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Autore: LoveTH    14/08/2010    1 recensioni
I 4 si presentarono, avevano nomi strani, buffi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“stooop”

Finalmente. Pensai. Quella scena è finita, abbiamo 5 minuti di pausa.

“ottimo lavoro Anna”

A: “Grazie mille, adesso quale giriamo?”

“La scena del bacio”

“L’amore”

Il titolo del film che stavo girando. Mi presento sono Anna e sono un’attrice, sono da poco nel mondo dello spettacolo ma devo dire che la mia carriera va molto bene. Non ho un ragazzo, non ho molto tempo per queste cose e, poi non credo nell’amore. Il film parla invece di me che si innamora di un ragazzo a prima vista. Credo che rimarrò zitella per tutta la vita; ma cosa volevo di più? Era tutto perfetto, la famiglia, gli amici e, i miei unici veri amori: i miei due cagnolini. Loro sanno darti più amore di un qualsiasi ragazzo.

Vado verso il banchetto dove c’è un po’ di cibo, prendo una bottiglia d’acqua frizzante, ne bevo metà tutta di un fiato.

G: “Avevi sete eh?”

Gabriele, il mio compagno in questo film, anche nella realtà lui è innamorato di me. Ma io non gli do proprio corda; tutte mi prendono per pazza, dicono che è uno schianto; sarà anche un bel ragazzo ma non mi dice nulla.

A: “Si molta”

Risposi fredda come al solito.

A: “Quando giriamo la prossima scena?”

G: “Ansiosa di darmi il bacio?”

A: “No, devo andare a casa che sono molto stanca”

G: “Quando mi darai una soddisfazione?”

Mi avvicinai a lui alzandomi sulle punte e ridendo con voce quasi antipatica dissi: “Mai”

Ci rimase male, ma d'altronde lo faccio sempre rimanere male, dovrà pur capire che non mi piace.

“Sul seeeet”

Ecco il nostro produttore che ci chiama, fortunatamente ci rimane solo questa scena e poi si va al montaggio e il film è finito; è molto bello devo dire, per chi è un romanticone può piacere. Io lo vedrò solo perché sono la protagonista.

“allora tu Anna sei sotto l’arco, tu Gabriele arrivi vicino a lei la prendi per mano la guardi negli occhi conti fino a 5 e le dai un bacio”

G: “Perfetto”

Io e Gabriele ci dirigiamo verso il luogo della scena.

A: “Se provi a mettermi la lingua in bocca te la stacco, è una promessa”

G: “Vedremo”

Mi fermai sotto l’arco. La nostra truccatrice venne due secondi vicino per aggiustarmi il trucco e i capelli, quella era la prova generale, sarebbe stata inserita nel film.

“Azioneee”

Ero li ferma ad aspettare che Gabriele veniva vicino e mi baciava. Non avevo mai baciato nessuno prima, nemmeno nei film, potevo in teoria definire questo il primo bacio, ma tanto non mi importa nulla di queste cose. Mi prese per mano, era molto rigido, poi mi baciò.

G: “Ajooo”

“Stooop”

A: “Ti avevo detto di non mettere la lingua”

G: “E ti sembra il caso di rovinare una scena?”

A: “Si, mi scusi ma se continua a mettermi ancora la lingua non farò la scena”

Dissi verso il produttore.

“Dai Gabriele, finiscila”

Rifacemmo la scena, questa volta andò alla perfezione. Finita tutti ci abbracciammo, dopo molti mesi era finito il duro lavoro, quelle scene senza tregua, estenuanti. Non ne potevo davvero più, speriamo esca un bel lavoro.

“bene ragazzi, vi farò sapere del montaggio”

A: “Perfetto, ora vi abbandono ciao”

Salutai tutti sul cast e venne una macchina a prendermi con il mio autista personale. All’uscita c’erano i miei fan. Firmai qualche autografo, poi Lucio, la mia guardia del corpo, spostò i ragazzi per farmi passare. Salii nella macchina, Robert, il mio autista mi portò a casa.

A: “Ciao ci vediamo domani”

Gli mandai un bacio volante, volevo troppo bene a quell’uomo, forse era come se prendesse il posto di mio padre, quel padre che non ho mai avuto. Non perché lui non c’è più, ma ci abbandonò quando avevo 7 anni. Fù un trauma per me. Da quando sono famosa ha cercato di riappacificare i rapporti, sicuramente era in cerca di soldi, io l’ho sempre respinto. Lui è violento. Picchiò mia madre davanti i miei occhi, ho il terrore di quell’uomo, ho sempre paura che mi possa fare del male. Salii in casa c’era la mia sorellina di 4 anni ad accogliermi con un grande abbraccio.

S: “Anna, Anna vieni a vedere cosa ho fatto..”

Mi portò nella sua cameretta e mi fece vedere un disegno che fece all’asilo, quello della mattina fù l’ultimo giorno dell’anno visto che stavamo entrando nel periodo estivo.

