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Autore: AliceWonderland    10/08/2010    6 recensioni
Londra, XIX secolo. Una giovane psicologa-detective alle prese con la doppia personalità del suo paziente...! (Prideshipping)
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atemu, Dark/Yami Yuugi, Nuovo personaggio, Seto Kaiba, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Lo strano caso del Dottor Yami e Mister Atemu-

Avviso: la maggior parte dei personaggi presenti in questa storia appartengono al loro autore: Kazuki Takahashi!

Buona lettura!


Phase 1: Lo strano caso del Dottor Yami


Il Dottor Yami si presentò nel mio studio un mattino d’inverno, quando la nebbia londinese, densa come fumi di pasta appena scolata, avvolgeva ancora i quartieri.

Dal taglio bizzarro dei suoi capelli capii immediatamente che quel personaggio aveva palesemente bisogno del mio aiuto, così lo invitai a sdraiarsi sul lettino, nel mio studio, e dopo alcune domande di circostanza, la seduta ebbe inizio.

Era un giovane davvero brillante, oltreché affascinante: i suoi occhi splendevano di una vivida tinta ametista, ed erano contornati da folte ciglia nere che rendevano il suo sguardo ancora più profondo ed ammaliante. Era di media statura, con un fisico snello e slanciato, avvolto da un'elegante redingote scura.

-Ditemi cosa vi turba- gli dissi, osservando di sottecchi le bizzarre sfumature dei suoi capelli.

-Ehm, non sono quelli il mio problema, miss..- si affrettò a mettere in chiaro il giovane, mentre coll’indice torturava una ciocca dei morbidi capelli dorati.

Sobbalzai arrossendo. Che immagine poco professionale, avevo mostrato! In fondo chi ero io per giudicare?

-N-non fissavo ASSOLUTAMENTE, i vostri capelli!-mentii.

-Ah no?- domandò lui con una sorta d’innocenza che mi disarmò.

-No, fissavo il..il gatto- replicai paonazza, indicando il mio enorme soriano, il quale sedeva sul davanzale della finestra, esaminando con diffidenza la figura del mio bel paziente.

-Grazioso- sorrise il Dottor Yami, avvicinando una mano affusolata al capo dell’animale per carezzarlo.

-MEOW!-.

Il giovane ritrasse il braccio con una velocità tale che il mio occhio non riuscì a percepire alcun movimento da parte sua; vidi solo il soriano schizzare via dalla stanza col pelo ritto e tutto arruffato.

-Perdonatelo. Non l’ho lasciato accoppiare quest’anno. E credo non me l’abbia ancora perdonata- sospirai in tono più pacato possibile, facendo sfuggire al giovane un buffo sorrisetto, -Bè, credo sia meglio non perdere altro tempo, signore. Ditemi, cosa vi ha portato qui?-tergiversai.

Il capo del ragazzo tornò a posarsi sulla meridienne di pelle, gli occhi si persero nel fissare il soffitto e la sua espressione tornò calma e pacata.

-Ultimamente accadono cose strane attorno a me- cominciò pensieroso, -Davvero molto strane-;

-Che genere di cose? Potreste spiegarvi?-;

-Certo. Negli ultimi mesi, capita che i miei domestici mi riferiscano di comportamenti bizzarri da parte mia. Per esempio di notte: mi scoprono a girare per la casa sveglio ma spaesato, come se non fossi nato li, ne avessi mai esplorato i corridoi, le stanze; ed affermano che mi rivolgo a loro in una lingua sconosciuta…cose di cui io non ho assolutamente ricordo. Capite?-;

-Intendete dei vuoti di memoria?- intervenni in suo aiuto.

-Sì, esatto. Mi accade sempre più spesso.-;

-Sempre più spesso…-meditai torturando la capocchia della mia penna con le labbra, -Ditemi, forse ultimamente avete subito qualche trauma, insomma, uno shock o simili? Qualcosa di rilevante che abbia potuto sconvolgere la vostra routine?-;

-No, non direi proprio, miss- ammise il giovane Yami, cordialmente, -Ma temo che prima o poi questi miei strani e misteriosi comportamenti possano seriamente nuocere alle persone che mi sono accanto-.

