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Autore: Meiko    12/10/2005    0 recensioni
"odiami, sii triste per me, soffri a causa mia, uccidimi, disprezzami, dimenticami. ma ti prego...non amarmi, mai..."
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sha Gojio, Genjo Sanzo Hoshi, Kogaiji, Kanzeon Bosatsu, Cho Hakkai, Son Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 4

“Le immagini sono veloci, i ricordi mi stanno sfuggendo…
Le mie mani…sto fissando le mie mani…
Bianco e nero, non vedo altro…
E’ troppo veloce, mi allontano…
AH!
Piango!
Sto piangendo!!
Cosa succede?
Demoni!!
No! Non voglio ricordare!
Lasciatemi! LASCIATEMI!
Aiuto!
AIUTAMI! AIUTAMI!!
DOVE SEI?
AIUTO!!
NO NO!!
LASCIATEMI!
LASCIATEMII!!
NON VOGLIOOO!!!”

-AH!-
si rizzò di scatto sul letto, stava sudando copiosamente.
Merda!
-Brutto sogno?-
Rika si voltò, accecandosi alla luce della finestra dalle tapparelle semi aperte, doveva essere giorno fatto.
E lei era riuscita a dormire…
Rika si coprì con una mano gli occhi, la figura di Meiko era in controluce, mentre sistemava la sacca.
Era confusa, Rika si asciugò il sudore, con aria smarrita.
-Ho…ho urlato?-
Meiko la guardò, sistemando il fucile.
-No, ti agitavi molto, ma dalla tua bocca non è uscito nulla-
“Per fortuna…”
“Santo cielo, ha davvero ragione! Prima o poi qualcuno mi strapperà la lingua per tutte le volte che ho mentito!”
Rika si alzò, sistemandosi velocemente, dove sbrigarsi, nonostante dormisse in un stanza a parte con Meiko era pur sempre la prigioniera di quei tizi, mentre la biondina usciva, in quel momento Sanzo stava passando per andare di sotto.
Rika aveva notato la figura del bonzo, e chissà perché si fermo dal suo spogliarsi, rimanendo in reggiseno, mentre tendeva l’orecchio verso la porta dove fuori c’erano le due figure.
Era incuriosita…
-Aspetta!-
niente, non la cagava.
-Bonzo corrotto!-
Sanzo si fermò.
“Alleluia”
-Senti, io non ho intenzione di seguire la tua compagnia per sempre, perciò ti dispiacerebbe starmi a sentire?
Ho solo un messaggio da darti, mica ti uccido!-
Sanzo si voltò mostrando il profilo, fissando poi gli occhi rossicci della bionda, che constatò ancora una volta che nonostante tutto il bonzo aveva degl’occhi davvero belli, rari!
Intanto Sanzo stava fissando il volto rilassato, che tendeva a sorridere, anche se per ora c’era un’espressione soddisfatta.

“Tendeva a sorridere, soprattutto quando stava con lui.
Si appoggiava alla sua spalla e sorrideva, come se stesse facendo un bel sogno…
Un bel sogno…
Adesso quell’immagine era sfuocata, come se dei lembi fossero stati strappati…
Solo il ricordo di due occhi…rossicci…
Che poi diventavano rossi…
Un rosso cupo…sangue…
Scende del sangue da quelle immagini…
-…NON LASCIARMI!-
lo stesso pensiero…
Mentre un’ombra lo ripara…
Ed è sangue…
Mentre capisce…
…lui ha fallito…”


