I wish that I could make her see, she has just the flavor of the weak…

Whoosh… Whoosh… Whoosh…

Il rumore dell’oceano cullava dolcemente la ragazza leggermente assopita all’interno di una piccola casetta di legno, una di quelle piccole e scricchiolanti che si trovavano spesso sul limite tra la boscaglia e la spiaggia, quelle vecchie e disabitate, rimaste in piedi per qualche strana legge della fisica.

Whoosh… Whoosh… Whoosh…

La bellezza della notte era spezzata solo dalla tristezza di cui il volto della giovane era impregnato, una tristezza fatta disperazione, rabbia, risentimento, amarezza, che poi mutava di nuovo tristezza.

Era molto contenta di poter finalmente concedersi il lusso di passare una notte da sola in mezzo alla natura.

Rintanata nel suo silenzioso rifugio ascoltava canzoni dal suo mangianastri preferito, e cantava, cantava talmente dal profondo che sembrava che dalla bocca insieme alle parole uscissero pezzi della sua anima; un sorriso sardonico le dipingeva il volto.

“You’re so vain, you probably think this song is about you, You’re so vain I bet you think this song is about you, don’t you ,don’t you?”

Si ricordava benissimo la prima volta che aveva sentito questa canzone; aveva subito pensato che era stata creata proprio per una certa persona, e aveva riso come una cretina mentre si immaginava la scena di vedere proprio Lui camminare con aria baldanzosa e tronfia per i corridoi della scuola, con la canzone di Carly Simon in sottofondo.

Mentre pensava a simili baggianate tutta la sua fanciullezza le passò davanti agli occhi, come uno squallido film a colori con la solita protagonista sfigata ed incompresa da tutti, la povera piccola ‘Yuurei’, l’orrendo soprannome che le avevano affibbiato durante gli anni del liceo. Vergognoso! Sputava veleno al solo ricordo di quel piccolo maledetto soprannome e di quella piccola maledetta ed inutile creatura che era stata lei da  ragazzina.

Ma, come da copione, la sua vita aveva avuto una svolta e la fortuna aveva girato dalla sua parte. Yuurei, il brutto anatroccolo era finalmente diventato chi doveva essere, come il bruco diventa farfalla, da ragazza timida, troppo cicciotta, impacciata e goffa era finalmente diventata una Donna…

Era libera, ora poteva finalmente essere chi aveva sempre voluto, se stessa. E niente e nessuno avrebbe potuto intimidirla; avrebbe affrontato le paure e i tormenti del suo passato a testa alta, forte, determinata, libera.

Whoosh…Whoosh…Whoosh…

Guardò le onde infrangersi sulla scogliera, e lo scialacquio del mare le infuse un infinito senso di pace, che, dopo un secondo, si trasformò in determinazione. La riunione degli ex-studenti sarebbe andata benissimo, e sarebbe tornata a casa finalmente in pace con se stessa, definitivamente. Una volta per tutte.

Sorrise. “Aspettami Shikon Gakuen, ti dimostrerò chi sono in realtà, e quanto valgo; e nessuno si permetterà mai più di chiamarmi Yuurei, lo giuro. O il mio nome non sarà più Higurashi Kagome.”

Si alzò in piedi, e affacciandosi alla porta strinse con forza la maniglia

‘Aspettami anche tu, Taisho Sesshoumaru…’

Whoosh…Whoosh…Whoosh…

…Sono Libera…

End Chapter One

Note dell’autrice: O mio Dio, è da tantissimo che non scrivo qualcosa, ed è da ancora più tempo che non pubblico nulla. Mi sento di nuovo una principiante assoluta, è passato tantissimo tempo, e sono cambiate tantissime cose, nel bene e nel male. Sono cresciuta molto in questi anni, e oramai non sono più shana. Ho deciso di cominciare da capo questa bellissima avventura e iniziare a scrivere con più serietà.

Domani parto per la Scozia, e starò via per una decina di giorni, conto sul fatto di aggiornare poco dopo il mio ritorno, anche se questa storia non è stata pianificata per nulla, anzi è uscita di getto… beh vedremo come si evolverà il tutto; nel mentre mi auguro che vi sia piaciuto il primo capitolo, aspetto ansiosa le vostre recensioni.

Ah dimenticavo!

GAKUEN = scuola superiore, high school insomma.

YUUREI= fantasma, il classico fantasma giapponese, depresso e inquietante con il triangolino capovolto in testa, insomma non è un bel soprannome da affibbiare a qualcuno né?

Un bacione a tutti, aerhys.