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Autore: Lily Waterflower    29/07/2010    5 recensioni
Chi di voi non ha mai sognato il tanto atteso e sospirato lieto fine tra Ash Ketchum e Misty Waterflower? Questa mia (vecchia) fan fiction è stata creata apposta per questo: far ammettere ai due innamorati più cocciuti del mondo dei cartoni animati i loro veri sentimenti!
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ash, Brock, Misty | Coppie: Ash/Misty
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L' albero di Natale

 

L' albero di Natale

 

Quella mattina Ash Ketchum si era svegliato insolitamente presto.

Con Brock e Vera, seguiti da Max, avevano deciso di passare il Natale ormai alle porte a Pallet Town, insieme alle rispettive famiglie. Avevano preso il primo volo e da Slateport erano giunti nella sua città natale in poche ore, con gli umori alle stelle. Il loro viaggio non avrebbe avuto grossi cambiamenti: terminate le feste sarebbero tornati da dove erano partiti e avrebbero continuato per la loro strada, e intanto nel frattempo avrebbero passato il giorno più bello dell'anno tutti insieme, con le persone a loro più care. Non poteva esserci niente di meglio. Quando aprì gli occhi notò che fuori dalla finestra l'atmosfera era ancora cupa, chiaro segno che il sole stava appena sorgendo. Si tirò su a sedere, posando gli occhi su Pikachu che era raggomitolato accanto a lui e che dormiva indisturbato.

Non voglio svegliarlo...

Cercò di alzarsi dal letto il più silenziosamente possibile, scendendo in punta di piedi ed evitando di emettere il più minimo rumore: a quanto sembrava il suo Pokémon era esausto e lui sapeva bene che si meritava davvero un bel pò di riposo, dopo tutto quello che aveva fatto per lui da sei anni a questa parte. Uscì dalla propria camera e, guardando la sveglia a forma di Pidgey segnare appena le sei, socchiuse delicatamente la porta. Si diresse verso il bagno dove, una volta dentro, si guardò allo specchio: aveva i capelli neri tutti spettinati, gli occhi castani ancora gonfi di sonno e il suo pigiama grigio, più grande una volta la sua misura, era tutto pieghe. Aprì il rubinetto e si sciacquò il viso con un getto freddo per svegliarsi completamente, poi si diresse in cucina dove si sedette alla tavola ancora vuota. Gli altri sicuramente stavano dormendo.

Sei anni. Erano quindi passati ben sei anni dal giorno in cui aveva lasciato per la prima volta quella casa ed era partito per realizzare il suo sogno di diventare Maestro di Pokémon. Eppure a pensarci meglio sembravano esserne trascorsi molti di più. Dopotutto, aveva affrontato così tante cose che era ovvio che pareva fossero passati dei secoli...Aveva salvato il mondo, aveva partecipato alla Lega, aveva incontrato i suoi migliori amici, aveva lottato contro i suoi peggior nemici, si era separato dai primi e ne aveva incontrati altri. E questo non era nemmeno il riassunto del riassunto di quei sei anni. Guardò fuori dalla finestra della cucina da cui entravano i primi raggi di sole, ancora debole e pallido. Appoggiò il viso sul dorso della sua mano destra, tamburellando sul tavolo con l'altra.

-"Sei già sveglio, Ash!"-squillò all'improvviso una voce dolce e solare. Delia Ketchum, sua madre, fece irruzione in cucina già tutta vestita e truccata. Si diresse verso la dispensa e cominciò a trafficare con barattoli di biscotti e bottiglie di latte.

-"Anche tu mamma...Eppure non ti ho né sentita né vista quando mi sono alzato"-

-"Ero in camera a sistemare delle cose e ho fatto più piano che potevo per non svegliare Brock, Vera e Max"-. Le famiglie dei suoi amici erano andati a dormire in un'osteria vicino al Laboratorio del Prof.Oak, ma loro erano rimasti a dormire a casa sua, nella stanza degli ospiti, che era praticamente attaccata a quella di sua madre. -"Allora, come mai così mattiniero?"-gli chiese voltandosi, una forchetta in mano mentre aveva preso a friggere delle creps.

-"Oggi è la Vigilia...e non so perchè ma...mi sento strano. Non riuscivo più a prendere sonno. Forse sarà l'effetto del Natale"-

-"Capisco, caro. Stai crescendo a quanto sembra"-

-"Mamma, ho sedici anni, mi preoccuperei se non crescessi"-

-"Vedo che l'umorismo però non ti manca! Perchè non mi aiuti a preparare la colazione?"-

-"E Mr. Mime dov'è?"-

-"E' uscito per portare via la spazzatura! E poi, perchè mai lo cerchi? Per preparare la colazione da solo non sei cresciuto abbastanza?"-lo punzecchiò lei.

-"Molto spiritosa. Lo cercavo semplicemente perchè non riesco a trovare il mio berretto, e qualcosa mi dice che lui sa dov'è finito, visto che più che mettere in ordine fa volatilizzare le cose"-. In quel preciso istante si sentirono dei rumori in lontananza, provenienti dalle altre stanze della villetta. Le voci si fecero sempre più vicine e dopo pochi secondi si presentarono anche Brock, Vera e Max, tutti e tre ancora in pigiama. La ragazza, che indossava una lunga camicia da notte rosa, sbadigliando posò gli occhi su Ash.

-"Buongiorno! A che dobbiamo l'onore? Sei già sveglio!"-

-"Sorellina, guarda che la pigra di turno qui sei solo tu"-osservò Max, sistemandosi gli occhiali sul naso. Per tutta risposta Vera gli fece una linguaccia e si mise a sedere vicino ad Ash. Brock e Max la imitarono, dando a loro volta il buongiorno ad Ash e sua madre.

-"Signora, mi permetta di aiutarla! Farò delle creps così buone da far andare in brodo di giuggiole tutta Pallet!"-fece vivacemente Brock, saltando in piedi e cingendo con affetto le mani della mamma di Ash, che per tutta risposta prese a guardarlo disorientata.

-"V-va bene, Brock! Doveva aiutarmi Ash, ma dopotutto tu sei proprio un ottimo cuoco!"-

-"Cosa vorresti dire, che invece io sarei un imbranato?!"-esclamò Ash con una punta di irritazione nella voce. Vera lo guardò sorridendo.

-"Dai, su, anche io non sono bravissima! Lasciamo fare a loro!"-. Ash la guardò a sua volta e annuì, sempre comunque vagamente seccato.

-"Pika, pika! Chaaa!"-

-"Ciao, Pikachu!"-lo salutò Ash. Il piccolo topo giallo lo raggiunse correndo dalla porta e gli saltò in grembo. -"Brock ci sta preparando la colazione. Sei sicuro di non voler passare la Vigilia con gli altri Pokémon dal Prof. Oak? Penso che si divertiranno, liberi tutto il giorno intorno al suo Laboratorio!"-. Ma il Pokémon scosse energicamente la testa e, muovendo le zampine, emise due versi ben decisi.

-"Ok, ho capito, anche io voglio stare con te"-lo rassicurò il suo Allenatore, sorridendogli.

-"ECCO FATTOOO! CREPS CALDE TUTTE PER VOI PRONTE IN TAVOLA! ET VOILA'!"-proruppe Brock, appoggiando al centro del tavolo un vassoio stra-colmo e molto grande da cui proveniva un odore squisito.

-"Gnam, che buone! Brock, sei un genio! Un genio!!!"-disse Vera, afferrando una creps fumante e addentandola con vigore sotto lo sguardo esasperato di suo fratello.

-"Brock, mi aiuti con le uova e la pancetta?"-

-"Subito signora Ketchuuum! IL GRANDE BROCK E' SEMPRE A DISPOSIZIONE! SPECIE PER LE BELLISSIME DONNE COME LEI! OH OH OH!"-

-"...Madre di Dio"-sbuffò Ash preoccupato per la salute mentale del suo amico, guardandolo con tanto d'occhi mentre si esibiva in giravolte e saltelli.

-"Ash, più tardi possiamo fare visita al Prof. Oak? Per favore, per faaavoooreee!"-lo implorò Max, guardandolo dritto negli occhi da dietro i suoi occhiali tondi.

-"Ma io voglio fare un giretto per Pallet! E Ash deve accompagnarmi, quindi sarà impegnato!"-intervenne Vera.

-"Ma io voglio andare dal Professore!"-

-"E io in giro per Pallet!"-

-"Dal Professore!"-

-"In giro per Pallet!!!"-

-"DAL PROFESSORE!"-

-"NOOO!"-

-"INVECE SI!"-

-"RAAAGAAAZZI, BAAASTA, FATELA FINITA!"-sbottò Ash, facendoli zittire all'istante. -"Ho già mal di testa per conto mio!"-

-"Eh eh, ora capisci cos'è che dovevo sopportare io con gli incessanti battibecchi quotidiani fra te e Misty?"-domandò allegramente Brock, volgendogli uno sguardo che lasciava trasparire qualcosa di molto simile alla dolcezza, mentre apriva due uova e le gettava sull'olio che friggeva.

-"Misty?"-ripeté Vera, incuriosita.

-"Non la conosci"-disse Ash. -"Viaggiava sempre con me e Brock, prima di incontrare voi due"-

-"E' dovuta tornare nella sua città per un imprevisto, altrimenti non credo che ce ne saremmo liberati così facilmente! Lei è la Capopalestra di Cerulean City"-

-"CHE COSA?!"-fece Max. -"C-Capopalestra di Cerulean City...c-cioè di Pokémon d'Acqua?!? E' imparentata con Daisy, Lily e Violet Waterflower?!?"-

-"Cosa ci sarebbe di così speciale?"-

-"Oh, Vera, proprio vero che sei una cretina!"-

-"Ehi, porta rispetto per tua sorella maggiore, mocciosetto!"-s'infervorò lei.

-"Lei ed Ash litigavano sempre, proprio come voi due. Una cosa insopportabile, ve lo assicuro"-continuò Brock, lanciando ad Ash un'occhiata ammiccante e un sorrisetto ebete.

-"Ma era sempre lei a cominciare!"-

-"Si, lei ha certamente un caratterino niente male, nulla in contrario...ma diciamo che ci mettevate entrambi del vostro!"-

-"Concordo con Brock"-disse Delia, versando succo d'arancia in quattro bicchieri. -"Ogni scusa era buona per saltarvi addosso, la facevi diventare matta quella poveretta"-

-"Diventare?!"-sbuffò ironicamente Ash. Misty matta c'era praticamente NATA!

-"E questa Misty non la sentite più?"-domandò Vera.