Sanzo si allontanò, mentre Meiko lo guardava stupefatta, sentendo però la frustrazione salirgli al cervello.
-EH NO BONZO DEI MIEI STIVALI!-
Meiko balzò giù, fermando Sanzo sulle scale e afferrandolo per la tunica.
-Non puoi comportarti così con me!
Mi devi stare sentire!-
-Lasciami immediatamente…-
Meiko si stupì
Un tono profondo, rauco, come se provenisse dal punto più profondo della sua anima…
E non la stava guardando in faccia.
Lei scosse la testa decisa più che mai.
-No che non ti lascio! Sono stanca di essere trattata come spazzatura da quelli come te!!
Ora mi devi ascoltare!!-
-Ti ho detto di lasciarmi-
Sanzo la guardò, la sua occhiata per qualche istante congelò il sangue a Meiko, che fu afferrata per un polso e allontanata, il bonzo scese le scale, per poi accendersi una sigaretta.
La bionda lo guardò stupita, avvertendo poi la collera montargli in corpo.
-SEI SOLO UNO STRONZO EGOCENTRICO!! CREPA MALEDETTO BONZO!!!-
Meiko si alzò, salendo a due gli scalini, spintonando Rika che era uscita dalla stanza.
Aveva avvertito l’aria caricarsi di tensione, e in qualche modo era andata vedere che nessuno si fosse fatto male.
Senti la mano di Meiko pesante spingerla via, quasi con stanchezza, come se fosse stanca di tutto quello che stava passando.
Intanto la ragazza era entrata nella stanza, afferrando la sacca e il fucile, legando stretta l’imbracatura on cui reggeva l’arma.
“…hai intenzione di mollare?”
-Mi dispiace, non sopporto più tutto questo!-
“NON VOGLIO ESSERE TRATTATA COME MERDA!”
“…si, comprendo il tuo dolore”
-Ah, ma davvero?-
avvertì la rabbia salirgli agl’occhi, ma scosse la testa, mentre avvertiva qualcosa avvolgerla…
“Si, davvero. Ma ti prego, ti supplico non ti arrendere…”
Meiko prese dei profondi respiri, cercando di sedare quella sensazione nera e bruciante come fiamme che avvolgeva tutto il suo corpo il suo cuore, le mani che prima prudevano stavano lentamente andando a calmarsi.
Quella sensazione lentamente la stava abbandonando…
“Ricordati…che noi abbiamo un patto…porta a termine il tuo compito…ed esaudirò il tuo desiderio…”
Meiko alzò lo sguardo verso il muro, colpita da quelle parole dette con dolcezza mista a minaccia. Velocemente si diresse nel bagno, alzando lo sguardo verso lo specchio.
Il riflesso di una ragazza dai capelli biondi gli occhi…rossi…ambrati…
Ma rossi…
“Si, hai capito. Io esaudirò il tuo desiderio.
Ma tu devi fare in modo di esaudire il mio…”
La bionda si osservò ancora allo specchio, appoggiando un mano sul suo riflesso come in un gesto disperato, chinando poi la testa all’evidenza.
-E va bene…va bene…-
-Meiko?-
la ragazza si alzò, Rika era entrata nella stanza, osservandola.
-Va tutto bene?-
la bionda alzò di scatto la testa, riprendendo la sua solita espressione tranquilla e sorridendo con aria triste alla compagna di stanza.
-Si, scusa. Ero solo un po’ nervosa-
-Ci credo. Nemmeno un dio sopporterebbe quel tizio…-
Meiko annuì, anche se con poca convinzione.
“Un dio? Non credo proprio…”

“Erroris, illusione…
Non ci sono speranze, non credo in nulla, ne spero in nulla.
Dalla vita non mi aspetto nulla, e nulla mi verrà dato.
Perché io sono chi sono…
E per questo, non ho vita…”

Rika afferrò il polso di Meiko, che era rimasta incantata con lo sguardo basso, e le sorrise con aria gentile.
-Forza, scendiamo, gli altri aspettano sia me che te-
sia me che te…
Sia me che te…
Anche me…
Meiko la guardò stupita, sorridendo poi con aria divertita.
-Di la verità, non vedi l’ora di andare dal tuo salvatore dagl’occhi dorati?-
-Che cosa?!-
-Non fare la faccia innocente con me! Ti ho visto ieri mentre Goku ti tirava fuori dai guai con quel demone.
Sapessi che sguardo dolce dolce che vi davate tu e quell’altro!!-
-Senti, anche se mi ha salvato la vita non cambia nulla, siamo nemici io e lui!
-Ehi, guarda che scherzavo!-
Meiko mise le mani i gesto di arresa, mentre Rika le abbandonava il polso, sbuffando come un locomotiva.
-Ed io che volevo essere gentile!-
Meiko ridacchiò.
Poi Rika si fermò, stupita.
“Cosa…”
Meiko adesso l’affiancava, e sorrideva con aria furba.
-Allora, scendiamo prigioniera?-
Rika poté solo annuire, seguendola.
Una parola sospesa in aria.


