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Autore: Bad A p p l e    05/08/2010    4 recensioni
La notte avvolgeva tutto nella sua nera coltre. Se non fosse stata una cosa così puramente naturale, si sarebbe potuta anche considerare malvagia.
Così non la pensava Misa, mentre piroettava per quel viale isolato e deserto.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Misa Amane, Tota Matsuda
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prompt 000: ///.

 (1988 parole)

 

 

 

 

 

 

[Prologo: Intorno al suono]

 

La notte avvolgeva tutto nella sua nera coltre. Se non fosse stata una cosa così puramente naturale, si sarebbe potuta anche considerare malvagia.

Così non la pensava Misa, mentre piroettava per quel viale isolato e deserto.

Come Idol avrebbe dovuto avere con sé una guardia del corpo o, perlomeno, il suo Manager... ma era riuscita -con molto stile, si sarebbe potuto dire- a raggirare Mogi-san.

Socchiuse le labbra e soffiò lievemente, fischiettando a vuoto, senza seguire una particolare melodia.

Halloween era decisamente la sua festa preferita, e non le andava a genio l'idea di passarla al quartier generale a vedere Light che fingeva d'indagare al caso Kira; non le pareva il caso.

Ryuzaki si sarebbe arrabbiato, su quello non c'erano dubbi, ma importava ben poco, ormai... L aveva i giorni contati, era solo questione di tempo.

A quell'idea non riuscì a trattenere un ghigno, finendo per qualche secondo di fischiettare, per poi riprendere.

La melodia improvvisata si fece repentinamente sinistra, in perfetta armonia con l'oscurità che la divorava.

Uno sbuffo di vento più forte degli altri e il fischiettio s'interruppe, per non riprendere più.

 

 

 

 

 

 

[Primo atto: Che andamento assurdo]

 

Light si guardò nervosamente attorno.

«Dov'è Misa?» domandò, sospettoso.

Conosceva Ryuzaki abbastanza da poter dire che si trattasse di una sua ennesima trovata per indurli a confessare di essere Kira ed il secondo Kira.

Il detective si voltò con calma disarmante verso quello che considerava un amico. «Non so. Ci stavo giusto pensando» si limitò a dire, provocando l'ennesimo sbuffo da parte di Yagami.

Sembrava totalmente disinteressato, ma Light decise di stare comunque attento ad eventuali trucchetti psicologici. Socchiuse gli occhi, rendendosi conto solo in quel momento di quanto si sentisse stanco, e quelle continue paranoie che si creava per colpa di Ryuzaki non facevano che peggiorare la situazione.

Finse di essere seriamente preoccupato per Misa. «Non dovrebbe sempre essere con Mogi-san?» domandò.

«Magari è appunto di là con gli altri» considerò Ryuzaki, tornando ad osservare con attenzione il monitor del computer.

Il ragazzo si alzò e fece per andare a controllare, benché non ne avesse la minima voglia. Misa si stava dimostrando solamente la solita palla al piede che ormai aveva già messo in conto.

«Avete visto Misa?» domandò, guardando all'interno della stanza. Matsuda era appiccicato al televisore, mentre gli altri, suo padre compreso, stavano esaminando una pila piuttosto consistente di documenti; di Amane non c'era la minima traccia.

«Mogi s'è accorto circa cinque minuti fa di averla persa di vista ed è andato a cercarla» lo informò Aizawa, senza degnarlo di uno sguardo. Tra i membri della Squadra Investigativa, Aizawa era l’unico escluso L che continuava a sospettarlo, seppur minimamente, di essere Kira.

«Vado a cercarla anche io» disse con eccessiva noncuranza per essere credibile. Suo padre, infatti, alzò lo sguardo per guardarlo, accigliato.

«Abbiamo litigato, prima» s’inventò Light per rimediare a quel piccolo errore.

Infilò il cappotto ed uscì, passando mentalmente in rassegna ogni luogo dove Misa sarebbe potuta andare; erano decisamente troppi posti, e la maggior parte erano luoghi dove Light avrebbe di gran lunga preferito non mettere neanche piede.

Pochi istanti dopo sentì la voce di Matsuda chiamarlo e si fermò ad aspettare che il “collega” lo raggiungesse.

«Ryuzaki mi ha chiesto di venire con te» giustificò la sua presenza.

-Dì pure “mi ha chiesto di tenerti d'occhio”- pensò Light, con un'alzata di spalle.

«Come vuoi» mormorò, prima di darsi dell'idiota.

Si voltò verso il poliziotto. «Oggi è Halloween, giusto?» Domandò.

Matsuda annuì, con sguardo interrogativo.

Light sbuffò per l’ingenuità dell’agente, «allora, cos’è Misa?» domandò, nel tentativo di far intuire a Tota il suo ragionamento.

«Una ragazza…» rispose lui.

Yagami sospirò, scuotendo la testa. «Okay, che è una ragazza suppongo che sia piuttosto chiaro. Oltre ad essere una ragazza, cos’altro è Misa?»

Matsuda si guardò attorno, pensando ad una risposta. Non la trovò e guardò il ragazzo, in attesa di una spiegazione.

