Scacco Matto al Re.♠
{
Non vedo altro che questo guardandomi intorno.
Pedine
che cadono una dopo l'altra, inesorabilmente.
Pedine inutili,
senza un Re che comandi per loro.
Pedine
morte.
}
***
Guardo
il mio anello, lo stesso che Elizabeth ha rotto quella volta, al mio
compleanno.
Lo stesso che poi è stato riparato da Sebastian.
Sebastian.
Lui è davvero in grado di fare tutto?
Apparentemente
sì, ma mi piacerebbe sapere come si comporterebbe di fronte
ad
un'apocalisse.
Dovrebbe averne paura, lui è un demone dopotutto.
«Qualcosa
la turba, signorino?» mi sento chiedere dal mio maggiordomo,
dal mio
perfetto
maggiordomo.
Alzo lo sguardo e lui mi sta di fronte, versandomi lentamente nella
tazza da tè qualche infuso probabilmente proveniente
dall'India o da
qualche altro Paese orientale.
Mi sembra di sentire una nota di
divertimento nel suo tono, ma lo ignoro.
Credo
di stare diventando paranoico.
«No,
Sebastian. Mi chiedevo che tipo di tè fosse quello che mi
stai
versando»
«Tè
Rosso Kunming, un tè cinese famoso per essere utile a
mantener sano
il sistema nervoso»-
infastidito gli scocco un'occhiata significativa -
«e
celebre in tutto il mondo per le proprietà
dimagranti»
Bastardo.
Si
prende gioco di me.
«Noto
che il prenderti gioco del tuo padrone ti provoca un gran
divertimento, Sebastian» -mantengo il tono tranquillo e un
contegno
impeccabile, nonostante una vena pulsante nella tempia minacci di
tradire le mie vere emozioni.
«Assolutamente, non mi permetterei
mai». Eppure anche stavolta scorgo nella sua gota una ruga
d'espressione che non avrebbe dovuto esserci.
«Sebastian!»
-mi alzo di scatto e sbatto una mano sul tavolo, irritato. Lui mi
guarda serio, non un'accenno del precedente divertimento.
Non
passa neanche un minuto prima che io mi penta della mia azione
sconsiderata.
Maledizione!
Hanno ragione quelli che dicono che sono
ancora un bambino.
«Signorino»
-Sebastian mi porge la tazza di tè fumante, nella porcellana
finemente lavorata nei minimi dettagli. Soffoco a fatica l'impulso di
voltarmi e rifiutare il tè, allungo la mano e appoggio il
bordo
della tazza alle labbra, inumidendole appena.
«Andiamo,
Sebastian» -poso la tazza ancora piena sul tavolino di vetro
e mi
avvio verso la porta, volgendo lo sguardo indietro e scorgendo
Sebastian che mi porge il cilindro e il mantello.
«Yes,
my lord» sussurra lui in risposta, con un breve inchino, la
mano sul
cuore.
***
{
Troppe pedine sono già cadute, le difese crollano.
E si sa,
crollando le difese si va incontro alla mossa finale, la più
temuta.
La
sconfitta per eccellenza:
lo
scacco matto al Re.}