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Autore: Black Swan    12/08/2010    6 recensioni
La narrazione riparte da fine novembre 2009.
Hell è a Boston da quasi due mesi, la vita a Tokyo è andata avanti.
Hell sta per tornare, anche se per poco… e sta arrivando anche qualcun altro.
Le catastrofi continuano e sono narrate anche attraverso gli occhi di personaggi che non hanno mai parlato fino ad ora, in una raccolta di one shots.
Credo che leggere the GazettE's Catastrophes ~ The Beginning sia fondamentale per capire l’evolversi della situazione…
Come al solito, so da dove comincio, ma non ho idea di dove andrò a finire.
Armatevi di pazienza, e saltate a cavallo… della moto che preferite.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'the GazettE's Catastrophes'
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01. Sakue & Misato - It’s An Hard Job To Be An Obaasan

The Ultimate Catastrophes 4 The GazettE

 

Sakue & Misato - It’s An Hard Job To Be An Obaasan

 

 

 

 

 

 

 

 

Legenda:

知恵 = saggezza in giapponese… è associato al PoV delle obaasan… e non poteva essere altrimenti…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

25 novembre 2009

 

Misato

Sakue-san entrò nel salottino in punta di piedi. Eppure non era la prima volta che ci metteva piede.

Le sorrise, «Ohayo Misato-san» la salutò.

«Ohayo Sakue-san, ben arrivata. Accomodati. Hai fatto colazione? Ti va un bel tea?»

«Volentieri, arigatou.»

Chie sparì silenziosa come al solito.

Finalmente avevano terminato il trasloco… in realtà c’era voluto anche meno di quello che pensava, ma quando suo figlio si metteva in moto… ci voleva poco a concludere qualsiasi cosa.

Tranne il matrimonio di una delle figlie. Ovviamente.

Seison aveva spostato in blocco le sue stanze in quella villa, sapeva quanto fosse attaccata ai suoi ricordi e sembrava non ricordarsi neanche come si leggeva quando gli capitava sottomano qualcosa che riguardasse il matrimonio di Reiko.

Sopì un sospiro rassegnato.

Per stringere i tempi aveva proposto a Keiko e Reiko di cominciare a scegliere cosa portarsi via da casa sua, ma le nipoti erano state categoriche: avrebbero aspettato Seiko per farlo.

Quindi per le vacanze di Natale, festa occidentale molto importante, visto che l’università sospendeva le lezioni per settimane, avrebbero cominciato a svuotare casa sua.

Sorrise appena pensando che un anno prima, Seiko aveva dovuto fare una toccata e fuga per impegni all’università, anticipando i festeggiamenti per il suo diciannovesimo compleanno; Reiko, che lavorava era a Londra, era rientrata per pochi giorni anche lei… e Keiko era nervosa per il suo nuovo lavoro. Aveva conosciuto da poco Yuu.

Ne erano cambiate, di cose.

«Arigatou per aver mandato il tuo autista a prendermi» disse Sakue. «Prima che mi scordi, ho incrociato Seison-san che mi ha chiesto di ricordarti che tornerà tardi stasera, quindi non aspettarlo per cena.»

Annuì, c’era da immaginarselo, visto che era fissato l’appuntamento con la proprietaria del negozio che si sarebbe occupato delle bomboniere…

«Dooitashimasute… volevo essere sicura che arrivassi presto» ammise. «Non sto più nella pelle! Come sta Ryo-san?»

Sakue sospirò. «Male. Non vuole che me ne accorga e cerca di far finta di nulla, ma è molto giù senza Seiko-san.»

Anche sua nipote non se la passava meglio.

Il mese prima non era potuta tornare a Tokyo per il compleanno di Yutaka, a causa di un progetto molto complicato che sarebbe scaduto di lì a poco… e ovviamente Reiko c’era stata malissimo. A tal punto che Yutaka aveva deciso di non organizzare feste.

Gli altri ragazzi del gruppo si erano trovati a casa della coppia e avevano cenato insieme, semplicemente.

Seiko era sempre tirata al telefono.

