Titolo:
Milioni di
stelle al chiaro di luna.
Autore: Emily ff
Rating: Verde
Genere: Fluff.
Avvisi:
Flashfiction, Shonen-ai.
Personaggi: Canada,
Cuba (POV).
Note
dell'autore: Non
c’è
nessun tipo di riferimento storico.
Au
claire de la lune
Dal
25 al 27 Luglio a Cuba si
festeggia la festa della rivolta nazionale.
L’ho scritta di getto, secondo me
non ha nemmeno molto senso.
Con questa apro una piccola serie
di shot, ho in programma altre storie un po’ più
belle di questa.
Milioni
di stelle al chiaro di luna.
Prête-moi
ta plume, pour écrire un mot.
La
luce
della cucina si spegneva
ad intermittenza, probabilmente la lampadina si stava per bruciare.
Quella più
piccola e più nascosta del frigorifero, però,
funzionava bene e gli permetteva
di vedere all’interno dell’elettrodomestico senza
problemi.
Due uova, del formaggio, del
vino. Forse era tempo di fare la spesa.
Cuba guardò alla sua destra e si
accorse che, dalla finestra spalancata della cucina, non entrava un
filo
d’aria.
Dal frigorifero, invece,
usciva una bella aria fredda che lo rinfrescava davvero tanto bene...
insomma,
quella sera aveva proprio bisogno di sbollirsi.
Ma
chandelle est morte, je n'ai plus de feu.
Ouvre-moi
ta porte, pour l'amour de Dieu.
“Un, duex, trois, non Francìs, je
ne veuille pas le vin. Porte-moi du maple.”
Lui, che di francese non capiva
nemmeno le parole più semplici, lo aveva gentilmente
adagiato sul materasso con
le lenzuola sfatte di quella mattina, sedendosi vicino a lui per
controllare
che stesse bene e passandogli una mano sulla fronte. Mai si sarebbe
aspettato
una reazione come quella di un palpamento involontario dei suoi glutei
da parte
del biondo, che aveva biascicato un “cuscinoooo...”
e si era lasciato cadere
all’indietro, rimbalzando sulle molle del letto. Non che
nessuno lo avesse mai
toccato, ok, ma i glutei erano troppo legati al sesso per essere anche
solo
menzionati, e di sicuro nessun uomo aveva mai fatto cenno di voler
parlare del
suo sedere o simili in sua presenza.
Au
clair de la lune, Pierrot répondit :
Je
n'ai pas de plume, je suis dans mon lit.
Ma allora perché il suo cuore
aveva cominciato a battere all’impazzata ed era corso in
cucina, aveva aperto
il frigorifero e si era messo a guardare un punto imprecisato tra la
lattina di
birra e il formaggio?
Ah, c’è anche la birra, meno
male.
Va
chez la voisine, je crois qu'elle y est
Car
dans sa cuisine, on bat le briquet.
Era venuto a trovarlo, Canada, in
occasione della celebrazione della rivolta nazionale cubana, un giorno
importante che si festeggiava alla fine di Luglio. In strada
c’erano davvero
tante persone, tutte gridavano, gioivano, ballavano e scherzavano: il
biondo
non era abituato a tanto calore e si era sentito felice quasi quanto lo
poteva
essere Cuba durante una sua festa nazionale.
Avevano bevuto la Sangria e
avevano ballato sino a quando il canadese, in chiaro stato pre-vomito,
aveva
chiesto espressamente di essere riaccompagnato a casa perché
“davvero stanco”.
Il “davvero stanco” era una
parola che per Cuba significava “andiamo a dormire”
ma che per Canada,
probabilmente, significava “andiamo a letto”. A
letto, insieme, andiamo a
letto.
Rabbrividì.
Sì, in effetti a stare davanti al
frigorifero non aiutava in quel senso.
Au
clair de la lune, l'aimable lubin
Frappe
chez la brune, elle répond soudain
La penombra della notte non gli
permise di vedere se il canadese stesse dormendo o stesse solo facendo
finta,
ma gli bastò constatare che aveva smesso di contare le
stelle e a biascicare
parole in francese per rilassarsi.
Si avvicinò al letto e si
sedette, dando le spalle al biondo. Si tolse le scarpe, si stese e
guardò il
soffitto della stanza per qualche secondo.
Qui
frappe de la sorte ?, il dit à son tour
Ouvrez
votre porte pour le Dieu d'Amour.
Le persiane abbassate e le luci
della notte di festa gli avevano regalato uno spettacolo davvero
singolare.
Ecco cosa stava contando prima,
non era in uno stato confusionale... probabilmente era nostalgico della
sua
terra e della natura a cui era abituato.
“Hai visto quante stelle?”,
sussurrò Canada vicino a lui.
Cuba voltò leggermente lo sguardo
e si accorse che il biondo lo stava guardando con gli occhi semi-chiusi
e un
sorriso leggero dipinto appena più sotto.
Au
clair de la lune, on n'y voit qu'un peu
On
chercha la plume, on chercha le feu
Canada sorrise e chiuse gli
occhi, sospirando.
“Au clair de la lune, mon ami Pierrot...”
Cominciò a canticchiare un nenia,
facendo sorridere il cubano.
“Canada, dormi dai.”
“...prête-moi ta plume,
pour écrire un mot...”
Canada guardò negli occhi Cuba,
che gli stava sorridendo sornione.
Si avvicinò al suo viso e posò le
sue labbra contro quelle del compagno, per poi guardarlo nuovamente e
sorridere.
“J’ai ecrit un mot, mon ami Cubà.
J’ai ecrit: je t’aime.”
En
cherchant d'la sorte je n'sais c'qu'on trouva
Mais
je sais qu'la porte sur eux se ferma.