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Autore: Mary15389    05/08/2010    1 recensioni
Un caso difficile coinvolge da vicino JJ mettendola in pericolo. Tornata a casa, da sola, il panico la assale al ricordo di quello che ha vissuto poche ore prima. La visita di Spence la salverà dal baratro in cui stava per precipitare.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jennifer JJ Jareau, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Crash and burn Spoiler: Episodio 5x07
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, sono di Jeff Davis. Criminal Minds appartiene alla CBS. Così come non mi appartiene la canzone, "Crash and Burn", che appartiene ai Savage Garden e alla loro casa discografica. Questa storia non è a scopo di lucro.



 Crash and burn
 
When you feel all alone
And the world has turned its back on you
Give me a moment please to tame your wild wild heart
 
Stava iniziando ad assaporare il silenzio della sua casa. Henry dormiva nel suo letto, Will aveva un caso in ufficio e non sarebbe tornato che a notte inoltrata. JJ era tornata in fretta a casa, la testa ancora dolorante. Aveva bisogno di riposo, ma solo ora stava realizzando quanto quella casa vuota la facesse stare peggio.
Aveva deciso di seguire il consiglio di Morgan e di non trattenersi oltre in ufficio, e l’aveva fatto perché voleva riabbracciare il suo compagno e suo figlio, dopo aver vissuto il pericolo sulla sua pelle per la seconda volta nella sua vita. Il semplice ricordo di quella botta ricevuta, le causò una fitta alla testa. Portò istintivamente la mano verso la sua bionda chioma e si massaggiò dolcemente la parte contusa. Poi una strana morsa le strinse lo stomaco.
 
I know you feel like the walls are closing in on you
It's hard to find relief and people can be so cold
When darkness is upon your door and you feel like you can't take anymore
 
La ragazza si guardava intorno e non si sentiva per nulla tranquilla. La testa le girava e la vista si sfocava, come quando era a terra nel retro di quell’appartamento caotico, quando cercava la pistola, quando sentiva il cellulare vibrare, quando non poteva far nulla per rispondere, quando sentiva quelle voci parlare della sua imminente uccisione.
Non si era mai trovata così di fronte al pericolo, solo quella volta che era andata con Reid ad interrogare un sospettato e si era poi trovata sola in un granaio con tre cani che le mostravano rabbiosi i denti. Ma tre colpi di pistola l’avevano salvata. Questa volta non era stato così semplice, non riusciva a reggersi in piedi, non riusciva a tenere salda la mira. Se non fossero arrivati gli altri a quest’ora...
Una fitta allo stomaco ancora più forte aveva interrotto i suoi pensieri e l’aveva mandata in confusione. Sentiva le sue gambe reggerla sempre meno, quando il suono del campanello riempì la casa.
 
Let me be the one you call
If you jump I'll break your fall
Lift you up and fly away with you into the night
 
JJ respirava profondamente per cercare di riprendere il controllo di se. Si avviò verso la porta e l’aprì con il panico ancora vivo e presente. Non immaginava chi potesse essere a quell’ora.
«Ciao, disturbo?» le aveva chiesto una voce insicura. Jennifer si era fermata ad osservare il collega con le sue fedeli stampelle osservarla dall’uscio. Era ancora scossa e non avrebbe mai immaginato si trattasse proprio di lui.
«Spence! Vieni dentro...» si fece di lato per lasciarlo entrare con il suo passo impedito dalla ferita al ginocchio. «Come mai sei qui?» aggiunse poi facendolo accomodare sul divano del salotto.
«Io...non potevo andare a casa senza sapere che è tutto a posto.» le disse il ragazzo sistemando le stampelle accanto a se e poi guardandola negli occhi. La vedeva turbata, e la cosa lo rendeva triste. Sentiva ancora che era solo colpa sua tutto quello che le era successo.
«Va tutto benissimo.» rispose lei con un tono per nulla sereno. Reid si accorse dell’incertezza nelle sue parole.
«JJ, mi dispiace veramente tanto per quello che ti è successo. Dovevo essere con te. È stata colpa mia.» le disse senza smettere di guardarla nei suoi occhi blu e spaventati. Lei si allungò in avanti per afferrare la sua mano e cercare di convincerlo che era tutto a posto.
 