-"No"-rispose Ash, incupendosi tutto d'un tratto. -"Immagino che sia molto impegnata"-. Vera notò lo stato d'animo di Ash dopo quelle parole...Si poteva sapere cosa gli era preso?!

-"Ehi, ragazzi, perchè non la invitate per la Vigilia?"-chiese dopo un attimo di riflessione Delia.

-"C-Come?!?"-

A quelle parole Ash si sentì come disorientato, come se avesse appena ricevuto una micidiale mazzata in pieno viso.

-"Si, perchè non la chiamate e non le dite della festa di stasera? Scommetto che sarebbe davvero felice di rivedervi! E poi, se devo essere sincera, farebbe piacere anche a me rivederla...io adoro quella ragazza!"-

-"Ma io...non so...non so se sia il caso..."-

-"Tua madre invece ha ragione, sarebbe bello riunirsi almeno per festeggiare il Natale. Insieme, come ai vecchi tempi. In memoria del famoso trio!"-osservò Brock, distribuendo uova e pancetta a tutti. -"E' da tanto che non la vediamo, Ash. A me sembra un'ottima idea"-

-"E poi, in questo modo io potrei conoscere una Capopalestra di Pokémon d'Acqua! Un'autentica-Capopalestra-di-Pokémon-d'Acqua! Non posso crederci!!!"-esclamò felice Max, ingollandosi per l'entusiasmo un boccone della propria colazione forse un pò troppo grosso che quasi lo fece strozzare.

Ash ammutolì...

Non sapeva cosa fare. Non lo sapeva davvero.

Chiamarla, non chiamarla...

Era passato così tanto tempo da quando si erano salutati...

Le cose potevano essere cambiate moltissimo, potevano essere cambiate totalmente...e lui sinceramente non sapeva proprio se sarebbe stato in grado di affrontarle.

-"Be', io vado a vestirmi"-disse infine, alzandosi dalla sedia sotto lo sguardo di tutti. -"Poi vedrò se chiamarla"-

-"Ma Ash, non hai nemmeno assaggiato la colazione"-gli fece notare sua madre.

-"Lo so, ma non ho fame"-e, detto questo, lasciò la cucina.

-"Ehh, povero Ash..."-sospirò Brock, guardandolo sparire oltre la soglia.

-"Scusa, Brock, ma perchè dici povero Ash?"-chiese Vera curiosa, gli occhi che guardavano verso la stessa direzione di quelli di Brock.

-"Be'...tu non puoi saperlo, ma...il rapporto tra Ash e Misty è un qualcosa...di molto delicato, e intenso...E' per questo che il signorino si sente così a disagio, è chiaro. Ma non potrà di certo ignorarla per sempre"-

Ash si chiuse in camera sua, si sfilò il pezzo sopra del pigiama e indossò un morbido maglione nero a collo alto, poi si abbottonò un paio di jeans scuri e si allacciò le scarpe da ginnastica. Faceva piuttosto freddo, avrebbe giurato che si sarebbe messo a nevicare da un momento all'altro, così si infilò anche i suoi vecchi, inseparabili, guanti verdi. Proprio gli stessi che lo avevano accompagnato per anni in giro per il mondo. Proprio gli stessi che gli ricordavano in continuazione quel maschiaccio isterico, dai profondi occhi verdeacqua, dalla parlantina spesso veloce e imbufalita, da quei soffici capelli dello stesso colore del tramonto raccolti in quel bizzarro codino laterale...quel maschiaccio da quel sorriso così sincero e puro...Chissà cosa stava facendo in quel preciso istante, chissà cosa le era successo in quell'arco di tempo che non si erano visti...Chissà com'era cambiata, chissà quant'era cambiata...

Sentì Pikachu grattare la porta e, aprendola quel poco che bastava per permettergli di sgattaiolare dentro la stanza, fu al fianco del suo Allenatore, prendendo ad osservarlo da sotto in su con quei suoi occhioni scuri. Ash gli accennò un sorriso stanco, nostalgico.

-"Manca anche a te, eh?"-gli sussurrò con un'intonazione appena udibile.

-"Pika..."-. Balzando sul letto e poi sul comodino, il piccolo Pokémon prese tra i denti un fazzoletto che vi era appoggiato e lo portò al ragazzo. Ash, dapprima confuso, lo guardò, assorto: glielo aveva regalato lei...

Trasse un lungo sospiro, un profondo sospiro per farsi forza.

-"D'accordo, la chiamo...Ma se dovesse rifiutare per qualche motivo? N-non possiamo sapere com'è la sua vita adesso, o chi c'è!"-

Ah, quindi era quello il problema, allora?! Quindi aveva il terrore di scoprire che magari qualcuno, sicuramente più sveglio di lui, fosse riuscito a conquistarla? Che fosse riuscito a starle vicino come aveva sempre meritato, a stare al suo fianco?!? Era così che stavano le cose? Era quello...ciò di cui aveva timore?

-"Pika, pika!!! Pi-ka-chu!"-

Il Pokémon lo stava scrutando sempre più severo, sempre più con un fare spronante. Pikachu non sapeva parlare la lingua degli esseri umani ma Ash riusciva a leggergli chiaramente negli occhi la frase Non fare il codardo.

-"Va bene...Almeno ci avrò provato, no?...Vada come vada, non dovrò pentirmi di nulla in futuro...Almeno un lato positivo c'è"-

-"Ehi, Ash, posso entrare?"-arrivò improvvisamente la voce di Brock da dietro la porta, così improvvisamente che il cuore del ragazzo fece come una sorta di capriola mortale all'indietro. Ma riuscì a deglutire e a ritrovare la voce. E anche a nascondere in tempo il fazzoletto sotto il cuscino.

-"Si...entra pure"-. Brock aprì la porta, entrò e la richiuse alle sue spalle; il tutto molto lentamente, quasi a rallentatore.

-"Allora, cosa dici...chiamiamo la nostra cara Misty?"-.

Nel suo tono questa volta non c'era sarcasmo. Anzi, Ash non gli aveva mai visto un'espressione così seria, così solenne.

-"S-si...si, chiamiamola"-. Brock attese in silenzio, mani sui fianchi, il telefono che giaceva beato sul comodino di Ash.

-"Allora?"-esclamò.

-"C-come...come sarebbe?! Devo chiamarla io?!?"-chiese Ash con una nota di panico.

-"Ma mi pare logico!"-sbottò l'amico, emettendo uno sbuffo che celava una risatina, come se Ash gli avesse appena domandato la cosa più ovvia e cretina sulla faccia dell'intero universo.

-"E perchè sarebbe logico?! Perchè non...Perchè non la chiami tu?"-

-"Di che hai paura, Ash?"-

Il silenzio cadde. Si, cadde. Ma la cosa non ebbe modo di farsi notare perchè Ash era ben deciso a non far trasparire assolutamente nulla di quello che stava provando, e così non diede modo a Brock di proseguire con quella che sembrava a tutti gli effetti un'ispezione psicologica.

-"E di cosa dovrei aver paura? Eh? E' solo che non vedo perchè debba essere sempre io a fare le cose per primo!"-

-"Veramente sei sempre l'ultimo"-

-"Questo non è affatto vero!...Dai...chiamala tu..."-

-"Ash, davvero, mi dici che problema c'è?"-.

Il ragazzo rimase in silenzio. E questa volta non riuscì proprio a mascherare quel velo di tristezza e inquietitudine che aleggiava nel suo sguardo. Indietreggiò di qualche passo e si abbandonò sul letto, chiudendo gli occhi e passandosi una mano sulla fronte.

-"Veramente vorrei tanto saperlo anch'io"-sospirò.

Brock gli si avvicinò con fare cauto e gli si sedette vicino.

-"Ti mette ansia il fatto di doverla rivedere?"-

-"Io...non lo so...Brock, è passato del tempo, lo sai, lo sai anche meglio di me forse. Può avere completamente un'altra vita, può avere nuovi amici, può avere nuovi impegni, nuove persone, può...può..."-

-"Può essere cambiata?"-

Ash impiegò qualche secondo a rimurginare dentro di sé quella domanda. Poi fece un profondo sospiro, si girò su un fianco dando le spalle a Brock in modo che non potesse guardarlo in faccia. Anche l'amico sospirò. Ma a differenza di Ash era più un Lo sospettavo, scemo.

-"Ash, sei cambiato anche tu. Anni fa, ad esempio, non avresti mai fatto un discorso del genere. Non deve spaventarti quanto tempo siete stati lontani, siete stati amici per troppo tempo per dimenticarvi l'uno dell'altra, per potervi permettere queste stupide insicurezze...perchè, amico mio, sono davvero stupide, sciocche, insignificanti insicurezze! Che sia cambiata è scontato. Ma se non la chiami non scoprirai mai come e quanto sia cambiata, no? Che senso ha starsene con le mani in mano? Vuoi perderla? Vuoi perderla per sempre?"-.

Ash rifletté dentro di sé: Brock aveva ragione. Aveva pienamente ragione.

-"Però"-riprese Brock, con tono rassicurante, affettuoso, proprio lo stesso che avrebbe usato un fratello maggiore in quella situazione. -"se proprio non te la senti...posso chiamarla io, d'accordo...e tu puoi stare vicino a me mentre lo faccio"-. Ash si tirò su a sedere come se fosse stato sdraiato sulle ortiche tutto quel tempo e se ne fosse accorto solo in quel momento.

-"SI, SI, SI, PERFETTO, FACCIAMO COSI!"-. Afferrò con veemenza la cornetta del telefono portatile e gliela porse. Vide Brock - un risolino che stava cercando di soffocare (Ash sapeva benissimo che tutto ciò lo stava divertendo; si, lo divertiva incredibilmente vederlo imbarazzato e impacciato in quel modo a causa di Misty, ci avrebbe messo la mano sul fuoco) - prendere la cornetta tra le mani, comporre una serie di numeri e portarsela all'orecchio sinistro...e tutto quel che sentì dopo fu una forte morsa allo stomaco e il cuore pulsargli con violenza nel petto, quasi squarciandoglielo.

Rispondi...Rispondi...

-"Ehm, salve, scusi il disturbo ma avrei una richiesta piuttosto urgente da farle...potrei parlare con la Capopalestra?"-

-"Metti-il-viva-voce! Metti-il-viva-voce!"-prese immediatamente a sillabare Ash con il movimento delle labbra, gesticolando e saltellando per fargli capire meglio, mentre Brock, una mano premuta sull'orecchio destro per allontanare i rumori che disturbavano la telefonata, lo stava guardando confuso.

