-{This is Halloween.
Prompt
000: ///.
(1988 parole)
[Prologo: Intorno al suono]
La notte avvolgeva tutto nella sua nera coltre. Se non fosse
stata una cosa così puramente naturale, si sarebbe potuta anche considerare
malvagia.
Così non la pensava Misa, mentre piroettava per quel viale
isolato e deserto.
Come Idol avrebbe dovuto avere con sé una guardia del
corpo o, perlomeno, il suo Manager... ma era riuscita -con molto stile, si
sarebbe potuto dire- a raggirare Mogi-san.
Socchiuse le labbra e soffiò lievemente, fischiettando a
vuoto, senza seguire una particolare melodia.
Halloween era decisamente la sua festa preferita, e non le
andava a genio l'idea di passarla al quartier generale a vedere Light che
fingeva d'indagare al caso Kira; non le pareva il caso.
Ryuzaki si sarebbe arrabbiato, su quello non c'erano
dubbi, ma importava ben poco, ormai... L aveva i
giorni contati, era solo questione di tempo.
A quell'idea non riuscì a trattenere un ghigno, finendo
per qualche secondo di fischiettare, per poi riprendere.
La melodia improvvisata si fece repentinamente sinistra,
in perfetta armonia con l'oscurità che la divorava.
Uno sbuffo di vento più forte degli altri e il fischiettio
s'interruppe, per non riprendere più.
[Primo atto: Che andamento
assurdo]
Light si guardò nervosamente attorno.
«Dov'è Misa?» domandò, sospettoso.
Conosceva Ryuzaki abbastanza da poter dire che si
trattasse di una sua ennesima trovata per indurli a confessare di essere Kira ed il secondo Kira.
Il detective si voltò con calma disarmante verso quello
che considerava un amico. «Non so. Ci stavo giusto
pensando» si limitò a dire, provocando l'ennesimo
sbuffo da parte di Yagami.
Sembrava totalmente disinteressato, ma
Light decise di stare comunque attento ad eventuali trucchetti psicologici.
Socchiuse gli occhi, rendendosi conto solo in quel momento di quanto si
sentisse stanco, e quelle continue paranoie che si creava per colpa di Ryuzaki
non facevano che peggiorare la situazione.
Finse di essere seriamente preoccupato per Misa. «Non
dovrebbe sempre essere con Mogi-san?» domandò.
«Magari è appunto di là con gli altri» considerò Ryuzaki,
tornando ad osservare con attenzione il monitor del computer.
Il ragazzo si alzò e fece per andare a controllare, benché
non ne avesse la minima voglia. Misa si stava dimostrando solamente la solita
palla al piede che ormai aveva già messo in conto.
«Avete visto Misa?» domandò, guardando all'interno della
stanza. Matsuda era appiccicato al televisore, mentre gli altri, suo padre
compreso, stavano esaminando una pila piuttosto consistente di documenti; di
Amane non c'era la minima traccia.
«Mogi s'è accorto circa cinque minuti fa di averla persa
di vista ed è andato a cercarla» lo informò Aizawa, senza degnarlo di uno
sguardo. Tra i membri della Squadra Investigativa, Aizawa era l’unico escluso L
che continuava a sospettarlo, seppur minimamente, di essere Kira.
«Vado a cercarla anche io» disse con eccessiva noncuranza
per essere credibile. Suo padre, infatti, alzò lo sguardo per guardarlo,
accigliato.
«Abbiamo litigato, prima» s’inventò Light per rimediare a
quel piccolo errore.
Infilò il cappotto ed uscì, passando mentalmente in
rassegna ogni luogo dove Misa sarebbe potuta andare; erano decisamente troppi
posti, e la maggior parte erano luoghi dove Light avrebbe di gran lunga
preferito non mettere neanche piede.
Pochi istanti dopo sentì la voce di Matsuda chiamarlo e si
fermò ad aspettare che il “collega” lo raggiungesse.
«Ryuzaki mi ha chiesto di venire con te» giustificò la sua
presenza.
-Dì pure “mi ha chiesto di tenerti d'occhio”- pensò Light,
con un'alzata di spalle.
«Come vuoi» mormorò, prima di darsi dell'idiota.
Si voltò verso il poliziotto. «Oggi è Halloween, giusto?»
Domandò.
Matsuda annuì, con sguardo interrogativo.
Light sbuffò per l’ingenuità dell’agente, «allora, cos’è
Misa?» domandò, nel tentativo di far intuire a Tota il suo ragionamento.
«Una ragazza…» rispose lui.
Yagami sospirò, scuotendo la testa. «Okay,
che è una ragazza suppongo che sia piuttosto chiaro. Oltre ad essere una
ragazza, cos’altro è Misa?»
Matsuda si guardò attorno, pensando ad una risposta. Non
la trovò e guardò il ragazzo, in attesa di una spiegazione.
«Una Dark completamente fuori di testa» rispose Light con
sufficienza, «e la notte di Halloween dove potrebbe mai andare una Dark
completamente fuori di testa?» domandò con lo stesso tono che si usa per
spiegare ad un bambino cocciuto che due più due fa quattro.
