Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |       
Autore: alexis7    09/08/2010    1 recensioni
Debbi Staurt è una normale ragazza di diciassette anni che, grazie ad una borsa di studio, riesce ad entrare in una delle più prestigiose scuole private degli Stati Uniti. Fin qui niente di interessante, certo... ma quando il nuovo arrivato, nonchè cantante di fama mondiale, prende posto accanto a lei la sua normale routine quotidiana si stravolge...
Nick Morgan era un cantante, anzi, il mio cantante preferito, quello che ricopriva le pareti della mia stanza, quello che ascoltavo almeno due ore al giorno cantare e quello che sognavo circa due notti su tre. Ma io ero Debbi Stuart, la ragazza che era riuscita ad entrare in quella prestigiosa scuola privata solo grazie ad una borsa di studio. Cosa mai potevo saperne di lui?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Love is music. Love is you.

Image and video hosting by TinyPic

Nick Morgan era un cantante, anzi, il mio cantante preferito, quello che ricopriva le pareti della mia stanza, quello che ascoltavo almeno due ore al giorno cantare e quello che sognavo circa due notti su tre. Ma io ero Debbi Stuart, la ragazza che era riuscita ad entrare in quella prestigiosa scuola privata solo grazie ad una borsa di studio. Cosa mai potevo saperne di lui? Lui doveva andare con quelle come Lucilla Campbell, le cheerleader tutte curve e niente cervello, quelle che andavano almeno due volte al giorno dal parrucchiere. Già il fatto che riuscivo ad attirare uno come Nate Smith, giocatore di rugby della scuola e amato da parecchie ragazze, doveva stupirmi. Come potevo addirittura sperare di poter piacere a uno come… a uno come il mio idolo? Era una pazzia, un’illusione bella e buona. Ma lui era là, a parlare con quelle oche che non sapevano neppure che genere di musica suonasse, mentre io sapevo quando era nato, il nome dei suoi genitori, tutti i nomi delle sue ex e persino il suo piatto preferito. Avevo il diritto di essere almeno un po’ gelosa, no?

Capitolo 1: her life... and then... him

“Debbi Stuart!”, esclamò la ragazza, irritata.

“Sì, scusa, non ti stavo ascoltando…”, rispose l’altra, annoiata

“Ci sarà un nuovo studente! Non lo trovi favoloso? Secondo me è bello da far paura e magari lo mettono anche vicino a te, dato che sei l’unica rimasta da sola…”, c’era una nota di acidità nella voce della ragazza, che guardava con aria superiore la biondina che si stava arricciando una ciocca di capelli con fare distratto.

Cosa poteva mai importare a Debbi Stuart se un nuovo studente entrava in quella costosissima scuola privata? Sicuramente sarebbe stato uno di quei ricchi figli di papà che la guardavano dall’alto al basso pensando: “cavolo, questa non ha niente di firmato”.

Insomma, nulla di strano a suo parere. Eppure la sua “migliore amica” Lizzie non era l’unica agitata. Anche le sue compagne snob parlavano del nuovo arrivo. Veniva dalla California, a quanto aveva capito.

“Senti, Deb, capisco che non te ne freghi nulla, ma un po’ più di entusiasmo potresti anche mostrarlo…”, la riprese Lizzie, sistemandosi la maglietta scollata che portava.

Debbi annuì, seccata, osservando che quella maglietta tanto striminzita le risaltava i fianchi robusti.

 

Debbi Stuart era una ragazza di diciassette anni, una normalissima ragazza con dei normalissimi genitori che vivevano in una normalissima casa. Non di certo come i suoi compagni che di normale non avevano nulla. Genitori straricchi che viaggiavano per lavoro trecentocinquanta giorni all’anno, ville con piscina in almeno tre posti diversi e… ah, sì, un guardaroba che era grande più o meno come la sua camera da letto. Insomma, andare in una delle scuole private più prestigiose degli Stati Uniti non era tutto rose e fiori. Poteva permettersela solo grazie alla borsa di studio che aveva ottenuto, ma non si lamentava.

Era una ragazza abbastanza alta e magra, nonostante mangiasse chili di cioccolata alla settimana. Aveva dei capelli biondi, mossi, che arrivavano a metà schiena e una carnagione chiara, color pesca. Gli occhi erano azzurri e il volto paffuto, con dei tratti infantili quasi. Nulla di speciale se si cominciava a guardare le altre ragazze, partendo dalla squadra di cheerleader, che avevano i capelli sempre messi a posto grazie alla parrucchiera, la carnagione costantemente abbronzata grazie alle lampade e il volto sempre perfettamente truccato.