-"Un attimo, scusi"-fece Brock, premendo poi il tasto del vivavoce. -"Allora, stavo dicendo...cos'è che stavo dicendo?"-

Ash lo fissò inorridito: Cos'è che stavo dicendo?!?!

-"Cercava la Capopalestra, giusto? Sono io, ma chi parla?"-.

Ash ebbe un tuffo al cuore.

Poco mancò che stramazzasse steso per terra.

Quella voce...

Quella voce.

Era lei!

Era lei, era proprio lei!

-"Misty?"-disse Brock, sciogliendosi in un sorriso.

-"Hm? Si, sono Misty Waterflower ma chi...un momento! Io conosco...conosco quella voce! La riconoscerei tra mille! BROCK PETERS?!"-

-"Ma ciaaao, sirenetta! Sorpresa di sentirmi?!"-

-"Sorpresa? Sor-pre-sa?! Cioè, tu mi stai chiedendo se sono...mi stai davvero chiedendo...Ma tu non ti rendi conto di quanto io sia felice! Oh, santo cieeelo! Romeo! Il rubacuori più famoso di tutta Kanto! Da quanto tempo, è...è davvero un'eternità! Accidenti, non mi sembra neanche vero! Come stai?! Come stai?!?"-

La felicità che sprigionava da quella voce...

Quell'allegria, quella vivacità che avevano sempre fatto parte di lei...

E di lui.

Ash non sapeva spiegarsi bene il motivo, ma si sentì invadere da un'ondata calda, un qualcosa che lo travolse completamente...un qualcosa di intenso, di forte...Un qualcosa che lo stava facendo sentire felicissimo, come se al mondo non potesse esserci nient'altro capace di tutto quello.

-"Io sto benissimo, anche se non sono ancora riuscito a trovarmi una ragazza! Non ti sembra ingiusto, accidenti? Con tutte le bellezze che ci sono sulla terra! No, comunque sto bene, in questo momento mi trovo a casa di Ash!"-.

Misty cadde in silenzio.

Tutte quelle belle sensazioni furono strappate dal petto di Ash all'istante.

Attese, senza emettere fiato...Attese, e attese ancora...

Ma perchè cavolo non diceva niente?! Perchè non si era messa a sclerare gioiosamente come quando aveva saputo di Brock?!

Perchè...pareva non essere minimamente felice...di sentire il suo nome?!

-"A c-casa di Ash?"-chiese finalmente dopo diversi secondi, con un tono...strano. Un tono che Ash le aveva sentito solo quando Daisy l'aveva chiamata per dirle che sarebbe dovuta tornare a Cerulean City. Un tono che Misty assumeva solo quando c'era qualcosa che la faceva stare davvero male. Quel maledettissimo tono che Ash odiava con tutto sé stesso.

-"Si, e infatti lui..."- ma Ash, ghiacciandolo con uno sguardo che fino a quel momento della sua vita non aveva mai indossato, lo fermò in tempo. -"...lui è uscito!"-

-"...Ah, capisco..."-. Perchè aveva ancora quel tono?! Ash non riusciva a capire se fosse stata delusa da quella notizia o se si fosse sentita sollevata. -"Be'...dimmi...e come state?"-

-"Stiamo tutti e due bene, tranquilla"-le rispose Brock, sicuro che quel come state equivaleva più che altro ad un come sta.

-"Qualcosa mi dice che non mi hai chiamata solo per sentire la mia voce, comunque!"-

-"Infatti ho una cosa da chiederti..."-.

Solo in quel preciso momento Ash riuscì a scacciare tutte le congetture sullo strano modo di fare della ragazza, e credette seriamente di cadere in ginocchio.

Le forze non lo tenevano più in piedi...

Glielo stava per chiedere...

Glielo stava per chiedere...

-"...Tu sai che oggi è la Vigilia di Natale! Si, si, è naturale che lo sai! E infatti non ti ho di certo chiamata per informarti su che giorno è oggi, no di sicuro, ce l'avrai un calandario, no?!"-

-"Ehm...si..."-

-"Piantala!"-gli ringhiò Ash con un tono di voce praticamente impercettibile.

-"E...insomma, sai, la signora Ketchum ha organizzato una festa qui a Pallet, tutti insieme, e ci stavamo giusto chiedendo se anche a te avesse fatto piacere unirti a noi!"-.

Seguì un lungo istante di assoluto silenzio in cui né Ash, né Misty, né Brock emisero un solo verso.

Accetta...Ti prego, ti prego accetta...

-"Mi farebbe molto piacere"-esclamò infine lei allegramente, ed entrambi i ragazzi erano certi che stesse sorridendo. -"Sempre se non disturbo, è chiaro!"-

-"Disturbare? Siamo noi che ti abbiamo invitata, Misty!"-

-"Eh eh eh, be', in effetti...A volte faccio delle osservazioni davvero idiote! Uhm...be', allora...vi raggiungo appena possibile! Ci vediamo direttamente a casa di Ash o cosa? Per me fa lo stesso, posso anche aspettarvi al Centro Pokémon più vicino se vi da fastidio che io piombi all'improvviso!"-

-"No, no, a casa di Ash va bene!"-

-"Fantastico! FAN-TA-STI-CO!!! E' stranissimo, è come se mi stessi capacitando del tutto solo in questo momento, piano piano, è che mi sembra così...così assurdo! Non pensavo che vi avrei risentiti, rivisti...Sono felicissima, Brock, SONO FELICISSIMA!"-

-"Mi fa piacere! Ci manchi molto, lo sai? Non vedo l'ora di rivederti! Ora devo salutarti...Ah, mi pare che sia tornato Ash!"-

-"...D-dici davvero?"-

Ash lo fissò, sbiancando da capo a piedi. Sembrava essersi evoluto in uno zombie. Brock tappò i forellini del ricevitore con il palmo della mano affinché Misty non potesse sentire.

-"Dai! Parlale!"-sussurrò.

-"N-O!"-scandì in modo categorico Ash, sempre in un sussurro.

-"Perchè no?! Ha detto che viene!"-

-"Ecco, appunto, allora non ho nient'altro da dirle!"-

-"Dannazione, quanto sei stupido!...Misty, scusami, mi sono sbagliato, era sua madre. Ash ancora non è rincasato, non so davvero cos'abbia in quel cervello"-e, detto questo, gli lanciò un'occhiataccia.

-"A-ah, va bene...Tanto ci vediamo più tardi, no? Be', allora...ciao, Brock...Grazie ancora per avermi telefonato!"-

-"Figurati! Ciao!"-.

Chiuse la chiamata, risistemando la cornetta al proprio posto.

Si voltò e guardò torvo Ash, che si era gettato con la faccia su un cuscino.

-"Sei un idiota"-

-"Lo so"-

 

 

*

 

 

Misty poggiò delicatamente il cordless nero sul bordo, scrutando l'acqua della piscina.

L'aveva chiamata Brock Peters! Il suo vecchio amico Brock, quel'inguaribile Dongiovanni di Pweter City! Da quanto aspettava quella chiamata! Aveva atteso mesi, e mesi, e mesi! E, finalmente, c'era riuscita! Le sembrava di toccare il cielo con un dito, avvertiva il cuore essersi fatto come di gomma piuma per quanto si era gonfiato di felicità!

Però...aveva aspettato a lungo anche di parlare con lui. E invece sembrava non essere in casa. Si era sempre immaginata una bella chiacchierata con Brock, seguita da una seguente con la persona che più di ogni altra voleva davvero sentire...E invece, niente di niente. Questa si che era sfortuna allo stato puro.

Si mise seduta più comodamente e gettò i piedi a mollo, giocherellando, disegnando cerchi, creando bolle, giochi di aria e d'acqua. Indossava una felpa nera con cappuccio e una gonna corta a pieghe color blu notte. Togepi le trotterellò allegramente accanto e la ragazza riuscì ad afferrarlo al volo appena due secondi prima che quest'ultimo facesse un tuffo.

-"Allora, che ne dici di andarcene a Pallet per Natale?"-

-"Ciokke, ciokkeee!"-

-"Così rivedi anche Pikachu! Non sei contento?"-

-"Prrriiiiiiiii!"-

Per quella serata la Cerulean's Gym aveva in progetto uno spettacolo acquatico con tutti i suoi Pokémon, ma la sua presenza non era necessaria. Lei, in ogni caso, sarebbe stata soltanto a guardare, esattamente come il pubblico, e solo gli altri addetti alla palestra si sarebbero esibiti insieme ai Pokémon. Si alzò per andare a parlare della cosa alla dottoressa Joy, che da quando era tornata a Cerulean l'aveva sempre aiutata moltissimo. Ma non fece neanche in tempo a voltarsi, pronta per dirigersi al Centro Pokémon, che se la ritrovò davanti, e le cozzò quasi addosso.

-"Misty! Ciao! E ciao anche a te, piccolo Togepi"-fece lei, dolcemente.

-"Buongiorno, Joy"-la salutò sorridendo Misty.

-"Allora, sei pronta per il grande spettacolo? Sono curiosissima di vedere in che cosa si esibirà Gyarados! Dio solo sa che ottimo lavoro hai fatto con quel Pokémon, ancora mi stupisco per la tua abilità, sai? Se ripenso ancora al caratteraccio che aveva..."-

-"Ecco, appunto, io...stavo proprio venendo a cercarla per dirle che...non sarò presente"-

-"Come? Cosa è successo? Ti senti poco bene?"-

-"Ecco, vede...il mio amico Brock...mi ha giusto chiamata qualche minuto fa...Capisce?! Finalmente mi ha chiamata! Mi ha chiamata davvero! E...non solo...mi ha anche invitata ad una festa a Pallet Town...Una festa di Natale a casa...a casa di Ash"-.

Joy la guardò sorpresa per qualche secondo, poi non poté fare a meno di sorriderle raggiante.

