La
porta della cella si apre cigolando. Tu alzi gli occhi lentamente e la
vedi.
Lei
è lì, davanti a te, bella come lo è
sempre stata, e il cuore ti si stringe così
forte che quasi si spezza.
La
guardi e credi che sia solo la visione di un povero condannato a morte.
Chiudi
gli occhi e scuoti la testa, mentre un sorriso amaro piega le tue
labbra. Dio,
come vorresti poterla stringere ancora tra le tue braccia!
«Abel…».
La sua voce è musica sublime che ti attraversa
l’anima.
Riapri
gli occhi e la guardi ancora. I suoi capelli, il suo viso, le sue
labbra… è una
visione così bella che fa male.
Eppure
sembra così vera...
E
allora capisci: lei c’è, lei è reale.
«Georgie!»,
esclami con un filo di voce.
«Oh
Abel!», sussurra trattenendo a stento le lacrime.
«Cosa
ci fai qui?», le chiedi senza capire. «Dovresti
essere in viaggio per
l’Australia».
Sì,
dovrebbe essere in salvo adesso. Perché è
lì?
Ma
lei non ti risponde.
Vedi
le lacrime scendere lente lungo il suo viso. Ognuna di esse
è una lama che ti
trafigge il petto.
Perché
piange?,
ti chiedi. Lei non dovrebbe mai piangere.
Trattenendo
un singhiozzo, si avvicina e tu non fai in tempo a pronunciare di nuovo
il suo
nome che le sue labbra si schiacciano contro le tue.
All’improvviso,
tutto si ferma.
Senti
il tuo cuore battere talmente forte che sembra voglia scoppiare. Per
quanto
tempo hai aspettato questo momento, Abel? Quante volte lo hai sognato?
Nei
tuoi pensieri ritorna il ricordo di quando la baciasti quella prima
volta.
Allora le avevi appena rivelato il tuo amore, illuso nel credere che
lei
ricambiasse quel sentimento.
E
adesso? Cos’è cambiato adesso?
Le
sue labbra si staccano lentamente dalle tue, ma non si allontana del
tutto. Si
aggrappa a te e ti stringe, con tutta la disperazione che ha nel cuore.
E
tu, per la prima volta in vita tua, non sai che dirle.
«Avevo
tanta voglia di vederti, Abel...». Le sue parole sono come spilli che ti pungono la carne.
«Mi mancavi così tanto!». Perché
ti dice questo? Perché proprio adesso?
Un’altra
lacrima le scende lungo il viso... vorresti potergliela asciugare.
«Non
ce l’ho fatta ad aspettare che ti liberassero», ti
dice ancora fissando i suoi
occhi nei tuoi. Dio, quante volte ti sei perso in quegli occhi!
Lei
alza le mani verso le tue e ti libera i polsi. Ti sfiora appena le dita
e un
brivido ti attraversa il corpo intero.
Ti
parla del piano di suo padre e finalmente un sorriso le curva le
labbra: crede
sul serio di poterti salvare.
Tu
la ascolti, ma i tuoi pensieri sono solo per lei. I tuoi occhi si
incupiscono,
il tuo sguardo si fa freddo.
«Perché
ti sei messa in pericolo venendo qui?», le chiedi interrompendola.
«Perché non siete salpati?
Se ti trovassero verresti uccisa».
Lei
ti guarda confusa. Sai che la stai ferendo parlandole in quel modo, ma
non puoi
farne a meno: lei è in pericolo e tu non puoi permettere che
le succeda
qualcosa.
«Dov’è
Arthur?», le chiedi ancora.
«Si
sta riprendendo bene…», ma la sua voce sembra
incerta.
«Allora
andatevene in Australia al più presto», le dici
brusco.
Lei
non ti risponde. È scossa dalle tue parole e non riesce a
capire perché sei
tanto duro con lei.
Il
tuo cuore si stringe ancora: tu non vuoi farla soffrire, eppure...
Ti
mordi le labbra e volti il viso: non riesci a guardarla mentre glielo dici.
«Se
non vuoi che muoia per niente, allora salpate in fretta», la
tua voce è un fiume di amarezza.
«Abel!».
I suoi occhi si riempiono di nuovo di lacrime mentre, dolcemente, ti
sfiora la
guancia.
«Non
devi nemmeno pensare a una cosa del genere», sussurra piano.
«Se ti perdessi
non potrei più vivere».
«Georgie…».
Dovresti
essere felice in questo momento, felice delle parole che ti ha
detto… ma non ci
riesci.
Lei
si avvicina di nuovo. Le sue dita si stringono alla stoffa della tua
camicia,
mentre col viso si nasconde tra le tue braccia.
«Se
non posso vivere insieme a te, allora preferisco morire
anch’io!».
