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Autore: Earth Star    03/08/2010    3 recensioni
Lina e Gourry sono felicemente sposati e hanno deciso di portare in vacanza la loro famiglia... ma Gourry sta per incontrare una persona che non avrebbe mai più voluto vedere in vita sua!
(traduzione a cura di Bishoujo Tensai Madoushi su autorizzazione dell'autrice)
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Gourry Gabriev, Lina Inverse, Personaggio originale
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Author's Note: This story was written for DQBunny in the Slayers Request group on livejournal

Note dell’Autrice: Il personaggio di Emilie appartiene all’autrice DqBunny mentre i personaggi di Rowen e Lori appartengono a me.

 

"L’ Amore Che Non Muore "

Era un giorno da spiaggia perfetto. Il cielo era libero da nuvole che potessero far presagire pioggia, il sole scintillava come una lucida moneta d’oro e le onde si infrangevano lungo la battigia, invitando i nuotatori ad entrare in acqua a divertirsi. Il visetto di Lori era radioso. Aveva sentito parlare dell’oceano dai genitori ma vederlo dal vero era meraviglioso. "Acqua! Acqua!" strillò saltellando come una rana che ha scoperto la perfetta ninfea. Lori iniziò a correre per buttarsi in acqua ma i suoi piani furono sventati da Emilie che la afferrò per un braccio.

"Stai qui."

Lori fece il broncio alla sorella maggiore. "Ma io voglio andare a nuotare."

"Anche io ma papà ci ha detto che dobbiamo aspettare lui e la mamma."

"Ah, lasciala andare ad annegarsi," disse Rowen, dal suo telo mare. "Ci sarà molto meno chiasso così."

Emilie fissò accigliata il fratello, poi emise un sospiro esasperato. Ora poteva capire quello che zia Luna doveva aver provato. Essere il figlio maggiore non era un compito facile.

"Perchè mamma e papà ci mettono tanto?" chiese Lori, continuando a fissare l’oceano invitante.

Emilie prese la protezione solare, ne spremette un po’ sulla mano e se la mise sulla pelle. "Probabilmente stanno finendo di fare colazione, la mamma si è svegliata tardi questa mattina."

Rowen grugnì nell’urtare un granchio. "Mi piacerebbe che si sbrigassero. Sono dei pigroni."

"Divertente, mi sembra cha a te ci sia voluto un sacco per alzarti questa mattina."

Rowen strillò e si voltò di scatto. "Papà! Odio quando mi arrivi di soppiatto alle spalle in questo modo!"

Gourry rise, arruffando i capelli di suo figlio, ancora scocciato. "Scusa, piccolo, le vecchie abitudini sono dure a morire."

"Possiamo andare a nuotare ADESSO?" chiese Lori, battendo il piede.

"Non ancora. Dobbiamo aspettare la mamma, prima."

Emilie finì di spalmarsi la crema sulle braccia. "Perchè ci mette tanto? Di solito non..."

La ragazzina si interruppe quando apparve sua madre mugugnante. Tutti e tre i bambini si scambiarono sguardi preoccupati. Gli occhi di Lina erano stretti, le dita si flettavano e sembrava desiderasse spedire in orbita la prima persona che avesse detto qualcosa di sbagliato. Questi erano classici segni che la loro madre era di umore nero.

La tensione nell’aria sarebbe stata sufficiente a spaventare qualsiasi uomo-bestia, troll, goblin e persino un drago. Senza una parola Lina strappò il telo mare da sotto il sedere a Rowen, sorprendentemente senza farlo cadere, e se lo gettò su una spalla. Lanciò a Gourry un’occhiata del tipo “sei morto” e continuò a marciare sulla spiaggia. "Bene, muovetevi! Andiamo!," urlò poi come un generale.

