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Autore: meggie681    06/08/2010    1 recensioni
Un altro giorno, un'altra notte per Jared e Colin a cavallo del 2006.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SEXOVERTHEPHONE
ONE SHOT – Sex over the phone

L´hammer saltava tra sassi, sabbia e pozzanghere.
Jared Leto sfrecciava evitando i dossi piú sporgenti dal terreno sconnesso.
Quella non era una scorciatoia, quello era una tortura per la sua schiena distrutta dal caldo e dal nuovo personal trainer, che li seguiva sul set.
In principio aveva pensato fosse una buona idea, per mantenere i muscoli di Efestione, che aveva scolpito duramente, con ore di palestra ed un’alimentazione mirata, prendendo dieci chili, ormai ricaduti di nuovo lungo gli scarichi tra Los Angeles, New York ed ogni diavolo di altro posto dove fosse andato, per girare Lord of War.
La Sierra Leone era aspra, ma le risate di Cage, seduto al suo fianco tutto preso in una sconcia telefonata con una certa Malita, lo rallegrarono un minimo.
Desert rose di Sting andava a tutto volume, quel cd ormai era consumato.
Lo aiutava a sentirsi meno solo, lontano dall’unico uomo, che gli aveva fatto prendere delle decisioni drastiche, nel bene e nel male, per la prima volta nella sua vita sgangherata.
Colin Farrell era impegnato su di un set non molto diverso, Miami Vice, un remake, che aveva accettato di interpretare piú per noia che altro.
Era un periodo assurdo per lui: cosí come erano assurdi i suoi capelli, i gioielli di cui si copriva, gli abiti anni 80, che ogni tanto indossava anche fuori dagli Studios, le abitudini pessime, ripristinate al cento per cento, che li avevano portati all’ennesimo litigio.
Jared era stufo marcio delle sbronze, dei litigi, delle botte, anche gratuite, che non si risparmiavano a vicenda, del sesso violento, che se ai tempi del Marocco o della Tailandia, scoprendo Colin giorno dopo giorno e sperimentando tutto ció li potesse appagare, gli era sembrato qualcosa di fondamentale per completarsi, ultimamente era diventato sgradevole e pericoloso.
Pericoloso per la sua salute e la sua psiche.
Arrivarono finalmente in albergo.
“Vado da questa assatanata, tu cosa fai Jared? Chiedo se ha un’amica?”
“No, non mi va, grazie Nic..”
“Tutto bene?” – lo fissó con quei due fanali azzurri, che saltuariamente lo turbavano, ma Cage era veramente un secondo fratello maggiore, dopo Shannon, ma non era ancora riuscito a confidarsi anche con lui, limitandosi a parlare senza troppi dettagli di Colin e della lunga esperienza con Stone.
Cage, comunque, non era stupido, anche se non dava peso alle voci che giravano a Los Angeles, su Farrell e Leto, che avevano preso troppo sul serio le loro parti in quel film, cosí da continuare un’amicizia sopra alle righe, la battuta piú carina o a scopare come matti, quella piú vera.
“Aspetti una sua telefonata anche stasera Jared?”
“Come.. scusa non ti capisco..”
“Chiunque sia, avrai guardato quel cellulare ieri sera almeno mille volte.. Se ti fa soffrire cosí, starci insieme è una pessima idea, non trovi bel ragazzo?” – sorrise, strizzando l’occhiolino.
Jared scrolló le spalle, moriva dalla voglia di dirgli tutto – “Non.. non posso farne a meno Nic.. Amo.. amo questa persona piú della mia vita.. Ho accettato cose che tu neppure immagini..”


“Cose che ti stanno consumando. Lo vedo, lo vedono tutti Jared. Posso aiutarti?”
“E.. e come potresti..?” – replicó sconsolato – “É.. è un gioco sporco questo Nic, dove tutti i giocatori barano e nessuno.. nessuno vince..” – respiró forte.
“Secondo me vince chi lascia il campo di battaglia per primo.”
“Impossibile.. io non me ne andró.. Ci moriró piuttosto..” – si accese nervosamente una sigaretta – “Vado Nic, spassatela anche per me con la tua ragazza..”
“Potresti.. potresti anche cercarti un ragazzo, se lo preferisci, esci con noi, problemi non me ne faccio.. Te lo puoi fare anche sotto ai miei occhi, non ti romperó i coglioni Jared.. Se solo potesse farti stare meglio..”
“Vuoi davvero aiutarmi.. Ti.. ti voglio bene fratellone..” – gli occhi diventarono lucidi, gli zaffiri di Jared brillarono, prima di andarsene.