-"Sono contenta per te! Finalmente lo rivedrai!"-

-"Oddio, per carità, non faccia così che già mi sento abbastanza nervosa!"-prese a camminare avanti e indietro, tormentandosi le mani, gettando sguardi ansiosi su tutta la Palestra. -"Rivedere lui...rivedere Ash...No, nooo, ho i brividi solo a pensarci!"-

-"Ma è quello che hai sempre voluto da quando sei tornata qui!"-

-"Si!...Si, si lo so! Rivederli...rivedere Ash e Brock per me vuol dire davvero tanto, non basterebbero anni per esprimere quanto questo significhi per me! Ho sofferto tantissimo...quando mi sono separata da loro. Lei lo sa"-

-"Si, lo so"-. Le rivolse un altro sorriso, questa volta più sentito. -"E allora? Dov'è il problema?"-

-"...Io ho sentito solo Brock. Ho parlato solo con lui! A quanto pare Ash non era in casa, e così non ho proprio avuto niente a che fare con Mister Ketchum. Niente!"-

-"Quindi...questo praticamente vorrebbe dire...che lo rivedresti e lo risentiresti da...quella volta che vi siete detti addio? Giusto?"-

-"...Esatto! Insomma, è molto tempo...Ma che dico, è TROPPO tempo!!! TROPPO, TROPPO, TROPPO!"-

-"E hai paura che non sia più quello di una volta, che si sia dimenticato di te e di quello che avete passato insieme...Che quando vi troverete di nuovo faccia a faccia non sarete più quei Misty ed Ash di un tempo che si scannavano notte e giorno per una bicicletta distrutta...Che ti renderai conto che la vostra avventura, che tutto quello che c'è stato fino adesso...ormai non è nient'altro che un ricordo...accantonato da qualche parte chissà-dove"-

-"...Joy, così non mi aiuta!"-scherzò la ragazza. -"No, comunque, è proprio così...è come se mi avesse letto nel pensiero. Io...io non so come comportarmi"-

La giovane infermiera si passò una mano tra i capelli e sospirò, avvicinandosi e poggiando con affetto una mano sulla spalla della ragazza, che si stava fissando la punta dei piedi sconsolata.

-"Sai cosa devi fare, piccola Misty?"-

-"Cosa?"-le domandò tristemente. Joy la guardò fissa, senza mutare però quel suo volto tipicamente dolce e gentile.

-"Essere te stessa. Fargli capire quanto ti è mancato. Quanto significhi lui per te. Parlargli. Tutto qua"-

-"...S-sembra facile...ma...ma la verità è che non lo è per niente..."-

-"Devi tenere bene a mente che questa...è come una seconda possibilità che la vita ti offre, Misty. Tu sai di cosa parlo...potrebbe essere la volta buona"-.

A quelle parole Misty si pietrificò sul punto in cui si trovava.

Aveva capito anche fin troppo bene dove Joy volesse andare a parare con quella frase.

Assolutamente no! No, no e no! NON DIRO MAI A MISTER KETCHUM... C-C-COSA... COSA... COSA-COMUNQUE-NON-PROVO!

MAI!!!

-"V-vado a prepararmi!...Si, sarà meglio!"-esclamò poi, arrossendo lievemente, dopodiché si affrettò a raggiungere la propria stanza, sotto lo sguardo sorridente dell'infermiera.

-"Cosa mi metto, cosa mi metto, cosa mi metto?! E poi, da quando in qua mi faccio tutte queste paranoie per vestirmi?! Non sono mai stata quel tipo di ragazza che impiega eternità ad agghindarsi, a farsi i capelli, a vestirsi! Di solito metto sempre la prima cosa che trovo, accidenti! Perchè adesso no?!...Ohhh, sono nervosa...troppo nervosa...nervosa da morire! MA PERCHE DIAVOLO HO ACCETTATO?! SONO UNA STUPIDA, UNA STUPIDA, CRETINA MASOCHISTA! MI SONO TIRATA LA ZAPPA SUI PIEDI DA SOLA PRATICAMENTE! BRAVA MISTY, BRAVA! CLAP CLAP CLAP! CON CHE FACCIA MI PRESENTO?!? EH? BE', SE MI HANNO INVITATA LORO...NON CAPISCO DOVE STIA IL PROBLEMA...MA QUESTO NON RISOLVE LE COSE! NON RISOLVE QUELLA COSA! ACCIDENTACCIO, COSA MI METTO?!"-.

Era lì, qualche minuto dopo, a sbraitare in maniera a dir poco isterica, gettando in aria tutto quel che le capitava sotto tiro e che trovava nel suo armadio. Afferrò un paio di jeans lunghi verde scuro, li squadrò con fare critico, per poi gettarseli alle spalle sbuffando.

-"NO, NO. SONO ORRIDI, E TRA L'ALTRO SONO DI VIOLET, QUINDI CHE CI FANNO DA ME?! IL MIO ARMADIO E' UNA DISCARICA COMUNALE, FORSE?! QUELLE TRE MI CREANO PROBLEMI ANCHE QUANDO SONO IN GIRO PER IL MONDO LONTANE CHISSA QUANTI CHILOMETRI!"-.

A questo pensiero si immobilizzò.

Rimase a guardare con occhi spenti la camicia che le stava giacendo tra le braccia.

Era stato per colpa loro che si era dovuta separata da Ash.

Erano delle egoiste! Lo erano sempre state, sempre, da quando era piccola! Non le aveva nemmeno lontanamente sfiorate il pensiero che forse, lei, Misty, colei che era sempre stata ritenuta solo ed esclusivamente la sciocca sorellina delle tre fantastiche sorelle Waterflower, non aveva assolutamente né l'intenzione né tantomeno la voglia di lasciare il suo viaggio, i suoi amici, la sua vita di sempre, per tornare a Cerulean?! Di lasciare Ash?! L'avevano sempre usata solo quando faceva loro più comodo! Poi per il resto l'avevano trattata dall'alba dei tempi solo come per la piccola, stupida, rozza, inferiore pecora nera della famiglia! Quindi...chi diavolo glielo aveva fatto fare di accettare quel...quel...quel ricatto?!

Poi rifletté meglio...

I suoi genitori avevano sempre creduto in lei, sempre e comunque...

E tutto quello...se lo aveva fatto senza lamentarsi...lo aveva fatto esclusivamente per loro...

-"FA SCHIFO PURE QUESTA!"-e lanciò in aria anche la camicia. Poi si lasciò cadere a terra e appoggiò la schiena su un'anta dell'armadio.

La terrorizzava il fatto di rivedere Ash, guardarlo, salutarlo, parlargli...e accorgersi che non era più lo stesso, che il loro rapporto non sarebbe stato più come quello di un tempo...Magari si sarebbe intimidita e non avrebbe spiccicato parola, o forse sarebbero scoppiati in un litigio...E quest'ultima ipotesi era decisamente più confortante della prima, perchè sarebbe equivalso a dire che tutto era rimasto come un tempo, che nulla era cambiato...nulla, tra di loro.

-"...Io...io...be', IO CI VADO COSI! CHISSENEIMPORTA!!!"-e, affermazione finita, balzò nuovamente in piedi, afferrò la sua sacca rossa, uscì con passo svelto dalla camera, tornò verso la piscina, prese in braccio Togepi, prese delle scarpe da ginnastica e lanciò uno sguardo, che tentava disperatamente di apparire sicuro senza però riuscendoci, oltre quel bianco portone che si affacciava su una via di Cerulean.

-"...Ci siamo, piccolino...Si va"-

 

 

*

 

 

Era ormai pomeriggio inoltrato e il buio si faceva sempre più avanti via via che passavano i minuti. Qualche stella solitaria era spuntata luminosa in alto nel cielo, coperto da soffici nuvole bianco sporco che si muovevano dolcemente sotto il soffio leggero di quel vento tipicamente pungente in quella stagione. La casa di Ash era stata preparata per la festa: sulla porta d'ingresso vi era stato appiccato del vischio, fuori nel giardino un enorme albero di Natale splendeva con le sue sfavillanti luci che gettavano bagliori colorati tutt'intorno, sul tetto scorrevano varie file di stelle filanti d'oro e d'argento. Nel salotto, un altro albero di Natale decisamente più piccolo dell'altro era illuminato da vivaci lucine rosse che intonavano a ritmo strofe natalizie, e sotto di questo pacchetti di varie dimensioni facevano sfoggio della loro bellezza, assieme ad una scatola di pandoro e ad una bottiglia di spumante. La tavola, preparata con la tovaglia più bella che Delia possedeva, era già stata imbandita con bicchieri di cristallo, bottiglie di acqua e di champagne, e anche qualche aperitivo. La famiglia di Max e Vera era già arrivata, così come anche il padre e i numerosi fratellini di Brock, che stavano giocando con Pikachu seduti in cerchio sul tappeto dell'ingresso. Un televisore dal volume molto basso era sintonizzato su un canale dove stavano presentando un varietà dedicato al Natale, in cui un coretto di bambini stava intonando giusto in quel momento "Tu scendi dalle stelle".

Non mancava nulla.

Non mancava niente.

Non mancava nient'altro, se non lei.

Ash guardò nervoso l'orologio, scostando la manica del maglione nero e portandosi il polso all'altezza degli occhi: erano quasi le diciannove...

-"Arriverà, dai"-

Ash guardò Brock, che gli era apparso di fianco e gli aveva dato una leggera pacca alla schiena.

-"Eh? Ma di chi parli?"-gli domandò con tono indifferente - o almeno a lui pareva lo fosse stato -, cercando di convincerlo che non era agitato nel modo più assoluto a causa di Misty.

-"Quando deciderai di svegliarti e di ammettere, prima di tutto a te stesso, com'è che stanno le cose...fammi un fischio, d'accordo? Sono anni che non aspetto altro!"-ma in quel preciso istante si sentì il dling dlong del campanello, che li interruppe. Ash deglutì, gettando un'occhiata spaventata verso la porta di casa.

-"E' arrivata, vai ad aprirle"-gli suggerì l'amico in un orecchio, con tanto di strizzatina d'occhi.

-"M_"-

-"Niente ma, Ash. Aprile e basta, senza fare storie. Su!"-e, detto questo, gli assestò una spinta bella potente che lo fece quasi ruzzolare sul pavimento.

Ash prese in mano tutto il coraggio che aveva in corpo e mosse passi lenti verso l'ingresso...

Erano troppo lenti! Troppo!

Sarebbe arrivato a quella dannata porta l'anno prossimo, se tutto andava bene!

Era assurdo...aveva affrontato Capopalestra, aveva affrontato gli Elite Four, aveva affrontato il Team Rocket, Giovanni, quel collezionista megalomane che voleva Lugia per sé, Pokémon molto forti e pericolosi...e adesso non riusciva ad affrontare Misty Waterflower?!

Coraggio, Ash... Coraggio.

Tese la mano verso la maniglia...

Ce l'appoggiò timorosamente sopra...

Chissà come sarà...?

La piegò, deglutendo nuovamente...

No, voglio scavarmi una fossa con una pala e buttarmici dentro!

Non fatemi aprire, vi prego! Non voglio aprire, non voglio farlo!

Davvero, quella fossa mi calzerà a pennello, ci starò bene, vivrò in pace!

...Però...dopo tanto tempo...dopo tutto questo tempo...

Non mi sembra vero... I-io...io la vedrò...