Ciononostante i tre fratelli rimasero dov’erano. Lentamente si girarono verso il padre che pareva non essere toccato dall’umore pericoloso di Lina. Rowen si accigliò, in maniera simile a quella che vestiva sua madre. "Papà, cos’hai fatto?"

Gourry piegò la testa. "Cosa ti fa pensare che tua madre sia arrabbiata con me?"

"Perchè fa così solo quando hai fatto qualcosa che l’ha fatta infuriare."

Emilie tossicchiò. ", questo e anche quando una delle tua invenzioni distrugge parte della casa, Rowen."

"Hei! E’ successo una volta sola...ok, due se includi la volta che ho quasi incendiato il bagno ma quella non è stata colpa mia!"

"Calmatevi," disse Gourry, sventolando le mani. "Guardate, non è niente di che. Vostra madre è furiosa con me perché ho mangiato l’ultimo granchio che avevamo per colazione."

Lori tirò fuori la lingua con espressione disgustata. Perché la sua mamma doveva essere arrabbiata per una cosa simile? Nella sua opinione i granchi erano osceni. Sembravano insetti giganti.

"Papà, perchè non gliene hai lasciato qualcuno?" chiese Emilie. "Una delle ragioni per cui la mamma voleva venire in questo posto era per mangiare i granchi di qui, giusto?"

Gourry si inginocchiò all’altezza della figlia. "Normalmente lo avrei fatto, solo che non sapevo fosse l’ultimo e che tua madre stesse ancora dormendo in quel momento."

Rowen sospirò, schiaffandosi una mano sulla fronte. "Oh grande, così adesso abbiamo tra noi mamma-zilla… tutto per uno stupido granchio."

Gourry rise. "Rilassati, avete visto vostra madre di umore ben peggiore di questo. Datele un paio di ore, qualche gelato per sbollire e il suo umore migliorerà di molto. Credetemi."

Emilie e Rowen si accigliarono. Entrambi presagivano che si sarebbe trattato di una lunga giornata.

La famiglia Inverse aveva scelto un punto della spiaggia che soddisfacesse tutte le loro necessità. Vicino all’acqua per nuotare, nessuno attorno che potesse disturbarli e la cosa più importante di tutte, vicinissima ad un banchetto di gelati che potesse saziare la loro fame più tardi.

Lori ed Emilie si lanciarono in acqua insieme e furono seguite a breve da Gourry. Rowen non desiderava ardentemente bagnarsi e rimase ad osservare suo padre e le sue sorelle schizzarsi scioccamente. Si appollaiò sulla sabbia umida per costruire un castello di sabbia estremo. Lina, ancora di pessimo umore, si era messa gli occhiali da sole e aveva steso il telo mare. Suo marito l’aveva ingiustamente privata del granchio ma avrebbe comunque avuto una perfetta abbronzatura a dispetto di questo.

Quando i bambini dichiararono che era ora di una pausa gelato, Gourry iniziò i negoziati poichè Lina non era ancora in vena di farlo. Una volta di ritorno con i tre bambini che mangiavano felicemente i loro gelati, Gourry ne porse uno a sua moglie come offerta di pace. 

Lina fissò il ricciolo di triplo caramello come se fosse un dolce vecchio e duro quindi si girò rapidamente sullo stomaco. Gourry sospirò. "Dai, Lina. Non puoi essere ancora arrabbiata con me. Era solo un granchio."

"Solo un granchio?" Lina balzò in avanti, quasi facendosi saltare via gli occhiali da sole nel processo. "Era un granchio drago di neve! Hai una minima idea di quanto siano rari?" I suoi pugni si serrarono. "Si dice che sia il granchio più delizioso del mondo. Si dice di gente che ha sbavato giorni e giorni dopo averlo solo guardato." Si lanciò su Gourry e lo afferrò per le spalle. "Si trovano solo in questa zona, durante la stagione estiva. Ho passato settimane intere pianificando questa vacanza per poter mettere le mani su uno e TU HAI MANGIATO L’ULTIMO SENZA AVANZARMENE NEANCHE UNO!"