Chiuse la porta della stanza sentendo rimbombare nel proprio stomaco quel tonfo sordo.
Il bberry vibró nella tasca dei pantaloni di cotone comodi e trattenuti solo da un elastico.
Era Colin.
Jared sorrise, ma poi esitó nel rispondere, lasciandolo squillare quattro o cinque volte.
Alla fine cedette e premette il pulsante verde.
“Eri sotto alla doccia?”
“Sí.. scusami.. come stai Cole?”
“Bene.. insomma, giornata pesante.. avevo voglia di sentire la tua voce.. le tue cazzate..” – rise piano – “Hai sempre cose strane da raccontare..”
“Forse oggi non ne ho..”
“Cosa succede Jay?”
“Cosa.. cosa dovrebbe succedere?”
“Hai conosciuto qualcuno?”
“Ma.. ma che domande del cazzo mi fai adesso?” – si alteró, quella non era gelosia, era solo possessivitá.
Era un oggetto nelle mani di Farrell, ultimamente non aveva dubbi su quella spietata veritá.
“Sei assente.. distante.. non chiami.”
“Chiamarti? Tre giorni fa eri strafatto e dicevi.. dicevi solo stronzate.. E poi non eri solo.”
“Era la costumista.”
“Cosa mi frega di chi fosse? Anche se c’era una donna a farti un.. Lasciamo perdere.”
“No, non questa volta. Sono.. sono davvero.. Jared..”
“Jared cosa..? Perché.. perché non mi lasci in pace..?” – si accovacció in fondo al letto, piangendo, sentendosi stupido ed inutile.
“Jared tu hai travisato tutte le cose che ci siamo detti in tanto tempo, tu hai messo dei paletti, alzato dei muri.. Certo, essere chiari con te non è servito, ma se non apprezzi la mia sinceritá non so cosa farci.”
“La tua sinceritá?.. E.. e sarebbe?”
“La mia è una vita condizionata.. da mille paranoie. Su questo tu hai sempre avuto ragione. E.. e ció nonostante ho cercato di esserci sempre per te Jay..”
“Ok.. ok Cole, per un po’ forse è andata bene anche a me questa tua.. sinceritá! Ma ora.. da qualche mese no.. non mi va piú. Continuiamo a farci del male e sembra che a te piaccia.. A me non va per niente.”
“E cosí mi eviti? Ti ho aspettato tutta la notte in quel motel e..”
“Motel appunto! Cazzo.. Cazzo!! In Irlanda volevamo comprarci una casa tutta nostra, mi sarei trasferito e tu.. tu hai cambiato idea Colin.. hai sputato su tutto.. Era quasi perfetto.. hai rovinato tutto..”
“Tutto cosa? Saremmo durati quanto?”
“Sarei.. sarei morto per te.. Cole, a te non importa, cosí come a me non importa piú starti a sentire adesso..”
Bussarono alla porta, in modo deciso.
“Chi cazzo è Jared?” – domandó quasi ringhiando.
“Non aspetto nessuno.. non lo so..” – rispose quasi intimorito.
“Jared so che sei lí! Dai, apri, andiamo a berci qualcosa..!”
“É.. è Cage.. ma che..”
“Cage? Cosa vuole da te?”
“Bere qualcosa insieme.. cosa credi che mi segreghi in camera aspettando le tue telefonate che non arrivano Cole?” – replicó esasperato.
“Se .. se solo ti lasci toccare da quel fottuto di Cage giuro che ti ammazzo Jay! Ti ammazzo va bene?!” – il suo grido era strozzato da un pianto improvviso.
“Vai.. vai al diavolo..!” – e spense il cellulare.
Aprí la porta, era stravolto.
“Jared.. ma che cazzo..”

