Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |      
Autore: Hyn_Tisunimess     05/08/2010    1 recensioni
Un grattacielo alto cento piani, gli ascensori come unico mezzo di comunicazione fra i livelli, ascensori che possono solo portare più in alto, un misterioso piano sotterraneo soprannominato: "LA CREAZIONE", e le finestre... sempre più grandi man mano che si sale e pronte a rivelare sempre nuovi dettagli sul mondo. L'interphon: Unico mezzo di comunicazione fra i piani.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dal quarto piano non si vede molto, affacciandomi alla finestra riesco a stento a scorgere i prati all'inglese che costeggiano il vialetto d'accesso al grattacielo. Dico a stento perché i vetri sono molto alti, e solamente mettendomi in punta di piedi riesco a scorgere qualcosa. Mi hanno detto che la fuori c'è un mondo intero, e che salendo più in alto riuscirò a vederlo, e che di quel mondo dovrò imparare molte cose... Io non ci credo, ho chiesto a tutti i miei amici che vivono a questo piano, e nemmeno loro ci credono. Non riesco a pensare che la fuori ci sia ancora spazio per qualcosa, voglio dire, questa stanza è già così grande, e ci sono così tante cose qua dentro che viene da pensare che questa costruzioni occupi tutto lo spazio disponibile al mondo, che questa stanza sia il mondo.

Ho parlato all'interphon oggi, gli ho descritto tutto quello che faccio qui, tutti i giochi, le attività. Sembrava contento, ma non posso esserne certo, perché non mi ha risposto. Non risponde mai, l'interphon... Ogni tanto parla però, ed ogni volta che lo fa qua nella stanza cade il silenzio. A me ha parlato una sola volta, prima ero troppo in basso perché potessi udirlo. Però, quando ancora ero al terzo piano, mi ha parlato. Mi ha chiamato... ricordo ancora le sue parole.

"L'utente Jul è pregato di accomodarsi nella cabina dell'ascensore." - E poi un'altra volta.

"L'utente Jul è pregato di accomodarsi nella cabina dell'ascensore." - Io mi sono girato, avevo riconosciuto il mio nome, ma non riuscivo a capire cosa volesse da me. Mi sono avvicinato all'interphon e gli ho sorriso.

"Ciao!" - Gli ho detto - "Vuoi giocare con me?"

"L'utente Jul è pregato di accomodarsi nella cabina dell'ascensore." - Non sono sicuro se fosse un si o un no, però poco dopo mi hanno preso per mano e mi hanno portato nell'ascensore.

Li per li mi sono spaventato, la porta dell'ascensore era sempre chiusa. Per noi rappresentava l'angolo proibito del terzo piano. Se ne stava li, sola sola, lontana da tutti gli altri decori e da tutti gli altri giochi. Lontana dai lucenari che con la loro luce dall'alto incorniciavano la stanza. Ogni tanto, quando riuscivo a raccogliere abbastanza coraggio, mi ci avvicinavo e appoggiavo l'orecchio. Se nella stanza c'era silenzio, ma c'era quasi sempre, perché quei riti li svolgevo sempre di notte, riuscivo ad udire i deboli sibili dei macchinari che sottoterra costruivano i miei amici. Quel rumore mi rilassava e, dopo pochi minuti, tornavo alla mia brandina riuscendo a riprendere sonno.

Mi hanno portato dentro la cabina, le porte si sono chiuse, e poco dopo si sono riaperte. Mi trovavo al quarto piano. In realtà era quasi uguale al terzo, però c'erano più tavoli e meno cuscini, e c'erano le finestre... La prima cosa che mi ha stupito è stato il cielo, prima di allora non sapevo che il cielo esistesse. E' stato in quel momento che, per la prima volta, ho iniziato a pensare che il grattacielo potesse non essere tutto... però era comunque molto!

Parlavamo sempre del sottoterra, giù al terzo piano. Ci avevano spiegato che era da li che venivamo tutti, il sottoterra si trovava sotto al secondo ed al terzo piano. "Anche sotto al nostro?" Aveva chiesto un amico. Si, anche sotto al nostro. E anche sotto il giardino, anche se, a quei tempi, non potevo sapere del giardino. Al quarto piano però non ne parlava quasi nessuno, c'erano cose molto più interessanti da fare. Il primo giorno abbiamo fatto la "visita guidata", ci siamo messi tutti in fila, io davanti a tutti, tenendo la mano all'inserviente. Poi abbiamo fatto il giro della stanza, una volta, due volte, tre volte, cinque volte... sette volte. E ogni volta mi mostravano le stesse cose, illustrandomele nello stesso modo, forse credevano che non capissi... si sbagliavano però!

Poi capii che non sarei più tornato al terzo piano. Lo capii la notte quando, dopo il pasto serale, che qua chiamano "cena", l'inserviente mi ha portato su una brandina. Era una brandina molto diversa, come niente che avessi mai visto prima. Era sopraelevata, ma non aveva sbarre di sicurezza. Era strano, al secondo piano avevamo tutti lettini sdraiati sul pavimento oppure protetti da piccole ringhiere molto resistenti. Mi sdraiarono, e circondarono il letto con piccoli cubi soffici, credo che lo fecero perché così anche se fossi caduto non mi sarei fatto male... Io però non avevo intenzione di cadere, né con i cuscini ne senza.

Continuarono con i comportamenti strani per qualche tempo, anche se non so esattamente quanto. Continuavamo a trattarmi come se non capissi quello che volevano da me. Ad esempio, il primo giorno prima di lasciarmi usare un pennarello dovetti assistere ad una dimostrazione di un'intera mattinata sul suo utilizzo. Non capisco bene il perché, in fondo... Il suo utilizzo credo sia sufficientemente intuitivo!

Ora è passato un altro po' di tempo. Voglio bene agli inservienti, ma non so se il mio affetto sia contraccambiato. Spesso mi accorgo che mi fissano, mi osservano... Poi tirano fuori le loro tavolette e confabulano fra loro, a volte indicano l'ascensore, altre volte le finestre. Intanto però qui mi sono ambientato, poco a poco ho riconosciuto alcuni vecchi amici del terzo piano che avevano preso l'ascensore prima di me, mentre altri mi hanno raggiunto. Ogni volta che arrivava qualcuno di nuovo ripetevamo il giro della stanza, una volta abbiamo camminato per oltre quattro ore consecutive. Quella sera sono andato a letto senza cena.

Ieri è arrivato un nuovo ragazzo, quando è stata ora di andare a dormire ho notato che gli stavano mettendo dei cuscini intorno al letto. Fin li niente di strano, però... erano i miei cuscini! E poi, cosa ancora più curiosa, era il mio letto! Ho girato un po' per la stanza, cercando un letto libero dove dormire, perché era severamente vietato dormire in due in un letto, ma non ho trovato niente!

Mi sono avvicinato ad un'inserviente, Popo, così la chiamiamo.

"Dove dormo stasera?" - Lei si è girata verso di me, stupita.

"Sei ancora qui?" - Mi ha chiesto.

"Si... Dove devo andare?"

"Non preoccuparti" - Mi ha detto lei - "Fra poco verranno a prenderti, stai crescendo, è ora che tu visiti il sesto piano."

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Hyn_Tisunimess