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Autore: SLAPPYplatypus    12/08/2010    2 recensioni
hey, ennesima interpretazione, un po' più squinternata, di iViva La Gloria!, la mia canzone preferita del ciddì, spero che vi piaccia :)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'insult to injury.'
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«C'era una volta.»

Le parole famose con cui iniziava ogni tua storia.

Come un tentativo di prendere tempo, ripetevi quelle parole all'infinito, nell'attesta di trovare qualcosa da insegnare ai tuoi figli. Ai tuoi piccoli, che ormai erano quasi più alti di te. Ma tu continuavi a raccontare loro delle storie, prima di dormire.

E loro continuavano ad ascoltarti, i tuoi piccoli. Seduti per terra, su quell'enorme moquette nera, il più piccolo, Jakob, alla tua destra, e il più grande, Joey, alla tua sinistra. E, davanti a te, la tua piccola, proprio Lei.

Molta gente avrebbe riso di questo. Billie Joe Armstrong, noto frontman punk-rock, raccontare le storie della buonanotte ai figli. Tu non ci trovavi niente di strano. Le storie spesso insegnavano più di molte parole al vento, ne eri certo.

Le silenziose riflessioni con cui iniziava ogni tua storia.

«C'era una volta, una ragazza.

Il suo nome era Gloria, e tutti pensavano che fosse una tipa strana, perchè si vestiva sempre con jeans corti, lunghe calze nere, All Star consumate, magliette a righe nere e rosse e giubbini di pelle. E perchè non ascoltava il genere di musica che gli altri ascoltavano, lei ascoltava i Clash e i Ramones.

Così, piano piano, tutti iniziarono ad evitarla, e presto Gloria si ritrovò da sola.

Spesso, Gloria sentiva di non potere più sopportare quella situazione, e si rintanava sul tetto della scuola, l'edificio più alto di tutta la città. Quel posto le piaceva molto, alle sue spalle poteva vedere sconfinate vallate, e un mucchio di case si apriva davanti a lei. Da quel posto, Gloria dominava la città, ne diventava la padrona. E sognava. Sognava un posto dove qualcuno potesse capirla, sognava un amico.

Un giorno, Gloria si trovava proprio su quel tetto, aveva gli occhi chiusi e lasciava che il vento le accarezzasse silenziosamente il viso.

Gloria era spaventata, non sapeva cosa fare, in quella città. Lei si sentiva come sull'orlo di un precipizio, come se stesse camminando su una corda, senza più niente che la tenesse in equilibrio. Guardava il sole tramontare, e cercava una risposta ai suoi problemi. Senza mai trovarla. Lei cercava una ragione al suo soffrire, alle cicatrici sulla sua pelle, come disegni indelebili di sofferenze passate. Sofferenze senza una ragione. Gloria cercava solo di farsi coraggio, ma non sapeva come fare. Se il suo dolore era inutile, perchè soffrire? E perchè andare avanti, se farlo significasse sofferenza?

Gloria, in realtà, era una santa, una santa tra i peccatori. E ce la farà, da sola o meno, a superare tutto ciò che le impedisce di vivere

Solo in quel momento, abbassavi lo sguardo sul tuo pubblico. Dormivano tutti, tranne Lei, tranne Adie. I suoi occhi erano più luminosi ed espressivi che mai, mentre si avvicinava a te e buttava le braccia attorno al tuo collo.

Ti schioccava un bacio sulla guancia, ed iniziava a piangere. Un pianto inifinito, che conteneva la richiesta d'aiuto, l'urlo, di un secolo intero.

   
 
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