If you need to fall apart
I can mend a broken heart
If you need to crash then crash and burn
You're not alone
 
«Non è colpa tua. Sono stata io ad impedirti di venire con me, ricordi?» gli rispose regalandogli uno dei suoi più dolci sorrisi e stringendo la sua mano. Dopo un primo sussulto nel sentire quel tocco, Spencer si concentrò sulla pelle morbida della ragazza ed esclamò:
«Ma sei gelata! Sicura di sentirti bene?» il giovane era seriamente preoccupato ma non lasciava la presa.
«Spence sto benissimo, veramente. Caffè?» chiese alzandosi e avviandosi già verso la cucina ignorando i morsi allo stomaco.
«Con tanto zucchero!» le gridò dietro Reid prendendo poi le stampelle e mettendosi in piedi. «Henry dorme?» le chiese seguendola per un tratto di strada.
«Si, è nella sua stanza. Puoi andare se vuoi, io preparo intanto. Ti chiamo quando è pronto.» concluse entrando nella stanza e cominciando a cercare gli occorrenti per la preparazione della bevanda calda.
Spencer si voltò in direzione della camera del bambino, continuando a pensare a come JJ non l’avesse convinto, ma non voleva insistere per il momento.
 
When you feel all alone
And a loyal friend is hard to find
You're caught in a one way street
With the monsters in your head
When hopes and dreams are far away and
You feel like you can't face the day
 
Reid aveva aperto delicatamente la porta della stanza di Henry e si era avvicinato al letto dove stava dormendo il bambino. Aveva sviluppato una sorta di dipendenza da quella creatura, si sentiva indissolubilmente legato a lui. Ora anche quella era la sua famiglia, e ogni problema loro era un problema che lo preoccupava. Come stava accadendo ora con JJ.
Avvertiva che qualcosa non andava, d’altra parte anche lui era stato ostaggio di un S.I. Fortunatamente la vicenda della collega si era risolta con meno complicazioni della sua, ma ne era comunque uscita segnata. La capiva e continuava a farsene una colpa. Gli tornò in mente la preoccupazione negli occhi di JJ quando finalmente l’avevano trovato nei boschi dove aveva ucciso Tobias Henkel, le aveva detto che non era stata colpa sua, che non era successo perché si erano separati.
E invece anche alcune ore prima non erano rimasti uniti e uno dei due ne era uscito ferito. E questa volta Spencer era sicuro che la colpa fosse sua, solo sua. Avrebbe dovuto insistere, anche se la ragazza aveva già afferrato il suo cellulare e chiamato Derek. Sarebbe dovuto andare con lei e proteggerla.
Un frastuono lo raggiunse dall’altra parte della casa.
 
Let me be the one you call
If you jump I'll break your fall
Lift you up and fly away with you into the night
 
Spencer si assicurò che Henry non si fosse svegliato e uscì dalla stanza il più velocemente che le stampelle gli potessero permettere. Raggiunse la cucina dove aveva lasciato la collega e la trovò che cercava di raccogliere i cocci delle tazze che pochi secondi prima teneva tra le mani.
«Cosa è successo?» le chiese allarmato.
«Niente, niente, mi sono scivolate dalle mani.» rispose la ragazza senza nemmeno alzare lo sguardo.
«JJ, lascia stare...» Reid la invitò a fermarsi. La ragazza si sollevò da terra ma un giramento di testa la fece barcollare e Spencer fu pronto ad afferrarla. «Cosa ti succede?» voleva sapere cosa accadeva, non poteva ignorarlo ancora.
«Spence scusami...» sussurrò Jennifer mentre gli occhi le si velavano di lacrime. Non riusciva a dirgli la verità. Non riusciva a dirgli che aveva paura. Che la tensione per quello che le era accaduto era ancora tanta, che era fortunata ad essere ancora lì.
«Non hai niente di cui scusarti.» le disse lui all’orecchio mentre la stringeva a se e lei si lasciava andare ai singhiozzi.
 
If you need to fall apart
I can mend a broken heart
If you need to crash then crash and burn
You're not alone
 
Lei si abbandonò in quell’abbraccio e lasciò che tutto il panico andasse via con un pianto liberatorio. Non avrebbe voluto farsi vedere così fragile, era abituata ad essere diplomatica, a gestire situazioni complicate fornendole alla stampa come ordinaria amministrazione. Ma ora si trattava di lei, della sua vita. Temeva che la sua reazione potesse far male a Spencer, farlo sentire ancora più ingiustamente colpevole di quanto già non si sentisse. Ma sapeva anche che era l’unica persona che le avrebbe permesso di sfogarsi in quel modo senza dire nulla, ma facendola semplicemente sentire meglio.
Spencer credeva di sapere quanto spaventata potesse essere JJ. Continuava a stringerla a se mentre con le mani le accarezzava delicatamente la schiena, la sentiva sussultare violentemente sotto le sue mani. Lei non era abituata a stare in campo, a dover affrontare in prima persona gli S.I., quindi essersi trovata a terra e in pericolo non doveva essere stato per nulla semplice per lei. Continuava a sussurrarle parole di conforto, ma la lasciava piangere e sfogarsi a sufficienza. Ne aveva bisogno, e lui era lì per sostenerla con tutte le sue forze.
 
