Prima di lasciarvi alla lettura, devo fare qualche
comunicazione.
Le
parti tra ***** sono i flash back.
Colonna
sonora ideale per leggerla: “ last song “ di Gackt
Come
al solito, i personaggi non mi appartengono e tutto ciò che ho scritto è pura
fantasia. Questa storia tratta temi omosessuali, quindi se non ti piace non
leggere, Grazie ^_^
Buona
lettura, ci vediamo alla fine.
Last chance
Si può andare avanti nonostante tutto?
Il grande orologio a pendolo, lentamente procedeva con il suo
lavoro. Il ticchettare incessante segnava in modo irrecuperabile il passare del
tempo.
La piccola figura di Takanori Matsumoto, fissava quel grande
orologio senza in realtà vederlo. La sua mente persa tra i ricordi di una vita,
che ora gli sembrava troppo lontana.
*****
“ amore non guardarmi così
“
Kouyou sorrise all’amante steso al suo fianco “ così come? “ gli chiese in un soffio
“ come se fossi una pietra
preziosa “ gli rispose Takanori intimidito dallo
sguardo del compagno, poteva sentirlo entrare nella pelle per diffondersi poi
in tutto il corpo
“ ma tu lo sei Taka, sei
la pietra preziosa che completa il mio cuore “
Gli occhi di Takanori si fecero lucidi, tradendo la sua
commozione
“ ti amo Kouyou “
“ anche io ti amo
scricciolo “
Unirono le loro labbra, in un bacio silenzioso ma urlante
promesse di amore eterno.
*****
Non tutto è destinato a durare per sempre
Non un’espressione si disegnò sul volto di Takanori, nonostante
i ricordi si mostravano vividi e reali ai suoi occhi, come a volersi prendere
gioco del suo cuore.
Lo stesso cuore che da troppo tempo, era stretto in una morsa
ghiacciata, si sentiva stanco.
Stanco di aspettare
Stanco di combattere
Stanco di far finta che tutto andasse bene
Stanco persino di vivere
Per quanto tempo una persona può mentire?
*****
Le risate allegre dei due ragazzi, che giocavano con la neve, si
estendevano per il parco libere e cristalline
“ non ce la faccio più Kou
“ disse il piccolo ragazzo lasciandosi cadere sulla soffice neve
La sensazione della neve al contatto con la poca pelle scoperta
era meravigliosa, unita al calore che emanava il compagno anche senza sfiorarlo
lo faceva sentire in paradiso
Nella notte era scesa sulla città un abbondante nevicata,
immergendo Tokyo nel candido colore bianco, regalando ai suoi abitanti un
paesaggio da cartolina.
I due amanti avevano colto l’occasione per andarsi a divertire
all’aria aperta, essendo privi di impegni per quel giorno, inevitabile era
stata la battaglia a palle di neve
“ ti arrendi allora? “ gli chiese il biondo mentre lo raggiungeva
Takanori ancora sdraiato, con il respiro accelerato dalla fatica
e ad occhi chiusi sorrise.
Da quando, sei mesi prima, lui e Kouyou avevano avuto il
coraggio di dichiarare il loro amore verso l’altro, tutto era cambiato.
La sua vita era cambiata.
Kouyou aveva saputo scaldare il suo cuore
Kouyou aveva leccato le sue
ferite
Kouyou era riuscito dove gli altri avevano fallito
Lo aveva reso felice
per la prima volta in vita sua.
“ si…
mi arrendo “ disse guardando il compagno
negli occhi
Quegli occhi nocciola, dove ogni volta rischiava di affogare,
senza la voglia di volerne realmente uscire. Gli piaceva nuotare in quel
liquido rassicurante, dentro di essi era completo.
Kouyou si abbasso fino ad arrivare al suo amato, per poterne
sfiorare le labbra. Ogni qualvolta si creava quel contatto tra di loro,
provavano mille emozioni come fosse la prima.