La tequila scendeva bene nella sua gola.
“Lo amo.. e non ha mai funzionato Nic..” – lo diceva strizzando gli occhi, tirando sú dal naso, le mani avvinghiate a quel bicchiere, come lo erano state spesso le sue gambe al busto di Colin, mentre gli faceva l’amore, guardandolo negli occhi, ripetendogli quanto lo amasse: al pensiero di quell’associazione, Jared non riuscí a trattenere due lacrime, che gli rigarono il bellissimo volto, abbronzato, ma stanco.
“Mi dispiace Jared. Si vede quanto lo ami, ma si vede anche quanto sia deleterio per te..”
“Era.. è tutto ció che voglio.. tutto ció che ho amato..” – sorrise mesto, un’altra associazione mentale alla battuta di Alessandro, mentre tentava di strozzare Roxane, colpevole secondo il re di avere avvelenato l’adorato Efestione.
“E non serve a niente Nic.. Forse Colin non ha mai capito davvero quanto lo amavo e quanto lo amo, anche oggi, anche dopo avermi umiliato, in tutti i modi..”
“Senti Jared.. senti quando siamo partiti, tu.. sai la prova costumi, insomma ti stavi cambiando ed avevi.. avevi dei lividi sulla schiena..” – Cage sapeva di infilarsi in un vicolo cieco, un discorso imbarazzante e spiacevole, ma fu colpito da quei segni sul corpo del collega, che non era altri che un nome tra i tanti, sino a pochi giorni prima.
Avevano socializzato, parlando di tutto e la loro amicizia era simpatica, leggera, come la risata di Jared al mattino, quando andavano sul set insieme, ripassando le battute.
Una volta Farrell aveva detto che Leto era cosí bello da fare dubitare sulla propria sessualitá: aveva ragione, ma Cage era immune da tutto quel carisma, anche se soffriva nel vederlo stare male.

Glielo disse, versando l’ultimo bicchiere.
“Ora smettiamola con questa roba Jared..”
“Sei davvero un amico Nic.. Sai non credevo che.. Vuoi ridere?”
“Ok Jared fammi ridere.”
“Ha detto.. stasera lui mi ha detto che se mi lascio toccare da te.. fottuto Cage.. mi ucciderá.. Ti .. ti rendi conto..?”
“Pensa che sia gay?”
“Forse.. non lo so, lui non lo è, ma a fottermi non ci ha pensato due volte..” – perse lo sguardo nel vuoto.
Cage tossí – “Davvero? All’inizio era cosí?”
“No.. no.. no..Era bellissimo..” – chinó la testa sulle mani, dimenticate tremanti sul tavolo.
Cage gli accarezzó i capelli – “Andiamo, vieni Jared.”

“Perché in camera tua..?”
“Beviamo ancora qualcosa. Solo se ti va.”
“Va bene.. È presto e domani mattina io non lavoro Nic.”
“Sí, ottima occasione per andare a fare compere..”
“Ti prenderó un regalo, per questa sera.” – sorrise, andandosi a sedere su di una poltroncina, ai piedi di un letto grande e preparato con cura.
“Ma.. ma la tua amica Nic?”
“La mia amica? Ma era solo una.. Senti Jared, ho un’idea.”
“Idea..? Quale idea..?”
“Jared non sopporto.. non sopporto quello che ho visto e sentito stasera.”
Si guardarono negli occhi, di colori meravigliosi.
“Diamogli una lezione, vuoi?”
“Lezione..? Quale lezione.. a chi, a Cole?”
“Cole.. Cole ahahah sí.. Hai un video telefono, giusto?”
“Sí.. ma Nic..” – rise incuriosito – “Cos’hai in mente?”
“Siamo due attori, giusto Jared?”
“Si presume..”
“Ok, allora fai una video chiamata a quello stronzo.”
“Una video cosa..? Ma sei impazzito Nic?” – domandó solo falsamente preoccupato, visto che la cosa lo eccitava.
“Guarda che bell’alcova, facciamogli credere che i suoi dubbi erano concreti.”
“Ma tu sei pazzo..”
“Lo so Jared che tu non hai nessuna paura, perché sai che non faremo sul serio, ma lo renderemo molto credibile. Va bene?”
“Va.. va bene.. ma a cosa dovrebbe servire?”
“Servirá a dargli la misura di quello che prova per te.”
“Ok.. ok.. ma.. dobbiamo spogliarci..?”
“Solo la camicia, al massimo restiamo in boxer, mica ti fai problemi?” – rise, scolando un’altra tequila dal frigo bar.
Jared sorrise – “Ti stai ubriacando per farlo..? Me ne basta uno sbronzo a letto e lo sai..”
“No, la tua tequila è migliore di quella del bar, allora facciamo?”
“Facciamo.. ok facciamolo.”

