Coma



Ciqnue mesi.
Sono passati cinque lunghi mesi da quando Antonio si è addormentato.
Se n’è andato, lasciandolo solo in quella dura e fredda realtà.
Se n’è andato portando con se la sua unica ragione di vita… la sua unica luce…
Adesso giace li, immobile disteso su un lettino d’ospedale, con il torace che si alza ed abbassa, l’unico segno che mostra che il ragazzo è vivo.
Già, è da cinque mesi che non fa altro.. dorme... Dorme in un lungo sonno che forse l’avrebbe tenuto in ostaggio per il resto della sua vita…
Un coma.
Antonio è in coma, e lo è per colpa sua.
Da quando lo spagnolo è entrato in quello stato, Lovino non mangia, non dorme, non vive… Passa le sue giornate vicino al corpo inerme del ragazzo, in attesa di un suo, improbabile risveglio.. Ma lui ci spera.. ci spera con tutto il cuore.. Perché Antonio deve svegliarsi, non può lasciarlo così. Non può lasciarlo solo senza una guida, senza un punto fermo, senza il suo amore.

Piange…
Tutti i giorni versa lacrime amare.. Lacrime di dolore per un amore spezzato.. per un cuore infranto.

Prega…
Che quegli occhi, di un verde intenso, che l’avevano rapito fin dal primo giorno, tornino a guardarlo…
Che quella bocca torni a sorridergli dolcemente, come solo lui sapeva fare…
Che quelle labbra, morbide e carnose, tornino a baciarlo e quelle mani, così grandi, calde e sicure, ad accarezzarlo dolcemente prima di addormentarsi.

Ma sa che ci sono molte probabilità che questo non succeda. Se mai Antonio dovesse morire, lui lo seguirebbe. Non potrebbe resistere senza il suo spagnolo in un mondo così freddo e spietato.
Gli prende la mano, come faceva ormai d’abitudine tutte le volte che si sedeva al suo fianco.
-Bastardo.. Lo so che mi senti… Perché non ti svegli?? Sei uno stronzo… Io.. non riesco più a vederti in questo stato… Ti odio..- Inevitabilmente qualche lacrima solca le sue guance… Si stupisce che ancora ne ha, pensava ormai di averle piante tutte.
Le asciuga prontamente. No, non doveva piangere adesso… Doveva essere forte.. Si. Quante volte si ripeteva ormai questa frase e subito dopo cominciava a piangere come un bambino?
Proprio non ci riusciva, il dolore era troppo grande... La paura di perdere Antonio era enorme, immensa.
Lentamente appoggia la fronte sul lettino, ricominciando a piangere. Ecco, lo sapeva che sarebbe successo.
Forti singhiozzi scuotono il suo corpo, mentre immagini di quando il suo amore era ancora “vivo” gli corrono davanti agli occhi…

Antonio che raccoglie i suoi pomodori…
Antonio che cucina per lui…
Antonio che fa la sua siesta bevendo un bicchiere di sangria…
Antonio che sorride…
Antonio che dorme…
Antonio che lo guarda…
Antonio che lo accarezza…
Antonio che lo bacia…
Antonio.. Antonio…Antonio….

Un forte dolore lo attanaglia… Fa male… tremendamente male...
Perché deve soffrire così tanto?
Perché con tutte le persone che c’erano in quel dannatissimo mondo doveva capitare proprio al suo Antonio??
Trattiene a stento le lacrime, mentre riappoggia lo sguardo sul ragazzo nel lettino. Stinge il bianco lenzuolo tra le mani, facendo passare lo sguardo sui vari tubicini attaccati al suo corpo… Una stretta al cuore lo colpisce.
No.. Non può continuare così… Non può…
-Cazzo Antonio… Svegliati… Ti prego-
Altre parole pronunciate a bassa voce…
Altre speranze gettate nel fuoco…
Un’altra preghiera persa nel vento.