Non aveva molte amiche, anzi, per l’esattezza le uniche due che aveva, Lizzie e Susan, non la badavano molto e neppure le prestavano molta attenzione. Ma alla bionda non importava, tanto sapeva che quelle due snob che non riuscivano a salire nei gradini alti della società scolastica volevano solo rovinarle la vita dandole fastidio e facendola sentire inutile, ma non le importava.

Un giorno sarebbe tutto cambiato, ne era certa.

Lizzie e Susan non erano particolarmente carine, e non vestivano neppure firmate da testa a piedi. Questo impediva loro di essere amiche di tutte le altre ragazze snob che le guardavano con disgusto e superiorità, esattamente come guardavano Debbi, solo che a quest’ultima non interessava quello che pensavano gli altri, specialmente quelle oche. Lizzie era una ragazza bassa e abbastanza robusta con dei capelli castani sempre perfettamente piastrati e degli occhi castani, coperti da delle lenti a contatto colorate. La carnagione era olivastra e non era di certo quella che aveva bisogno delle lampade per essere scura.

Susan, anche lei bassa, era più magra dell’amica  e aveva dei capelli biondi corti, non particolarmente curati, la carnagione chiara, quasi quanto il latte, e gli occhi verdi, tendenti al marrone.

Debbi amava poche cose: la cioccolata, i film e la musica. La musica era la sua passione più grande, il suo sogno “irrealizzabile”, perché per una ragazza timida come lei, non di famiglia ricca e che non spiccava da nessuna parte era difficile diventare una cantante di successo. Già si vedeva costretta a lavorare ai tavoli del bar del padre, truccata pesantemente e con dei capelli secchi e crespi.

“Ehi, Stuart”, la chiamò Lucilla Campbell, la ragazza snob che stava di fronte a lei, con i capelli rossi perfettamente curati e uno strato di fondotinta che nascondeva le lentiggini che aveva sulle guance.

“Sì?”, chiese annoiata lei, alzando stancamente lo sguardo. Ora l’avrebbe provocata, lei non avrebbe risposto e Lizzie avrebbe riso ad un’altra provocazione da parte della rossa, giusto per cercare di entrare nelle sue grazie.

“Dove l’hai comprata quella felpa? Al mercato dell’usato?”, chiese, con disgusto. Debbi osservo un istante la felpa rosa che indossava, trovandola del tutto normale e in ottime condizioni, ma sapeva che ciò che non era firmato per Lucilla era solo spazzatura. Come da copione Lizzie rise, ignorata però completamente dalla snob che si voltò e se ne andò, muovendo le anche in modo abbastanza volgare.

Esattamente mezzo secondo dopo la campanella suonò, indicando l’inizio delle lezioni, ma nessuno ne parve troppo deluso. Fuori dalla porta si vedeva già l’ombra del nuovo studente, oltre a quella del professore di letteratura grassottello che stava per fare la sua entrata. Tutti tornarono ai loro posti, mentre Debbi già pensava che la pace che aveva avuto fino a quel momento sarebbe sparita non appena il ragazzo nuovo, figlio di papà, non si sarebbe seduto nel tavolo vuoto accanto al suo.

“Salve prof”, salutarono tutti in coro, come sempre. Questa volta però c’era  agitazione nell’aria e molti attendevano che il ragazzo entrasse.

E finalmente, dopo la noiosa introduzione del professore che diceva cose del tipo: “non sommergetelo di domande”, e cose strane e senza senso come questa, la porta si aprì ed entrò il misterioso nuovo arrivato.

La reazione della maggior parte degli studenti fu di spalancare la bocca, increduli, mentre alcune ragazze cominciarono a fare urletti striduli.

Debbi, dal canto suo, sgranò gli occhi e aprì la bocca, guardando il nuovo arrivato, pensando che probabilmente non era chi sembrava essere, ma solo un suo sosia.

Sì, perché trovarsi come nuovo arrivato, nonché come compagno di banco, il famosissimo cantante Nick Morgan, non era cosa da tutti i giorni.

 

Nick Morgan era, in poche parole, il ragazzo che ricopriva le pareti della camera da letto di Debbi Stuart.

Ragazzo di diciassette anni, bello, ricco, famoso e amato da tutte le ragazze.