"Lina, per l’ultima volta, se avessi saputo che era l’ultimo te l’avrei lasciato!"

"Questo non aiuta il mio povero stomaco deprivato!"

"Santo cielo, anche in vacanza voi due non cambiate mai."

La voce improvvisa fece saltare Lina. Si girò velocemente andando a sbattere contro il petto di Gourry. Grugnì. Come se la sua vacanza non potesse andare pure peggio. "Xellos, che diavolo ci fai qui?"

Indossando calzoncini, una maglietta a motivo tropicale e tenendo in mano un drink all’ananas, Xellos sorrise. "Perché, Lina? Una vecchia conoscenza non può venire a salutare?"

"Non quando ha l’abitudine di metterci nei guai," rimarcò Gourry, amaramente.

I tre bambini si voltarono di scatto, sorpresi. Vedendo il loro ospite, Lori si nascose dietro alla sorella maggiore. Per qualche ragione l’uomo la rendeva nervosa. C’era qualcosa in lui che le faceva venire la pelle d’oca.  

Rowen lo fissò inespressivamente. "Mamma, chi è?"

Lina emise un verso strozzato. "Rowen, onestamente puoi dire che non ti ricordi di lui?"

Rowen si accarezzò il mento pensando intensamente. Dove aveva già visto quel tizio? Poi la sua memoria scattò. "Oh ecco! Questo è il ragazzo al quale io ed Emilie abbiamo incendiato accidentalmente il mantello."

Emilie annuì. "Giusto. Anche se io ricordo che zio Zelgadis era molto felice di questa cosa."

Xellos ebbe uno spasmo. Non osava mostrarlo ma era ancora contrariato per quel fatto. Si trattava del suo mantello preferito.

"Quindi, vorresti dirci quale piano malvagio ti porta qui?" chiese Lina, con le sopracciglia arcuate.

Xellos piegò la testa come un gatto perplesso. "Lina-san, perchè devi sempre dare per scontato che ci sia dietro un altro motivo? Sono qui solo in vacanza."

Gourry si grattò la testa. "I Mazoku vanno in vacanza?"

"Certo che lo facciamo. Macchinare piani sinistri è più facile quando rilassi la mente."

"Sì, potrei scommetterci," mugugnò Lina. "Questo però non spiega ancora perchè hai deciso di scocciare noi."

"Stavo per farlo," disse Xellos, prendendo un sorso del drink all’ananas. "Vedete, stavo per venire a salutarvi quando sono incappato in un uomo. Apparentemente stava cercando te, Gourry-san, da molto tempo."

Gourry si accigliò. Chi poteva cercarlo? Il primo che gli venne alla mente fu Zangulus, però si erano visti il mese prima. Qualcuno della sua famiglia? No, non si parlavano da anni. In realtà l’unica persona a cui poteva pensare era… il sangue gli si ghiacciò improvvisamente. Boccheggiò in cerca d’aria. Le sue gambe tremarono. No! Non poteva essereLUI?

"Quando ho detto all’uomo che stavo venendo da voi, ha insistito perchè lo portassi con me…"

"Lala-san!" Una specie di tempesta sabbia turbinò lungo la spiaggia. Con la velocità e la potenza di una tigre, la figura si scagliò contro lo spadaccino. Mentre la paura e l’istinto prendevano il controllo, Gourry e Lina balzarono fuori dalla strada della bestia lasciando solo una manciata di sabbia e il telo mare. Lina corse verso i suoi figli per fare loro da scudo contro la sabbia che volava. Gourry afferrò l’arma più vicina che riuscì a trovare, l’ombrellone da spiaggia. Xelloss sorbì il suo drink sorridendo divertito. Sembrava essere uno spettacolo simpatico.