«Una Dark completamente fuori di testa» rispose Light con sufficienza, «e la notte di Halloween dove potrebbe mai andare una Dark completamente fuori di testa?» domandò con lo stesso tono che si usa per spiegare ad un bambino cocciuto che due più due fa quattro.

Tota decise di far finta di non aver notato il tono, «In qualche luogo macabro, no?»

«Esattamente… e cosa c’è a due isolati dal Quartier Generale?»

Lo sguardo del poliziotto s’illuminò di consapevolezza. «Il cimitero!»

«Esatto» disse Light, esasperato, allungando il passo.

In breve si ritrovarono nel viale alberato tanto sinistro da essere quasi irreale.

Se Light non avrebbe ammesso neanche sotto tortura di esserne vagamente inquietato, Matsuda non si curava minimamente di nascondere la sua paura.

-E' solo un viale- si disse Light, alzando gli occhi al cielo.

Un rumore diverso dallo scricchiolio sotto i loro piedi delle foglie ingiallite attirò l'attenzione del bruno, facendogli abbassare lo sguardo.

Si chinò a raccogliere qualcosa che aveva pestato e che aveva prodotto il classico suono di qualcosa di metallico che si spezza.

«Questo» mormorò Yagami, sperando di sbagliarsi, «è uno degli orecchini di Misa, se non erro».

Tota sgranò gli occhi e gli prese dalla mano l'oggetto, osservandolo bene.

«E' vero! Li portava stasera!» esclamò, prima che un altro suono improvviso spezzasse la quiete senza tempo di quel luogo.

Yagami chiuse gli occhi e maledì con tutte le sue forze il fato, era impossibile non riconoscere il rumore di una pistola alla quale viene tolta la sicura.

«Voltatevi e siete morti» mormorò una voce cavernosa alle loro spalle.

 

 

 

 

 

 

[Secondo atto: Ma che persona]

 

Light deglutì a vuoto, alzando le mani, imitato da Matsuda. L’uomo alle loro spalle rise di gusto.

«Avete entrambi l’aria da figli di papà, se vi rapisco potrei ricavarci un bel gruzzoletto con il riscatto… ed io che pensavo di rapire qualche bambino mentre faceva “dolcetto o scherzetto”».

-Ridi quanto vuoi, dannato, ne riparleremo quando scoprirò il tuo nome- pensò Yagami, prima di soppesare con lo sguardo Matsuda; se avesse usato il frammento di Death Note che teneva nel portafoglio davanti a lui, avrebbe dovuto per forza ucciderlo. Poco male, avrebbe potuto dire che era deceduto durante la fuga.

Prima di pensare alla fuga, però, doveva riflettere su come scoprire il nome di quell’individuo.

Pensandoci bene, gli pareva di aver già udito prima quella voce, ma non riusciva proprio a ricordare dove.

Quella situazione gli ricordò in maniera insistente quando aveva “rapito” Raye Penber, anche lui –ne era certo- sarebbe stato in grado di riconoscere il sequestratore anche con un’unica rapida occhiata, ma non gli era concessa; quando aveva tentato di voltarsi leggermente per guardarlo con la coda degli occhi, infatti, aveva semplicemente sentito la canna della pistola puntata con forza sulla sua schiena.

«Okay, okay, ho capito l’antifona!», borbottò, per poi sospirare «guarda te che situazione…»

«Zitto» lo rimproverò l’uomo, utilizzando lo stesso tono che Light stesso aveva usato poco prima per spiegare a Matsuda dove poteva essere Misa.

Strinse i pugni, evitando accuratamente di ribattere; doveva essere cauto.

Stava ancora riflettendo, mordicchiandosi il labbo inferiore, quando un violento colpo alla testa gli fece perdere i sensi. Cadde nell’oblio più totale e, quando riprese conoscenza, si trovava legato e bendato in un posto che puzzava orribilmente di muffa, con la testa che doleva da morire.

Gemette piano.

«Light-kun! Ti sei ripreso!» esclamò la voce sollevata di Matsuda, poco lontana da lui. Probabilmente gli era stato riservato lo stesso trattamento. «Non ti svegliavi più, sono ore che sei rimasto svenuto».

«Forse ci sono andato un po’ pesante col ragazzino, in effetti» ribatté con noncuranza il rapitore».

Light maledisse tutti i santi di cui ricordava il nome, mandandoli senza troppi complimenti affanculo, poi s’interruppe, venendo distratto dal suo silenzioso intento da dei mugugnii assillanti.

«Stai zitta!» inveì il rapitore.

«C’è anche Misa» spiegò sottovoce Matsuda. «Ad un certo punto l’ha imbavagliata perché la trovava troppo petulante».

«Non ha tutti i torti» disse Yagami sottovoce.

Ragionò sulla situazione, se Misa aveva visto quel tipo in viso si risolveva il problema del nome, però lui per come era legato non avrebbe potuto prendere il frammento di Death Note, mentre Misa era imbavagliata e non avrebbe potuto dirgli alcun nome.

