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Autore: boss    06/08/2010    2 recensioni
un incontro casuale in una biblioteca,un'incontro che nasconde qualcosa, qualcosa che non ti saresti mai aspettata o sognata. Sul filo della morte, riuscirai a salvare al persona che hai scoperto di amare?? ps: ho dovuto fare una modifica dei capitoli, mi dispiace di aver perso due recensioni :(
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

"L'incontro"

Londra come ogni giorno si presentava con quel tempo grigio, perennemente oscurato da una nuova nuvola, forse carica di pioggia. Ma a me piaceva, adoravo l'odore di pioggia nell'aria, la frenesia che porta un acquazzone improvviso, il suo dolce rumore... mi ero trasferita appunto per questo, oltre ad aver ottenuto un posto di lavoro nella migliore agenzia di arredatori; ebbene si, sono un architetto di interni, e a quanto pare la più promettente. Mi sono trasferita a Londra due anni fa, e da allora ho un migliore amico che lavora nel mio stesso studio, un fidanzato che mi adora, una bellissima villetta vicino al Tamigi, una professione che mi soddisfa e una Platinum nel portafoglio. Non potevo, anzi non dovevo desiderare altro, ma invece ogni mattina sentivo sempre la mancanza di qualcosa, e sentivo che era anche il pezzo più importante, ma bevuto il mio caffè nero, attivavo la mia “me” lavoratrice e quel pensiero lo accantonavo in una parte del mio cervello in attesa della mattina seguente, quando ci avrei di nuovo pensato. Alle otto ero fuori di casa puntuale, mi mettevo alla guida del mio fantastico maggiolone grigio,e partivo alla volta dello studio “Carter&co” per un altra giornata, fra miliardarie esigenti, mariti insoddisfatti e pazze in menopausa!

Entrai in ufficio vestita con un bellissimo tailleur grigio con una camicetta blu, pronta per quel pranzo tanto importante che avrei affrontato nel pomeriggio, mi sedetti con calma alla mia scrivania, con un altro caffè e comincia a leggere i vari post-it che mi aveva lasciato la mia segretaria, nuovi appuntamenti, non sarei sopravvissuta di questo passo. Ero ancora intenta a leggere i miei impegni, quando dalla porta fece la sua comparsa il mio migliore amico nel suo vestito gessato di Armani, Marck Cooper, un uomo ben curato con folti capelli neri e occhi azzuri e purtroppo per la fauna femminile dello studio, gay!

- Ah cara Elis buongiorno- ecco il suo saluto di ogni mattina con il suo immancabile sorriso smagliante.

- Quante volte ancora ti dovrò ripetere che odio i nomignoli?- è da quando ci conosciamo che insiste nel chiamarmi Elis, ben sapendo che lo odio.

- Mi perdoni signorina McKenzie- appunto, non poteva far altro che far spirito.

- Come al solito è perdonato signor Cooper- e infondo era vero come potevo arrabbiarmi seriamente con questo uomo?! Era impossibile e basta!

-Oh la ringrazio- e detto ciò con sguardo adulatorio, si sedette sulla sedia in pelle nera difronte la mia scrivania, pronto per la sua chiacchierata mattutina. - Allora come va con il tuo fidanzato... com'è che si chiamava??-

- Steven! Marck si chiama Steven -

- Si quello che è amore, quando ti deciderai a lasciarlo sarà sempre troppo tardi - più andavo avanti e più non capivo l'odio di Mark da dove veniva, e quando glie lo chiedevo mi rispondeva sempre con “ Elis, sono gay, certe cose le sento e basta, e tu faresti bene a darmi retta”

- Io ci tengo a lui Marck – e con il suo tranquillo “come vuoi” si chiudeva la prima sessione mattutina, per partire subito con la seconda. Da un anno ero fidanzata con Steven Shelby, giocatore di football sempre in giro per le varie trasferte. Bello e mio. Anche se avvolte non sembrava che condividessimo alcunchè, dal letto alla vita in generale.