Alzai lo sguardo su di lui dopo aver appuntato alcuni scarabocchi sul mio blocco e lo scrutai interdetta.

-Volete dire che questi vostri atti non si limitano esclusivamente ad innocue stranezze?-chiesi.

-Solo nelle ultime settimane. C’è qualcosa che… Insomma, da come mi è stato riferito, qualcosa in me che durante questi miei vuoti, sfocia nella violenza…-;

-Nella violenza?-.

Cominciavo ad essere seriamente attratta da quel racconto, da quei sintomi. Finalmente avevo fra le mani un caso veramente interessante! Volevo dare fiducia a quel giovane e non lo volevo solo perché era il mio primo vero paziente da oramai sei mesi…

-Io…-rimase per qualche istante in silenzio, poi si tirò a sedere fissandomi, stringendo con le mani i candidi guanti, con una sorta di riluttanza che quasi mi intenerì, -Io ho già fatto del male…-;

-Dite sul serio?-esclamai, sporgendomi verso di lui, tutt'orecchi.

-Ehm…-balbettò lui titubante di fronte al mio sguardo acceso, -A due delle cameriere e al mio fidanzato- mi rivelò, abbassando lo sguardo.

Ci fu un attimo di rispettoso silenzio, in cui attesi che il mio paziente riprendesse la parola, ma ciò non accadde.

-Loro stanno bene, ora?-domandai, con discrezione, cercando il suo sguardo.

Il capo del ragazzo si sollevò improvvisamente verso di me.

-Oh, ma certo! Le signorine Mana ed Anzu hanno ripreso a lavorare stamane, per quanto riguarda la mia metà, è più solida di una montagna!...al momento- sussurrò prendendo a torturandosi il labbro inferiore.

-Ah da-davvero? Bene- balbettai, sgomenta, -E vi siete fatto riferire da loro qualche particolare riguardo l’incidente? Hanno qualche idea dell’accaduto?-;

-No, miss. Le due giovani scappano a gambe levate ogni qual volta le incrocio nei turni di pulizia, i domestici si sentono a disagio a riferirmi cosa mi accade, ed il mio fidanzato…bè, al momento afferma solo che un po’ di violenza non può che animare il nostro rapporto! Ma sinceramente non so quanto potrà ancora andare avanti così!-rivelò mentre le sue gote prendevano tenui sfumature rossicce, -Insomma, cerca di passarci sopra, di non fare troppo caso a queste stranezze. E’ una persona molto razionale.-;

-Sì, già..immagino..-tossicchiai, costringendomi a riassumere un po' di contegno.

Inutile sottolineare il colore delle MIE gote in quel momento. Mi ero sempre considerata una fanciulla molto pudica, e trattare con scioltezza certi argomenti non era così semplice per me..!

-Miss, accettereste di risolvere questo caso?- domandò improvvisamente il Dottor Yami, interrompendo i miei pensieri.

Ci pensai su, ma solo per fare un po’ di scena. In realtà volevo dimostrare di essere molto più impegnata di quanto sembrasse, visto che, come recentemente sopraccitato, il mio ultimo caso risolto era stato rinvenire i gemelli del nonno Sebastian sei mesi prima e diagnosticare al vicino, un grave stadio avanzato di cleptomania!

Era questo ciò che veniva riservato ad una giovane emancipata che tentava di mettersi in proprio nel XIX secolo..

-Bè, dovrei spostare alcuni impegni urgenti -dichiarai infine, osservandolo con falsa superbia.

-Siete davvero così richiesta, miss?-mi chiese il giovane Yami, allorché fui portata a domandarmi seriamente perché fosse così palesemente stranito dalla cosa.

-Signore, non si trovano molte psicologhe-detective in giro per Londra!-dissi, arrossendo, -Posso domandarvi per quale ragione avete scelto proprio me?- chiesi, incuriosita dallo strano sorrisetto che si stava dipingendo sulle labbra del mio paziente.

-Bè, ecco…in confidenza mi è stato riferito che siete la persona meno impegnata e più sconosciuta di tutta l’Inghilterra!-ammise lui con naturalezza, facendo spallucce.