Gourry guardò intimorito la sabbia che andava dissipandosi. La figura era in piedi, mentre scrutava freneticamente a destra e a sinistra poi focalizzando l’attenzione su Gourry. "Lala-san!" L’uomo aprì le braccia, pronto per l’abbraccio del suo amore. "Alla fine il tuo eroe Volun ti ha trovata!"

BONG!

Gourry picchiò seccamente la testa di Volun con il suo imponente ombrellone da spiaggia. Non se ne parlava di lasciare che quel pazzo guadagnasse terreno. "Rimani dove sei," ordinò ferocemente.

Lina gemette e scosse la testa in direzione di Xellos. "Perchè lo hai portato qui?"

Il Mazoku scrollò le spalle. "Stavo puramente offrendo assistenza e ho pensato che avrebbe potuto essere divertente."

Lina si schiaffò una mano in fronte. Avrebbe dovuto imparare dopo tutti quegli anni che quando Xellos appariva, lei e Gourry dovevano semplicemente mettersi a correre.

"Mamma, perchè quell’uomo ha cercato di attaccare papà?" domandò Emilie. Nella sua intera breve vita non aveva mai visto suo padre così seccato, spaventato e pronto ad uccidere qualcuno al tempo stesso.

Gourry fece un passo indietro, senza togliere gli occhi da Volun. "Questo tizio è Volun ed è tutta colpa di vostra madre se mi trovo in questo pasticcio..."

"Lala-san!" intervenne Volun, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime. "Come puoi chiamare la connessione tra di noi “un pasticcio”? Il nostro amore è la creazione più pura e meravigliosa che sia mai esistita. Il nostro amore è..."

"Vuoi stare zitto?!

Un pallido Rowen tirò i calzoncini di Gourry. "Aspetta, papà, questo significa che tu e quel tipo… eravate amanti?"

In un primo momento il cervello di Gourry non registrò pienamente quello che suo figlio aveva detto poichè stava scrutando attentamente i movimenti di Volun. Ad ogni modo, quando le parole penetrarono nel suo cervello, Gourry sussultò e si girò, orripilato, verso il figlio. "Cosa? No! Non è stato niente di simile!"

"E’ la storia d’amore del secolo!" dichiarò Volun, senza ascoltare le proteste dello spadaccino. "E’ stato amore a prima vista, quando accettai di scortare Lala-san e le sue sorelle attraverso il mare. Dovevamo sposarci ma la tragedia ci colpì e fummo separati." I suoi occhi si illuminarono in una maniera che disturbò grandemente i bambini e Gourry. "Ma finalmente ti ho trovata, cara, dopo tutti questi anni."

Emilie strizzò gli occhi, stordita. "Wow, suona come una storia yaoi."

"Cos’è lo yaoi?" chiese Lori.

"Non è affatto così!" gridò Gourry, gettando il cesto del pranzo contro Volun. "Lina, tutto questo casino è colpa tua. Dì ai bambini la verità!"

La fiamma della speranza di Gourry che il fraintendimento venisse chiarito si spense. Un diffuso malvagio ghigno si fece strada sul viso di Lina. Lo spadaccino capì di essere nei guai.

Lina incrociò le braccia e gli indirizzò uno sguardo sconcertato. "Che cosa intendi con questo, Gourry? Spero che tu non lo stia dicendo perchè pensi che io sia gelosa del tuo primo vero amore."

"Lina!" Gourry non poteva credere che sua moglie potesse essere tanto crudele.

"Non sta succedendo davvero!" gridò Rowen, inorridito.

"Hei Volun!" Lina gli fece cenno con la mano, sorridendo da orecchio a orecchio. "Perchè non dai a Gour... cioè Lala un grosso bacio?"

Volun rise. ", certamente, lo stavo pianificando fin dall’inizio." Mentre Volun avanzava, Gourry strillò come un coniglio che viene cacciato da una volpe e scappò.

"Aspettami, Lala-san!"

