CAPITOLO 1

All’aeroporto i miei genitori erano quasi tristi, preoccupati per me, per questo nuovo inizio. “Ci

mancherai, Anna!”. Mia mamma era la più ansiosa, ma era felice per questa opportunità.

Avevo deciso di trasferirmi a Londra per studiare, in un’università prestigiosa, e sapevo che i miei approvavano questa scelta, anche se significava stare per lunghissimi mesi lontana da loro e dagli amici.

Ero pronta quando il volo decollò, volevo solo essere felice, realizzare i miei sogni.

All’arrivo mia cugina Daniela mi venne a prendere in macchina per darmi una mano con i bagagli. Viveva a Londra da anni, lavorava come insegnante di italiano in una piccola scuola di lingue per stranieri. Mi avrebbe ospitata lei per questi anni di studio. Era bello condividere questa esperienza con una persona così vicina, era come se un po’ di “casa” restasse con me. Avevo portato maglioni pesantissimi, cappotto e persino i guanti, ma quella sera di fine settembre non era poi così freddo. Sistemai le cose nella mia piccola stanza e andai a farmi una doccia rilassante, giusto per togliere via un po’ di stanchezza dal viaggio.

Sentii bussare dalla porta del bagno, Daniela urlava dall’altra parte “Anna, ti va di festeggiare stasera? Mi hanno chiamato degli amici per uscire, vieni con noi vero?” il tono era risoluto, non avrebbe accettato nessun rifiuto

“OK, vengo! mi preparo e arrivo!”. Restai imbambolata davanti al nuovo armadio, dove ancora i vestiti erano buttati a caso, cercando qualcosa di carino da mettere la mia prima serata londinese. Decisi per un vestitino blu, abbinato con una cintura nera stretta in vita. Presi di corsa la giacca di pelle dalla sedia della cucina e trattenei il respiro. Mi sentivo veramente contenta di tutto questo, l’arrivo in una nuova città, la prima serata fuori, sembrava tutto così elettrizzante. L’unico problema, sempre il solito, è che sono timida, troppo timida. Mi bloccai sulla porta di casa. Come se una forza misteriosa mi impedisse di uscire. Sentivo il cuore battermi forte in gola. “Anna, daaai! Guarda che ci aspettano giù al pub, non possiamo fare tardi” mi prese per una mano e mi trascinò giù dalle scale, in strada e poi nel piccolissimo locale fumoso.

“Ciao a tutti! Lei è mia cugina Anna, dall’Italia. Oggi è il suo primo giorno in città, le serve una bella serata di benvenuto!”

“Benvenuta a Londra, Anna!” una voce suadente si fece strada nel frastuono nel locale, tra gli amici di mia cugina che volevano salutarmi. “Ciao, sono Rob, piacere”. Stese la mano per presentarsi. Era la classica mano da musicista, da chitarrista. Le dita erano affusolate, come disegnate dagli anni.

Alzai gli occhi, e restai pietrificata. Il suo sorriso era magnetico.