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Autore: Akane    26/06/2003    13 recensioni
sei il solo che è rimasto sempre accanto a me senza mutare il rapporto, senza offendermi o giudicarmi, mi hai sempre capito e aiutato…tu sei fantastico…bello dentro, io…marcio come mio padre…sono sempre più solo…-
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RICOMINCIARE

Sta per piovere, ma ho dimenticato il cellulare in oratorio, nelle aule di catechismo e devo assolutamente andare a prenderlo, altrimenti per lunedì prossimo non lo trovo più!

Ho portato con me l’ombrello.

Guardo il cielo quasi nero e tempestoso.

- Si sta per scatenare il finimondo, meglio che mi muova!-

Affretto il passo e in breve sono arrivato.

Non mi guardo intorno ma dev’essere tutto deserto!

Salgo subito le scale e sento le prime grosse gocce cadere.

Apro la porta con le chiavi ed entro.

Accendo la luce e do una breve occhiata ai banchi in disordine:

"Oggi i bambini erano proprio delle belve!"

Penso con noncuranza mentre attraverso l’aula vuota.

Prendo il mio cellulare ed in quel momento un lampo illumina tutto seguito da un tremendo fulmine che porta via la luce.

- Merda!-

Sibilo tra i denti mentre sobbalzo.

Acquisto la calma e mi rendo conto che è tutto completamente buio.

Solo i lampi illuminano la stanza creando ombre sinistre dappertutto.

"E’ meglio che esca, almeno in strada ci dev’essere più luce di qua.

E poi è sempre meglio bagnarmi un po’ piuttosto che rimanere qua!"

Cerco di organizzarmi mentalmente.

Solitamente i temporali non mi spaventano, anzi mi affascinano, ma solo se mi trovo in casa, all’asciutto e al caldo ad osservarli dietro un vetro!

Ora è un altro discorso…e sentire lo scroscio della pioggia sempre più forte accompagnato da lampi e tuoni non aiuta di certo!

Sto per uscire ma mi fermo guardandomi le mani vuote.

"Che deficiente!" mi dico "fra il trambusto della luce ho dimenticato di nuovo il cellulare sul tavolo!"

Continuando ad imprecare torno indietro e lo riprendo.

I fulmini continuano, come la pioggia ed il vento sempre più violenti.

Facendo attenzione sento anche la grandine che comincia a cadere.

Si sta facendo tardi e questo finimondo mi sa che andrà avanti per tutta la notte!

Mi faccio forza, afferro l’ombrello e apro la porta, quando un altro lampo illumina la stanza rivelando proprio davanti a me un’ombra immobile.

Subito c’è un tuono che mi fa scappare un breve urlo e in un attimo sento le ginocchia piegarsi, i piedi farsi di piombo, le ossa frantumarsi e le forze abbandonarmi.

Mi affloscio in un istante nel pavimento.

Rimango comunque seduto con la schiena rigida,

Cerco di ritrovare una normale respirazione mentre vedo questo tizio che si inginocchia davanti a me dicendomi in tono strano:

- Ehi, Francesco, stai bene?-

Riconosco subito la sua voce e tiro un sospiro di sollievo.

Anche se sono un uomo non mi vanno a genio le aggressioni al buio!

- Oh, Stefano, sei tu! Che spavento mi hai fatto prendere!-

Un’occhiata più attenta mi conferma che è lui.

Non risponde.

E’ silenzioso, ma un silenzio strano.

Deve essergli successo qualcosa.

E’ diverso dal solito.

Ormai lo conosco da abbastanza tempo, siamo amici da sempre e non può nascondermi nulla.

Quasi noncurante chiedo:

- Cos’hai?-

Sentendo ancora il suo insolito silenzio, comprendo che non vuole parlarmene per ora.

Lo farà quando vorrà lui.

Sa che io ci sono sempre e non c’è bisogno di dirlo.

Mi metto in ginocchio anch’io per alzarmi:

- Forza, ho l’ombrello, ti accompagno a casa. Non è il caso di rimanere qui!-

Poi realizzo che grandina ancora e che se c’è il caso di non fare qualcosa ora, quella è proprio andarsene in giro!

Ma non è questo a fermarmi, bensì le sue mani che mi afferrano per la vita bloccandomi in quella posizione.

Infine appoggia la testa sulla mia spalla.

E’ tutto bagnato, facendo attenzione si sentono anche le gocce staccarsi dal suo corpo e cadere a terra.

Non è da lui neanche lasciarsi sorprendere così dalla pioggia, dice sempre che non lo sopporta.

Dev’essere affascinante in questo momento!

Fa scivolare lentamente la fronte nell’incavo del mio collo.

I suoi capelli scuri mi bagnano quel pezzo di pelle scoperto facendomi rabbrividire.

Le mie mani si posano delicatamente sulla sua schiena e rimaniamo così per non so quanto tempo, poi flebilmente sussurra:

- Ha ragione mio padre…non sono diverso da lui!-

Da questa semplice frase capisco tutto.

Suo padre è il classico bastardo che tradisce la moglie con tutte quelle che gli pare senza nemmeno preoccuparsi di nasconderlo, che tratta male tutti, persino il figlio, picchia quando beve…anche per questo quando era piccolo era sempre a casa nostra, addirittura ci dormiva a volte!