Un attimo! La vedrò? La vedrò davvero?!

Si, è così, io...la vedrò...

La vedrò...

...Voglio vederla!

Aprì la porta con uno scatto, facendolo in un modo forse troppo veloce e brusco, quasi violento, perchè si sentì barcollare.

-"BUON NATALEEEEE!"-lo investì la squillante voce di un ragazzo che sovrastò ogni altro suono, perforandogli quasi i timpani.

Capelli scuri, immancabile fascia sulla fronte, occhi sbarazzini, decisamente più alto di lui...

No, non era certamente chi si aspettava che fosse.

-"T-Tracey...M-ma che piacere vederti..."-mentì Ash con tono funereo, spostandosi da un lato per dargli modo di entrare e accomodarsi.

Tracey era uno dei suoi migliori amici, erano sempre andati d'accordo, avevano vissuto anche loro un'infinità di emozioni, non avevano mai avuto alcun genere di problemi...ma...

Ma non era lui che stavo aspettando.

-"Ehi, Ash! Avete già cominciato? Senza di me?!?"-gli chiese allegramente Tracey.

-"No, no, puoi tranquillizzarti, stiamo ancora aspettando altri ospiti"-disse, alludendo segretamente a Misty.

-"Benone! Allora non mi sono perso la cena, vero?"-

-"Ma non sono nemmeno le otto"-. Prima di richiudere la porta, Ash gettò un'occhiata fuori: il vento era diventato più burrascoso e gelido, e piccoli fiocchi di neve erano cominciati a scendere uno dopo l'altro, rivestendo man mano le stradine di un sottile velo candido.

Di Misty neanche l'ombra.

-"Ah, Tracey sei tu!"-esclamò Brock, intercettando lo sguardo deluso di Ash e facendo per tutta risposta un sorrisino di scherno, sempre più divertito nel vedere il proprio migliore amico, nel vedere Ash Ketchum, trovarsi in quello stato non solo per una ragazza, ma addirittura per colei con la quale non aveva fatto altro che litigare, e litigare, e litigare, giurando e spergiurando di non provare assolutamente nulla.

-"E chi pensavi che fossi?"-

-"No, è che anche Misty dovrebbe arrivare"-

-"Misty qui?"-

-"Dovrebbe"-sottolineò amaro Ash, abbassando lo sguardo.

-"Fantastico!"-

-"Già..."-

-"ASH, POTRESTI DIRE A TUTTI DI SEDERSI?"-. La voce di sua madre, più alta del solito, arrivò dalla cucina.

-"Ma come? E' già pronto?!"-

-"BE', SI, COSI AVREMO PIU TEMPO PER PARLARE DOPO! DAI, FAI COME TI HO DETTO!"-

-"Ma mamma...Misty...Misty non è ancora arrivata"-

La signora Ketchum fece capolino nel salotto, collegato alla cucina, e gli regalò un'espressione rassicurante, comprensiva.

-"Sono certa che arriverà, tesoro...Ma non possiamo far aspettare tutti quanti, avranno fame"-

-"...D'accordo"-

-"Ehi, Ash, perchè così depresso? Oggi dovrebbe essere il giorno più bello dell'anno!"-chiocciò Vera, che era apparsa alle spalle di Delia, che tornò in cucina. La ragazzina indossava un abitino rosso, un paio di calze nere che terminavano con delle scarpe senza tacco, simili a quelle che di norma usano le ballerine, spruzzate di oro. Aveva inoltre legato i capelli in un'alta crocchia, con dei ciuffi boccolati che le ricadevano morbidi ai lati del viso. Ash non poté fare a meno di pensare che era decisamente carina.

-"Ehi, Ash, già ti sei già dimenticato di lei? Ti basta un niente!"-ironizzò Brock, notando l'imbambolamento del ragazzo difronte a Vera.

-"Vuoi stare zitto, per favore?!?"-sbottò lui, diventando come l'abito della ragazza. Non riusciva a capire se questo fosse accaduto per l'imbarazzo o se fosse stato invece per la rabbia, ma di certo quella frase non gli aveva fatto piacere. Lo faceva...sentire...quasi in colpa...Lo infastidiva. -"E POI CHE COSA VORREBBE DIRE, COSA STAI INSINUANDO?!"-

-"Oggi sei proprio strano, Ash!"-osservò Vera. -"Sei tutto zitto e serio...che hai?"-

-"Io...io non ho niente di niente!"-.

Ma quanto ci voleva a tutti quanti per capire che era agitato in quel modo solo per il semplice fatto di rivedere una carissima amica dopo tanto tempo?! Non c'era nient'altro sotto, NIENT'ALTRO! Era tutto lì!!!

Però...a Brock la cosa non stava facendo quell'effetto...

Perchè non lo rendeva ansioso, nemmeno alla lontana, quanto lui?!

Eppure...anche Brock conosceva da molto tempo Misty, e non la rivedeva da esattamente quanto lui...

-"Questa Misty però, scusate se ve lo dico, ma è...un pò...maleducata"-

Ash scrutò Vera. E senza spiegarsi bene il motivo sentì come l'impulso di prenderla a calci.

Cazzo...ma si può sapere cosa mi prende?!

-"No, è solo che è impegnata"-intervenne Brock.

-"Ah, già, lei è una Capopalestra"-esclamò Vera, con una sottile nota di acidità nel pronunciare la parola "Capopalestra". Max, spuntato da chissàdove, la guardò accigliato.

-"Sempre meglio di un'oca inutile come te"-

-"VIENI QUA, PIDOCCHIO!"-. La sorella prese a rincorrerlo per tutta casa, con tutta l'intenzione di trucidarlo per quell'offesa, sotto gli occhi di Ash, Brock e Tracey.

-"Per me è gelosa"-fece Brock.

-"Chi?"-

-"Mr. Mime. Ma come chi?! Vera, ovviamente!"-

-"E perchè?"-

-"Oh, buon Dio, ragazzo, ma sei davvero così ottuso?! Meglio se torno ai fornelli"-

-"Ci uniamo agli altri, Ash?"-chiese Tracey.

-"Si, ok"-.

Si può sapere dove sei finita?!

...Ho voglia di vederti...

 

 

*

 

 

-"UFFAAA! TUTTE A ME! MA E' POSSIBILE CHE CAPITINO TUTTE A ME, SEMPRE TUTTE A ME, SOLO TUTTE A ME?"-ringhiò Misty, continuando a pedalare faticosamente con la sua vecchia bici color rubino che una delle dottoresse Joy si era preoccupata di ripararle e restituirle, dopo che Ash, esattamente sei anni prima, gliel'aveva distrutta, carbonizzata, fatta a pezzi per salvare il suo Pikachu. Era così che si erano conosciuti. Il cielo nel frattempo era diventato scuro, il freddo le arrivava fin dentro le ossa; non si era curata di prendere un cappotto, e ora stava cercando di pedalare il più velocemente possibile con indosso solo la felpa e la gonna a marinaretta. E inoltre aveva preso a nevicare, e quel vento di ghiaccio le sferzava prepotente sul viso già di per sé arrossato per lo sforzo.

-"MA COME POSSO ESSERE COSI STUPIDA?! ARRIVERO DA ASH, SEMPRE AMMESSO CHE CE LA FACCIA, COMPLETAMENTE ZUPPA E IMPRESENTABILE! SOLO UNA CRETINA COME ME POTEVA PRENDERE, PARTIRE, DIRIGERSI A PALLET TOWN DA CERULEAN CITY CON SOLO UNA BICICLETTA!!! Fortuna che Togepi è al calduccio nella sacca...OH, NO! NOOO! TI PREGO, NO!"-.

Aveva appena preso a diluviare.

Forti ed echeggianti tuoni percorsero il cielo come una parata di tamburi, e i suoi capelli, sciolti, cominciarono a bagnarsi.

-"CI MANCAVA SOLO QUESTA! NON PUO ANDARE PEGGIO DI COSI! NON PUO!"-

-"Be', si può sempre fare qualcosa in merito, mocciosa"-squillò un'acuta, quasi acida, voce femminile. Misty volse lo sguardo in alto, sopra la propria testa, nel punto da dove era provenuta quella frase. E con suo orrore avvistò un enorme pallone aereostatico a forma di Meowth che stava aleggiando nell'aria. A bordo di questo, una ragazza, un ragazzo e un Pokémon la stavano osservando con un sorriso beffardo dipinto sui loro volti, con fare minaccioso.

-"Jessie...ma io sento frrreddo!"-si lamentò subito il ragazzo, abbandonando quella serietà che per nulla gli apparteneva, cercando di riscaldarsi le mani.

-"Sta' zitto, James, non vedi che è sola soletta?! Dobbiamo approfittarne!"-lo aggredì la ragazza. -"Ehi, bambolina, tira fuori i tuoi Pokémon se non vuoi fare una brutta fine!"-

-"...NON HO BISOGNO DI ALTRI PROBLEMI, SPARITE DALLA MIA VISTA! OGGI NON E' PROPRIO ARIA, NON LO E' PROPRIO!"-gridò Misty rabbiosa, continuando a correre con la bici e schizzando fango dappertutto, cercando di seminarli.

-"Sentite che tono da dura che usa la signorina! Miaow!"-

-"Meowth, sgancia qualche bomba"-

-"Agli ordiniii!"-

-"Non mi sembra una buona ideeea...Non mi sembra affatto una buona ideeea...!"-mugugnò James, osservando Jessie passarsi una mano fra i suoi lunghi capelli.

-"Non fare il pappamolle, James. Meowht, coraggio, datti una mossa!"-.

Misty vide una bomba mancarla per un pelo ed esploderle a pochi metri di distanza e sussultò spaventata.

-"MA SIETE COMPLETAMENTE PAZZI?!?!?"-urlò esterrefatta. -"VOLETE FORSE AMMAZZARMI?!?!"-

-"Dacci i tuoi Pokémon, perchè ti assicuro che la prossima volta non sbaglierò!"-le ordinò Jessie, scoppiando poi in una risata alquanto ridicola e stridula.

-"CON ME NON HO NESSUN POKEMON! E SE ANCHE LI AVESSI, NON VE LI CONSEGNEREI NEANCHE SE MI PUNTASTE ALLA TESTA UN FUCILE!"-

-"Continui a fare l'insolente?! Sei una piccola, perfida, bugiarda! Dove te ne vai, così di corsa, in una giornata come questa, senza nemmeno un Pokémon?!"-le sibilò Jessie, sporgendosi più che poteva dalla mongolfiera.

Il volto di Ash esplose davanti agli occhi di Misty. Era sempre più infuriata.