Lina iniziò a rotolarsi sulla sabbia, ridendo. Emilie scosse la testa. Lori sbattè gli occhi, confusa. Rowen picchiò la testa contro un albero, sperando di dimenticare quello che era accaduto a suo padre qualche momento prima.

* - * - * - * - * - * - * - *

Le ragazze rimasero un paio di ore a spruzzarsi e a giocare tra le onde fino a che Emilie sentì che era ora di prendere una pausa. Grondando di acqua salata, Emilie prese la mano di Lori e si diresse da Rowen che era seduto su un telo mare.

Il ragazzino stava borbottando mentre guardava la scena davanti a lui. Lori afferrò un telo per asciugarsi, poi lo stese accanto a suo fratello.  

"Quindi cosa stanno facendo adesso papà e Volun-san?"

Rowen sospirò come se stesse per rivelare la trama di un pessimo romanzo d’amore. "Fino ad adesso, quel Volun ha catturato papà in un abbraccio ma poi papà lo ha colpito ed è andato via. Poi, Volun ha cercato di dividere con lui un banana split che papà gli ha gettato in faccia."

Emilie si accigliò mentre si asciugava i capelli. "E adesso?"

Rowen indicò la scena davanti a lui, mentre gli occhi gli si contraevano. "Volun ha inseguito papà su un albero e gli sta cantando una canzone che penso sia d’amore."

Emilie sospirò. "Mamma ha già fatto qualcosa?"

Irritato, Rowen scosse la testa. "No, è ancora con Xellos a lavorare all’abbronzatura." brontolò. "Non ce la faccio più. Visto come sta andando, papà dovrà sposare quel tipo solo per levarselo di torno." Rabbrividì al pensiero. Vivere nella stessa casa con Volun e… oh, no, e cosa avrebbe fatto se avesse insistito per essere chiamato papà Volun? Quella cosa andava al di là della paura.

"Ma...non può farlo!" gridò Lori. "La mamma non lascerà che succeda, giusto?"

Rowen tamburellò le dita sul ginocchio, dando uno sguardo preoccupato a sua madre che si abbronzava.  "Non lo so. La mamma sembra non essere interessata e non ha esattamente cercato di liberarsi di Volun." Un pensiero improvviso colpì il ragazzino. "Oh cacchio, forse la mamma ha fatto così perchè a papà… piace veramente quel tipo…"

Le lacrime si gonfiarono negli occhi di Lori. "Allora mamma e papà non si amano più?"

"Smettetela tutti e due," disse Emilie incrociando le braccia. "Mamma e papà si amano e sono sicura che mamma si libererà di Volun-san quando avrà voglia di farlo."

"Bene, io non correrò il rischio!," Rowen si alzò, le mani che si chiudevano a pugno. "Mi rifiuto di lasciare che quello strano tipo entri nella nostra famiglia e la distrugga!" Iniziò a camminare. "Mi libererò di lui, non importa cosa ci vorrà!"

Lori applaudì e lo seguì velocemente. "Vai e stendilo fratellone!" Non aveva mai saputo che suo fratello potesse essere un tale eroe.

Emilie gemette e si alzò anche lei in piedi. Quel che è troppo è troppo. Conosceva abbastanza i suoi genitori da sapere che la loro madre stava solo tirando uno scherzo al padre. Certo, accadeva che litigassero ma Emilie sapeva che i suoi genitori si amavano. Niente poteva separarli. All’inizio Emilie aveva deciso di lasciare che i suoi genitori se la vedessero tra di loro ma non aveva pensato che Rowan e Lori potessero prenderla così male. Come sorella maggiore doveva mettere a posto quella cosa. E tra l’altro aveva la sensazione che se non lo avesse fatto, Rowen avrebbe potuto tentare di castare qualche Palla di Fuoco, cosa che probabilmente non avrebbe migliorato la situazione.  