- Come puoi dire così?-

Gli rispondo con dolcezza.

Stringe con forza la presa e senza alzare la testa mi interrompe dicendo con rabbia:

- Ed invece si, maledizione!

Non valgo nulla!

Cosa è diventata la mia vita?

Ho passato il limite!

Ho tradito la mia ragazza e non ho provato neanche un po’ di rimorso in quel momento, quando gliel’ho detto sembrava che le chiedessi di andare a ballare; lei mi ha lasciato, mi ha insultato e picchiato ed io cosa ho fatto?

Ho riso!

Ero sollevato di aver rotto anche con lei, pentito neanche un po’, nessun rimpianto!

E non è che era lei a non andare!

E’ sempre stata un tesoro con me, io come l’ho ringraziata?

Non ti dice niente questo comportamento?

Te le ricordi ancora, vero, le urla che arrivavano da casa mia la notte, io che poi venivo a dormire da te tutto pestato fra le lacrime, tu che mi abbracciavi sempre standomi vicino…ne abbiamo passate tante, io mi sono rinchiuso in me stesso mettendomi su una maschera per stare con gli altri, maschera che cade puntualmente con te!

Non prendo niente sul serio, tutti mi giudicano insensibile e superficiale ed io ne sono quasi contento.

Vivo con i soldi e sulle spalle di mia madre; non so fare il grande passo di prendermela e portarla lontano da quel bastardo; non ho passatempi e interessi, ora che non posso più giocare a calcio sono veramente finito…non so come fai ad essermi ancora amico…sei il solo che è rimasto sempre accanto a me senza mutare il rapporto, senza offendermi o giudicarmi, mi hai sempre capito e aiutato…tu sei fantastico…bello dentro, io…marcio come mio padre…sono sempre più solo…-

Questo lungo sfogo ha fine con le sue lacrime, allora fa scivolare ulteriormente la sua testa fino ad affondare il viso nel mio petto.

In un primo momento non so cosa fare, allora mi siedo lentamente appoggiandomi al muro e portando con me Stefano lo faccio stendere a terra adagiando la sua testa sulle mie gambe.

Lo lascio piangere.

Ormai è da quando aveva 5 anni che non si lasciava andare.

Gli accarezzo i capelli e la schiena.

E’ da 15 anni che non lo vedo piangere in queste condizioni.

E’ da sempre che cerco di fargli capire queste cose, ed ora le ha comprese tutte da solo e in una volta.

Questo è il risultato.

Quando sento che si è calmato inizio a parlargli.

Il mio tono è calmo e dolce, non l’ho mai avuto con lui, di solito scherziamo sempre.

Ma ora mi vien voglia di abbracciarlo e tenerlo con me per sempre.

Non sopporto di vederlo così.

Chiunque ma non lui.

E’ troppo prezioso per me.

Mi ha sempre aiutato senza nemmeno accorgersene.

- Stefy…io non sono niente allora?

Penso di poterti capire, e non posso dirti che tutto questo non è vero.

Gran parte lo è, certo, ma se sei riuscito a rendertene conto, se sei così disperato per questo è una grande svolta…vuol dire che tu non vuoi essere così, e se c’è volontà c’è forza, devi solo usarla al massimo.

Cadere in basso è facile, ma voglio vedere chi riesce ad uscirne, a risollevarsi, a guardare ancora avanti.

Non sei solo.

Io ti voglio bene, un bene dell’anima e non ti abbandonerò mai…ora come ora sei la cosa più importante della mia vita e se tu molli io poi come faccio?-

Mi interrompo un attimo per prendere fiato, cambio tono ed espressione.

Vorrei sapere cosa pensa, ma posso immaginarlo benissimo.

Prendo il suo viso tra le mani e lo alzo fino a guardarlo dritto negli occhi, infine finisco così:

- Stefano, sei pronto a ricominciare da capo con me?-

Vedo che rimane un attimo colpito da queste parole, ne ha capito bene il senso.

Non so se se l’aspettava o meno una mia dichiarazione non più di amicizia, non me l’aspettavo neanch’io del resto.

Conoscendolo è molto sorpreso ma in fondo l’ha sempre saputo.

Continuo a guardarlo nella penombra illuminato solo da qualche lampo.

Senza usare parole finalmente arriva la sua risposta.

E’ un dolce bacio che vale più di mille parole.

Sento che intanto il temporale si sta calmando, ma noi non ce ne accorgiamo.

Ora potrebbe anche splendere il sole in piena notte che non potrebbe importarcene di meno.

Solo un pensiero assurdo ci passa per la testa ed è rivolto a tutti i nostri amici, specialmente ad una ragazza, Astrid che ha sempre sostenuto che fra noi 2 ci fosse qualcosa di più che una semplice amicizia.

"Aveva proprio ragione!"

Ma adesso basta, gli altri non c’entrano nulla in questo momento che è solo per noi.

Voglio godermelo fino in fondo.

E quindi è su questo scenario che abbasso il sipario per poterne poi riaprire un altro insieme a Stefano, ma questo solo domani!

FINE

   
 
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