grazie


Si stava gustando un lecca lecca alla cola, tenendo fisso lo sguardo verso la locanda, mentre con un mano sistemava i capelli neri, aveva preferito una vista dal basso anche perché così risarebbe divertita di più.
L’aveva scoperta in quattro giorni, trovandola in quel villaggio distante dalla montagna dove era andata ad accoglierli.
E li aveva scoperto sorridendo divertita della sorprendente novità.
Bene, si sarebbe divertita il doppio…
Restò appoggiata a quel muro, attirando un po’ l’attenzione anche per l’abbigliamento “Dark” che indossava.
Si guardò intorno, ogni movimento veniva notato dalle iridi nere, la pupilla sembrava solo un’ombra in quel mare nero.
Attesa.
L’attesa si dive estenuante…
Eppure può dare più adrenalina dell’azione stessa.
Basta imparare ad aspettare.
Ed ogni istante, anche se diventa sempre più lento.
È catturato e ricordato.
Per sempre…
I suoi denti ruppero il lecca lecca, mentre i suoi occhi guardarono la porta della locanda aprirsi, un uomo biondo era affiancato da un rosso e un ragazzino.
E accanto ad un moro.
Bingo…
La ragazza gettò a terra la stecca del lecca lecca, leccandosi le labbra mentre si avvicinava al gruppetto, la bionda del gruppo era pronta a salire su una bella moto nera.
No.
Lei non gliel’avrebbe permesso.
Le avrebbe preso il fucile.
E le avrebbe fatto un bel buco in testa.
Ma prima.
-Rika!-
la mora, sentendosi chiamare, si voltò verso la figura che si avvicinava.
E sbiancò.
“…no…”
fu come se, di colpo, tornasse piccola, e una valanga di ricordi le tornarono in mente.
Come uno Tsunami.
La travolgeva.
E si sentì perdere le forze, mentre tremava, i ragazzi guardarono prima la straniera, poi la compagna di viaggio, era impallidita, gli occhi azzurri spalancati in un’espressione di puro terrore..
Goku le si avvicinò.
-Rika, la conosci? Ehi, Rika, ma che hai?-
-A…-
-Ah, scusatemi, evidentemente Rika non immaginava di vedermi, perciò mi presento…-
Meiko intanto aveva gia messo mano sul fucile.
La ragazza dai capelli neri si passò una mano sull’ombelico, dove ad adornarlo c’era una rosa, avvolta in un tribale.
Quando la mano della ragazza scoprì di nuovo l’ombelico, il tatuaggio era scomparso…
-Il mio nome è Selene…-
la ragazza alzò i palmi al cielo, e apparvero delle bolle blu attraversate da scariche elettriche, con sotto le unghie del demone, le orecchie sbucavano dalla capigliatura nera.
-…e sono qui per ordine di Kougaiji-
Rika sembrò ridestarsi, mentre Selene stava per scagliare le bolle di energia.
E la sua prima vittima sarebbe stata Goku.
-ATTENTO!!-
la ragazza si mise davanti al ragazzo, mettendosi una mano sulla spalla a coprire il tatuaggio, mentre gli altri si riparavano, una sfera mancò Gojio e Sanzo, andando contro un edificio, che crollò, mentre la gente terrorizzava iniziava ad urlare e a scappare.
La seconda sembrò colpire la ragazza, facendo centinaia di scintille blu.
Invece Rika, che si era ritrasformata, l’aveva riparata con uno dei suoi Sai, dietro c’era Goku, che la osservava.
Un demone…
I capelli di Rika volteggiavano per l’energia della sfera, mentre Selene rideva divertita.