Takanori era sicuro, che quell’amore che sentiva bruciare dentro
e vedeva ardere negli occhi del compagno, non si sarebbe mai estinto.
“ ti amo Taka “
“ non mi lasciare mai Kou,
ti amo “
“ no mai…
“
*****
Il destino si è preso gioco di noi
Spostò lo sguardo senza muovere un solo muscolo, ormai non
riusciva più a fare nulla senza che provasse dolore.
Non un dolore fisico, il suo corpo era in salute, il dolore che
provava era emotivo. Per ogni cosa che pensava di fare, mille spade lo
trafiggevano per tutto il corpo, ma quelle più dolorose erano all’altezza del
petto. Punto dove una volta il suo cuore batteva caldo, protetto dalle mani
premurose del suo compagno.
Intravide, sul tavolino posto di fronte al divano su cui era
seduto, una bustina contenente una cartolina.
Automaticamente si portò una mano all’altezza del petto, si
chiese se stesse per morire, quel dolore era insopportabile.
“ merda “ sussurrò
Aspettò qualche minuto, cercando di concentrarsi su un'altra
cosa, una qualsiasi che gli facesse dimenticare che giorno fosse quello.
*****
“ sei completamente andato
“ la voce di Yuu lo fece trasalire
“ come ? “ chiese non capendo di cosa parlasse
Yuu sorrise della reazione ingenua e sincera del piccolo
vocalist, non che suo migliore amico
“ dicevo, che sei
totalmente andato per Kouyou “ gli rispose
il moro, indicando con un cenno della testa, li dove c’era il primo chitarrista
intento a strimpellare distrattamente la sua cara Hellion.
Erano tutti pronti per quelle che dovevano essere prove, ma come
al solito Ryo era in ritardo.
Takanori sorrise mentre le guance si coloravano di un leggero
rossore, anche se ormai tutti i membri del gruppo sapevano della loro
relazione, non poteva fare a meno di vergognarsi.
“ non c’è nulla di cui
vergognarsi Taka, siamo tutti contenti per voi… siete
fatti l’uno per l’altro “ un sorriso sincero si
disegnò sul volto del secondo chitarrista, trasformando il suo volto e
facendolo divenire così dolce da poterlo prendere a morsi.
“ grazie Yuu “
“ è la verità Taka “
*****
Quella verità era meglio non saperla
Non era esattamente quello il tipo di ricordo di cui aveva
bisogno ora, purtroppo qualunque cosa provasse a fare, per quel giorno avrebbe
pensato al suo amore perduto.
Perduto
In uno scatto d’ira, prese la piccola busta color ecru e la
strappò in mille pezzi, lasciando che poi si librassero nell’aria fino a
raggiungere il grande tappeto nero.
“ fanculo
“
Un singhiozzo
Due singhiozzi
Tre singhiozzi
In poco si ritrovò accucciato su se stesso, piangendo di nuovo,
di nuovo a versare lacrime, lacrime che credeva di non avere più.
*****
Lo sguardo gelido di Kouyou, lo perforò come una lama tagliente,
ritto di fronte alla porta aperta della sua camera da letto.
All’inizio non aveva ben capito cosa fosse successo, aveva un
gran mal di testa e non ricordava come la sera precedente fosse andato a letto.
Lo aveva svegliato il suo compagno entrando nella stanza, aveva
le chiavi del suo appartamento, ormai erano nove mesi che stavano insieme ed
entrambi avevano deciso di regalarsi le chiavi dei rispettivi appartamenti.
Era rimasto di ghiaccio, come avesse visto un fantasma aleggiare
intorno a lui, quando si era voltato per vedere cosa avesse visto Kouyou si
accorse di quanto era successo.
“ o mio Dio “ sussurrò portandosi una mano alla bocca
Istintivamente si voltò verso il suo ragazzo, era ancora
immobile come lo aveva lasciato pochi istanti prima, ma il suo volto era rigato
dalle lacrime che cadevano disperate dai sui occhi
“ c..come hai potuto… “
“ Kouyou.. “ chiamò il suo nome scendendo dal letto per raggiungerlo
Si accorse di non avere indumenti addosso, con sguardo
terrorizzato guardò il suo unico amore scappare da quella orribile visione.