Però…

Quante possibilità c’erano che qualcuno rapisse Misa e poi tornasse nel medesimo luogo per rapire giust’appunto loro? Decisamente poche, si disse. Senza contare che lui quella dannata voce l’aveva già sentita senza margine d’errore, e non aveva l’abitudine di socializzare con sedicenti sequestratori, e dal canto suo quell’uomo non aveva dato segno di riconoscerlo.

Tutto puzzava troppo di bruciato, pure Matsuda che era stato terrorizzato da un viale, in quella situazione era stranamente tranquillo.

 

 

 

 

 

 

[Terzo atto: Scattano le indagini]

 

Un tranello di L, suppose, ma non poté esserne certo, quindi rimase allerta; se si fosse presentata anche solo mezza opportunità per lui o Misa di uccidere il rapitore, non ci sarebbero stati dubbi, per quanto lo riguardava.

In quel momento gli si gelò il sangue nelle vene…

Misa!

Lei di certo non poteva essere giunta alle sue stesse conclusioni! Ringraziò mentalmente il fatto che Amane fosse imbavagliata: se lei gli avesse detto il nome, sarebbe stato ovvio che lei era il secondo Kira, in quanto aveva saputo il nominativo dell’uomo solamente guardandolo –e se era tutta una trovata di Ryuzaki, Misa aveva senz’altro visto il viso di quel tipo- e perché avrebbe dovuto dirlo proprio a lui se non perché era Kira e poteva ucciderlo?

Se a Misa veniva tolto il bavaglio, era fottuto, e sentiva che ciò sarebbe accaduto abbastanza presto, dato che ormai era cosciente.

Tormentato da quei pensieri e dal mal di testa che si faceva sempre più opprimente, cercò una soluzione, mentre la ragazza continuava a bofonchiare.

«Bah! Sei più fastidiosa quando mugugni che quando parli. Adesso ti tolgo il bavaglio, quindi stai buona»

Light cominciò a sudare freddo, “risulterei sospetto, agli occhi di L, se chiedessi a Misa di tacere perché ho il mal di testa?” si domandò, deglutendo a vuoto. “Chissene frega, sarei sospetto, ma non proverebbe assolutamente nulla!”

Appena sentì il rumore della stoffa che cadeva, si affrettò a dire, fingendo un perfetto tono sofferente. «Misa, per favore, taci, mi sta scoppiando la testa».

«Ma…» borbottò Misa, con tono urgente.

Light temette il peggio e non la lasciò terminare la frase, parlandole sopra. «Ti prego, qualunque cosa tu debba dire, trattienila finché mio padre o Ryuzaki non avranno risolto questa fastidiosa situazione».

Il rapitore rise forte. «Venti percento».

 

 

 

 

 

 

[Epilogo: Non crollo]

 

«Venti percento?» ripeté Light, esitante.

Il rapitore continuò a ridacchiare, soddisfatto. «E’ ciò che mi ha detto di dirti L in caso tu avessi avuto questa reazione. Sono le probabilità, ora, che tu sia Kira e Amane il secondo Kira».

Yagami riconobbe solo in quel momento la voce del rapitore.

Aiber…

«Che reazione avrei avuto?» domandò, fingendo di non capire.

A rispondergli fu la voce di L, «hai chiesto Misa di tacere perché hai intuito che tutta questa era una farsa e lei stava per informarti davanti a tutto il Quartier Generale del nome completo di Aiber. Scacco matto, direi».

«Ehi, ehi» esordì Yagami, fingendosi mortalmente offeso. «Il tuo amichetto mi ha fatto un bel bernoccolo in testa. Ho chiesto a Misa di stare zitta perché, davvero, non sarei stato in grado di sopportare le sue chiacchiere… esattamente come non riesco a sopportare queste continue accuse!»

«E poi» disse timidamente Misa, mostrando una prontezza di spirito di cui Light non l’avrebbe mai ritenuta capace, «io volevo solamente chiedere al signor rapitore se potevo andare in bagno… mi scappa la pipì».

Delle mani slegarono Light, e lui le riconobbe come quelle di suo padre. «Non te la prendere» disse, dopo averlo pure sbendato, «io l’ho detto a Ryuzaki che tutta questa sceneggiata sarebbe stata inutile, ma ha voluto provare per sicurezza, dato che dopo la morte di Higuchi sono subito ricominciati gli omicidi».

L sbuffò. «Be’, dopo tutto ciò ho dei serissimi dubbi, ma se non sei Kira considera tutto questo come un semplice scherzo di Halloween».

 

 

 

 

 

Scleri vari/Note autrice :

Fanfiction iniziata a Novembre sul treno che mi portava a Lucca Comics e poi archiviata in un angolo recondito del mio computer.

Ripresa in mano di recente, dopo mesi e a millemila chilometri da casa, giusto per provare a sfuggire alla pazzia latente che si fa ogni giorno più vicina, guardandomi con interesse.

Ovviamente, stando al caos nella mia testa, la storia contiene molte incongruenze ma… sinceramente me ne sbatto *^*

Tanto per aggiungere parole a vuoto, i titoletti sono tutti titoli di canzoni di Fabri Fibra.

 

 

   
 
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