Gelosia. Un intensissimo attacco di pura gelosia.

Non volevo esplodere così nel mio ufficio. Arrivare a dirti che avevo il diritto di sapere chi era quella donna. Ma quale diritto? Chi sono io per dire cose del genere? Nessuno. E notare che è stata più di quanto tu mi abbia detto mi ha fatto soffrire. Non so se perché hai abilmente omesso la verità, cosa che fai sempre, oppure perché non ti sei fidato di me rivelandomi che avevate una relazione. O peggio, perché io e lei in comune non abbiamo assolutamente nulla. Non ci somigliamo, non abbiamo lo stesso carattere, niente di niente. E questo può voler dire solo una cosa: non mi amerai mai. Anche tua moglie era bionda, no? Certo devo considerare che in realtà la dottoressa era castana. Ma magari lo era anche tua moglie, oppure no?

Ora state parlando sulla panchina. Vi state dicendo addio, di nuovo.

Non guardo verso di voi, resisto alla tentazione. Sono quasi certa che osserverei una scena non gradita. Solo che la tentazione è davvero, davvero troppa.

Una rapida occhiata non ha mai fatto male a nessuno, oppure no?

Guardo dallo specchietto laterale e ti vedo alzarti. Allora posso girarmi verso di te senza correre rischi. E ora? Fingi Tess, fingi.

-Aww, hai baciato una ragazza.

Scema! E questo è fingere? Sembri una ragazzina di undici anni che parla con la sua migliore amica.

-Beh ecco...si, ma sulla guancia.

Allora hai indovinato! Beh, in parte gli si vede in viso...con quell'aria colpevole.

-Vale uguale

Zitta mai, eh?

-Vale per cosa?

Mah, solo per la memoria di tua moglie che continui a dire di voler vendicare ma che non ti preoccupi di tradire.

-Niente era per dire.

Scema! Di nuovo.

-Vuoi guidare tu?

Lo chiede sempre, dopotutto. Gli piace guidare e ora è triste, gli farà piacere.

-È un'offerta molto carina. Sembro davvero così triste?

Oh cazzo! Legge davvero la mente! Tutta colpa dei suoi giochetti.

-Che dici? Ti ho chiesto se ti andava di guidare, nient'altro.

Salvata in corner. E intanto spero dica di no. Dì di no, Jane.

-Detesti come guido. Non ti piace.

Certo che no! Sei un pericolo pubblico. Rischierei la vita a venire in macchina con te.

-Vai solo troppo veloce.

Troppo è un eufemismo, in effetti.

-Vado veloce quanto basta. Tu vuoi avere il controllo, ma per tirarmi su il morale vinci le tue paure. È un bel gesto Lisbon, grazie, guido volentieri.

Aww...posso ucciderlo? Ti prego, Dio, permettimi di ucciderlo? Come fa ad essere così adorabilmente strafottente e irritante? E poi non ho paura della sua guida. In fondo, molto in fondo, mi fido.

-Che sei matto?!

Metto in moto, soddisfatta di questo piccolo battibecco. Perché ti ho osservato, ebbene lo faccio anche io, e questi battibecchi li abbiamo solo noi. Non provi nemmeno a tentare scambi di battute come i nostri con gli altri, solo con me. E questo, almeno in parte, mi fa sentire un po' speciale.