-OUCH!-;

-Tutto a posto, miss?-;

-A meraviglia..-blaterai rialzandomi da terra dopo un vergognoso ruzzolone.

-Così mi sono rivolto a voi per mantenere il segreto su questa faccenda. Meno è conosciuta l’esperta, più al sicuro sarà questo mio piccolo segreto! E poi, l’insegna sulla vostra porta mi ha incuriosito!-continuò il ragazzo, socchiudendo gli occhioni divertito.

-Ah..ah-ah-ah! Complimenti per l’acutezza del ragionamento, Dottor Yami!-sibilai paonazza per la vergogna.

-Cosa ne pensate, dunque? Avete maturato qualche ipotesi?-continuò poi il mio cliente.

Ci pensai su. In effetti era strano davvero: vuoti di memoria in cui il paziente, talvolta, compiva atti di violenza, parlava in lingua sconosciuta, pareva spaesato anche entro le mura domestiche in cui era cresciuto..

Non mi era mai capitato un caso simile, ma le parole di un mio buon collega, incontrato molti anni prima, mi riportarono alla mente qualche informazione che avrebbe potuto essere presa in considerazione per il caso.

Mi alzai e procedetti verso l’ampia libreria dello studio, e soffiando su alcuni libri polverosi ne estrassi uno logoro, foderato di velluto porpora.

-Dunque, forse è un ipotesi affrettata però, non credo sia da scartare per quanto inizialmente le possa sembrare inverosimile- ammisi aprendo il volume su di un capitolo preciso e mostrandoglielo.

Lui prese il libro e lesse per qualche istante, poi alzò lo sguardo incredulo.

-Potrei essere affetto da un raro caso di sdoppiamento di personalità?!-esclamò guardandomi, -M..ma non credo che la medicina moderna abbracci ancora simili ipotesi-.

Feci spallucce, pregando Dio per non vedere il mio paziente pagante, alzarsi ed andarsene maledicendomi per la perdita di tempo.

-Signore mio, posso affermare con certezza che le parole dei nostri dotti non siano da prendere tutte per oro colato- spiegai, avvicinandomi all’ampia portafinestra del mio studio, per scrutare nelle prime luci dell’alba, -Sì, la scienza sta compiendo passi da gigante in questo secolo, ciò non è da mettere in dubbio tuttavia, a parer mio, rimane ancora troppo distaccata e scettica di fronte a casi isolati e privi di una spiegazione razionale. Il risultato è che, per dirla in maniera spiccia: si è fortunati solo ad avere malattie comuni e che la scienza accetta e cura!-.

Il Dottor Yami mi ascoltò con attenzione; vidi il suo volto interessato attraverso il riflesso della finestra.

-E i casi isolati?-mi domandò.

-Li accolgono i manicomi. Gente che farnetica ogni genere di stramberia: spiriti risorti dalle loro tombe venuti a tormentare i vivi..uno dei più classici esempi-;

-Sì, ho già udito di questi casi tramite mio padre. Dunque voi affermate che ci sia un fondo di verità nelle parole di quei poveri alienati?-;

-In alcuni casi si.- confermai voltandomi ed incrociando il suo sguardo, -Sapete, attualmente un mio collega sta svolgendo alcune ricerche in Transilvania. A quanto pare una nostra compatriota sembra tormentata da un non-morto che la priva puntualmente, ogni notte, del suo sangue-.

Il mio paziente mostrò un sorriso ermetico, ed i suoi occhi si illuminarono.

-Allora voi state certamente parlando del Dottor Abraham Van Helsing!-;

-Dottore in medicina, filosofia e belle lettere- precisai soddisfatta, -Rimarreste sconcertato nel ritrovarvi fra le mani uno dei suoi ultimi trattati sul vampirismo. Vere e proprie testimonianze sue e di suoi dotti seguaci che si sono trovati dinanzi al demonio stesso, ed hanno conosciuto il suo volto-;

-Tutto molto affascinante, miss- assentì il giovane, con curioso interesse, -Ma avremo molto altro tempo dinanzi, per discorrere al riguardo- disse in seguito, alzandosi e indossando il suo cilindro vellutato, -…perché immagino, sarete interessata al mio caso. Posso considerare l’affare fatto?-;

-Certamente. Ma cosa intendete dire con..?-.

