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Autore: miseichan    10/08/2010    5 recensioni
Non sono mai stata il tipo di ragazza che si lascia prendere dall’ansia né tanto meno che viene colta impreparata da una situazione ai limiti dell’inverosimile… bisogna ammettere però che non mi era neppure mai successa una cosa del genere! Lo guardai ancora, respirando con calma, chiusi gli occhi per qualche attimo. Quando li riaprii non riuscii più a trattenermi: “Si può sapere per quale diavolo di motivo tieni Robert Pattinson chiuso nel tuo bagno!?”
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Do I have to cry for you?

 

Why ?

 

 

Cosa combinavamo ?

Mi passai una mano dietro la testa, pensando a quella domanda.

Bene, da dove cominciare ?

Sorrisi appena, sperando di riuscire in qualche modo ad intaccare l’espressione furiosa di Byron.

Non ci riuscii. Neanche un po’.

Il sorriso mi morì sulle labbra e quando la porta del bagno si aprì lentamente, lasciando intravedere la figura di un Robert in boxer, fradicio e titubante, non feci altro che puntare il dito.

Lo puntai su di lui.

- E’ stata colpa sua! -

- Cosa ? Mia ? Ma scherziamo ? –

- Lui ha cominciato a spogliarsi! –

- E lei voleva unirsi a me! –

- Ma ha cominciato lui! –

- E lei ha tirato lo sciacquone! –

- Ma lui aveva aperto l’acqua! –

Byron aveva seguito i nostri scambi di battute incredulo, spostando lo sguardo dall’uno all’altro di volta in volta. Alla fine era crollato di nuovo sul letto, scuotendo la testa.

Con un fischio portentoso ci zittì entrambi.

- No. Fatemi capire. Con calma. Fermatemi se sbaglio -

Annuii, fissando lo sguardo su di lui.

Era stata un’ardua impresa smettere di guardare Robert. Era, in quel momento più che mai, una cosiddetta caramella per gli occhi: con tutte quelle goccioline che lo percorrevano in lungo e in largo, i boxer aderenti come una seconda pelle e lo sguardo nervoso ed irritato.

Benché molto probabilmente era con me che ce l’aveva, non me ne importava.

In quel momento avrei voluto solo essere il suo accappatoio.

Solo a quello riuscivo a pensare.

- Vi ho rinchiusi assieme in bagno e a voi, naturalmente, la prima cosa che vi viene in mente di fare è una doccia assieme ?! Ma cosa diamine vi dice il cervello ? -

Sorrisi appena, scrollando le spalle.

Lanciai un’occhiata a Robert, come per chiedergli il permesso di parlare: lui annuì abbassando lo sguardo ed agitando piano un piede.

- Byron… non te la prendere dai. Non è andata proprio così: cioè, lui se la voleva fare. Ha preso sì a spogliarsi, ma bluffava te lo assicuro -

Robert accennò ad un mormorio di approvazione. Quando parlò lo fece con voce bassa:

- Sì, e non appena lei lo ha capito, giustamente, mi ha chiesto se poteva unirsi a me -

C’era un fondo considerevole di sarcasmo nella sua voce: fu quello a spingermi a continuare, interrompendolo, con un pizzico non indifferente di malizia.

- E’ stato più o meno a quel punto che tu, molto garbatamente, hai cominciato a tempestare la porta con pugni disperati. Per avvalorare la tesi del malore poi, ho tirato lo sciacquone… -

- Ma che bugiarda! Lo ha fatto solo perché io mi ero messo sotto il getto dell’acqua. E’ un demonio, Byron. Mi è quasi venuto un infarto tanto l’acqua era gelida! Un demonio, te lo dico io –

Con sorpresa vidi le labbra di Byron tendere leggermente verso l’alto.

Era un sorriso ?

Sbuffò, prendendo subito dopo un respiro profondo:

- Lo so che è un demonio, Rob. L’ho capito molto prima di te. Cosa ci vuoi fare ? -

Feci per ribattere ma un’ombra oscurò il sorriso del biondino che riprese a parlare:

- Non ce l’avevo con voi per quello che avete fatto in bagno, ragazzi. Potevate anche esservi uniti in modo molto religioso nei pressi del lavandino per quanto mi riguarda. Il fatto è che mentre voi vi divertivate in modo molto casto, io me ne stavo qui con il rettore che non aveva idea di dove fosse la figlia. E la figlia, tu Giulia se per caso lo avessi dimenticato, l’aveva metaforicamente affidata alla mia supervisione. Che gli dovevo dire, ma non si preoccupi è nelle sicure mani di un attore sull’onda del successo ? Roba da matti! -

Prese di nuovo un bel respiro, prima di continuare il discorso, più stanco di prima:

- Stavo per mettermi a gridare dopo aver ripetuto per l’ennesima volta che eri in bagno. Cioè se eri in bagno saresti dovuta uscire, no ? E invece tu nemmeno mi sentivi… che razza di situazione -

Sorrisi, tuffandomi fra le sue braccia e scoccandogli un bacetto sulla guancia.

Byron ridacchiò, puntò gli occhi nei miei e capii che mi aveva già perdonato dentro di sé.

Doveva dolo ammetterlo.

- Scusa, Byron. Scusa, scusa, scusa! Davvero, non volevo. Pensa che ora è tutto a posto, no? Sorridi dai. Sei ancora arrabbiato o mi hai perdonato? -

Byron si passò una mano fra i capelli, fingendo un broncio che aveva perso di credulità.

Gli regalai un altro bacio, più dolce del primo e sentii le sue difese cadere.

- Perdonata -

Gli scompigliai i capelli con una mano e sospirai.

Grazie al cielo.

- Ma che brava, complimenti. Ti fai infinocchiare così, Byron? Ha talento la ragazza, ma ti credevo più forte. Hai ceduto troppo alla svelta, amico -

Mi voltai, in contemporanea di Byron, verso Robert: se ne stava appoggiato al muro, mentre si frizionava i capelli con un asciugamani, e sorrideva.

Guardava l’amico e scuoteva la testa.

Byron non fu da meno, però.

Con gentilezza mi scostò, avvicinandosi a Robert e strappandogli l’asciugamani di mano.

Prese a farla roteare per aria, sotto lo sguardo divertito dell’amico:

- Io avrei ceduto troppo alla svelta, Rob? Ma senti chi parla! E tu? Che fine ha fatto il timido ragazzotto inglese che conoscevo, quello che non la guardava nemmeno negli occhi una ragazza?! Da quando in qua tu prendi l’iniziativa? -

- Che iniziativa? –

- Che iniziativa? Quella di spogliarti per fare la doccia! –

Robert scrollò le spalle, come a dire che era una cosa da niente. Byron a quel punto smise di far roteare l’asciugamani e, come fosse una frusta, l’abbatté sulla spalla dell’altro.

- Ahio! Brutto figlio di… -

Robert aveva afferrato il pezzo di stoffa al volo, reimpossessandone.

Io li guardavo con tanto d’occhi.

Era uno spettacolo mozzafiato.

Il sogno di ogni donna, probabilmente.

Con rammarico, tanto mio quanto del neurone, sentii la mia voce che di propria iniziativa, senza alcuna mia approvazione, fermava il loro bonario litigio.

Si bloccarono entrambi, con un filo di fiatone, guardandomi senza capire.

C’era aspettativa e curiosità in quello sguardo.

Decisi di non farli attendere troppo.

- Una cosa ancora non me l’avete spiegata in tutta questa storia -

Incrociai le braccia al petto e presi posto sul letto.

- Che ci fa il surrogato di vampiro qui? -

 

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