Il
tuo cuore manca un battito mentre senti la terra aprirsi sotto i tuoi
piedi.
«Se
morissi qui, ora, non mi importerebbe».
Perché?
Perché ti dice questo? Non può pensarlo sul serio.
«Georgie…».
Il suo nome è l’unica parola che riesci a
pronunciare.
«Non
voglio separarmi da te, Abel. È per questo che sono qui».
Nemmeno
tu lo vuoi, non lo hai mai voluto.
Persino
quando lasciasti l’Australia quella prima volta. Quel giorno
scappasti via, ma
il tuo cuore rimase con lei.
E
quando fu lei a scappare in Inghilterra? La seguisti, perché
non volevi
perderla… la seguisti, pur sapendo che non eri tu
l’uomo che voleva.
Lei
ti bacia ancora, stavolta più dolcemente. Le sue labbra
morbide si muovono
sulle tue mentre la lingua, piano, le accarezza. E in quel momento
un’altra
lama ti trafigge il cuore al pensiero che già un altro ha
assaggiato quelle
labbra.
Ma
ha davvero importanza adesso? Lei è lì, tra le tue braccia,
e ha scelto te.
La
stringi forte e sussurri ancora il suo nome. Intrecci le dita tra i
suoi
capelli dorati e inspiri il suo profumo di donna.
«Dici
che potresti morire insieme a me…». La tua mano
scivola piano lungo la sua
schiena e scende fino a raggiungere i suoi fianchi.
«Pensavo
che non ti avrei più rivista, che non sarei vissuto
abbastanza per rivedere
ancora il tuo volto…». Le tue labbra sfiorano
lievi la sua bocca, il suo collo,
la sua spalla.
«L’unica
cosa che ha sempre riempito i miei pensieri sei tu...».
Lentamente inizi ad aprire
i bottoni che chiudono il suo vestito.
«L’unica
visione che ha sempre riempito i miei occhi sei tu...». E con
delicatezza glielo
fai scivolare lungo il corpo.
«Fin
da piccoli… solo tu…». Le tue dita
accarezzano la sua pelle, così morbida e
vellutata.
Quante volte, Abel? Quante volte hai desiderato toccarla in quel modo?
Un
gemito le sfugge dalle labbra. Il tuo cuore accelera i battiti. La
guardi e
quasi non ci credi: lei è proprio lì ed è pronta a
donarsi a te.
Col
pollice le asciughi una lacrima che le scivola sulla guancia e sorridi.
È tua
adesso e lo sarà per sempre.
«Se
posso vivere con te di nuovo…», continui a dirle
mentre, con dolcezza, la adagi
sul tuo giaciglio. «Se la fiamma della speranza
può riaccendersi nel mio cuore…
allora voglio che il tempo si fermi qui».
Lei
ti sorride tra le lacrime che ormai non riesce più a
trattenere. «Abel…»,
sussurra attirandoti a se.
Il
tuo corpo adesso è sul suo, la tua carne sulla sua carne.
Niente esiste più all’infuori
di voi due.
La
baci ancora, con passione e disperazione.
Potrebbe essere
l’ultima volta che la
vedi, la sola occasione per stare con lei, ma la verità
è che non ti importa.
Per
te, davvero, il tempo si è fermato lì.
Note:
Allora…
Qualche giorno
fa, rovistando tra le cianfrusaglie di mia madre, ho trovato i suoi
vecchi
fumetti di Georgie. Da piccola ho visto il cartone ed era uno dei miei
preferiti. Sapevo che il finale era stato riadattato ed era molto
diverso da
quello del manga, ma non mi era mai capitato di leggere
la storia originale… sì, perché sapere
come finisce è una
cosa, leggerlo ne è un’altra…
Così mi è venuta
questa piccola cosa…. Quasi sicuramente ho fatto un
pastrocchio e me ne scuso
-.-‘… Ad essere sincera non è nemmeno
venuta come in realtà l’evavo
immaginata…
Cmq, la storia segue
in tutto e per tutto il manga e differisce solo in alcuni punti dove
l’ho
arricchita di qualche sfumatura e qualche particolare. I dialoghi sono quelli originali e ci sono alcune frasi di
Abel, che nel fumetto sono
solo pensate (almeno così sembra), ma che io ho voluto che lui pronunciasse... a me piaceva
l’idea che Georgie potesse
sul serio sentirle…
Detto questo ringrazio
in anticipo chi la leggerà e chi, eventualmente, la
commenterà!
1 bacio a tutte, alla
prossima!!
Aggiornamento del 1 agosto...
ho modificato la shot, secondo il suggerimento dato da Australia, che ho molto apprezzato.
Colgo cmq l'occasione per ringraziare lei e Tedite per i commenti che hanno lasciato, e chi eventualmente commenterà in futuro.