-Sorellina, che fai, perdi colpi? O hai perso il senno?-
-NGH!-
Rika restituì al mittente la bolla, Selene la riacchiappò con una mano, facendola poi esplodere chiudendo la mano.
Rika intanto si voltava verso il ragazzo.
-Tutto bene?-
-Si…-
Rika, rabbiosa, si voltò verso la figura della sorella, che la guardava con fare superiore.
-Rika, che cosa pensi di fare?-
-Selene, vattene via…-
-Mi dispiace…Kougaiji mi ha dato degl’ordini…-
Selene mosse le mani, mentre dei cerchi di fuoco si formavano, e cominciavano a divorare il terreno, mentre Rika partiva all’attacco, con i due Sai alla mano.
Meiko intanto sparò una serie di colpi, ma Selene parò una mano, e li bloccò.
-Stupida-
uno dei cerchi rotolò verso la bionda, che lo evitò all’ultimo secondo, buttandosi di lato, mentre Rika distruggeva l’altro, cercando di colpire la sorella.
Inutile, una barriera invisibile, trasparente era tra le due, e Selene sorrideva divertita.
-Poverina, non riesci a colpirmi?-
-Sta zitta stronza-
Selene sembrò arrabbiarsi, il suo viso da divertito si fece serio, e con una manata alzò un forte vento che spazzò via Rika, afferrata in tempo da Hakkay.
-E’ magia!-
Gojio e Goku intanto si erano velocemente avvicinati a lei, ma la barriera c’era ancora a parare i colpi, e la ragazza aspettò con braccia conserte che la sorella si rialzasse, prima di parlarle.
-Mi deludi profondamente…
Rika, tu sei stata mandata dal principe Kougaiji per prendere il sutra.
Invece…ti sei unita a questi assassini!-
-Non dire stronzate!-
Rika era furente, mentre Selene alzava le mani al cielo, un cerchio di fuoco per terra la proteggeva, mentre allungava la mano ad un muro di un edificio, sgretolandolo con la forza del pensiero, i conci volteggiavano in aria.
Con una mano li spedì ai ragazzi, Meiko e Hakkay si gettarono ai lati, Sanzo compreso, mentre Rika e Gojio li ricevevano in faccia, sbalzando via, Goku riuscì a pararne uno.
La ragazza dai capelli castani si rialzò subito.
-Tu li chiami assassini, proprio TU!-
-Io sarò anche un’assassina, ma io non uccido i miei simili-
-Ma fai in modo di uccidere tua sorella!-
-BASTA!-
Selene lanciò un’altra ventata, ma stavolta Rika balzò in aria, cercando di colpire Selene, che colta impreparata la parò con una mano.
-Sei una traditrice!-
-No! Perché, al contrario di te, aspetto…io ruberò il sutra a Sanzo, è il mio compito, la mia missione!-
-E allora perché non lo hai gia fatto?-
…perché non l’ho gia fatto?
Rika ricevette un colpo in pancia, tossendo con forza, sentendo lo stomaco ribellarsi un attimo alla su volontà, mentre Selene la guardava con aria di disprezzo.
-Mi sfiguri sorella, metterti dalla parte di questi…esseri!-
Sanzo e Meiko spararono ancora, ma Selene alzò le mani, bloccando ancora una volta le pallottole.
Rika si riprese.
-Sorella, è la mia battaglia, tu non c’entri niente, perciò VATTENE!-
Selene osservò con la coda dell’occhio la sorella, che ruggì all’ultima parola, con rabbia.

“VATTENE, VATTENE VIA ASSASSINA!
VATTENE, STA LONTANA DA ME!!
STA…LONTANA…LONTANA DA MEEE!!”


