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Autore: Sybelle    05/08/2010    1 recensioni
Nahlia stava morendo.
Mamma Luce e papà Narciso erano partiti alla volta della Terra, ma non erano più tornati indietro; lo straniero aveva detto che erano morti, tuttavia lei non aveva voluto credergli.
Lo straniero aveva la pelle buia e gli occhi vivi: erano lava incandescente che ammaliava e logorava, e strano era il contrasto con il sorriso candido.

Terza classificata al concorso indetto dall'associazione culturale Morena Ugolini.
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Speranza

Nahlia stava morendo. Mamma Luce e papà Narciso erano partiti alla volta della Terra, ma non erano più tornati indietro; lo straniero aveva detto che erano morti, tuttavia lei non aveva voluto credergli. Lo straniero aveva la pelle buia e gli occhi vivi: erano lava incandescente che ammaliava e logorava, e strano era il contrasto con il sorriso candido.

Buongiorno signore. Sei una creatura bizzarra, sai?

Nahlia si accoccolò tra i petali del suo Chamileo; il suo paese era cosparso di questi grandi fiori, radicati nelle profondità marine.
Guardò il cielo, ma non lo vide: l’oscurità lo stava inghiottendo. Quel nero aveva una consistenza viscosa e putrida, e stava assorbendo l’aria, le onde ed i Chamilei attorno alla bambina.
Nel momento in cui fosse arrivato da lei, allora Nahlia sarebbe morta. L’aveva detto lo straniero.


Sei tu che stai facendo svanire il mio paese?

Il piccolo mondo di Nahlia era stato bello e puro; poi si era ammalato, ed allora i suoi genitori avevano deciso di cercare una cura altrove. Altrove era il pianeta Terra.
Lo straniero le aveva detto di fuggire, di volare via, o di scappare nel mare.


Non ho ali. Non ho neppure pinne e branchie.

Nahlia aveva solo se stessa ed il suo Chamileo, ed era la sua luce a darle luce. Lo straniero le aveva detto che avrebbe distrutto il suo fiore.


Allora non potrò vivere… eppure lo vorrei tanto.

Nahlia non aveva voluto seguire lo straniero nel suo mondo: lui veniva dalla Terra, e le aveva spiegato che là dove viveva non c’era luce. Lei senza luce non poteva esistere.

Nel buio non c’è bisogno di luce.

Nahlia aveva capito allora una cosa importante: la vita dello straniero doveva essere molto triste; per questo lui distruggeva tutto e tutti.

Hai distrutto anche la Terra?

I suoi abitanti hanno malattie, guerre, odio e rancore: si distruggono da sé.

Nahlia aveva quindi accettato l’idea che il suo papà e la sua mamma fossero morti: la Terra sembrava un pianeta pericoloso. Cattivo. Stupido. E spesso la stupidità porta alla cattiveria.
Lo straniero si era arrabbiato quando lei gli aveva chiesto se avesse mai sorriso.


Nella vita non può esistere solo gioia!

Nahlia aveva pensato che la vita dello straniero dovesse essere morta.

Quindi anche lei perì, perché lo straniero non risparmiava nessuno; eppure lui sentì di averla amata. La luce di Nahlia sopravvisse, e divenne stella: lo straniero non conosceva il suo nome, e dunque la chiamò Speranza. Alzate gli occhi al cielo: la vedete? È proprio là.


***

Questa storia l'ho ideata per il concorso cittadino -tra scuole- indetto dall'associazione culturale Morena Ugolini.
è arrivata terza su sedici :)
Spero vivamente che possa piacervi; io sinceramente ne sono soddisfatta.
Dedicata con tutto il cuore alla nostra povera Terra, alla nostra povera Specie.


Kissone, Sybelle

   
 
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