Io devo andare da lui...

Non rovinatemi questo giorno...

NON ROVINATEMELO!

-"NON SONO FATTI TUOI, STREGA! LASCIATEMI IN PACE!"-

Jessie si pietrificò.

E poco mancò che in quella posizione non precipitasse di sotto.

-"S-s-s-st-st-str...STRRREEEGAAAAARRRRRGGGGGH?!?!?"-

-"Oh-ho...L' ha fatta infuriareee..."-

-"James, cerca di tenerla! Prestooo!"-esclamò il Pokémon gatto, afferrando un braccio della ragazza, che difatti stava per precipitare di sotto per quanto aveva preso a sbraitare.

-"Non ce la faccio, si muove troppo!"-piagnucolò James.

-"COME OSI CHIAMARMI STREGA, MOCCIOSA, COME OSI, PICCOLA, LURIDA, SUDICIA, VISCIDA RAGAZZINA, TU NON SAI CON CHI HAI A CHE FAAAREEE, POSSO ESSERE IL TUO PEGGIOR INCUBOOO, IOOO...SE TI METTO LE MANI AL COLLOOO...! AUGURATI DI NON DOVERMI MAI INCONTRARE FACCIA A FACCIA, DA SOLE, SENZA NESSUNO CHE POSSA FERMARMI O CHE POSSA PROTEGGERTI, RAZZA DI PEL DI CAROTA SCHIFOSA ED INSULSAAA, IO GIURO CHEEE..."-ma in quel preciso istante un fulmine saettò dal cielo e cadde al suolo, passando proprio per la camera d'aria della mongolfiera. Che esplose.

-"Opsss..."-

-"Ancora una voooltaaa..."-

-"...il Team Rocket riparte alla velocità della luuuceee..."-.

Ma Misty non poté godersi il volo del Team Rocket come era solita fare, perchè il fulmine caduto l'aveva fatta sbandare e le aveva fatto perdere il controllo della bici, che prese a correre all'impazzata, dritta verso gli alberi che crescevano ai lati della strada.

-"Oh, no...OH, NO! N-O...NO!"-

 

 

*

 

 

Ash sussultò.

Il suo cuore, senza un motivo preciso, senza un motivo che gli fosse chiaro, aveva fatto un balzo e se lo era sentito in gola. Si, se lo era proprio sentito in gola, come un qualcosa di gonfio che pulsava dolorosamente, tanto quasi da soffocarlo.

-"Che ti prende, Ash?"-gli chiese preoccupata sua madre, seduta a tavola difronte a lui, che aveva notato l'espressione atterrita del figlio.

-"N-niente...Ho freddo"-

-"Eppure ho acceso i riscaldamenti. Forse si sono spenti, vai a controllare?"-

-"D'accordo...scusatemi un attimo"-. Si passò una mano sul petto, istintivamente, proprio sopra il cuore, alzandosi poi dalla sedia e lasciando il salotto dove tutti quanti avevano ormai iniziato a cenare da un pezzo.

Erano ormai quasi le dieci...

E non si sentiva affatto tranquillo.

Brock lo raggiunse.

-"Credi che le sia successo qualcosa?"-

-"Ho come...addosso...una brutta sensazione"-

-"...Anche tu?...Senti, io direi di chiamarla. Forse ha avuto un imprevisto, e non è potuta venire"-.

Mentre Brock faceva il numero della Cerulean's Gym, Ash rimase in silenzio.

...E così non l'avrebbe rivista...

-"Pronto, sono Brock Peters. Potrei parlare cortesemente con Misty Waterflower, la Capopalestra?"-

-"Salve_"-

-"...DOTTORESSA JOOOY!"-la interruppe gridando, facendo quasi stramazzare a terra Ash per lo spavento. -"MA CHE PIACERE SENTIRLA! MIO DOLCE ANGELO, VOCE DIVINA, SPLENDORE ABBAGLIANTE, COSA CI FA LEI IN UNA NOTTE SPECIALE COME QUESTA IN UNA STUPIDA, SQUALLIDA, FREDDA PALESTRA TUTTA DA SOOOLAAA?! SE VUOLE LA RAGGIUNGO E LA PORTO AD UNA ROMANTICA CENETTA! NON POTREI PERMETTERE PER NULLA AL MONDO CHE_"-. Ash, scoccandogli uno sguardo nauseato, fece arrivare il messaggio chiaro e tondo a Brock, che tacque immediatamente.

-"Ehm...veramente Misty è partita da qui questa mattina in bibicletta, mi aveva detto che sarebbe andata alla festa per Natale organizzata a casa di Ash!"-

-"...Non ci vuole tutto questo tempo da Cerulean a Pallet...Non distano così tanto..."-ragionò a bassa voce Ash, la fronte aggrottata, sempre più preoccupato.

-"Capisco! Lei è davvero disponibile, leggiadra, dolce, generosa signorina! Sa, mi stavo giusto chiedendo se per caso potesse darmi il suo numero di telefono, e, già che c'e_PERCHE LO HAI FATTO?!?"-sbraitò in faccia ad Ash che gli aveva appena chiuso la chiamata senza tanti complimenti.

-"Hai sentito?! Hai sentito oppure dormivi?!? Doveva essere qua già da un pezzo!"-

-"Be', ma..."-

-"Io vado a cercarla"-e, senza dire una parola, si diresse verso il salotto, afferrò il cappotto e uscì di casa, lasciando che la porta sbattesse violentemente per il vento. Vera sopraggiunse e fece come per corrergli dietro, ma Brock la bloccò per il polso, assumendo un'espressione seria e scuotendo lentamente il viso.

-"Deve andare da solo...devono vedersela da soli"-

Ash prese a correre più forte che poteva.

Cosa le era capitato?!? Cosa le era successo?!? Sapeva perfettamente che non sarebbe mai mancata ad un'occasione del genere, sicuramente non senza prima avvertire! Aveva avuto ragione lui a non sentirsi tranquillo, a sentirsi preoccupato! Aveva avuto ragione fin dall'inizio! Altro che cotta, altro che ammettere a sé stesso i propri sentimenti...Aveva avvertito che qualcosa non andava, era sempre stato quello! E infatti Misty sembrava in guai seri...Lo sentiva...Sentiva un'orrida sensazione soffocante che gli pesava nello stomaco schiacciandoglielo come se fosse fatta di piombo.

La pioggia lo aveva infradiciato completamente, e le gocce d'acqua gli scendevano inarrestabili lungo le guance, lungo quel volto accigliato, preoccupato, mentre correva senza fermarsi, senza rallentare. Avrebbe dovuto farlo prima. Cominciò anche a chiamare il suo nome a voce alta, ma non ricevette alcuna risposta.

Poi...tutto d'un tratto, in lontananza, vide una bicicletta, messa decisamente male, che aveva tutta l'aria di essersi schiantata addosso a quella quercia appena più in là. E vide anche una sagoma stesa a terra priva di vita.

Senza neanche essersene accorto si era fermato, si era imbambolato a guardare quello scenario, con la bocca semi-aperta a mo' di baccalà.

-"Oh, diamine..."-

Riprese il passo, accelerando sempre di più, finchè non la raggiunse in meno di tre secondi, accasciandosi su di lei e afferrandola per le spalle.

La tirò su e prese a scuoterla con veemenza.

-"Misty! Misty, Misty, svegliati!"-

La ragazza aveva il volto coperto di terra bagnata, i capelli erano spettinati e sporchi, i vestiti un pantano e sulle gambe presentava diversi graffi dai quali fuoriusciva del sangue, anche se non di certo in grosse quantità. Ash la vide respirare ancora e subito si sentì meglio: a quanto pareva sembrava solo aver perso conoscenza. Cercò di tirarla su ma, completamente esausto per la corsa, barcollò pericolosamente all'indietro, rischiando di cadere e trascinarsi dietro anche Misty. Recuperata la sacca con all'interno un Togepi terrorizzato, decise quindi di portarla con sé all'interno di un cunicolo che si apriva tra un gruppo di rocce poco distanti le radici di quell'enorme quercia e aspettare che si svegliasse. Una volta al riparo, la fece sdraiare dolcemente, appoggiandole la testa sulle propria ginocchia, coprendola poi con il cappotto che si era sfilato per riscaldarla. Dopodichè volse uno sguardo fuori, dove sembrava regnare il caos. Stava diluviando. Anzi, diluviare era dir poco. Non si riusciva a vedere nulla per quanto la pioggia scrosciasse con violenza ed insistenza, si era come alzato un sottile velo nebuloso che offuscava e confondeva ogni forma; anche i suoni altri non erano che rombi, sibili e scricchiolii più o meno intensi. Sembrava di essere in guerra. Un brivido di freddo corse lungo la schiena e le esili spalle di Ash, terminando all'altezza della nuca. Gli era venuta la pelle d'oca.

-"Cavoli, che frrreddo! Di questo passo mi prenderò una polmonite!"-esclamò sussurrando tra sé e sé, cercando di riscaldarsi sfregando le mani contro le braccia completamente intirizzite. -"E bravo l'idiota! Senza un mezzo di trasporto, senza un Pokémon...tutto perchè ho questa dannata impulsività del cavolo che mi porto dietro dalla nascita!...Ma...ma almeno..."-

La guardò.

Ash guardò Misty.

E accoccolata in quel modo, così tranquilla, così indifesa...non poté non provare tenerezza.

Quanto avrebbe pagato per poter essere in grado di entrare nella sua testa in quel preciso istante, di poter curiosare tra quei suoi pensieri, di poter scoprire cosa mai ci fosse nascosto. Era pazzesco quanto una cosa sempre così vitale, sempre così energica, esplosiva, quasi delle volte in maniera insopportabile... fosse anche capace di essere così quieta...e così bella.

Misty era bella.

Era bella anche ridotta in quello stato pietoso, anche con i vestiti sgualciti e tutta coperta di melma. Non erano i capelli messi in ordine che lo tenevano legato così tanto a lei. Era la sincerità di quegli occhi adesso chiusi, era il suo carattere sempre dolce e solare con tutti ma allo stesso tempo combattivo e determinato, era il suo aver sempre voluto andare controcorrente, il suo riuscire a farsi valere, la sua forza d'animo, il suo coraggio, la sua testardaggine disumana, il profondo affetto che era in grado di esprimere anche con un semplice gesto...erano addirittura le battutine che gli rifilava quando litigavano...era lei. Erano semplicemente tutte quelle cose che facevano parte di Misty a far si che...lui l'amasse così tanto. Si, perchè Ash l'amava. Lo sapeva lui come lo avevano capito tutti, come lo aveva capito anche Misty. L'unica cosa che non permetteva loro di sugellare quel sentimento così intenso e così puro era solo quello stupidissimo "ti amo" detto a voce e nient'altro. Solo quelle due sciocche parole che entrambi si trascinavano dietro da anni e che non avevano mai trovato il coraggio di affrontare. Per timidezza. Per testardaggine. E soprattutto per paura. Paura di cosa? Ma naturalmente paura che il loro rapporto non sarebbe più stato lo stesso, che sarebbe cambiato tutto, che ogni cosa tra di loro sarebbe mutata...e nessuno era in grado di assicurare ai due che lo avrebbe fatto in meglio.