Concentrare cinque anni in tre, non era una passeggiata… specie se i professori alla fine si aspettavano miracoli da te. D’altra parte, era essenziale che Seiko tornasse in pianta stabile a Tokyo il prima possibile.

«Se è per quello so che è molto giù anche Kouyou…» riprese Sakue prendendola di sorpresa.

«Kouyou-san?» chiese incredula, poi capì «Ah, perché vede l’amico in crisi per la lontananza di Seiko.»

Sakue scosse la testa desolata, «Oh no. Magari. Kouyou si sente in colpa per aver caldeggiato il loro avvicinamento.» Alla sua occhiata sbalordita annuì, «Vedi, Kouyou non ha una obaasan in vita e per me è come se fosse un mago… la sua fidanzata lo ha capito subito e ci sentiamo abbastanza spesso, specie quando sono in tour. E’ stata proprio Yeijiro a parlarmene per la prima volta qualche settimana fa… Kouyou non ammetterebbe mai una cosa del genere con me.»

«Ryo lo sa?»

«Ovviamente no.»

Obaasan non si nasce, lo si diventa con molta pazienza e impegno… ne ho di strada da fare, io…

«E Kouyou lo sa?»

«Misato-san, da quando gli uomini devono sapere tutto? Credo non immagini neanche che la fidanzata abbia il mio numero di telefono… figurati che lo usi con regolarità.»

Forse dovrei farmi fare un bel corso intensivo.

«E’ assolutamente illogico.»

Sakue sospirò, «La logica non va a braccetto con Ryo e Kouyou, ma tu non li conosci ancora abbastanza per saperlo. Spero che con il ritorno di Seiko, anche se per pochi giorni, Ryo tiri un po’ il fiato… e di seguito anche Kouyou.»

«Tu non ti rendi conto, Sakue-san. In tutta la storia Kouyou ha avuto praticamente il ruolo che mio marito ha avuto con Seison. Ci manca solo che si senta in colpa.»

La vide farsi attenta. «In che senso?» chiese confusa.

Le raccontò di come si erano svolte le cose fra il figlio e la nuora e del ruolo determinante che il marito aveva avuto per far ragionare quel testardo di Seison.

Alla fine Sakue era senza parole. «Ryo-san non mi ha detto niente…» mormorò incredula.

«Perché o non lo sa, ma è improbabile, o sa tenersi per sé i particolari che potrebbero affondarlo…»

Si trovarono a ridere come due bambine.

«Il mio magosan è estremamente sveglio!» ammise Sakue «A volte fatico a capire cosa gli passa per la testa! Kaori invece è un libro aperto.»

In quel momento, bussarono alla porta e arrivò il tea.

Chie la guardò raggiante, «Il tea, Watanabe-sama.»

Sapeva perché la vecchia cameriera fosse così felice… era raro sentirla ridere… per la bontà di tutti gli Dei, ultimamente capitava spesso.

Non solo le sue nipoti avevano trovato dei compagni, ma le avevano regalato delle vere amiche.

Senza contare che da Seison non era mai sola.

«Arigatou Chie, appoggia pure sul tavolino.»

Rimasero di nuovo sole.

«Posso farlo io» si offrì Sakue.

«Arigatou» asserì.

La guardò preparare il tea per entrambe.

«Ancora non ho insegnato alle mie nipoti il rito del tea» prese atto della realtà.

«Quando torna?» riprese Sakue.

«Atterra la sera del ventotto. Prevedo che fino alla sera del ventinove non li sentiremo… figurati vederli. Ne hanno di tempo da recuperare.»

Sakue la guardò divertita e complice.

«Poi il trenta arriva anche Jaylen Williams.»

«Già… l’ojiisan americano. Tu come stai?» riprese Sakue dopo un breve silenzio.

«Sto bene. Erano anni che non stavo così bene. Le mie analisi sono tornate regolari, con grande sorpresa del medico. Se sono a Tokyo, Keiko e Reiko vengono a trovarmi almeno una volta alla settimana… addirittura separandosi da quei due…»

La vide sorridere divertita, «Ryo-san non perde occasione per sottolineare la cosa» ammise. «L’essersi fidanzato non ha mutato molto la sua indole ironica verso gli altri.»