'Cause there has always been heartache and pain
And when it's over you'll breathe again
You'll breath again
 
Dopo alcuni minuti JJ iniziò a calmarsi, e infine si allontanò dal petto di Spencer asciugandosi il volto dalle lacrime. Guardò il ragazzo con i suoi occhi blu resi rossi dalla violenza del pianto. Lui la invitò a sedersi e si avviò a preparare il caffè per entrambi, visto che le prime tazze erano andate in pezzi.
Jennifer lo guardava muoversi con le stampelle con estrema agilità, ormai si era abituato, riusciva persino a reggere qualcosa tra le mani e usare le stampelle allo stesso tempo con la sola forza delle braccia.
Il pensiero la riportò sul jet con cui erano tornati a Washington da Los Angeles. Aveva affrontato tutto il viaggio sdraiata sul divanetto a parlare e scherzare con i suoi colleghi che l’avevano amorevolmente assistita. Chi porgendole una bottiglia d’acqua, chi delle aspirine, chi assicurandosi che fosse tutto a posto. Ma più di tutti aveva sentito presente Reid, l’aveva coperta con una giacca e continuava a ripeterle quanto si sentisse in colpa per la situazione spiacevole e per non aver capito prima che proprio Gina era l’S.I.
Adesso la donna si sentiva più tranquilla e il merito era anche del suo Spence. Poteva nuovamente respirare senza sentire dolori allo stomaco e senza che il mondo cominciasse a girarle intorno vorticosamente. Era uno sfogo di cui aveva bisogno per andare avanti.
 
When you feel all alone
And the world has turned its back on you
Give me a moment please
To tame your wild wild heart
 
«Come ti senti?» le chiese Spencer vedendola più serena mentre sorseggiavano il caffè seduti al tavolo della cucina.
«Grazie...» gli rispose la ragazza attraverso il fumo che saliva dalla tazza. Si guardarono in silenzio per qualche secondo prima che JJ riprendesse a parlare. «Mi dispiace tanto essermi comportata così, non so cosa mi sia preso.»
«È una cosa abbastanza normale dopo uno shock come quello che hai attraversato tu. Dispiace a me non essere stato accanto a te a casa della BFF di Tara.» aggiunse il ragazzo ponendo enfasi in quell’espressione gergale che l’aveva reso tanto dubbioso quando la collega l’aveva usata per la prima volta al dipartimento di polizia. JJ si lasciò andare ad una risatina sincera nel sentire Reid parlare in quel modo.
«Ti fa ancora male?» domandò poi indicando il ginocchio del ragazzo.
«Ormai conviviamo, mi sto abituando.» rispose Spencer con una simpatica smorfia delle labbra. Poi notò il sorriso furbo sulle labbra della collega, «Che c’è?»
«Niente, pensavo che se mi avessi accompagnato a interrogare Gina non so chi dei due avrebbe rischiato di più.» gli rispose nascondendosi poi dietro la tazza e bevendo il caffè, ammiccando verso di lui solo con gli occhi tornati del solito bellissimo blu.
Sentirla scherzare così tranquillamente fece capire al dottor Reid che la ragazza aveva superato la crisi, e finalmente si rilassò anche lui.
 
Let me be the one you call
If you jump I'll break your fall
Lift you up and fly away with you into the night
 
Jennifer accompagnò Spencer alla porta dopo aver cercato di convincerlo a restare ancora con lei, ma lui non voleva approfittare della sua pazienza e voleva lasciarla riposare. Quindi raccolse le stampelle e si avviò all’uscita.
«Direi che ora siamo pari...» disse JJ mentre apriva il battente, voltandosi poi verso il ragazzo che aveva compreso benissimo a cosa si riferisse. «Spence, non è colpa tua. Non posso lasciarti andare se non sono convinta che tu l’abbia capito.» un semplice cenno del capo le fece capire che il giovane aveva afferrato il messaggio.
«Buonanotte...» le sussurrò Reid superandola per uscire dalla porta.
«Buonanotte...» rispose lei e mentre pronunciava queste parole osservava il ragazzo allontanarsi nell’oscurità con il passo scandito dal rumore delle stampelle.
Jennifer rimase per un po’ di tempo con il fianco appoggiato alla porta ad osservare il nulla di fronte a se. Infine si decise a chiudere la porta con un sorriso in volto e tornò a vivere la sua serata finalmente serena. Si sentiva svuotata di tutte le preoccupazioni che l’avevano fatta star male fino a poco prima, ed era felice di aver ricevuto la visita di Spencer. Le aveva ricordato che non era sola e che poteva in qualsiasi momento contare su di lui e sul loro rapporto speciale.
 
If you need to fall apart
I can mend a broken heart
If you need to crash then crash and bu
rn
You're not alone
  
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