A: “Oddio tesoro, è bellissimo, me lo regali?”

S: “Si, è tuo”

Lo presi, andai nella mia camera o lo appesi al muro. Valeva molto per me, lei era la mia piccolina. Scesi giu per le scale.

A: “Mamma, mamma…”

M: “Dimmi”

A: “Stasera mangio qui, sono stanca per uscire”

M: “Ok, va a lavarti le mani che è pronto”

Andai nel bagno, mi guardai allo specchio. Si ero felice, ma è come se mi mancava qualcosa, ma non sapevo cosa. Ritornai in cucina per cenare. Eravamo io, mia madre e la piccola Sofia.

A: “Scusatemi, mi squilla il telefono è il produttore sarà importante”

Parlai con lui, la mia faccia era sempre più confusa, arrabbiata, non saprei descrivere.

M: “Che è successo?”

A: “Mi ha appena comunicato che mi vuole in un altro film”

Dissi triste.

M: “Perché quella faccia?”

A: “Perché non voglio farlo.. non con chi mi ha detto ci saranno”

M: “Spiegati”

A: “Mamma scusa, ma io odio queste persone”

M: “Ma le conosci?”

A: “No, no, mamma non li conosci tu, scusa mi è passato l’appetito vado in camera”

Andai in camera e mi misi sul computer, andai su facebook ovviamente con un altro account, avevo tra gli amici solo le persone care e ovviamente che sapevano chi ero in realtà. Andai anche su twitter, li entrai con il mio vero account, scrissi sul mio stato: non ci posso credere, dovrò lavorare con il gruppo che odio da morire.

La mattina seguente, la prima cosa che feci fu raggiungere il mio produttore.

A: “Buongiorno, ti posso parlare un attimo?”

“Riguarda il nuovo film?”

A: “Si, non so se accetto, insomma io non faccio pregiudizi, ma coloro che mi hai detto che devo lavorare proprio non mi vanno a genio”

“Anna, Anna, tu non capisci, questi 4 ragazzi hanno molte fan, sarai conosciuta ancora di più, e poi gia stanno venendo”

A: “Ma a me bastano i fan che ho gia. Non quelli di 4 ragazzini, e poi come faremo il film? In inglese? O tedesco? Che ne so che sono loro”

“No, a questo ci penso io tranquilla”

A: “Non so davvero, ce non sarei me stessa”

“Devi farlo per la tua carriera, se non accetti puoi anche dire addio a me e i miei prossimi film”

A: “Ahh, va bene accetto”

“Perfetto, comunque loro nel giro di qualche ora staranno qui”

A: “Bene”

Dissi con voce falsa. Non ci potevo credere, i Tokio Hotel a lavorare con me. No, non era possibile, io non li sopporto, sono il gruppo che odio di più in assoluto. Non so bene il perché ma le fan, loro.. Bleah, non mi vanno proprio giu. Poi il cantante, che gusto ha a truccarsi? E gli altri? Non ne parliamo. Quelle ore erano infernali sapevo che sarebbero venuti. Uscii dal cast e vidi una massa di ragazzine urlanti che aspettavano loro. Non si poteva neanche lavorare in pace. Il direttore mi chiamò.

“Anna cerca di essere simpatica con loro, anche se per te non lo sono”

Non riuscivo a capire bene ciò che diceva, le ragazze urlavano troppo. Decisi di uscire e dirgliene quattro. Presi il megafono del produttore.

A: “Ragazze, statemi bene a sentire, ok so che per voi è importante che loro sono qui, anche se non so cosa ci trovate, va bè, comunque noi siamo qui per lavorare non per sentire le vostre urla, state in silenzio altrimenti vi farò cacciare, sono della vostra età su per giu, ma qui si tratta di lavoro, e gia è stressante così, figuriamoci a sentire delle fan impazzite, io vi rispetto, non pensate male. Però mettetevi nei panni dei lavoratori, non parlo solo a nome mio”

Non tutte smisero di urlare, vedevo nei loro volti rabbia verso di me, forse erano solo gelose che lavoravo con i loro idoli. Io invece non mi invidiavo per niente.

Vidi una grande macchina nera, e di colpo urla. Solo urla, più di prima. Capii che loro furono arrivati. Rientrai dentro senza nemmeno aspettarli, evidentemente non sapevano che ero io quella che doveva lavorare con loro.

“Anna, vieni qui ti presento i tuoi colleghi”

Mi avvicinai parlando da sola sotto voce: “sorridi e annuisci”

A: “Ciao”

Dissi infastidita da loro. I 4 si presentarono, avevano nomi strani, buffi. Erano molto alti almeno i due, credo i gemelli.

“Bene vi lascio conoscere tu intanto fai gli onori di casa”

E così con santa pazienza iniziai a far fare il giro turistico ai 4 ragazzi.

   
 
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