Il giovane si portò l’ampio homburg sulle spalle e coprì le mani affusolate coi guanti.

-Desidero avervi per tutto il tempo che vi occorrerà alla risoluzione del caso, nella mia tenuta. Avrete così modo di approfondire, non credete?-spiegò con un sorriso incoraggiante, -Purtroppo nell’ambiente in cui vivo, non è un buon segno frequentare psicologi. Capite cosa intendo, vero? Ed io desidererei sinceramente ‘guarire’, prima che queste mie stranezze giungano ad orecchie indiscrete-.

Titubai. Insomma, avrei dovuto decidere io le condizioni del caso, ma il giovane nobile che in quel momento mi tempestava di ‘ottime ragioni’, aveva assunto un tono di voce così convincente ed autoritario che mi impedì una presa di posizione al riguardo.

-Ecco, sì, immagino abbiate ragione, ma veramente io..-;

-Ho già pensato a tutto, miss. Non dovete temere! Stamane ho avvertito domestici e abitanti dell’imminente arrivo di una mia conoscenza in visita a Londra. Fatevi trovare pronta domattina alle 06.00 in punto. Manderò una carrozza a prendervi! Un’ultima cosa: chiaramente verrete degnamente retribuita- detto ciò lasciò lo studio e lasciò me completamente sbalordita e frastornata.

Mi aveva capita. Aveva compreso fin dal primo momento del nostro incontro, che ero una figura troppo buona e remissiva per ribattere o rifiutare una richiesta. Avrei dovuto mostrarmi ancor più autoritaria e decisa fin dal primo momento. Aah, questo dannato lato del mio sciocco carattere!


Per tutto il resto del pomeriggio, preparando i bagagli e rischiando oltretutto di chiudere il soriano in una cappelliera, non feci altro che pensare al mio nuovo caso. Il mio primo, vero caso.

-Certo, è il mio lavoro aiutare la gente ma…io non intendevo in questo senso! Venire sbattuta dalla casa di un cliente all’altro ed accondiscendere ad ogni sua richiesta solo per il suo bel faccino e per i soldi che mi deve delle sedute! Che sia la prima e l’ultima volta!-mormorai fissando il gattone che mi scrutava di sottecchi, come per ricordarmi che quei soldi mi avrebbero permesso di non morire di fame, ma soprattutto di non far morire di fame lui.

-Soriano egoista. In Cina li mangiano quelli della vostra razza!-sibilai, strattonando una calza da sotto il suo sederone e facendolo balzare giù dal letto, -Dovrò impegnarmi parecchio questa volta!-sospirai volgendo lo sguardo verso la piccola finestra della camera,

-Però...questa è finalmente un’opportunità per me di emergere! Non credi?-continuai sollevando l’animale e fissandolo entusiasta, -Guarda bene questa camera, Soriano. Perché a breve potresti ritrovarti a vivere in una lussuosa villa tutta per noi e magari con filettini succulenti a colazione pranzo e cena!-.

L’animale ricambiò il mio sguardo entusiasta, privo di espressione, facendomi rabbrividire.

-Buon Dio, sto davvero parlando con un gatto!-mormorai scuotendo il capo e lasciandolo andare.

Mi gettai sul sofà di pelle e sospirano mi massaggiai le tempie, ansiosa.

Mi vergognavo ad ammetterlo, ma da quando avevo aperto il mio piccolo studio, quello era il primo incarico serio, in cui avrei dovuto dare realmente sfoggio del mio talento di primissima psicologa-detective.


Continua…


Salve a tutti!

+AliceWonderland+ IS IN!

L'Autrice ringrazia e si complimenta con gli impavidi, che sono riusciti a giungere al termine del primo capitolo! Spero vi abbia stuzzicato! Questo è solo l'inizio!

Farò tutto il possibile per rendervi piacevole la lettura, per farvi amare ogni singolo personaggio e

sopratutto per mandare al manicomio Setaccio! ^_^

Nel frattempo..giudicate voi!

A prestissimo col secondo capitolo!

+AliceWonderland+




  
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