scritta da snappleducated, tradotta da youffie
I tacchi non le hanno ancora rotto i piedi. Barcolla come una bambina piccola in quegli stivali, e ogni passo traballante gli toglie il fiato e attira il suo sguardo su quelle caviglie friabili che minacciano di spezzarsi. Ignara della sua agitazione, Lenalee balzella in avanti, il viso bianco e gli occhi scuri e dolci che girano ovunque mentre tenta faticosamente di fare suo quell’ambiente sconosciuto. Lui riflette brevemente che questa è la prima volta che lei viene in Europa—e che tutto, tutto deve sembrarle tanto diverso.
Il vento dell’autunno spinge e rovescia un mucchio di foglie brillanti sul sentiero su cui camminano. Lenalee sorride e le prende a calci, deliziata, ma Kanda sente odore di tempesta.
Il cinese di lui è al massimo rudimentale, e il giapponese di lei zoppica e ha un accento pesante. Dopo qualche minuto di dita che indicano e di parole pronunciate chiare e forti senza una ragione precisa, lei sembra capire, e trotterella dietro di lui, obbediente. Lui marcia ad un’andatura brutale, saltellando verso la locanda che li aspetta a poche miglia di distanza.
La tempesta scoppia prima che l’abbiano raggiunta, e lui impreca, trascinandosi il cappuccio del mantello sui capelli neri zuppi e barcamenandosi nel fango. Il respiro di Lenalee esce in soffi spettrali, i capelli scuri le scivolano sulla fronte mentre cerca con difficoltà di stargli dietro.
Scossi da brividi violenti, attraversano vacillanti le porte della locanda, ansimanti e rossi per il freddo. Lenalee si toglie il cappuccio e si scioglie i capelli, tirandosi via le ciocche scure dal collo e raccogliendole in un rotolo disordinato per poterli strizzare. L’acqua della pioggia le riga il volto e il collo, nella sciatta caricatura di un pianto, e Kanda pensa, di sfuggita, che la bellezza non ha bisogno di una lingua comune.