Salve!
Fiction
calda calda di stesura...
Ascoltavo
the Voice mentre tentavo di mantenere la concetrazione sugli appunti di
biologia, quando mi è balzata in mente la malsana idea che avrei dovuto
scrivere questa breve sciocchezzuola senza troppe pretese, ispiratami da una
canzone splendida, per usare un eufemismo.
Anyway...
Buona
lettura! ù_u
P.S.:
Sono ben lungi dal possedere i personaggi su cui fantastico. Quindi, nessuna
intenzione di infrangere la legge. °__°
Fly
Me To The Moon
«Fly
me to the mooooon, and let me play among the staaaaars...»
Teresa
Lisbon roteò gli occhi che un'esposizione fin troppo prolungata alla luce del
monitor aveva reso lucidi e arrossati.
Erano
da poco passate le ventitré, i faretti nel bullpen erano spenti da un pezzo,
l'unica fonte di luce rimaneva la lampada della sua scrivania.
Jane,
che stava canticchiando disteso sulla poltrona del suo capo, si sollevò sui
gomiti, fissando un punto nel vuoto dinnanzi a sé.
Poi
fu come colto da un'illuminazione...
«Oh!
Arriva la parte che mi piace! Ascolta!»
Vedere
il famoso mentalista volteggiare come una principessina nella penombra, sulle
note di una soffusa melodia, stava per provocarle uno scoppio di ilarità che
avrebbe mandato a farsi benedire l'idea stessa di professionalità, ed il
rapporto da consegnare, l'indomani, sarebbe rimasto abbandonato sulla scrivania.
Avanti
Teresa, contegno!!!
Patrick
si voltò verso di lei, di scatto.
«Cos'è
quello sguard-... oh, non pensarci, non pensarci nemmeno Jane! Sono ancora in
alto mare!»
«Ohhh,
non accetto rifiuti, andiamo! Stai morendo dalla voglia di venire qui e ballare
con me, leggo i tuoi pensieri!»
«Non
dire idiozie! Ehi! Non avvicinarti! Ti sparo!!!»
«In
other wooords, hooold my haaaaaand...»
Le
prese la mano e l'attrasse a sé, trovando minima resistenza da parte della
donna.
L'espressione
esasperata di Teresa fece largo ad un sorriso rassegnato, mentre si sentiva
cingere la vita in modo delicato.
«Ti
stai divertendo, vero?»
«Non
desideravo altro che ballare con te! Domani, d'altronde, non verrò licenziata
per inadempienza!»
«In
other woooords... please be truuuuue!!!»
Ehi,
un momento: cos'era quello sguardo malizioso?
«In
other woooooords... IIIIIIII love you!»
«Ok,
Frank Sinatra è bandito da questo ufficio! Basta!»
«Oooh,
uffi...»
«...
Sgrunt»
Lei
tornò a lavoro, evitando in ogni modo gli occhi cerulei del bel mentalista.
Lui
rimase in pista a braccia spalancate, seccato. Poi sorrise...
E,
Dio, quei suoi sorrisi non promettevano mai niente di buono.
Si
diresse verso la porta.
«Notte
notte, Lisbon»
«A
domani»
«...»
«...»
L'agente
alzò gli occhi dalle scartoffie, fissando l'uomo sul ciglio della porta, a
quanto pare non intenzionato ad andarsene.
«Teresa?»
«Mh»
«Quando
arrossisci sei un incanto... »
I
suoi dolci occhioni verdi si spalancarono.
«Quand-quando
sarei arrossita, sentiamo!»
«Come...
quando ti ho detto che ti amo!»
«Eh???»
«La
canzone!»
«...
Patrick Jane... esci da questa stanza o ti rispedisco al Creatore»
«Ok!...»
«...
»
«Potresti
darmi un passaggio-»
«FUORI!»
Jane
riuscì a stento ad evitare che la spillatrice lo colpisse in pieno.
Quando
si sentì al sicuro, dietro la vetrata, fuori dalla stanza, non poté impedirsi
di ridere.
Bussò
piano contro la superficie ialina.
Il
capo fissò la pratica, dinnanzi a sé con sguardo truce. Poi sollevò lo
sguardo, trovando Patrick a mani giunte in segno di preghiera, il capo inclinato
da un lato e un'espressione da cucciolo bastonato.
«Sciò!»
Mimò con le labbra, rafforzando la portata del messaggio con un gesto della
mano.
Lui
si inginocchiò, poggiandosi con le braccia contro il vetro, "piangendo
disperato"...
«Mmmh,
sei scocciante Patrick Jane»
Si
alzò, camminò silenziosamente verso la vetrata.
Lui
la guardò dal basso, continuando la pantomima del povero poppante in lacrime.
Lisbon
fece segno con l'indice di sollevarsi da terra. Jane la assecondò, curioso.
«Via,
cattivo Jane»
L'uomo
sbuffò, immerse quei suoi occhi tanto belli nei suoi, con espressione
birichina, e si sporse verso il vetro, poggiando le labbra su di esso.
Teresa
rise e non si accorse neppure che fosse accaduto davvero.
Probabilmente
ora stava assumendo nuovamente toni del viso piuttosto rosei, mentre incrociava
le braccia imbarazzata.
«Al
diavolo! Se è l'unico modo per farti andar via!»
Ricambiò
velocemente quello pseudo-bacio e tornò al tavolo.
Non
lo guardò più, sebbene si sentisse bruciare sotto lo sguardo di Jane, fermo
dietro quella sorta di parete invisibile.
Non
vide lo sguardo tenero che le rivolse, né tanto meno percepì il suo
sussurro...
«In
other wooords... I... I loooove... I love you...»