“Non ci credo…”, sussurrò impercettibilmente Debbi, guardando il ragazzo che stava passando un veloce sguardo su quelli che sarebbero stati i suoi nuovi compagni. Era alto, e da sotto la maglietta nera che indossava si potevano intravedere i muscoli. Aveva i capelli neri lunghi alcuni centimetri e sbarazzini, con qualche ciuffo che gli ricadeva sulla faccia e degli occhi castani, che molti definivano “color cioccolata”. Gli zigomi alti e la carnagione chiara.

Inutile dire che ogni ragazza presente in quella classe fosse ormai diventata una di quelle pazze urlanti che chiedono l’autografo e che cercano di sedurre il cantante di turno.

“Ciao, io sono Nick Morgan…”, si presentò il nuovo arrivato, mettendo in bella mostra i denti bianchi con un sorriso. Non che qualcuno gli prestasse più attenzione, troppo occupato a pensare a cosa farsene di quel cantante: amico o nemico?

L’unica ad ascoltare era Debbi, la sua futura vicina di banco che già si vedeva costretta a truccarsi pesantemente il volto con due o tre strati di fondotinta, in modo da nascondere il rossore che le avrebbe dipinto inevitabilmente le guance non appena avrebbe guardato Nick.

“Siediti pure nel banco vuoto là in fondo, con la Stuart. Se non ti è chiaro qualcosa chiedi pure a lei, che è una brava”, disse il professore, chiudendo così la presentazione e lanciando un veloce sguardo a tutta la classe, che ormai sembrava essere andata. La bionda ignorò gli sguardi delle compagne carichi di invidia, troppo occupata a guardare il banco che sembrava essere diventato improvvisamente interessante. Il suo idolo, il ragazzo che lei ammirava come nessun altro stava per sedersi esattamente a pochi centimetri da lei. Come poteva non essere nervosa?

“Ciao”, disse Nick. Debbi sussultò; non si era neppure resa conto che il cantante si era già seduto accanto a lei. Decise di guardarlo, giusto per non fare la maleducata, ma si accorse subito che i poster non gli rendevano giustizia. Dal vivo era decisamente molto, ma molto più bello.

“Ciao… sono Debbi”, si presentò timidamente, ignorando il fatto che le guance le stavano andando in fiamme, che la testa le girava e che la mano rischiava di tremarle.

“Piacere”, rispose lui sorridendo e stringendole la mano.

Per il resto della lezione la bionda non proferì parola, impegnata a concentrarsi sulla lavagna e sulle spiegazioni del professore. Cosa che, ovviamente, era totalmente inutile.

Il fatto era che chiedergli l’autografo così, di punto in bianco, era una cosa stupida a suo parere. Ma era certa che se ne sarebbe pentita se non lo avesse fatto.

“Scusa?”, a risvegliarla dai suoi pensieri fu una voce leggera, vellutata. Lei si voltò di scatto, pentendosene all’istante.

“Dimmi…”, ripose, cominciando a sentire nuovamente caldo.

“State facendo Shakespeare adesso, giusto?”, chiese lui, sorridendo nel notare la reazione che aveva provocato. Non gli capitava molto spesso di vedere una ragazza arrossire non appena le rivolgeva la parola.

“Sì, Romeo e Giulietta….”, spiegò lei, sentendosi inevitabilmente stupida.

“Grazie…”, ma non era sicuro di essere stato sentito perché la campanella era suonata e aveva ricoperto la sua voce.

Debbi sospirò , notando che mai il suo banco, anzi, quello accanto a lei, era stato così affollato.

“Ciao Nick, io sono Lucilla!”, gridava la rossa, porgendogli la mano esattamente di fronte al naso. Questo la guardò un istante per poi alzare la sua e stringergliela.

“Io Lizzie! E  lei Susan!”, gridarono le altre sue due amiche. Debbi le guardò e fece una smorfia, infastidita. Quelle due non sapevano neppure che genere di musica suonasse Nick Morgan, come molte altre nella sua classe, e ora si permettevano pure di fare le fan accanite. Aveva la netta impressione che là dentro l’unica che potesse permettersi una cosa del genere era proprio lei.

E Nick non era di certo entusiasta di tutte quelle attenzioni, dato che cercava di calmare quelle pazze con frasi del tipo: “state calme”, del tutto inutili, ovviamente. Solo il professore di scienze riuscì a far tornare l’ordine con un urlo che probabilmente avevano sentito anche al piano di sopra.

“Le tue amiche sono pazze….”, sussurrò il povero cantante, una volta che ognuno fu tornato al suo posto.

“E pensa che questo è solo l’inizio!”, rispose lei, non più imbarazzata, ma infastidita.

Ne era certa, l’arrivo di Nick Morgan le avrebbe stravolto l’anno.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: alexis7