Trasse un sospiro, pesante, quasi tremulo, senza smettere di guardarle il viso. Istintivamente la sua mano destra si avvicinò cautamente alle sue guance, toccandole appena, sfiorandole, come se avesse avuto timore di consumarla, di intaccare in qualche modo quei tratti armoniosi. Si ritrovò, senza esserne conscio, ad esserle più vicino, a distanza di appena qualche centimetro. Con i capelli sciolti stava decisamente meglio, anche se in quel momento erano tutti ispidi e infangati. Ma non faceva alcuna differenza. Gli bastava il semplice fatto che era davvero la sua Misty quella ragazza che in quel preciso istante stava giacendo tra le sue braccia e nulla aveva più un senso.

All'improvviso il suo cervello si bloccò.

Si bloccarono le membra, i pensieri, il respiro, i movimenti. Si pietrificò nella sua posizione, la gola che diventava a poco a poco arida visto che non ne voleva più sapere di deglutire, i polmoni che reclamavano nuovo ossigeno con una netta fitta visto che aveva anche smesso di respirare.

Cosa...cosa stava dicendo? Cosa stava facendo?!

Non...non poteva...non poteva essere...

Non lui. Non Ash Ketchum! Non era possibile nel modo più assoluto! Era una pazzia, follia vera e propria!

Ma...ma quand'è che mi sono innamorato di te?

Misty aprì di scatto gli occhi, quasi in modo meccanico. Tutto accadde in un secondo, in un attimo, e la velocità in cui gli eventi si susseguirono fu così violenta da essere quasi palpabile. Di colpo si trovava abbracciata ad Ash, così stretta quasi da soffocare, con lui chino sul suo viso, intento a guardarla in modo molto intenso, e visto che l'unica cosa che riusciva a ricordare era solo quel gran botto contro quell'albero e poi il nulla, completamente ignara di cosa mai fosse successo dopo, di cosa ci facesse lì con Ash, per di più nel bel mezzo di quell'atmosfera, inutile dire che si sentì decisamente spiazzata. Spaesata.

E...si sa, quando Misty non capiva...reagiva di conseguenza. Impulsivamente. Molto impulsivamente.

Sssccciiiaaafff!

Una sonora sberla colpì in pieno la guancia di Ash.

Ma non prima di aver ricevuto un potente spintone in grado di far volare in aria anche un elefante con addosso tonnellate di piombo.

Sia la guancia del ragazzo sia la mano di Misty presero a bruciare in maniera impressionante, come se entrambe avessero accarezzato un tappeto di carboni ardenti, e la rossa avvertì anche una sorta di formicolio correrle lungo tutto il braccio per terminare solo all'altezza della spalla.

-"T-tu...!"-gli soffiò, dopo qualche iniziale secondo di silenzio, alzandosi in piedi barcollando e puntandogli l'indice contro con fare minaccioso. Il suo viso, solitamente così pallido da sembrare neve pura, in quel momento aveva assunto un colorito decisamente simile alla sua chioma. -"Tu! R-razza di...razza di maniaco!..."-.

Ash, impegnato a massaggiarsi la guancia oramai diventata del tutto insensibile, la squadrò da capo a piedi con un'espressione a dir poco sbigottita, cercando di ricomporsi, più per lo stupore che per lo schiaffo. Misty era visibilmente sempre più imbarazzata via via che il tempo scorreva.

Bene! Brava Misty, brrraaava davvero! Clap, clap, clap, ti ci vuole assolutamente un applauso! Era proprio così che volevi riabbracciarlo, vero?! VERO?!? Con...un ceffone! Si, si, infatti è proprio da te!

Dio...quanto sono STUPIDA!

-"Dico, ma ti ha dato di volta il cervello?!"-le domandò secco Ash.

-"...Maniaco, pervertito, cafone, presuntuoso, PALLONE GONFIATO!"-

-"Ehi, ma non è che per caso sei impazzita totalmente e nessuno si è preso la briga di aggiornarmi?!? PERCHE CAVOLO MI HAI COLPITO IN QUEL MODO?!"-

-"Ah, perchè cavolo ti ho colpito in quel modo! Perchè cavolo io ti avrei...MA SENTITELO, ADESSO FA ANCHE IL FINTO TONTO, L'ANGIOLETTO CADUTO DALLE NUVOLE! FORSE MIO CARO DIMENTICHI IL PICCOLO PARTICOLARE CHE TI STAVI APPROFITTANDO DI ME SOLO PERCHE ERO PRIVA DI SENSI! MA COSA CREDEVI DI POTER FARE, EH? EH?!? EH?!?!"-

-"Guarda che_"-

-"IO VENGO A PALLET, TUTTA CONTENTA DI RIVEDERT_...DI RIVEDERVI, AFFRONTO UNA BUFERA DI NEVE, MI FACCIO NON SO QUANTI CHILOMETRI IN BICICLETTA DI CORSA, E TU ALLA PRIMA OCCASIONE TI COMPORTI DA DEPRAVATO?! SIAMO NEL PIENO DI UNA TEMPESTA ORMONALE, MR. KETCHUM?! NO, PERCHE NON RICORDAVO AFFATTO QUESTO TUO LATO COSI AUDACE, RAZZA DI DEFICIENTE!"-

-"Misty, se solo tu_"-

-"QUANDO TI DICEVO DI CRESCERE NON INTENDEVO MINIMAMENTE DIRE DI FARLO IN QUESTO SENSO MA SOLO DI METTERTI UN PO PIU DI SALE IN QUELLA ZUCCA COMPLETAMENTE VUOTA - AD ECCEZIONE FATTA DI UNA MOSCA SICURAMENTE SOLITARIA - E DI SVEGLIARTI SU DETERMINATE QUESTIONI, MA SI VEDE CHE FORSE NON SONO MAI STATA ABBASTANZA CHIARA!!! MA TI SEMBRA IL MODO DI_"-

-"SE SOLO TU LA SMETTESSI DI SBRAITARE COME UN'ASSATANATA E TI METTESSI UNA BUONA VOLTA ZITTA AD ASCOLTARMI...FORSE, E SOTTOLINEO FORSE, RIUSCIREI A FARTI CAPIRE CHE HAI FRAINTESO TUTTO"-.

Misty fece come per aprire bocca per far fuoriuscire un'ennesima esplosione di parole urlate e cariche di rabbia per ribattere - più che dalla rabbia, erano tutte dettate dal tremendo imbarazzo...perchè in fondo non le era minimamente dispiaciuto ritrovarsi abbracciata ad Ash in quel modo...-, ma si fermò in tempo come per pensarci sopra, quindi la richiuse incerta, trasse un lungo sospiro e attese. Il ragazzo diede un colpetto di tosse per schiarirsi la voce (pregando mentalmente in tutte le lingue del mondo affinchè riuscisse a sbrogliarsi da quella situazione), facendo un passo verso di lei per poterla guardare meglio.

Certo che la "femminuccia" qui presente fa male!...

-"Non so se te ne sei accorta, ma a) ci troviamo all'interno di una caverna mai vista prima, b) tu completamente sporca, c) con fuori il Diluvio Universale. Ora, prima di partire in quarta a scannarmi vivo, accusandomi tra l'altro di molestie sessuali.. perchè non hai provato a pensare almeno per un attimo che molto probabilmente doveva essere successo qualcosa? Del tipo che sono venuto a cercarti, preoccupato per il tuo ritardo, e che ti ho trovata infatti svenuta per la strada? E che mi sono dovuto poi trovare un riparo per tutti e due?!"-

Si...si, lo so!...So benissimo che ho avuto una reazione da emerita cretina, ma...ma che ci posso fare se...se...

-"L'unico motivo per cui...per cui...be', p-per cui..."-. Sforzandosi di continuare, fu il turno di Ash di assumere una colorazione identica a quella di un peperone. -"...per cui ti stavo...si, insomma, così appiccicato...è soltanto perchè fa un freddo cane, e...e non volevo...che ti ammalassi...! Tutto qua! Ma dico, hai visto che non ho addosso il cappotto?! Non lo hai notato?!?"-. Misty, che fino a quel momento aveva ascoltato in assoluto silenzio senza sapere bene cosa dovesse dire, avvampò di nuovo.

-"LO VEDI?! LO VEEEDI?!? SEI UN PERVERTITO, UN LURIDO PERVERTITO!"-

-"Ahhh, ci risiamo? Non ce l'ho addosso io perchè ce l'hai addosso tu! Te l'ho messo a mo' di coperta per non farti prendere freddo, SCEMA!"-.

Misty a quelle parole abbassò lo sguardo a rallentatore per osservare il cappotto di Ash, dentro la quale in effetti era avvolta, e istintivamente se lo strinse addosso...con una morsa di calore che le attanagliò lo stomaco e il cuore, accorgendosi inoltre che emanava anche un buonissimo profumo...il suo profumo.

Il profumo di Ash.

Poi tornò a guardare il ragazzo, senza sapere cosa dire. Quest'ultimo per tutta risposta si limitò ad inarcare le sopracciglia, poi scosse appena il capo come a dire Tu sei fuori del tutto, si mise le mani sui fianchi e cercò di lanciarle uno sguardo serio, risoluto, che in qualche modo la facesse sentire in colpa. Ma, dopo nemmeno tre iniziali secondi, entrambi non resistettero e scoppiarono a ridere, contemporaneamente. Fuori la bufera non accennava a placarsi, anzi, sembrava addirittura fattasi più impetuosa, ma né Misty né Ash se ne curarono.

-"Questa dobbiamo proprio raccontarla a Brock!"-esclamò la ragazza, cercando di soffocare le risate senza avere però nessun successo. Si sentiva stupida, ma...felice. Si sentiva finalmente felice...il resto non le importava.

