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Autore: NonnaPapera    12/08/2010    4 recensioni
C’era un vecchio cieco seduto accanto ai grandi gradini della Cattedrale. Era lì da talmente tanto tempo che sembrava oramai parte integrante di quella maestosa chiesa!
Genere: Generale, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PREZIOSE   LACRIME

 

C’era un vecchio cieco seduto accanto ai grandi gradini della Cattedrale.

Era lì da talmente tanto tempo che sembrava oramai parte integrante di quella maestosa chiesa.

Nessuno sapeva chi fosse ne da dove venisse.

In fondo a nessuno importava.

Un giorno però una donna gli si avvicinò e chiese

-         Ma cosa fai qui tutti i giorni?   -

-         Penso alla mia vita  -

Rispose il vecchio senza accennare ad un movimento.

-         E com’è stata la tua vita?  -

L’uomo si girò leggermente, si sistemò il cappello che aveva calato sulla testa e iniziò a raccontare.

-         Devi sapere che sono nato in una famiglia molto povera. Quando avevo otto anni iniziai a lavorare da un artigiano… mi piaceva quel luogo, era pieno di colori, di pitture e il mio padrone diceva che sarei diventato un abile pittore. Nonostante la mia famiglia non avesse neppure i soldi per sfamarsi, io ero un bambino felice.

I miei genitori mi amavano e, nonostante tutto riuscivo a fare ciò che più mi piaceva. 

      -    Amavi così tanto dipingere?  - chiese la donna.

Il vecchio annuì lievemente senza rispondere nulla di udibile, poi riprese la storia.

-         Un giorno si sparse la voce che nel villaggio era arrivata una donna dai grandi poteri. Era, a

quanto si diceva, molto riservata e non amava essere disturbata. Però, se si riusciva a commuoverla, lei faceva doni inimmaginabili.

Mia madre e mio padre, saputo del suo arrivo, vollero provare ad incontrarla, per chiederle aiuto e una vita più ricca per me, il loro unico figlio.

Così una mattina, di buon ora, ci preparammo tutti e tre e andammo alla sua dimora.

Quando fummo al suo cospetto e ci chiese che cosa volessimo da lei, i miei genitori titubanti e timorosi le esposero la nostra situazione:

 

     “Non chiediamo per noi, cerchiamo però una vita migliore per il nostro bambino. Non vogliamo più vedere la tristezza nei suoi occhi quando il cibo non basta per tutti o quando ha freddo ma non si può scaldare”    Disse mia madre alla donna.  

La signora si impietosì della nostra storia e così disse:

    “Farò in modo che anche nella tristezza tuo figlio possa gioire. Da oggi e per un anno, quando il bambino piangerà dai suoi occhi non scenderanno lacrime, ma perle”.     

Detto questo mi toccò gli occhi con l’indice e poi ci congedò.  

-         Ha funzionato?   - domandò visibilmente eccitata la donna.

L’uomo mosse la testa.

-         Arrivati a casa i miei genitori erano felicissimi. Vollero vedere se ciò che aveva detto la maga era vero. Perciò mi chiesero di piangere.

      Io però ero troppo contento di vedere i miei familiari finalmente sereni. Per quanto mi                                 

      dicessero di piangere, io non ci riuscivo. Mio padre allora per la prima volta in vita mia mi          

      diede un ceffone.                    

      Per il dolore iniziai a lacrimare e dal mio occhio uscì una magnifica perla. Mia madre la              

      raccolse e la mise in un sacchetto.  

      Sapendo che l’incantesimo sarebbe durato solo un anno, i miei genitori mi fecero piangere

      il più possibile, di modo da avere moltissime perle.

Tutte le perle che raccoglievano le mettevano in quel sacchetto, e non le toccavano più,               dicendo che sarebbero servite per darmi un futuro migliore.

Passai un anno così, in bilico tra la felicità e il dolore. Quando l’incantesimo passò noi eravamo ricchi.-

Sulle labbra dell’uomo affiorò un sorriso amaro.

-         purtroppo però, per le troppe lacrime, i miei occhi si erano indeboliti. Nel giro di due anni divenni completamente cieco. I miei genitori consapevoli di essere la causa della mia cecità morirono di dolore.- 

Il vecchio alzò la testa e si voltò un poco verso la donna.

-     Io sono ricco, perciò posso permettermi di passare tutti i giorni qui su queste scale, a sentire le voci e i rumori. Sto qui a immaginarmi i colori della piazza, e a sognare come l’avrei potuta dipingere.-

 

END

 

 

Piccolo spazio privato:

 

Dovete sapere che io scrivo moltissime storie per bambini, che naturalmente non posto qui ma spedisco a concorsi oppure mi limito a rileggerle a mia figlia.

Questa storia in particolare però mi è uscita particolarmente triste e drammatica.

Dal momento che hai bambini storie del genere non sono proponibili ( il lieto fine è d’obbligo) l’ho posta qui…. Sperando che qualcuno la gradisca!

Storia parteciapnte al The One Hundred Prompt Project 3° Argomento: I 5 Sensi 11. Vista

Alla prossima!

   
 
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