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Autore: nuria    12/08/2010    2 recensioni
Nella galassia tanto, tanto lontana i punti di interesse di una gita fuori porta sono decisamente grandiosi. 760 parole.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Padmè Amidala
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‹‹D’accordo, Anakin. Mettiamo le cose in chiaro. Siamo a quindicimila anni luce da Coruscant.››

‹‹Sedicimila.››

‹‹Ecco, siamo a sedicimila anni luce da Coruscant – no, anzi, io sono a sedicimila anni luce da Coruscant, il che significa che sono a sedicimila anni luce dal mio appartamento, il che significa che sono a sedicimila anni luce dai documenti che devo redigere per la seduta in Senato di dopodomani…il che significa che non ho davvero idea di come riuscirò a terminarli visto che sicuramente non torneremo a casa prima della notte.›› E detto questo, sospirò e intrecciò le braccia sul petto con aria irritata.

Anakin si spostò più vicino a lei sulla panca imbottita sotto la grande finestra e le poggiò la mano sul ginocchio. ‹‹Stiamo per uscire dall’iperspazio, amore,›› disse. ‹‹E sarebbe un peccato sprecare queste due ore di viaggio per tornare indietro…›› Poi aggiunse, non riuscendo a mascherare il sorriso che si stava allargando sul suo volto, ‹‹Se proprio vuoi, tornati a Coruscant posso darti il mio importantissimo input sulla questione da dirimere…›› e mosse le sopracciglia, allusivo, chinandosi di più su di lei.

Padmé soppresse in fretta il proprio sorriso traditore, gli diede un buffetto sulla mano e l’allontanò da sé. ‹‹Posso almeno sapere dove stiamo andando? Sei stato più misterioso del Cancelliere quando parla dei fondi per l’esercito.››

‹‹Lo vedrai tra esattamente due minuti e mezzo.›› Quindi si girò verso la piccola griglia di comunicazione alla sala di pilotaggio: ‹‹3PO, ricordati di togliere i filtri per l’iperspazio delle finestre quando arriviamo.››

‹‹Certo, padrone,›› chiamò la voce del droide attraverso i piccoli fori della griglia.

‹‹Siamo arrivati?››

‹‹Sì,›› disse Anakin, sorridendo da orecchio a orecchio. Ogni stanchezza e malumore legato all’ultima missione sembrava averlo lasciato, ed era, anzi, gioviale.

Padmé lo occhieggiò, intenerita ma profondamente sospettosa. ‹‹Anakin, spero per te che tu non mi stia portando su qualche pianeta per una ‘vacanza lampo’ come l’altra volta, perché -››

Negli occhi di Anakin balenò un lampo di soddisfazione al ricordo della sua impresa. Si chinò un po’ verso di lei, e disse: ‹‹Vi ricordo, senatrice, che non vi siete lamentata quando vi ho tenuta,›› - tappò i fori dell’interfono con la mano, abbassò la voce, sensuale, e le sue labbra erano letteralmente ad un centimetro dalla pelle del suo collo e il respiro di Padmé le s’inceppò in gola - ‹‹comodamente stazionata nel letto per tutti e tre i giorni, fornendovi piacevoli svaghi mattutini, pomeridiani -››

‹‹Oh, anakin!›› Padmé scoppiò a ridere, un po’ scandalizzata, ma non spinse via Anakin che le stava posando baci leggerissimi sul collo. Prima che potesse rispondere, dalla finestra scomparve il filtro opaco usato per bloccare le luci accecanti dell’iperspazio, e la bocca le si schiuse, meravigliata. La mano che aveva tra i capelli di Anakin si fermò di colpo, e i suoi occhi si sgranarono mentre ammiravano lo spettacolo lontano.

Anakin non alzò il capo, ma sorrise contro la pelle profumata del suo collo.

‹‹Ti piace?››

‹‹È splendida. Oh, Ani.››

Nel nero inchiostro dello spazio splendeva una nebulosa, gonfia come una vela, un riflesso onirico, bellezza assoluta. Circondata da un’aureola di stelle, punti bianchi immensamente luminosi nel buio, un dipinto dei colori più belli dell’universo immergeva se stesso e il piccolo yacht di Padmé nel suo alone azzurro, per nascondere un nucleo di lillà, rosa, gialli e rossi. La sua magnitudine li rendeva tutti assolutamente insignificanti, spettatori tremanti dello spettacolo della Natura.

Anakin le diede un ultimo bacio sulla spalla e si chinò indietro per ammirare il suo viso. Padmé aveva le lacrime agli occhi e un piccolo sorriso sulle labbra. Gli afferrò la mano.

‹‹Grazie, Anakin.››

Anakin si rilassò contro il vetro. ‹‹Siamo abituati a viaggiare tra un pianeta e l’altro come se ci stessimo spostando da una città all’altra di un pianeta, e ci siamo dimenticati com’è... il viaggio. Ma io non mi sono mai scordato quanto sono stato affascinato dalle stelle quando le ho viste per la prima volta, fuori dall’iperspazio.›› Poi aggiunse, pensieroso: ‹‹L’ho scovata assieme ad Obi-Wan, quando avevo diciassette anni. Ci eravamo persi. Ricordo di averla battezzata Amidala.›› E abbassò lo sguardo, come se fosse un po’ imbarazzato.

Padmé si voltò per guardarlo, e anche se i suoi occhi erano pieni fino all’orlo di emozioni, non disse nulla. Il suo pollice tracciava distratti cerchi sul dorso della mano di Anakin, e quando parlò, la sua voce era come sognante.

‹‹Com’è…com’è nella Forza?››

Anakin sorrise. Chiuse gli occhi. Inspirò.

‹‹È bellissima.››

  
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