Takanori prese un paio di pantaloni grigi di una tuta e li
infilò mentre correva dietro a Kouyou
“ AMORE ASPETTA! “ gridò per farsi sentire
Raggiunse il compagno e lo afferrò per un gomito, facendolo
voltare verso di se
“ NON CHIAMARMI AMORE!! “
“ ti prego ascoltami, non
so cosa sia accaduto “
Una risata amara e agghiacciante uscì dalla bocca del compagno “
se vuoi te lo spiego io…
te la sei scopata “ soffio con rabbia a pochi
centimetri dal volto pallido e confuso di Takanori, prima di voltarsi e sparire
oltre la soglia. Lasciando Takanori con il cuore che sentiva andargli in mille
pezzi.
*****
Essere artefici del proprio dolore
Rimase nella stessa posizione a lungo tempo, cercando di calmare
il pianto che prepotente si era fatto avanti.
Era passato già un anno dalla loro rottura, credeva di essere
riuscito a superare quel dannato periodo dove si sentiva morire dentro e che
ogni notte la passava a piangere, raggomitolato su se stesso.
In fin dei conti poteva comunque vedere Kouyou, era il suo
chitarrista, il gruppo non si toccava e unanime avevano deciso di lasciare i
problemi privati fuori dall’ambito lavorativo.
Anche se Kouyou non parlava con lui, se non lo stretto
necessario, a lui andava bene, aveva una speranza di poter aggiustare un giorno
le cose.
Fino a quando, un mese prima, anche quella speranza aveva
cessato di battere nel suo cuore.
Si odiava, per quello che aveva fatto prima e si odiava, per
quello che non era riuscito a fare dopo quel maledetto giorno.
Non era riuscito a dirgli che quella ragazza non era nulla per
lui, che quella sera aveva bevuto troppo, non si ricordava nemmeno di aver
fatto sesso con lei.
Non che fossero giustificazioni, quello che aveva fatto era
bruttissimo, però sarebbe stato giusto che il suo amato Kouyou lo sapesse.
*****
“ Kouyou ti prego, parliamo… “ aveva preso
per un polso il biondo per non farlo uscire dalla sala prove.
Aveva bisogno di parlare con lui, di dirgli tutto quello che era
successo e dichiarargli che era ancora immensamente innamorato di lui.
Il chitarrista gli dava le spalle, non cercò di liberarsi dalla
calda presa sul polso. Quanto gli era mancato il suo piccolo Takanori, solo Dio
lo sapeva. Era rimasto immobile, anche lui voleva parlare con il vocalist ma
ogni volta che pensava di farlo, l’immagine di lui a letto con quella donna gli
tormentava l’anima.
Anche quella volta non fu da meno, gli si gelò il sangue nelle
vene nel vedere quell’immagine vivida di fronte a se. Si irrigidì e anche
Takanori si accorse del suo cambiamento
“ no “ un sussurro il suo, se si fosse voltato verso il piccoletto e
avrebbe incrociato quegli occhi che tanto amava, non avrebbe mai avuto la forza
di volontà di resistergli.
“ ti prego “ si percepiva benissimo l’ansia nella voce di Takanori
Sospirò “ non posso perdonarti… la tua occasione l’hai sprecata “
Il cuore di Takanori già ferito mortalmente, per quanto poté
morì ancora di più. Lentamente lasciò andare la presa l’asciando Kouyou libero
di andare per la sua strada.
I passi leggeri del biondo che si allontanavano, rimbombavano
nella sua testa.
Aveva perso tutto.
Si guardò in giro, non c’era nessuno, era rimasto solo.