-Io ho il compito di prendere il sutra, e io lo porterò a termine.
IO IO IO-
Selene la osservò, mentre gli altri si erano fermati.
Era inginocchiata accanto a lei.
…sorrise…
L’afferrò con due dita sotto il mento e la sollevò abbastanza per sussurrarle all’orecchio.
-E sia sorellina…ma ti prometto…che verrò a vedere come vano le cose…e se fallirai…ti ucciderò…
Perciò scappa…scappa ancora sorellina…tanto io ti acchiappo…
E adesso…piangi pure…
Ti voglio bene…-
Selene baciò la fronte di una paralizzata Rika, facendo poi un inchino agl’altri ragazzi, e scomparendo via, saltando su di un tetto, mentre Rika rimaneva in quella posizione.
Era come congelata, gli occhi azzurri trasparenti…
Poi…si riempirono di lacrime, che scivolarono dalle guance sporche.
Piangeva…
E si nascose il viso, accucciandosi in ginocchio, mentre continuava a piangere, singhiozzando con forza, disperata, mentre gli altri rimasero a guardare la scena.
Inutile…
Si sentiva inutile.
Si sentiva distrutta.
Si sentiva triste…
Si sentiva sola, tanto sola.
Come se il cielo fosse la sua solitudine…
Avvertì un mano appoggiarsi alla sua spalla, e per un attimo scoprì il viso, prima di coprirlo di nuovo.
Non voleva sapere chi fosse.
Non lo avrebbe ringraziato.
Non lo avrebbe guardato.
Ora voleva solo piangere…
Voleva vivere quella solitudine…
Ancora, ancora una volta, come una punizione…
E poi ricominciare…

“Ti voglio bene”

Era in piedi davanti ad una donna, un donna sorridente e divertita (piena di rughe e con un certo gusto per il perversione n.d.Meiko)(ZIA GYO! N.d.raffy)
Gyokumenkoshu (Tann’accirer’ n.d.raffy)(Nome del *bip*! N.d.Meiko) l’afferrò per il mento, sollevandolo in modo da vedere meglio il collo e la linea del viso, gli occhi chiusi.
-Davvero bella…-
Ni Je Ni sorrise, mentre il demone girava attorno alla figura vestita di Kira, la ragazza sembrava dormire in piedi.
Il demone donna si accarezzò il mento con la mano, guardandola dall’alto in basso, fermandosi un attimo al profilo e poi a guardarla in volto.
-Aprì gli occhi-
la ragazza obbedì, aprendoli pian piano, tenendo lo sguardo basso, per poi alzarlo verso il demone, che la guardò sorridendo ancora più cattiva.
Occhi di un blu elettronico, non erano e non sembravano umani.
-Davvero fatta molto bene…ma ora voglio vederla all’opera-
Gyokumenkoshu si allontanò seguita da Ni Je Ni, mentre la ragazza rimaneva immobile in attesa di istruzioni.
Dal nulla sbucarono un gruppetto di demoni, armati e pronti saltare addosso alla ragazza, che socchiuse gli occhi.
Ni Je Ni ebbe l’onore di dare l’ordine
-Kira…
Uccidili-
La ragazza allungò una mano, puntando il palmo verso l’alto.
Di colpo, la mano iniziò a sanguinare, parte del sangue cominciò a compattare, mentre alto fuoriusciva dalla mano e macchiava il pavimento.
Filamenti di pelle iniziarono poi srotolarsi come gomitoli, avvolgendosi intorno a parte del sangue che compattava, fino a che una lama lucente non apparve agl’occhi divertiti di Gyokumenkoshu.
Kira afferrò il manico della SUA pelle, e si guardò intorno, la lama abbassata, in attesa della prima mossa.

“Respiro…respiro…respiro…”

Un demone, li affianco, si azzardò, urlando e correndo verso la ragazza, anche lui aveva un spada, pronta ad infilzarla.
Kira si voltò, i suoi occhi blu videro la figura vicinissima a lei.

“Respiro…respiro…respiro…”

Il demone sputò sangue, Kira si era piegata a terra, infilandolo, la lama aveva trapassato il corpo, macchiandosi di sangue, che ora colava giù, mentre il demone cadeva in avanti, bloccandola ragazza, che lo spinse via con freddezza, la lama lubrificata scivolò velocemente, mentre gli altri demoni indietreggiavano, per poi assaltarla tutti allo stesso momento.