-Amore ho scovato una cosa che ti piacerà sicuramente nei sobborghi di Londra, è veramente squisita-

- Marck se è un altra boutique di alta moda italiana, non mi int...- non mi lasciò finire la frase, dicendo che non era niente di simile, ma una cosa che mi avrebbe rilassata dopo il pranzo. Quindi prendemmo appuntamento per le tre alla gelateria, in modo da potermi accompagnare, in quel posto che lui definiva superbo e di gran classe.

Il pranzo andò benissimo, diedi ai clienti i migliori progetti mai fatti, e loro furono così entusiasti delle mie idee, che non persero tempo ad assumermi. Così mi ritrovai molto presto nella mia macchina con un sorriso stampato sulle labbra, accesi la radio e con una canzone dei Muse, partì per la gelateria dove avevo preso appuntamento con Marck. Adoravo andare in macchina, distendeva i miei nervi, e mi piaceva la sensazione che avevo, quando il vento faceva svolazzare i miei boccoli castani. Mi sentivo libera. Arrivai con qualche minuto di anticipo, così ordinai un gelato, solo stracciatella; mi sedetti ad un tavolino e aspettai l'arrivo del mio migliore amico.

Come al solito Marck era puntualissimo, lo vidi arrivare con la sua moto e un casco in più, molto probabilmente per me. Infatti si fermò, alzò la visiera e con il suo solito sorriso mi lanciò il casco, gridando di muovermi. Lasciai i soldi sul tavolino, infilai il casco e salì sulla sua moto, che partì con un rombo assordante. Marck correva sicuro per quelle vie, la moto non aveva slittamenti e io mi rilassai contro la sua schiena. Dopo un decina di minuti circa, il rombo del motore si spense; così scesi dalla moto e mi tolsi il casco, e così fece anche Marck che sorrideva ancora; mi prese la mano e mi scorto in una viuzza laterale, finché sempre sorridendomi, me la mostrò... era un piccola biblioteca con la porta in legno massiccio, e un'enorme vetrata e Marck aveva ragione, era squisita. Sulla vetrata c'era scritto “ Davis's Books” e sotto con scrittura piccola ed elegante c'era una frase che mi colpì, e che mi convinse che non sarebbe stata l'ultima volta che sarei venuta qui “Il destino è racchiuso tutto in un libro già scritto. Sta a te decidere quale leggere”

- Allora? Ti piace Elis?- la voce del mio migliore amico, mi riportò sulla terra davanti a quella porta.

- E me lo chiedi? Marck è... stupenda, è così familiare-

- Già appena l'ho vista ho pensato subito a te e alla tua mania per le biblioteche... entriamo?-

- Certo- il mio entusiasmo era alle stelle, se l'esterno era così delizioso e magico, volevo assolutamente vedere l'interno, che non mi deluse. Era un labirinto fatto di alti scaffali colmi di libri. Il pavimento di marmo lucido. Finestre alte e luminose, e al centro di questo labirinto c'era una sala lettura con poltrone in stoffa rossa scuro, divanetti e lumi con luce soffusa. Nell'aria c'era odore di pergamena e in quel momento mi innamorai di quel posto, era assolutamente perfetto. Io e Marck decidemmo di leggere un po' di titoli, e ammisi che la collezione era ampia e interessante. Classici, poesie, letterature, noir... c'era di tutto. Un titolo mi colpì, perchè non c'entrava nulla con la sezione in cui era collocato. Sul dorso nero c'era scritto “Leggende e Maledizioni” e io ne ero attratta come una calamita senza capirne il motivo. Lo tirai dal suo posto, ma nel farlo cadde a terra un altro libro, mi chinai per raccoglierlo e miei occhi la videro. Seduta sul davanzale di una delle tante finestre, c'era una ragazza, un libro aperto sulle gambe, ma il suo sguardo era perso fuori dalla finestra. Era minuta e con la luce, sembrava un angelo, i capelli erano neri, portati sulle spalle e io mi incantai a guardarla, finché forse sentendo di essere osservata si voltò, e incontrai i suoi occhi. Una scarica elettrica... la più piacevole scarica, mai provata nella mia esistenza. Mi incantai a guardare quegli occhi verdi, che scrutavano il mio viso curioso. Aggrotto i sopraccigli e mi sorrise. Imbarazzata per averla fissata insistentemente, arrossii e con un colpo di tosse scomparii dietro lo scaffale.