-"Si, sono d'accordo!"-ridacchiò Ash, che si era appoggiato di schiena ad una parete della caverna e si teneva la pancia con entrambe le mani. -"Non si stupirà nel constatare che non sei cambiata per niente, che sei rimasta la solita, più unica che rara, ragazza nevrasterica che eri, che salta sempre subito alle conclusioni affrettate!"-

-"Ehi, messa così però sembra che sia stata tutta colpa mia, ma chiunque avrebbe frainteso quella situazione! Dovevi aspettartelo, mi sembra ovvio! E' normale che abbia reagito in quel modo!"-puntualizzò lei, sempre però con l'allegria nella voce. Non stavano litigando, non stavano bisticciando...adesso stavano scherzando. Insieme. Di nuovo. Come un tempo.

-"Ma tu reagisci sempre così, anche per le cose più stupide!"-

-"Ehi, signorino, questo non è vero affatto, adesso non esageriamo!"-

-"Vorresti forse negarlo?! Lo sanno tutti che saresti capace di mettere a ferro e fiamme tutta Kanto se solo qualcosa ti va poco-poco storta! C'è d'aver paura con te, credimi!"-

-"Ma non è giusto, non lo è per nulla, così mi fai passare per una specie di tiranna priva di sentimenti, assetata di violenza e di distruzione!"-

-"E infatti guarda caso tu sei proprio Misty!"-

-"STU-PI-DO!"-scandì lei, fingendosi offesa, passandosi l'indice sulla coda dell'occhio per asciugarsi una lacrima che le si era creata per il troppo ridere e sospirando. -"Sei decisamente UN GRANDISSIMO CRETINO! L'ho sempre detto, e adesso te lo confermo per la miliardesima volta! Te la sei voluta! CRETINO, CRETINO, CRETINO!"-

-"Certo che..."-fece ironicamente Ash, continuando a ridacchiare. -"...certo che si vede proprio che ti sono mancato, eh?!"-.

Forse Ash toccò un tasto dolente.

Forse disse qualcosa che avrebbe fatto meglio a non pronunciare. Forse sbagliò qualche termine, forse la offese senza nemmeno rendersene conto.

O semplicemente, forse...fu soltanto l'occasione per dare a Misty il modo di sfogarsi una volta per tutte.

Perchè infatti, a quella frase, la ragazza, con ancora la mano - sebbene più contratta, più irrigidita, aveva praticamente preso a tremare - posata sul suo occhio sinistro (nascondendole in questo modo appena una parte di viso), prese a sussultare ritmicamente con le spalle...Dapprima piano, con moderazione, lievemente...senza però riuscire a frenarsi, a controllarsi, ad impedirlo. Piccoli, silenziosi singhiozzi arrivarono alle orecchie di Ash, che dal canto suo non sapeva far altro se non restare lì, preso alla sprovvista, impalato a fissarla, senza dire nulla, senza muovere un solo muscolo, senza riuscire davvero a comprendere...con addosso solo un'espressione decisamente grave e quella sensazione sgradevole che prova chi sta vedendo la persona più importante della propria vita piangere davanti ai suoi occhi. Perchè stava piangendo?! PERCHE'?!?

Dopo un poco Misty mosse appena tre passi verso la sua direzione, testa china, sguardo fisso per terra (non ce la faceva proprio a guardarlo in faccia, non ce la faceva).

Furono tre passi incerti, insicuri...

Dopodiché...si tuffò letteralmente tra le braccia del ragazzo.

All'improvviso.

Il viso che iniziava a grondare di lacrime...i singhiozzi decisamente più forti, i sussulti più violenti.

-"A-Ash..."-cercò di dire, con la voce acuta e impastata dal pianto, soffocando sul nascere un sospirone tremulo e impiegando quello che pareva essere un enorme sforzo per cercare di farsi capire...senza guardarlo negli occhi, non ancora, non ci riusciva...mentre la presa delle sue mani sul maglione di lui si fece invece più salda. -"...si...S-SI..."-

Ash tentò disperatamente di deglutire. Non riusciva a respirare, si sentiva come se qualcuno lo stesse trafiggendo con un'enorme trave proprio all'altezza dello stomaco.

Sentirla piangere...sentirla piangere lo infastidiva più di quanto avesse mai voluto...Oramai sentiva il cuore pulsargli direttamente in gola, e la cosa non lo stava certamente aiutando ad affrontare quella situazione...anche se inspiegabilmente quel battito cardiaco accelerato di netto era comunque un qualcosa di piacevole.

Era...una bella sensazione. Una sensazione che non aveva mai provato prima...E per nessun'altra...

Sono un fottutissimo idiota. Adesso me ne accorgo?! ADESSO?!?

-"...Si...cosa?..."-riuscì infine a sussurrarle di risposta, accarezzandole - senza capire dove mai stesse trovando quel coraggio sfacciato - la testa, con cura...il cuore in gola, la gola in fiamme.

La fitta al ventre era diventata più definita, più dolorosa se possibile. Ora pareva essersi tramutata in un pugnale che gli veniva conficcato, poi estratto e poi affondato di nuovo, e di nuovo, e di nuovo, in continuazione, senza tregua.

-"...Si...si, mi sei mancato...n-non...non puoi neanche...immaginare q-quanto..."-.

Misty avrebbe tanto voluto piantarla di frignare il quel modo.

Avrebbe voluto avere un tono di voce normale anziché quella specie di squittio sconnesso, avrebbe voluto avere un viso asciutto e non zuppo di lacrime salate, avrebbe voluto poterlo guardare negli occhi mentre gli diceva quelle cose... ma non ce la faceva. Non ci riusciva. Non riusciva a smettere di piangere, non riusciva ad essere spavalda come in altre circostanze sicuramente avrebbe fatto, non riusciva in alcun modo a soffocare le proprie emozioni...

Lo aveva fatto per troppo tempo, troppo.

E forse...forse era proprio questo il motivo. A furia di tenersi tutto dentro, alla fine era esplosa.

Frantumandosi in mille pezzi al più piccolo tocco come un fragile cristallo.

Ash chiuse gli occhi, ascoltando quelle parole dentro di sé ripetersi come se fossero state eco.

"Mi sei mancato".

Misty...la sua Misty...gli aveva appena detto "Mi sei mancato".

Di colpo pensò a Brock, a ciò che gli aveva detto quella mattina nella sua camera. Non deve spaventarti quanto tempo siete stati lontani, siete stati amici per troppo tempo per dimenticarvi l'uno dell'altra, per potervi permettere queste stupide insicurezze... perchè, amico mio, sono davvero stupide, sciocche, insignificanti insicurezze!

Brock aveva ragione, aveva avuto DAVVERO e VERAMENTE ragione, se ne rendeva conto solo in quel momento, solo adesso che aveva Misty in lacrime tra le sue braccia, Misty che finalmente si era lasciata andare.

Se ne rendeva conto solo adesso che aveva avuto LA PROVA che sia lui sia lei erano sulla stessa identica barca.

Perchè - si, finalmente ne prendeva atto - le paure di Misty erano state le stesse paure di Ash.

Perchè le incertezze di Misty erano state le stesse incertezze di Ash.

Perchè...l'amore che provava lei per lui... era lo stesso che provava lui per lei...

Da sempre.

-"...Ti prego, adesso non tirarmi un'altra sberla..."-sussurrò appena-appena Ash all'altezza dell'orecchio della ragazza ad un certo punto.

-"...Come?"-fece Misty smarrita (con la voce lievemente attutita dato che aveva le labbra serrate sul maglione di Ash), prima di alzare lentamente lo sguardo su di lui per capire a cosa si stesse riferendo e accorgersi che improvvisamente i loro visi si ritrovavano scarsamente separati da un paio di centimetri al massimo.

...Così come anche le loro labbra.

Né Misty né Ash seppero per quanto tempo rimasero con le labbra posate le une su quelle dell'altro.

Tutto quel tempo che erano stati separati, la violenta bufera di neve fuori dalla grotta, tutte le domande che si erano posti in quei giorni, tutte le cose di cui avevano avuto timore, tutto il dolore che avevano dovuto sopportare in quei mesi...era svanito, svanito nel nulla.

Tutto quello che era loro capitato sino a quel momento, ma proprio TUTTO, era diventato piccolissimo e lontano.

E, soprattutto, insignificante.

 

 

*

 

 

-"Facciamo un brindisi tutti insieme, per favore!"-esclamò Delia a cenone finito, alzandosi con grazia dalla sedia e sollevando in alto un piccolo calice di vetro in cui era contenuto dello spumante. -"Buon Natale a tutti quanti voi! Vi ringrazio per aver accettato gli inviti e per essere tutti qui! Auguri!"-

-"Auguri!"-risposero all'unisono tutti gli ospiti di casa Ketchum, imitando Delia, per poi tornare a sedersi ai propri posti.

-"Io vorrei tanto sapere quand'è che torna Ash!"-fece Vera impaziente, piegando leggermente il capo verso Brock - che le era seduto vicino - affinché lui potesse sentirla e quindi eventualmente dirle qualcosa di positivo. Ma lui si limitò a scrollare le spalle con noncuranza e tornare a sorseggiare lo spumante dal bicchiere, urtando ulteriormente l'umore della ragazzina, che dal canto suo sbuffò, chiaramente infastidita, e si diresse decisa verso la finestra, scrutando con attenzione il freddo paesaggio che le si prospettava, sperando di poter scorgere la sagoma di Ash in lontananza.

Invece non vide nulla.

Spiacente, Vera, ma credo che quei due avranno da fare ancora per un pò...pensò Brock, abbandonandosi ad un sorriso compiaciuto al pensiero di Ash e Misty finalmente insieme, guardando a sua volta distrattamente fuori dove l'atmosfera natalizia non poteva essere più appropriata. Non sapeva bene il perchè, ma percepiva a livello inconscio che non erano in pericolo, che non c'era alcun bisogno di correre in loro soccorso...tutt'altro.

Sentiva che erano felici.

Fece un altro sorriso.

Auguroni di buon Natale, amici miei...

 

 

*

 

 

-"Sai, Misty..."-fece Ash, in un sussurro che solo la ragazza avrebbe potuto udire.

-"Si?"-. Misty mosse di poco il viso, quel tanto che bastava per permetterle di osservare il profilo del ragazzo di cui era disperatamente innamorata da quando aveva dodici anni. Lo vide sorridere mestamente, increspare appena le labbra in un modo molto, molto dolce. Lei gli si fece più stretta, più piccola, quasi avesse avuto paura di vederselo strappare via da un momento all'altro.

-"...era...esattamente questo..."-, il ragazzo la osservò negli occhi, regalandole l'espressione più serena e felice che Misty gli avesse mai visto indossare in tutti quegli anni, -"...ciò che volevo trovare...sotto il mio albero di Natale"-.

 

 

   
 
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