«Ti aspettavi veramente che cambiasse?» s’informò.

Risero divertite dopo aver cercato inutilmente di evitarlo.

«E per il matrimonio?» riprese Sakue.

Sospirò, «Le cose vanno avanti. Stasera ci troviamo con Reiko e Yutaka per le bomboniere… infatti mio figlio si è dato alla macchia fino a dopo cena. Mi conforta il pensiero che se Keiko e Yuu decideranno di fare questo passo verrò aiutata dalla famiglia di Yuu» ammise. «Ce ne sono… mille a cui pensare… e gli uomini non sono proprio tagliati per queste cose! Seison sposta montagne e prosciuga oceani, ma davanti al matrimonio di Reiko si perde in un bicchier d’acqua. Shinsui non trova di meglio da fare che prendere in giro l’oniisan facendolo arrabbiare.»

Scossero sconsolate la testa dopo essersi lanciate un’occhiata.

«Dovevi esserci quando Kaori organizzava il suo matrimonio e Ryo stava a guardare o peggio ancora commentava» disse Sakue. «Anche se poi alla fine si è deciso a muoversi e ha cominciato a risolvere i problemi.»

«Me li immagino, visto che tipo è Ryo…»

«Non credi che Seiko e Ryo si sposeranno, vero?» riprese Sakue dopo un breve silenzio dove sorseggiarono il tea.

«Cosa te lo fa pensare?»

«Li ho sentiti parlare durante il matrimonio di Kaori… all’epoca era forse l’unica cosa che ammettevano di avere in comune con l’altro.»

La guardò per qualche secondo. «Io credo che i sentimenti di Seiko e Ryo vadano ben oltre» rispose onestamente. «Talune mie cosiddette amiche inorridirebbero sentendomi parlare così, ma io so bene che il matrimonio non significa amarsi per tutta la vita. Io stessa ho cominciato ad apprezzare veramente mio marito dopo quasi trent’anni che lo avevo sposato… e lasciamo perdere in che frangente! Non sto misurando in qualche modo l’amore che lega le mie tre nipoti ai rispettivi fidanzati… ma Seiko ha sempre detto di non credere nel vincolo del matrimonio. Sono scelte. Se quei due resteranno insieme per tutta la vita senza sposarsi, daijoubu desu lo stesso, no?»

La vide sorridere.

知恵 ۑ 知恵 ۑ 知恵 ۑ 知恵

Sakue

«Come potrebbe non andare bene?» chiese «Misato… hai tre nipoti femmine… forse sono io che mi pongo inutili problemi. Prendi Kaori. Mia nuora non dormiva la notte al pensiero che non si sposasse. Per un uomo è diverso. Ho battuto il tasto del matrimonio con Ryo, non posso negarlo… ma non sono veramente interessata a vederlo con un anello al dito. Vederlo vagare per casa senza sapere cosa fare, vederlo saltare quasi in piedi allo squillo del cellulare, capire che non trova conforto neanche in casa sua… che è il suo rifugio, è più che sufficiente per me. Ho sempre intuito perché il mio magosan fuggisse così tenacemente un legame duraturo… un coinvolgimento emotivo con una donna: è come il mio Reijiro. Quando incontrò Sawao-san andò in crisi. Mi disse di essere innamorato come se stesse per… per saltare oltre il davanzale. Esistono uomini così… che quando amano non tengono niente per se stessi, ma bisogna prima conoscerli e capirli per…» si bloccò incontrando lo sguardo dell’amica.

Misato la stava fissando sbalordita. «E’ per questo? Credi che io non veda Seiko… salvaguardata da un legame al di fuori del matrimonio?»

Annuì.

«Oh per tutti i Kami-gami…» esalò Misato interdetta «cosa avrò mai fatto per meritarmi al tramonto della mia vita persone come te e Kiyo?» Posò la tazza sul tavolo, «Ascoltami bene Sakue-san. Siamo desolatamente figlie della nostra generazione: una donna senza un uomo non è niente. Per la benevolenza degli Shichifukujin le mie nipoti sono perfettamente autosufficienti e indipendenti da questo credo popolare. Mi stai ascoltando?»

