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Autore: artemis89    10/08/2010    3 recensioni
Russia si trova a Princeton per un meeting, ma collassa davanti a Wilson. Sembra proprio un caso per il dott.House. ATTENZIONE: La storia non è mia, questa è una traduzione (vedere spiegazione all'interno)
Genere: Generale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Russia/Ivan Braginski
Note: Cross-over, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: Questa storia non mi appartiene, è una traduzione dall’inglese di una fanfiction che mi è piaciuta moltissimo. Ho chiesto il permesso all’autore per poterla pubblicare tradotta in italiano. Purtroppo non sono riuscita a creare un utente specifico per l’autore perché EFP permette di avere un solo account con la stessa e-mail…e io ho finito gli indirizzi e-mail disponibili. Se questo va in qualche modo contro le regole del sito, comunicatemelo e sarò lieta di provvedere.

 
Titolo: Russia in the House MD
Autore: Wednesday1990

Sito originale: Fanfiction.net
Link originale: http://www.fanfiction.net/s/6059391/1/Russia_in_the_House_MD
Traduzione: artemis89

 

Russia in the House Medical Division

 


CAPITOLO 1

La nazione russa stava attualmente camminando nei dintorni di Princeton, l’aspetto un po’ singolare con la sua lunga e pesante cappotto e la sua sciarpa distintiva che sventolava nell'afoso vento di marzo. Per qualche ragione quel capitalista maiale-mangia-hamburger aveva deciso di non tenere la conferenza mondiale nella sua capitale, come avrebbe fatto qualsiasi normale nazione, e nemmeno a New York, dove si trovava la sede dell’Onu, ma a Princeton, New Jersey.

Quello stupido voleva far vedere a tutti il Princeton-Plainsboro Teaching Hospital che contava un impressionante numero di diagnosi di malattie singolari insieme ad un notevole implemento di innovative tecniche mediche. Era ovvio che America volesse dimostrare che il suo paese poteva ottenere qualcosa di più che distruggere i record di obesità e stupidità. Tuttavia, sarebbe stato meglio se potesse ottenere il suo scopo senza che a farne le spese fossero le altre nazioni. Sfortunatamente questa città era fatta più per i college che per i turisti, il che significava che era difficile per chiunque trovare un ragionevole hotel (visto che qualsiasi cosa in America costava troppo).

Russia borbotto ancora tra sé e sé, spaventando un poco alcuni passanti locali, e nascondendo la parte inferiore del volto nella sciarpa. Il suo cattivo umore migliorò leggermente quando notò un piccolo parco e decise che sarebbe stato più rilassante osservare le piccole anatre nello stagno che continuare a pensare alle cose che non poteva in alcun modo cambiare (vedi America…e anche Bielorussia).

Russia si sedette calmo su una delle panchine vicino allo stagno e la tensione che si era portato a dietro tutto il giorno sparì.

“Ahhh~ Che bello se casa mia fosse più simile a qui~” disse con tristezza pensando alle sue terre spazzate dall’inverno che erano ancora ghiacciate, anche in marzo. Sfortunatamente per lui, e come per qualsiasi nazione che fosse così vicina ai Poli, la temperatura della sua terra aveva un effetto diretto sulla sua temperatura corporea, da qui i suoi pesanti vestiti invernali.

C’era un'altra ragione per cui Russia ce l’aveva tanto con America. Sebbene anch’egli avesse dei territori nell’Artico era totalmente immune a questo sfortunato effetto secondario, visto che l’alta temperatura dei territori americani sembravano bilanciarsi a vicenda, lasciandolo ad una normale temperatura corporea. E sembrava anche che Russia fosse l’unica nazione artica così pesantemente influenzata. Pensò con tristezza alle altre nazioni nordiche e al fratello invisibile, ma generalmente allegro di America. Perché era l’unico che aveva questi problemi con l’inverno e con tutto quello che lo riguardava? Russia rabbrividì leggermente quando sentì una fitta familiare al petto. Perché proprio lui?

Una mano si appoggiò improvvisamente alla sua spalla e Russia si riscosse dai suoi pensieri sempre più angosciati. I suoi occhi si chiusero per il dolore quando sentì nuovamente la fitta al petto.

“Hey, tutto ok?” chiese la voce che Russia supponeva corrispondere alla mano sulla spalla. Aprì gli occhi per guardare al folle americano che aveva avuto il coraggio di rivolgergli la parola.

I suoi larghi occhi violetti si fissarono in quelli piccoli e marroni di un affascinate uomo, che sembrava essere vicino alla quarantina e che aveva delle sopracciglia abbastanza vistose, sebbene niente di LONTANAMENTE paragonabili e quelle di Inghilterra. L’uomo sembrava intento a fare jogging, a giudicare dalla tuta che indossava e che aveva “McGill” stampato sul davanti. Russia aggrotto le sopracciglia mentre rifletteva su questo. La McGill non era un’università canadese? Magari questo tipo era canadese…era abbastanza difficile capire la differenza.

Russia si riscosse quando l’uomo scosse nuovamente la sua spalla e si rese conto che stava parlando con lui. Cominciò anche a tirargli la sciarpa.

“-davvero, sicuro di star bene? Magari ha troppo caldo, voglio dire ci sono 70 gradi (Fahrenheit, circa 38°C) fuori oggi, finirà per avere un infarto. Lo sconosciuto continuò a tirargli i vestiti, ma l’imponente nazione ringhiò e afferrò la mano prima che potesse continuare.

“Basta” disse il russo al passante con tono minaccioso. Rabbrividì di nuovo quando sentì un’altra andata di dolore.

“Hey, si calmi, sono un dottore,” proclamò l’uomo. “Il mio nome è Dr. James Wilson, e lei ha davvero una brutta aria. Cosa c’è che non va? Ha bisogno dell’ospedale?”

“Nyet,” insistette Russia, sebbene la sua stretta sul polso del medico si fosse fatta più forte mentre il dolore si intensificava esponenzialmente. Il russo lasciò la presa al polso per afferrarsi il cappotto all’altezza del cuore. Si sorprese di sentirlo bagnato e quando osservò le sue dita si accorse che erano coperte di un rosso brillante. Il dottore vicino a lui trattenne il fiato all’improvviso, tirando fuori il cellulare e iniziando a telefonare.

L’ultima cosa che Russia sentì prima di svenire fu il dottore che lo mandava all’Ospedale di Princeton. Merda.

 

Ecco il primo capitolo.

 Spero che questa fic vi piacerà tanto quanto è piaciuta a me. Ho già tradotto i primi quattro capitolo quindi direi che i primi aggiornamenti saranno abbastanza rapidi. Dipende da quanto tempo riesco a passare davanti al PC…

 PS: visto che la maggior parte di voi conosce l’inglese moooolto meglio di me, se ho fatto delle cavolate nella traduzione ditemelo pure, così correggo^^

  
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