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Autore: Elle Truelove    31/07/2010    3 recensioni
Ciao a tutti. Questa è la mia prima fanfiction su Efp, quindi vi prego siate clementi T.T. Spero tanto che lascerete delle recensioni sia positive che negative, così potrò migliorarmi in futuro. :D
" Cammina come le modelle: schiena dritta, mento alto e incrocia le sue gambe con perfetta armonia. E' come se stesse calcando una passerella invisibile.
Ti passa davanti e a te sembra che i tempo stia rallentando perché riesci persino a vedere il suo fugace sguardo al tuo strano accendino che porti al collo e il suo impercettibile sorriso che tu, però, riesci a cogliere."
Genere: Fluff, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Shinichi Okazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sai già che quegli occhi gli hai già visti e di certo non solo sui manifesti della città. Sono tra i tuoi ricordi, quelli belli e spensierati. Felici.
 I suoi occhi percorrono tutta la platea acclamante e infine, si posano su di te. Non trasmettono nessuna emozione; la cosa non ti sorprende perché non è detto che sia sul serio lei.
 Quando il concerto finisce, infatti, hai un dubbio: e se non fosse lei?
Forse è solo una banale coincidenza che la ragazza sul palco e quella che conosci tu abbiano gli stessi occhi, e poi ora che la guardi con più attenzione, a parte quello non c'è nient'altro.
 Bè, allora se ne sei così convinto, sarai anche in grado di spiegarmi perché mai il pubblico la stia chiamando Anouk. Secondo te, quante cantanti in Giappone si chiamano così e sono anche di qui?
 Vorresti non crederci ma sembra proprio lei. E scommetto anche che se qualcuno la chiamasse Hime, lei si volterebbe.
 No, no Shin non ti tradire! Non fare quell'espressione confusa, dovresti spiegarla agli altri e a te non va.
Lei saluta felice la folla in delirio, la ripercorre, come prima, ma non guarda te.
Ti accorgi che va via con lo sguardo basso, sembra stanca come se, per tutto il concerto, avesse tenuto su una maschera di cera che adesso, però, si sta sciogliendo.

 Ah, finalmente un posto tranquillo! Non parlare troppo in fretta, amico.
Cavolo, non è possibile, eh? La sosia di Anouk Hime - come tu hai preso a chiamarla - è seduta ad un tavolo, vicino alla finestra con alcuni tizi.
 Tu ti distrai per parlare con i tuoi amici e lei sparisce dalla tua visuale.
Non è vero. Guarda bene, Shin, sta venendo proprio nella tua direzione. Cammina come le modelle: schiena dritta, mento alto e incrocia le sue gambe con perfetta armonia. E' come se stesse calcando una passerella invisibile.
 Ti passa davanti e a te sembra che il tempo stia rallentando perché riesci persino a vedere il suo fugace sguardo al tuo strano accendino che porti al collo e il suo impercettibile sorriso che tu, però, riesci a cogliere.
Continui a pensare che quella non sia lei; avrà notato l'accendino solo perché è strano. E poi è così diversa dalla tua Anouk: ha i capelli più corti, le unghie delle mani lunghe, tutte della stessa misura e perfettamente quadrate e laccate di bianco, porta dei tacchi vertiginosi e cammina in modo particolarmente deciso.
L'unica cosa che hanno in comune sono gli occhi ed l'unica cosa che non ti fa dire con assoluta certezza che quella non è, in nessun modo, Anouk.
 << Hey, Anouk >> dice uno dei tizi che era seduto con lei. Si volta. << Ti aspettiamo fuori. >>
 Lei annuisce e continua a camminare verso i bagni.
 Ok, Shin questa si può definire una coincidenza?
 Dopo poco, Anouk torna dal bagno. Ha di nuovo l'aria stanca di prima. Ha le mani in tasca, la schiena leggermente curva e cammina normalmente.
 Cos'è? Una farsa? Perfetta sotto i riflettori e nel backstage annoiata e stanca?
 Anouk prende la giacca e va via.

La notte è calata da un pezzo quando scendi dalla metropolitana, diretto verso casa tua.
Dubbio della notte: e se fosse lei? Probabile. Ma da quando Anouk ha una voce adatta per il canto tanto da farla diventare il fenomeno del momento in Europa, espandendosi anche in Asia? Questo, quindi, l'ha portata a cambiare completamente look senza metterci un minimo del suo stile?
No, no e ancora no. Questo non è quello che fa Anouk, non è da lei.
Ah, sì? E cosa te lo fa dire? La conosci così bene da poter affermarlo? Non sbagliarti, Shin. E' lei che sa tutto di te e non viceversa.
Cammini tranquillo, passando davanti ad una ringhiera di ferro che si affaccia sull'oceano immenso. Lì, c'è poggiata una ragazza che trema tutta, da capo a piedi. Ti avvicini di più, rendendoti conto che sta singhiozzando silenziosamente.
 Non sai come ma la distanza tra di voi diminuisce. I suoi vestiti ti sono familiari: t-shirt rossa, jeans stretti e scarpe alte. Cavolo, ti sembra Anouk!
 Ora sei a meno di un centimetro dal suo corpo.
 << Hime >>. Pronunci il suo nome senza accorgetene. Non l'hai chiamata Anouk perché vuoi sapere se è realmente lei e inoltre Hime non lo usa mai ma si volta se viene chiamata così.
  Lei alza la testa e cavolo, per te è come un pugno nello stomaco ben assestato. Rimani immobile a fissare i suoi occhi rossi e gonfi e il viso rigato di lacrime.
Pian piano la sua espressione muta e la disperazione lascia per un attimo il posto all'incredulità.
  << Sh-Shin? >> balbetta con un filo di voce.
 Il suo sguardo ti percorre dalla cima dei capelli fino allo stomaco, dove si posa il tuo strano accendino. Lo prende con mani tremanti e lo avvicina al viso senza smettere di piangere.
 Non ce la fai più, la prendi e la trascini verso il tuo petto, abbracciandola. Lei si lascia andare ad un pianto isterico, come se fosse frustrata.
E' assurdo il male che ti fa vederla così e allora la stringi ancora più forte, forse fino a farle male ma lei sembra non accorgersene perché continua a stringere forte tra le sue mani i lembi della tua maglia come se stesse dicendoti di lasciarla.
 Le accarezzi la testa e sussurandole a un orecchio, le chiedi cosa le è successo. Lei fa un gemito e farfuglia qualcosa come sfratto.
 << Calmati >> le dici, continuando a passare la mano su i suoi capelli.
Anouk si stacca leggermente date, rimanendo, però, attaccata alla tua maglia. << Mi-mia madre è sta-stata sfrattata dalla no-nostra casa >>. Si ferma, lasciando uscire altre lacrime che le impediscono di parlare. << Me-metà dei soldi che le ho-ho dato, le-lei li ha dati a pa-papà pe-perché è malato e i-io non lo sa-sapevo. >>
 All'improvviso perde l'equilibrio e cade per terra. Geme, passandosi una mano tra i capelli. Tu ti rendi conto solo adesso che ha un tacco rotto. Si era puntellata su di un piede fino a quel momento.
  La tiri su con delicatezza. Le dici di venire a casa con te, le esce un debole no dalla bocca ma tu non ci badi e la stringi per la vita, incamminandoti lentamente con lei.
  
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