Cap 1. “ L’inizio della
storia.”
16
settembre. Ormai erano cinque mesi che Kamijou Hiroki era chiuso in un
manicomio di Tokio.
Hiroki
era un ragazzo di quindici anni che ha appena perso i genitori.
Successe
tutto quel maledetto 16 aprile 2000.
* inizio flashback *
Hiroki era a casa di un amico, Usami Akihiko, per studiare e una chiamata improvvisa distrasse i due ragazzi. Poco dopo nella stanza di Akihiko entrò il suo maggiordomo che dovette dare la triste notizia ad Hiroki.
Da
quel giorno Hiroki non fu più lo stesso. Non dormiva la notte, divenne
scostante con tutti coloro che gli stavano vicino. Ma la cosa più preoccupante,
e che fece allarmare i genitori adottivi, fu che tentava spesso di suicidarsi.
Ogni tentativo era preceduto da una frase tipo “io dovrei essere con loro…. Sto
arrivando”
Per
un certo periodo prima del ricovero i tentativi di suicidarsi sembravano essere
spariti… ma appena ricominciò la scuola, l’inferno ricominciò…
A:
caro cosa dobbiamo fare? Da quando è ricominciata la scuola è ricominciato
anche questo inferno!!!
M:
non lo so tesoro, e se provassimo a rimandarlo dallo psichiatra?
A:
non lo so… non mi sembra che l’ultima volta abbia funzionato tanto, l’altra
volta.
M:
hai ragione… non vorrei dirlo ma forse un ricovero in ospedale…
A:
forse hai ragione, ma non ne sono sicura, in fondo è solo un bambino…
M:
lo so, ma pensaci… ha tentato diverse volte di togliersi la vita e ogni volta
siamo arrivati appena in tempo…
A:
va bene proviamoci…. Oh, il mio piccolo…
M:
su su… non disperarti. Vedrai che li lo cureranno. Conosco il dottore del posto
dove voglio mandare Hiroki. Lui e suo figlio Nowaki, hanno curato anche casi
peggiori.
A:
va bene, mi fido di te tesoro….
M:
allora li chiamo…
A:
Ok…
D:
capisco amico mio, deve essere difficile per voi…
M:
si lo è… tu, anzi voi, potete fare qualcosa?
D:
penso di si… ho già curato casi simili… avolte basta solo staccare la spina,
stare in un posto dove non si conosce nessuno, e poi si sta meglio…
M:
davvero pensi che basterebbe solo quello?
D:
io me lo auguro, per voi!
M:
quando possiamo portarlo?
D:
anche domattina
M:
allora a domattina…
D:
va bene, ciao, e non preoccuparti. Guarirà…
M:
grazie…