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Autore: Gorky    02/12/2003    0 recensioni
Una storia su Mitsui scritta dopo aver guardato l'anime di Sd. Sono stata piuttosto ispirata da lui. E' il ragazzo più carino di SD (scusa alle fans di Rukawa e Sendoh). E con un passato così tragico, a chi non piacerebbe?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hisashi Mitsui
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MITSUI & I

Autore: Gorky - sito

Tradotta in italiano da Ayumi


INTRODUZIONE

Ho pensato di dover dire qualcosa su questa fic. Secondo me Mitsui è il personaggio tragico di Slam Dunk. Così pieno di talento, e con così tanta energia, ho pensato fosse terribile che dovesse affrontare il periodo da teppista. Ogni volta in cui nel manga sbagliava un tiro, o era sconfitto da un avversario, non mi riusciva di non pensare che se non si fosse infortunato, sarebbe stato quello che avrebbe fatto la differenza.
Ma anche a causa di tutto quello che gli è successo, è diventato uno dei miei personaggi preferiti da provare a riscattare alla fine.
Così è stato con cuore triste che ho scritto questa fic, perché ho dovuto tentare di immaginare cosa avesse provato, sebbene dal punto di vista di un'altra persona. Il personaggio principale qui è piuttosto debole. All'inizio non piace neppure a me. Tuttavia ho cercato di farla crescere durante la fic, in modo che alla fine anche lei si riscatta (come Mitsui) e diventa una persona migliore.


MITSUI & I

1° ANNO


Odio il primo giorno di scuola. Tutta quella incertezza, il non sapere dove andare, dover fare nuove amicizie. Urrgh! Perché tutti i miei amici erano dovuti andare in un'altra scuola superiore, mentre io allo Shohoku?

Mi guardai intorno. Tutti sembravano chiacchierare con qualcuno. E io ero sola. Mi venne in mente che la sera precedente avevo confidato a mia sorella maggiore tutte queste paure. E lei mi aveva detto di prenderle come una sfida.
"Un cambiamento ti farà bene, Hikaru. Sei sempre stata così timida anche in precedenza. Probabilmente ora dovrai prendere l'iniziativa per farti nuovi amici." Rise. Io feci una smorfia al pensiero di dover socializzare. Sogghignò, ovviamente divertita dal mio sconforto.
"Io non sono timida" avevo ribattuto. "Solo non mi piace parlare con la gente. Lo sai come sono."
"Beh, credo che dovrai farlo" mi aveva rivolto un sorriso lasciando la stanza, mentre io tremavo.

"E' così inutile" borbottai. Sospirai, e con una coraggiosa sfrontatezza m'incamminai all'interno dell'edificio.
Accidenti! Dov'era la classe 10? Mi guardai di nuovo intorno disperata, confidando di incrociare un volto famigliare. Tremavo al pensiero di dover realmente chiedere indicazioni a qualcuno.

Poi notai lui, 1,76 m. di altezza, stare là, in piedi, tenendo sotto il braccio un pallone da basket. Lo conoscevo! Ne ero certa. Ma non sapevo come mai. Osservando lui e la sua palla, qualcosa si accese nella mia mente. Era la promessa del basket della mia scuola media. Il suo nome? Mit-qualcosa, o qualcos' altro? Non lo sapevo, visto che non mi interessavo di basket.
Ma mi ricordavo che la scuola aveva fatto un grande trambusto quando vinse un premio come MVP, qualunque cosa fosse.
Ma avevo bisogno d'aiuto. E venivamo dalla stessa scuola.
"Come se ci fosse un nesso…" mi dissi "Non vi conoscete neppure."
"Esercita le tue abilità sociali, Hikaru." La voce di mia sorella riecheggiava nella mia testa.

Inspirando profondamente camminai verso Mit-qualcosa. Hmmmm… molto carino. Occhi scuri, penetranti, lucenti capelli con riflessi blu e un fisico grandioso. E' questo quello che fa il basket alla gente?
Mi ricordai subito che quello non era il momento per osservare i ragazzi. Avevo una classe da trovare.
" Ehm… Ciao." dissi piano. Okay, questo era tutto ciò che potevo fare. Se non avesse reagito, avrei solo dovuto rivolgermi a qualcun altro.
"Ciao!" mi sorrise vivacemente. Notai uno scintillio nei suoi occhi? Poi assunse un'espressione confusa "Ti conosco?"
"Veramente, non credo" risposi, sentendomi in imbarazzo. Avrei dovuto rivolgermi ad un completo sconosciuto. " Ma… Per caso vieni dalle medie Takeishi?" Stavo cominciando a pentirmi di essermi rivolta proprio a lui.
"Sì, anche tu?" Annuii. Mi si avvicinò e mi disse a bassa voce " Odio andare in nuove scuole. Non capisco mai dove devo andare" suonava come se stesse ammettendo il suo più grande difetto.
I miei occhi si spalancarono. La persona che avevo davanti sembrava una pecorella smarrita più di quanto lo sembrassi io. Annuii ancora non sapendo cosa dire.
Sembrò non notare il mio silenzio. Sorridendo continuò "Scusa, non mi sono ancora presentato. Sono Hisashi Mitsui"
"Chiamami Hikaru" sorrisi vivacemente. Strano, stavo realmente cominciando a sentirmi a mio agio in sua compagnia.
"Hikaru" ripetè "Allora, in che classe sei?"
"Classe 10, proprio l'unica che non so dove sia"
"Hey, siamo nella stessa classe, che coincidenza!"
"Magari potremmo cercarla insieme!" mi sorpresi dalla mia intraprendenza.
"Okay, andiamo" Iniziò a camminare. Io lo seguii. E ci perdemmo.