Tota decise di far finta di non aver notato il tono, «In
qualche luogo macabro, no?»
«Esattamente… e cosa c’è a due isolati dal Quartier
Generale?»
Lo sguardo del poliziotto s’illuminò di consapevolezza.
«Il cimitero!»
«Esatto» disse Light, esasperato, allungando il passo.
In breve si ritrovarono nel viale alberato tanto sinistro
da essere quasi irreale.
Se Light non avrebbe ammesso neanche sotto tortura di
esserne vagamente inquietato, Matsuda non si curava minimamente di nascondere
la sua paura.
-E' solo un viale- si disse Light, alzando gli occhi al
cielo.
Un rumore diverso dallo scricchiolio sotto i loro piedi
delle foglie ingiallite attirò l'attenzione del bruno, facendogli abbassare lo
sguardo.
Si chinò
a raccogliere qualcosa che aveva pestato e che aveva prodotto il classico suono
di qualcosa di metallico che si spezza.
«Questo»
mormorò Yagami, sperando di sbagliarsi, «è uno degli orecchini di Misa, se non
erro».
Tota
sgranò gli occhi e gli prese dalla mano l'oggetto, osservandolo bene.
«E'
vero! Li portava stasera!» esclamò, prima che un altro
suono improvviso spezzasse la quiete senza tempo di quel luogo.
Yagami
chiuse gli occhi e maledì con tutte le sue forze il fato, era impossibile non
riconoscere il rumore di una pistola alla quale viene tolta la sicura.
«Voltatevi
e siete morti» mormorò una voce cavernosa alle loro spalle.
[Secondo atto: Ma che
persona]
Light deglutì a vuoto, alzando le mani, imitato da
Matsuda. L’uomo alle loro spalle rise di gusto.
«Avete entrambi l’aria da figli di papà, se vi rapisco
potrei ricavarci un bel gruzzoletto con il riscatto… ed io che pensavo di
rapire qualche bambino mentre faceva “dolcetto o scherzetto”».
-Ridi quanto vuoi, dannato, ne riparleremo quando scoprirò
il tuo nome- pensò Yagami, prima di soppesare con lo sguardo Matsuda; se avesse
usato il frammento di Death Note che teneva nel portafoglio davanti a lui,
avrebbe dovuto per forza ucciderlo. Poco male, avrebbe potuto dire che era
deceduto durante la fuga.
Prima di pensare alla fuga, però, doveva riflettere su
come scoprire il nome di quell’individuo.
Pensandoci bene, gli pareva di aver già udito prima quella
voce, ma non riusciva proprio a ricordare dove.
Quella situazione gli ricordò in maniera insistente quando
aveva “rapito” Raye Penber, anche lui
–ne era certo- sarebbe stato in grado di riconoscere il sequestratore anche con
un’unica rapida occhiata, ma non gli era concessa; quando aveva tentato di voltarsi
leggermente per guardarlo con la coda degli occhi, infatti, aveva semplicemente
sentito la canna della pistola puntata con forza sulla sua schiena.
«Okay, okay, ho capito l’antifona!», borbottò, per poi
sospirare «guarda te che situazione…»
«Zitto» lo rimproverò l’uomo, utilizzando lo stesso tono
che Light stesso aveva usato poco prima per spiegare a Matsuda dove poteva
essere Misa.
Strinse i pugni, evitando accuratamente di ribattere;
doveva essere cauto.
Stava ancora riflettendo, mordicchiandosi il labbo
inferiore, quando un violento colpo alla testa gli fece perdere i sensi. Cadde
nell’oblio più totale e, quando riprese conoscenza, si trovava legato e bendato
in un posto che puzzava orribilmente di muffa, con la testa che doleva da
morire.
Gemette piano.
«Light-kun! Ti sei ripreso!» esclamò la voce sollevata di Matsuda, poco lontana da lui.
Probabilmente gli era stato riservato lo stesso trattamento. «Non ti svegliavi
più, sono ore che sei rimasto svenuto».
«Forse ci sono andato un po’ pesante col ragazzino, in
effetti» ribatté con noncuranza il rapitore».
Light maledisse tutti i santi di cui ricordava il nome,
mandandoli senza troppi complimenti affanculo, poi s’interruppe, venendo
distratto dal suo silenzioso intento da dei mugugnii
assillanti.
«Stai zitta!» inveì il rapitore.
«C’è anche Misa» spiegò sottovoce Matsuda. «Ad un certo
punto l’ha imbavagliata perché la trovava troppo petulante».
«Non ha tutti i torti» disse Yagami sottovoce.
Ragionò sulla situazione, se Misa aveva visto quel tipo in
viso si risolveva il problema del nome, però lui per come era legato non
avrebbe potuto prendere il frammento di Death Note, mentre Misa era
imbavagliata e non avrebbe potuto dirgli alcun nome.
