..."-sussurrò appena-appena Ash all'altezza dell'orecchio della
ragazza ad un certo punto.
-"...Come?"-fece Misty smarrita (con la
voce lievemente attutita dato che aveva le labbra serrate sul maglione di Ash),
prima di alzare lentamente lo sguardo su di lui per capire a cosa si stesse
riferendo e accorgersi che improvvisamente i loro visi si ritrovavano
scarsamente separati da un paio di centimetri al massimo.
...Così come anche le loro labbra.
Né Misty né Ash seppero per quanto tempo rimasero
con le labbra posate le une su quelle dell'altro.
Tutto quel tempo che erano stati separati, la
violenta bufera di neve fuori dalla grotta, tutte le domande che si erano posti
in quei giorni, tutte le cose di cui avevano avuto timore, tutto il dolore che
avevano dovuto sopportare in quei mesi...era svanito, svanito nel nulla.
Tutto quello che era loro capitato sino a quel
momento, ma proprio TUTTO, era diventato piccolissimo e lontano.
E, soprattutto, insignificante.
*
-"Facciamo un brindisi tutti insieme, per
favore!"-esclamò Delia a cenone finito, alzandosi con grazia dalla sedia e
sollevando in alto un piccolo calice di vetro in cui era contenuto dello
spumante. -"Buon Natale a tutti quanti voi! Vi ringrazio per aver
accettato gli inviti e per essere tutti qui! Auguri!"-
-"Auguri!"-risposero all'unisono tutti
gli ospiti di casa Ketchum, imitando Delia, per poi tornare a sedersi ai propri
posti.
-"Io vorrei tanto sapere quand'è che torna
Ash!"-fece Vera impaziente, piegando leggermente il capo verso Brock - che
le era seduto vicino - affinché lui potesse sentirla e quindi eventualmente
dirle qualcosa di positivo. Ma lui si limitò a scrollare le spalle con
noncuranza e tornare a sorseggiare lo spumante dal bicchiere, urtando
ulteriormente l'umore della ragazzina, che dal canto suo sbuffò, chiaramente
infastidita, e si diresse decisa verso la finestra, scrutando con attenzione il
freddo paesaggio che le si prospettava, sperando di poter scorgere la sagoma di
Ash in lontananza.
Invece non vide nulla.
Spiacente, Vera, ma credo che quei due avranno da
fare ancora per un pò...pensò Brock, abbandonandosi ad un sorriso
compiaciuto al pensiero di Ash e Misty finalmente insieme, guardando a sua
volta distrattamente fuori dove l'atmosfera natalizia non poteva essere più
appropriata. Non sapeva bene il perchè, ma percepiva a livello inconscio che
non erano in pericolo, che non c'era alcun bisogno di correre in loro
soccorso...tutt'altro.
Sentiva che erano felici.
Fece un altro sorriso.
Auguroni di buon Natale, amici miei...
*
-"Sai, Misty..."-fece Ash, in un
sussurro che solo la ragazza avrebbe potuto udire.
-"Si?"-. Misty mosse di poco il viso,
quel tanto che bastava per permetterle di osservare il profilo del ragazzo di
cui era disperatamente innamorata da quando aveva dodici anni. Lo vide
sorridere mestamente, increspare appena le labbra in un modo molto, molto
dolce. Lei gli si fece più stretta, più piccola, quasi avesse avuto paura di
vederselo strappare via da un momento all'altro.
-"...era...esattamente questo..."-, il
ragazzo la osservò negli occhi, regalandole l'espressione più serena e felice
che Misty gli avesse mai visto indossare in tutti quegli anni, -"...ciò
che volevo trovare...sotto il mio albero di Natale"-.