Beh, alla fine Mitsui fu più intraprendente di me. Chiese in giro, e finalmente riuscimmo a raggiungere la nostra classe in tempo. C'erano due posti liberi. Uno proprio davanti, e uno in fondo. Io presi il posto davanti perché era la zona dove c'erano le ragazze. Mitsui andò a sedersi in quello dietro. Camminando superò il mio banco, sorrise ancora, gli occhi brillanti.
"Ci vediamo in giro, Hikaru"
"Ci vediamo, Mitsui" Ricambiai il suo sorriso. Il liceo non doveva essero poi così male dopotutto.

***

Le cose con Mitsui non si svilupparono nel modo che avevo immaginato. Dopo il primo giorno di scuola, avevo cominciato a pensare che saremmo diventati buoni amici. Ma non successe. Mitsui si unì al club di basket, mentre io continuavo a comportarmi nella mia maniera asociale.
Non era molto legato alla classe, perché era sempre coinvolto col basket. Comunque era molto popolare. Piaceva a tutti. Era sempre allegro e amichevole, e in classe faceva sempre scherzi divertenti.

Pensavo che neppure a me andasse tanto male. In classe ero sempre molto tranquilla, parlavo soltanto se mi veniva rivolta la parola. Ma feci delle buone amicizie, anime perse che erano sole in una nuova scuola. Mi iscrissi anche al club di teatro. Anche se non come attrice, mi riesce terribilmente difficile immaginarmi mentre mi esibisco di fronte al pubblico. Facevo parte della produzione, lavoravo dietro le quinte. Niente male per i miei standard, ma nulla paragonato a Mitsui. Mi ritrovai ad inviadiarlo a volte, per il suo modo di essere bravo in quello che faveva e in generale.

Io e Mitsui parlammo raramente dopo il primo incontro. In primo luogo perché dopo le lezioni, lui scappava sempre agli allenamenti, e così non avevo la possibilità di parlargli. E poi quando ne avevo l'occasione, non riuscivo ad essere abbastanza coraggiosa da rivolgergli ancora la parola. La prima volta mi era costato veramente troppo. Erano queste le volte in cui mi odiavo per essere la vigliacca che ero.

Così finimmo per diventare semplici conoscenti.
Quando ci incrociavamo nei corridoi o in mensa, ci salutavamo e scambiavamo due parole. A volte quando mi guardavo attorno mentre parlavo con i miei amici, i nostri sguardi si incontravano, e ci scambiavamo un sorriso.
E questo è quanto.

Pensavo che non mi sarei dovuta aspettare di più. Mitsui ad ogni modo era amichevole con tutti. Credevo che fosse per il fatto che fu la prima persona con cui avessi parlato allo Shohoku a renderlo speciale. Ma ritenevo che fosse il modo in cui dovevano andare le cose. Lui era troppo distratto dal basket, e io avevo troppe incertezze.

***

"E' Mitsui! Si è infortunato!" Il nostro capoclasse muoveva le braccia agitato. Tutti si riunirono intorno a lui.
"Cos'è successo?" chiese qualcuno.
"Si è infortunato al ginocchio durante l'allenamento. Ora è in ospedale." Alcune ragazze sussultarono. Il ragazzo continuò "Pensavo che magari dopo la scuola potremmo andare a trovarlo." Tutti mormorarono la propria approvazione, me inclusa.
La mia migliore amica, Aya, mi tirò da parte "Non sapevo che t'importasse di Mitsui" mi disse sospettosa.
"Ehi, è un nostro compagno di classe!" sentivo le orecchie avvampare.
"Okay…" Aya scrollò le spalle.

Dopo la scuola tutta la classe si recò all'ospedale armata di fiori, frutta e altri regali. Non sapendo cosa comprare, optai per per un biglietto con disegnato una palla da basket. Dentro scrissi: Riprenditi presto!Non ti ho ancora visto giocare a basket! Hikaru.
Suonava abbastanza semplice. Probabilmente l'avrebbe perso tra gli altri regali.