Emilie raggiunse il punto dove sua madre e Xellos si stavano abbronzando. Mentre la sua figlia maggiore arrivava, Lina si girò sulla schiena. "Hei Xellos, passami la lozione abbronzante."

"Certamente, Lina-san. Vuoi che te la spalmi sulla schiena?"

Lina alzò un sopracciglio. "Vediamo, ti voglio vicino mentre ti do le spalle e voglio che mi metti le mani addosso quando non ti vedo? "

Xellos sorrise. "Lo prenderò come un 'No, ti ringrazio'."

"Mamma, non pensi che papà abbia sofferto abbastanza?"

Lina girò la testa verso sua figlia. "Non ancora. Non preoccuparti, salverò tuo padre tra un paio di ore."

Emilie sospirò. "Mamma, so che perdonerai papà alla fine ma dovresti veramente fare qualcosa adesso. Hai spaventato Lori e Rowen sta per fare qualcosa di stupido."

Lina si sedette, togliendosi gli occhiali da sole. "Quanto stupido?"

Emilie incrociò le braccia. "Ha lo stesso sguardo che hai tu quando stai per arrostire un bandito."

Lina imprecò. "Va bene, interverrò. Xellos, tienimi il posto."

"Come vuoi Lina-san, anche se mi sto godendo il tormento che Volun-san sta dando a Gourry-san. E’ molto gustoso."

Emilie pensò fosse meglio ignorare il commento mentre prendeva la mano della madre e conduceva Lina verso il suo terrorizzato padre. Più Lina si avvicinava, più i suoi occhi si spalancavano alla vista di quello che stava accadendo.

Suo marito penzolava dalla cima dell’albero e sembrava stranito quanto Lina. Rowan era saltato sulla testa di Volun e l’aveva afferrata. Il ragazzino stava emettendo potenti grida di guerra mentre colpiva Volun con la stessa piccola arpa che l’uomo aveva usato qualche minuto prima per far la serenata a Gourry.  Volun stava cercando di afferrare il ragazzino e scuoterselo via ma Rowen lo teneva stretto rifiutandosi di mollarlo. Lori si teneva a distanza ma faceva orgogliosamente il tifo per suo fratello durante la sua grande battaglia

A Lina scese un gocciolone. A dire il vero non era sorpresa dalle azioni di suo figlio. Dopo tutto le assomigliava e aveva ereditato il suo temperamento focoso. Con un sospiro stanco Lina si avvicinò e in un colpo solo staccò il ragazzino da Volun e lo gettò a terra.

Rowen la fulminò con lo sguardo. "Mamma, stavo vincendo!"

Lina stava per mettersi a litigare con il figlio quando Volun le prese rapidamente la mano e iniziò a scuoterla appassionatamente. Lacrime di gratitudine uscirono dagli occhi di lui. "Oh, grazie Lili-san! Non so come hai fatto a sconfiggere un nemico così potente."

"Oh ragazzi," borbottò Emilie vedendo il ghigno soddisfatto di Rowen nel sentirsi chiamare 'nemico potente.'

Lina roteò gli occhi mentre si riprendeva la mano. "Ascolta Volun, detesto spezzare le tue illusioni ma non puoi avere 'Lala'. E’ già impegnata."

Volun tremò, come se Lina avesse appena minacciato di pugnalarlo. "No, non può essere vero."

"Lo è," replicò Lina in modo piatto. "Questi ragazzini, incluso quello che ti è saltato addosso, sono i figli di lu.. ehm… lei. Adesso è felicemente sposata."

"NNNOOO!" Volun alzò freneticamente lo sguardo sull’albero dove Gourry era appeso. " che non è così,  Lala-san!"

"E’ dannatamente vero!" gridò Gourry. "E prima che tu chieda, no, non divorzierò."

Volun grugnì. "Allora io e il tuo amante combatteremo all’ultimo sangue..."

"Non pensò sarà necessario." Lina incrociò le braccia e ghignò. "Se ti trovassi un’altra ragazza?"