Si spogliarono completamente, salvo l’intimo, molto aderente.
“Nic.. Nic io potrei anche..”
“Un cazzo duro non ha mai ucciso nessuno ahahahh”
“Ma tu sei un pazzo furioso…ahahahha”
“Mettiti sotto Jared.. Dammi almeno la soddisfazione di dominare la situazione.. No scherzo, mi serve per la scena..”
“Come vuoi.. tolgo i cuscini?”
“Sí, sí toglili, deve vederti bene in faccia quando.. beh insomma simulerai un bell’orgasmo..”
“Ah sí certo.. se non mi verrá da ridere..”
“Credimi non riderai.. Peró proviamo la video chiamata, hai il mio numero? Vediamo di sistemare la macchina da presa ahahah..”
Dal terzo tentativo, l’immagine risultó perfetta.
“Ok.. ok.. allora seleziona il suo numero.. no, no aspetta Jared, hai ancora quell’acqua nebulizzata?”
“Sí.. sí Nic, guarda in bagno, ma..”
“Dobbiamo essere sudati, non trovi? Stiamo scopando da almeno un’ora, saremo sudati o no?”
“Ovvio.. sudatissimi..” – ridacchió, ormai il gioco gli piaceva da impazzire.
Si spruzzarono ovunque, soprattutto sulle loro facce divertite.
“Bene.. bene ora chiamalo, peró ascolta, lascia parlare me, alza al massimo il microfono, dev’essere un capolavoro questo momento..”
“Tu parli, ho capito ed io.. che cazzo devo fare?”
“Godere come un ossesso ahahahh”
“Ah vero, diciamo che siamo al gran finale della nostra.. scopata..” – balbettó, suscitando l’ennesima risata in Cage, che stava sudando sul serio a quel punto.
“Pronto?.. Dai chiamalo.”
Colin stava studiando il copione, era sobrio e seduto alla scrivania della stanza del suo albergo a Miami.
Era solo e concentrato sul lavoro, una volta tanto.
Continuava a guardare la foto di Jared, che teneva nel portafogli, un’abitudine vecchio stile, che a Leto era piaciuta molto.
Si sentiva davvero come uno stronzo insensibile, aveva un nodo alla gola ed un altro allo stomaco.
Quando lesse il nome di Jared sul video telefonino si illuminó, pensando intenerendosi per quella parola, che chiuse nella mente.
Aprí la chiamata video, pronto a vedere il viso attraente ed irresistibile del suo ragazzo americano, come lo definiva le rare volte che si confidava con il fratello gay Eamon; si rese subito conto che non era proprio cosí.
Mise a fuoco l’immagine ed aprí il viva voce, aprendo anche la sua bocca, stupita.
“Allora quel bastardo di Farrell cosa diceva? Eh? Che sono un finocchio? Perspicace il ragazzo!” – la frase era chiara, cosí come l’ansimare di Cage ed ancora piú forte i gemiti di Jared, che giró per una frazione di secondo il viso verso l’obiettivo, perché Colin non avesse dubbi sulla sua effettiva identitá.
“Dimmi che vuoi venire..!! Dimmelo piccolo avanti, zio Nic ti accontenta subito!”
Jared giró la testa dall’altra parte, stava ridendo.
Cage gli affondó la faccia nel collo, senza farsi accorgere – “E dai Jared! Cazzo!!”
“Síi cazzo fammi venire!” – fu la prima risposta che gli venne, anche se non ne apprezzó l’efficacia.
Colin era impietrito davanti a quella performance molto realistica.
La gola secca, la mano che inizió a vibrare per la rabbia.
Di colpo Cage si fermó.
Fissó il cellulare, spostandosi da Jared, che liberó la piú fragorosa risata della storia, alzandosi e dando le spalle a Cage, mostrando nella luce della piantana, che accese, che aveva i boxer e che quindi stavano palesemente fingendo.
Cage sogghignó: “So che mi stai guardando Farrell. No, non sono ancora finocchio, non temere. Ma tu fai ancora soffrire questo ragazzo meraviglioso ed avró premura di rompere il culo solo a te, chiaro?” – gli strizzó l’occhio sinistro e spense tutto.
Jared si accese una sigaretta – “Mio Dio che finezza Nic..”
“Credo abbia capito.. mmm ma lo sai che sono eccitato come uno stronzo in calore? Ahahah”
“Vuoi che ti faccia venire con la bocca?” – chiese serio e diretto.
Cage si giró, coprendosi con un lenzuolo.
“No Jared, non stasera almeno.” – rispose con un tono dolce.
“Vuoi dormire qui?”
“Sí, mi piacerebbe, ma.. Meglio di no.” – sorrise.
“Grazie, di tutto, ora vado.”

Tornó in camera sua, riaccendendo il telefonino.
Colin gli telefonó almeno una ventina di volte.
Alla ventunesima rispose.
“Cosa vuoi?”
Dall’altra parte silenzio.
“Domani sono da te Jared, dobbiamo parlare.” – ribatté secco.
“Non vedo l’ora. Buonanotte.”
“Jared!”
“Cosa?”
“Jared ti amo.”
Lui non disse niente, non subito.
“Ti aspetto, domani, non deludermi piú Cole.”



E N D




   
 
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