Sembrava sereno come sempre dicendo che l'infortunio non era così grave, e che sarebbe tornato prima di quanto ci potessimo aspettare. Lo speravo sinceramente.
Rimasi indietro, lasciando che il resto della classe si dimenasse intorno a lui. Sembrava veramente instancabile. Probabilmente non vedeva l'ora di tornare sul campo di basket.
Visto che tutti erano intorno a lui, non ebbi la possibilità di parlargli. Che disdetta! Decisi di andarmene per prima, non se ne parlava di restare a guardare gli altri.
Nel momento in cui mi voltai per andarmene, incontrai i suoi occhi. Mi sorrise. Io mormorai "Riprenditi presto!". Annuì sorridendo. Salutai e lasciai la stanza, sentendomi più sollevata.
Mi resi conto che, nonstante non lo conoscessi bene, mi stavo lentamente ma inevitabilmente innamorando di lui.

***

Mitsui rimase in ospedale per pochi giorni. Non andai più a trovarlo, ma pensai a lui tantissimo. Era buffo, nonostante mi piacesse un sacco, non facevo il minimo sforzo per farglielo capire. Era come se, al contrario, volessi tenerlo a distanza. Forse ero innamorata dell'idea che mi piacesse lui. Ad ogni modo Mitsui era completamente assorbito dal basket. Dubitavo persino che nel suo cuore ci fosse posto per altre cose.

Probabilmente stavo pensando troppo…

Poi un giorno, all'ora di pranzo, incontrai Mitsui nel corridoio. Un momento, non avrebbe dovuto essere ancora in ospedale? Lo guardai un'altra volta. Mi sembrava okay. Ci sorridemmo come al solito, ciao e arrivederci come di routine, e stavo passandogli oltre quando mi chiamò. Mi voltai e lo guardai sorpresa. Era decisamente fuori dall'ordinario.

"Ermm… Hikaru. Vorrei ringraziarti per il tuo biglietto." Disse piano, osservando il pavimento. Sembrava nervoso. Era la prima volta che lo vedevo così. Attesi che continuasse.

"Hai scritto nel biglietto che non mi hai ancora visto giocare." Respirò profondamente prima di continuare. "Giocherò più tardi, vorresti venire a vedermi?"

Ero sbalordita. Mitsui chiedeva a me di andare a vederlo giocare? Potevo sentire le farfalle nello stomaco.

"E il tuo infortunio?" gli chiesi indicando il ginocchio, la mia voce che non tradiva alcuna emozione. Dentro ero nervosissima. Potrei essere un'attrice, mi dissi.

"Va bene, davvero. Non ti preoccupare di questo." Accennò un sorriso, uno di quelli che gli illumnavano gli occhi. "Ci vediamo là allora?"

Annuii, confusa.

Mitsui allora alzò il pollice in segno di okay, e corse via, lasciandomi con le gambe tremanti. Non potevo crederci. Si era ricordato del mio biglietto!! Per gli spettatori, stavo camminando serenamente nella mensa, per unirmi ai miei amici al loro tavolo. Dentro, il mio cuore stava facendo i salti mortali, e mi sentivo debole. Così era questo essere innamorati. Non vedevo l'ora della fine della scuola.

Sfortunatamente fui trattenuta a causa della riunione del mio club di recitazione. Mi ritrovai a spiare furtivamente l'orologio, sperando che la riunione finisse presto. Il tempo non era mai trascorso così lentamente in tutta la mia vita. Quando finalmente terminò, così fuori dall'aula verso la palestra. Mancavano soltanto 15 minuti alla fine dell'allenamento.

Stavo raggiungendo la palestra quando sentii grida di shock e paura.

Mi raggelai.

Mitsui.

Allontanando tremendi pensieri, mi avventai verso l'ingresso, per trovare Mitsui sdraiato a terra, che stringeva sofferente il ginocchio. Gli altri membri della squadra erano intorno a lui. Poi un ragazzo altissimo lo prese e lo accompagnò all'entrata. Un ragazzo con gli occhiali esclamò "Akagi! Ti seguo!"

"Levati!" Il gigante mi spinse da parte. Lanciai un'occhiata a Mitsui. I suoi occhi erano chiusi stretti, gocce di sudore scendevano lungo il suo viso. Inaspettatamente, come se svesse avvertito qualcosa, aprì gli occhi, voltò la testa e mi guardò, o piuttosto, mi guardò attraverso. Riuscii solo ad osservarlo mentre veniva portato via.

Mentre tutti se ne erano andati, io me ne stavo ancora là. Nella mia mente, riuscivo solo a ricordare il suo sguardo. La paura. La sofferenza. Poi, per la prima volta nella mia vita, scoppiai a piangere.

  
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