Ero una sciocca, come potevo rimanere a fissare una sconosciuta per così tanto tempo?? Non potevo e basta. Ma c'era qualcosa in lei... Dio. Continuai a camminare finchè non trovai Marck seduto su un divanetto che leggeva interessato. Cosi mi avvicinai silenziosamente, e chinandomi verso il suo orecchio sussurai – Dobbiamo andarcene.. Ora! -

Confuso, alzò lo sguardo dal libro per incontrare i miei occhi. - Cosa è successo Elis? Non ti piace?-

- No Marck, anzi è delizioso ma forse è meglio ritornare più.. - non riuscii mai a finire la frase

- Avete bisogno di qualcosa?- avevo paura a girarmi, troppo paura, ma tenere le spalle era molto scortese, e io ero già in una situazione imbarazzante.

- No, la ringrazio – rispose Marck per me, e quando mi girai, le mie paure erano fondate era quella ragazza. Che vedendomi mi sorrise di nuovo, un sorriso sghembo, ma con un non so che, di freddo come se non riuscisse ad esprimere le sue emozioni, e mi ritrovai molto confusa, perché non sapevo se ero gradita o meno.

- Salve- messa ancora più in imbarazzo non trovai nient'altro di meglio da dire, ma sembrò non accorgersene, anzi mi rispose.

- Salve a lei. Io sono Riley Davis. La padrona della biblioteca, se avete bisogno di qualsiasi cosa chiedete direttamente a me- io non riuscivo a muovermi. Perché aveva questo potere sulla mia persona. Non riuscivo a spiegarmelo, e penso che se ne accorse anche Marck perché si presentò e mi presentò – Piacere nostro Mrs Davis. Io sono Marck Cooper e lei è la mia collega Eizabeth McKenzie. La sua biblioteca è veramente divina -

Qualcosa nella presentazione di Marck risvegliò la sua curiosità perché mentre rispondeva con un “grazie” molto caldo, mi lanciò un occhiata così profonda, che per un momento mi sentì completamene nuda, spoglia davanti a quello sguardo. Era come se voleva guardarmi dentro per percepire chissà quale verità solo guardandomi negli occhi. Volevo andarmene. Probabilmente Marck notando il mio disagio, ci congedò ed uscimmo da quella biblioteca.

Fuori cominciai a respirare. - mi vuoi dire cosa ti è preso li dentro??? - la sua voce non era di rimprovero, era solo curioso – niente, sarò stanca -

Bugia. Un enorme balla. La prima detta al mio migliore amico, che sicuro della mia sincerità mi riaccompagno alla macchina, che mi riportò al mio appartamento.

Quella notte non chiusi occhio, continuavo a rivedere LEI, i suoi occhi, le sue labbra il SUO stramaledetto sorriso enigmatico! Cosa voleva, ma che dico, cosa volevo io! Perché ero ossessionata? Perché mi sentivo una bambina alla sua prima cotta? Perché mi guardava come se avessi un cartello con su scritto “ Eccomi”? E perché alle 4.00 del mattino sto ancora pensando a quella scossa avuta?

Mi rigirai ancora una volta, per sperare di trovare sonno. E solo alle 5.00 questo successe. Ma non fu un sonno tranquillo ancora quella donna mi perseguitava. Perché sognai quelle labbra che mi parlavano, quegli occhi cosi caldi, ma tristi... sognai quella voce rauca che poche donne avevano. Sognai lei... Riley Davis.

  
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