Annuì di nuovo.

«Se proprio vuoi saperlo, credo che neanche Keiko e Yuu si sposeranno. Appena Yuu riuscirà a staccarsi da quella che ora chiama casa, andranno a vivere insieme anche loro… ovviamente non si trascende dagli appartamenti a vista delle mie nipoti. Quegli attici sono le case che accoglieranno mariti, fidanzati, conviventi e quant’altro, non si scappa… e Ryo, Yuu e Yutaka lo hanno capito senza che qualcuno glielo dicesse espressamente. Reiko e Yutaka sono una specie di… di miracolo. Un uomo e una donna nati per stare insieme. Quando li guardo mi viene da piangere. E’ naturale che due così si sposino. Andrebbero contro ogni legge del mondo se non lo facessero… e non parlo di quelle scritte o tacite, se vuoi capirmi. Senza contare che Yutaka è un tipo di uomo totalmente diverso da Yuu e Ryo: gli ultimi due si sono costruiti una propria indipendenza plasmando il mondo che li circonda a loro immagine, Yutaka ha trovato quattro mura che lo ospitassero quando si è staccato dalla famiglia.»

Si trovò ad annuire, «E’ vero. Però volevo essere sicura che… che…»

«Che io avessi capito?» chiese Misato divertita.

«Non proprio…»

«Oh dai, Sakue-san! Sono ufficialmente obaasan solo da qualche mese, lo so… ma ho due orecchie watashi mo… e Seison ha sempre parlato a ruota libera con me, anche quando si informava su quei ragazzi era a casa con me e Shinsui. Ha capito subito che la situazione è più grave del previsto per tutti i Kami-gami, qui non si tratta solo di Keiko, fra un mese torna Reiko e a maggio rientra anche Seiko… quanti kso sono questi tizi??!» ripeté in prima persona scimmiottando probabilmente il figlio e facendola ridere «Tutto suo padre, povera me!»

Si trovarono a ridere di cuore.

«Oh Misato-san…» mormorò senza fiato.

«Ho sempre pensato che essere haha fosse un impegno che richiedeva tutte le energie che una donna potesse avere… ho scoperto che c’è un lavoro ben più duro da affrontare.»

Si trovò ad annuire totalmente d’accordo con l’amica.

«E’ un duro lavoro essere una obaasan» asserì.

«Per la bontà degli Shichifukujin ho due sempai di prim’ordine.»

La guardò con simpatia, «Pensi veramente di dover imparare qualcosa?» le chiese.

Misato ricambiò il suo sguardo e annuì, «Io non riesco a leggere nel pensiero delle mie nipoti. Ryo per te è un libro aperto, per quanto impegno ci possa mettere a nasconderti qualcosa. Come si fa?»

Rimase a pensare qualche secondo, poi «Amali con tutta te stessa e chiediti se io avessi la sua età, oggi, cosa farei?»

Misato la guardò basita, «Anche indovine bisogna essere!» gemette.

Scoppiarono di nuovo a ridere.

 

 

 

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NOTE:

 

Si comincia… ;)

 

Angolo italiano / giapponese: (tanto per non perdere le buone abitudini… sì, lo so, ormai siete praticamente bilingue… ma lasciatemi la soddisfazione ok? Mi sento a casa! Senza contare che qualcuno potrebbe decidere di leggere queste ignorando il The Beginning…)

Ohayo = buongiorno (si dice solo al mattino)

Mago = è nipote maschio di nonni, magosan è la forma onorifica

Sempai = maestra

Daijoubu desu = va bene

Kso = maledizione (l'espressione, non la parola semplice)

Kami-gami = è l’espressione che indica gli oggetti di venerazione della religione scintoista, immagino equivalga al nostro “per tutti i santi”, ma probabilmente è molto più “profondo” perché questi oggetti possono essere qualità, fenomeni naturali, montagne, fiumi, qualche animale, spiriti ancestrali…

   
 
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