“Respiro…respiro…respiro…”

La ragazza patì con una serie di calci e pugni, evitando agilmente alcuni colpi, la lama affilata di un pugnale la ferì ad un braccio, mentre un pugno c’entrava in pieno la mascella, pugno che però la ragazza non avvertì, afferrando il collo del demone con una mano, e stringendolo, spezzandogli l’osso come se nulla fosse, gettandolo poi via, mentre un altro demone l’attaccava da dietro.

“Il battito cardiaco aumenta…respiro che si fa sempre più affannato…
Non è stanchezza…
Questo…è…altro…”

I suoi occhi si spalancarono ancora di più, mentre la lama con un rumore soffocato formava una curva, tagliando poi in parte il demone, infilandosi poi su una spalla, ferendolo a morte, il sangue colava giù e macchiò in parte la mano della ragazza.

“Questo sangue non mi appartiene…
…respiro…respiro…respiro…respiro affannoso, troppo veloce il cuore…
Il cuore…”

I suoi movimenti si fecero sempre più veloci, mentre con uno schiocco di dita Gyokumenkoshu chiamava altri demoni armati, ormai la sala si stava riempiendo di cadaveri e sangue.
La ragazza or si era fata infilzare ad una gamba.

“Ferma…respira…
Mi hanno colpito…e non provo dolore…
…non provo nulla…”

La lama della spada velocemente trapassò il corpo di colui che l’aveva colpito, mentre lei si toglieva il pugnale della gamba, lanciandolo verso un demone che correva verso di lei, colpendolo in testa.

“Nervosa…adrenalina in aumento…
Basta…basta così…siete troppi…
Statemi lontani!!”

La ragazza si guardò intorno, per poi partire ancora, bloccando un colpo con la spada che fece un rumore metallico che sembrò incuriosire e distrarre un attimo Kira, che sentì una pressione alla schiena, un altro pugnale…
La ragazza con uno schiaffo allontanò da se il demone, per poi con la spada fare un’altra curva colpendone due di seguito.

“Respiro affannoso, eccesso di movimento…stanchezza…
Confusione…troppa confusione…
No…no…”

Ni Je Ni si sporse, adesso la sua espressione cominciava a mutare, cosa che attirò l’attenzione della donna demone.
-Che succede Ni?-
-Maestà…credo che assisteremo presto ai fuochi d’artificio…-
Kira colpì altri demoni, prima di guardarsi attorno.
Tanti cadaveri, e altri demoni.
La mano tremava, la spada sembrava in procinto di cadere, il sangue ancora liquido scivolava dalla lama, la mano che teneva il manico era sporca di sangue, il viso aveva un livido, ed era ferita.
Guardò la gamba, poi avvertì il pugnale dietro la schiena.

“Tutto questo…tutto questo…perché?
…è troppo…”

“FAMMI USCIRE!!!”

Kira crollò a terra, mentre sulla gamba non ferita un tatuaggio sembrò venire cancellato, mentre la ragazza respirava, lentamente la spada ri-penetrava nella sua mano.
Gyokumenkoshu s’accigliò.
-Che succede?-
A risponderle fu il corpo di Kira, che brillò, divenne talmente luminoso da essere accecante, e la ragazza tenne gli occhi spalancati, il blu delle iridi era l’unica cosa insieme ai capelli neri che si vedeva in tutta quella luce.
Ed esplose.
Una nova, che inglobò tutta la sala, i cadaveri, i demoni vivi, mentre Gyokumenkoshu e Ni si erano allontanati, avvertendo soltanto l’ondata di vuoto d’aria che l’investì, facendo vibrare il palazzo.

“Sono orfana…non ho i genitori…
Ho vissuto in un’orfanotrofio…
E li…ho conosciuto qualcuno…”


Quando il demone donna e lo scienziato tornarono, Kira era scomparsa…
Era scappata…

Fine 4° capitolo
  
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