Però…
Quante possibilità c’erano che qualcuno rapisse Misa e poi
tornasse nel medesimo luogo per rapire giust’appunto
loro? Decisamente poche, si disse. Senza contare che lui quella dannata voce
l’aveva già sentita senza margine d’errore, e non aveva l’abitudine di
socializzare con sedicenti sequestratori, e dal canto suo quell’uomo non aveva
dato segno di riconoscerlo.
Tutto puzzava troppo di bruciato, pure Matsuda che era
stato terrorizzato da un viale, in quella situazione era stranamente
tranquillo.
[Terzo atto: Scattano le
indagini]
Un tranello di L, suppose, ma non poté esserne certo,
quindi rimase allerta; se si fosse presentata anche solo mezza opportunità per
lui o Misa di uccidere il rapitore, non ci sarebbero stati dubbi, per quanto lo
riguardava.
In quel momento gli si gelò il sangue nelle vene…
Misa!
Lei di certo non poteva essere giunta alle sue stesse
conclusioni! Ringraziò mentalmente il fatto che Amane fosse imbavagliata: se
lei gli avesse detto il nome, sarebbe stato ovvio che lei era
il secondo Kira, in quanto aveva saputo il nominativo dell’uomo
solamente guardandolo –e se era tutta una trovata di Ryuzaki, Misa aveva senz’altro visto il viso di quel tipo- e
perché avrebbe dovuto dirlo proprio a lui se non perché era Kira e poteva
ucciderlo?
Se a Misa veniva tolto il bavaglio, era fottuto, e sentiva
che ciò sarebbe accaduto abbastanza presto, dato che ormai era cosciente.
Tormentato da quei pensieri e dal mal di testa che si
faceva sempre più opprimente, cercò una soluzione, mentre la ragazza continuava
a bofonchiare.
«Bah! Sei più fastidiosa quando
mugugni che quando parli. Adesso ti tolgo il bavaglio, quindi stai buona»
Light cominciò a sudare freddo, “risulterei sospetto, agli
occhi di L, se chiedessi a Misa di tacere perché ho il mal di testa?” si
domandò, deglutendo a vuoto. “Chissene frega, sarei
sospetto, ma non proverebbe assolutamente nulla!”
Appena sentì il rumore della stoffa che cadeva, si
affrettò a dire, fingendo un perfetto tono sofferente. «Misa, per favore, taci,
mi sta scoppiando la testa».
«Ma…» borbottò Misa, con tono urgente.
Light temette il peggio e non la lasciò terminare la
frase, parlandole sopra. «Ti prego,
qualunque cosa tu debba dire, trattienila finché mio padre o Ryuzaki non
avranno risolto questa fastidiosa situazione».
Il rapitore rise forte. «Venti percento».
[Epilogo: Non crollo]
«Venti percento?» ripeté Light, esitante.
Il rapitore continuò a ridacchiare, soddisfatto. «E’ ciò che mi ha detto di dirti L in caso tu avessi avuto questa
reazione. Sono le probabilità, ora, che tu sia Kira e Amane il
secondo Kira».
Yagami riconobbe solo in quel momento la voce del
rapitore.
Aiber…
«Che reazione avrei avuto?» domandò, fingendo di non
capire.
A rispondergli fu la voce di L, «hai
chiesto Misa di tacere perché hai intuito che tutta questa era una farsa e lei
stava per informarti davanti a tutto il Quartier Generale del nome completo di
Aiber. Scacco matto, direi».
«Ehi, ehi» esordì Yagami, fingendosi mortalmente offeso. «Il tuo amichetto mi ha fatto un bel bernoccolo in testa. Ho
chiesto a Misa di stare zitta perché, davvero, non sarei stato in grado di
sopportare le sue chiacchiere… esattamente come non riesco a sopportare queste
continue accuse!»
«E poi» disse timidamente Misa, mostrando una prontezza di
spirito di cui Light non l’avrebbe mai ritenuta capace, «io volevo solamente
chiedere al signor rapitore se potevo andare in bagno… mi scappa la pipì».
Delle mani slegarono Light, e lui le riconobbe come quelle
di suo padre. «Non te la prendere» disse, dopo averlo pure sbendato, «io l’ho
detto a Ryuzaki che tutta questa sceneggiata sarebbe stata inutile, ma ha
voluto provare per sicurezza, dato che dopo la morte di Higuchi sono subito
ricominciati gli omicidi».
L sbuffò. «Be’, dopo tutto ciò ho dei serissimi dubbi, ma se non sei Kira
considera tutto questo come un semplice scherzo di Halloween».
Scleri vari/Note autrice :
Fanfiction iniziata a Novembre sul treno che mi portava a
Lucca Comics e poi archiviata in un angolo recondito
del mio computer.
Ripresa in mano di recente, dopo mesi e a millemila chilometri da casa, giusto per provare a sfuggire
alla pazzia latente che si fa ogni giorno più vicina, guardandomi con
interesse.
Ovviamente, stando al caos nella mia testa, la storia
contiene molte incongruenze ma… sinceramente me ne sbatto *^*
Tanto per aggiungere parole a vuoto, i titoletti sono
tutti titoli di canzoni di Fabri Fibra.