Volun ringhiò. "Lili-san, io ti rispetto ma ti prego di non dare per scontato che il mio amore possa vacillare così facilmente. Nessuno può rimpiazzare Lala-san."

Lina fece un ghigno malvagio. "Neanche se è dieci volte più bella e ti posso garantire che è single?"

Volun la guardò dalla coda dell’occhio cercando contemporaneamente di non apparire troppo interessato. "Bella..., mi tenta...No, impossibile. Non c’è nessuna che io possa amare veramente come Lala-san..."

Lina gli battè la schiena. "Ah, forza. Dalle solo una chance. Cadrai come una pera cotta ai suoi piedi. Succede a tutti i ragazzi con lei. Puoi chiedere al mio amico Zel se vuoi una prova."

Volun si accarezzò il mento. "Se volessi trovare questa ragazza, e non sto dicendo che lo farò, dove potrei trovarla?"

"E’ facile. Vai a Femminia e chiedi di Miwan."

"E pensi che mi piacerebbe?"

Lina fece un sorrisone. "Credimi. Penso che siate fatti l’uno per l’altra."

Volun pensò a lungo e intensamente per un buon minuto. "Forse hai ragione, Lili-san." Poi guardò in su ancora, nell’albero. "Lala-san, mi rincresce dire ciò ma cercherò di amare un’altra. In ogni modo se non trovassi il mio vero amore in questa Miwan, tornerò da te."

"Oh...che gioia," grugnì Gourry.

Con la sua nuova missione, Volun salutò velocemente e partì verso il suo potenziale nuovo amore.

Quando l’uomo non fu più visibile, Gourry sentì che era sicuro scendere. "Lina, non che non sia grato per avermi liberato da lui ma non è un po’ cattivo che Miwan debba averci a che fare?"

Lina scosse la testa. "Non preoccuparti. Se anche riuscisse ad entrare in città, non credo che Volun sarebbe un così grosso problema. Inoltre dovrà prima passare attraverso la madre di Miwan e lei può sbrigarsela con lui."

Gourry annuì. "Giusto." I suoi occhi si assottigliarono. "Comunque avrei apprezzato se ti fossi liberata di lui prima."

Lina rise. "Ah, dai cervello di medusa. Dov’è finito il tuo senso dell’umorismo? Inoltre dopo averti messo in questa situazione mi sento meglio e ho deciso di perdonarti."

Gourry girò la testa "Oh davvero? E cosa ti fa pensare che io perdonerò te?"

La maga si produsse in un sorriso seducente, avvolgendogli le braccia intorno al collo. "Perchè farò in modo che succeda questa sera in camera da letto."

Gourry si rianimò mentre abbracciava strettamente la moglie. "In questo caso probabilmente lascerò perdere."

"Probabilmente?"

Lina si sentì improvvisamente tirare il costume da bagno. "Mammina?"

Ricordando improvvisamente che i bambini erano presenti, Lina si girò di scatto arrossendo abbondantemente. "Ehm...cosa c’è piccola?"

Lori piegò la testa di lato. "Chi è Miwan?"

"Sì, mamma. Questa è la prima volta che sento di questa Miwan," disse Rowen

Gli occhi di Emilie si strinsero. "Non ha niente a che fare con Naga-san, che abbiamo incontrato qualche anno fa?"

Gourry tossicchiò. "Mi spiace bambini ma penso che sia meglio che zio Zelgadis vi parli di Miwan."

"E quando glielo chiederete, ricordatevi di chiedergli UN SACCO di dettagli," sorrise in modo molto malvagio Lina.

I tre piccoli Inverse si guardarono tra di loro e alzarono le spalle. In ogni modo, senza che loro ne fossero a conoscenza, nella biblioteca del palazzo reale di Seyrune il loro 'zio Zelgadis' avvertì un improvviso brivido gelato corrergli giù per la schiena.

 

  
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