*****
Si alzò lentamente in piedi, lasciando quello che fino a pochi
secondi prima era il suo rifugio. Si chinò a terra cominciando a raccogliere i
pezzettini di carta ecru che aveva sparso sul tappeto, li raccoglieva con una
lentezza disumana, come se ogni gesto gli costasse una fatica immensa.
Prese un pezzo di carta leggermente più grande degli altri, si
fermò ad osservarlo bene. Quel grande nome scritto in una calligrafia molto
elegante e di color oro, era come stonato.
Quel nome non doveva essere scritto li sopra.
Kouyou
Separò i pezzi della busta da quelli del cartoncino, cercando di
ricomporlo per intero. Li poggiava ognuno di fianco all’altro quando trovava un
pezzo giusto, era come comporre un puzzle. Ma invece di scoprire una bella
immagine, lui scopriva l’inferno dove era caduto senza possibilità di uscirne.
Quando ebbe finito, lesse più volte il risultato del suo lavoro.
“ non può essere, ti prego
dimmi che è un brutto sogno.. “ gemette
Poteva ribaltare il tavolino, rompere tutti gli oggetti in
quell’appartamento, ma tutto ciò non sarebbe servito a riportargli indietro il
suo amore. Amore che aveva deciso di intraprendere definitivamente un'altra
strada, senza di lui.
Takashima Kouyou
&
Sayuri Saitou
Finalmente sposi il giorno 22.02.2010
Ore 12:30
“ sposi “ ripeté ad alta voce alla stanza vuota.
Ogni volta che leggeva quelle parole, non poteva crederci,
sembrava uno scherzo.
Perché Kouyou lo aveva invitato al matrimonio?
Voleva farlo soffrire ancora di più?
Voleva vendicarsi per il tradimento subito?
Altre lacrime rigarono quel volto pallido e scarno, ultimamente
riusciva a mangiare solo lo stretto necessario per riuscire a rimanere in
piedi.
Non che avesse fame, se fosse stato solo per lui non avrebbe
affatto mangiato, ogni spillo che ingoiava era come un intero bufalo per il suo
povero stomaco. Ma Yutaka era preoccupato e ogni santo giorno si accertava che
lui mangiasse.
Le prime voci su un suo eventuale malessere, avevano cominciato
a girare per i vari blog. Alcune fan preoccupate per il suo stato di salute,
avevano mandato delle e-mail per sincerarsi che stesse bene.
Naturalmente lui aveva negato tutto, dicendo che la sua vita
andava a gonfie vele.
Bugiardo.
E come tutte le voci, che prima o poi si dissolvono al vento
anche quella pian piano si quietò.
Alzò gli occhi da quell’invito, che si prendeva gioco del suo
dolore per puntarlo nel grande orologio a pendolo, le undici segnava.
Quanto tempo gli rimaneva prima di morire definitivamente?
Circa un ora e trenta
minuti.
Pian piano il fatidico giorno era arrivato prepotente,
nonostante lui avesse pregato ogni notte di non dover assistere a quel
maledetto ventidue di Febbraio.
Lo squillo del cellulare lo fece trasalire, l’assolo di chitarra
gli perforò il cuore come un proiettile, doveva decidersi a togliere Taion come suoneria.
Si avvicinò al mobile dove era poggiato il telefono senza
fretta, guardò il display
Una
chiamata da parte di Yutaka
Sospirò prima di pigiare il tasto verde per accettare la
chiamata
“ pronto “ cercò di tenere un tono tranquillo
“ Taka chan buongiorno “
“ buongiorno Yutaka, dimmi
“
“ volevo sapere come
stai.. “
Poteva benissimo sentire l’ansia che provava l’amico all’altro
capo del telefono, si dispiacque per questo. Quante preoccupazioni gli stava
dando, e non solo a lui.
“ bene “ mentì
“ davvero? “
Non era facile prendersi gioco di Yutaka, aveva un sesto senso
quel ragazzo quando si trattava di queste cose. Sembrava una mamma alle prese
con i suoi adorati figli, ma lui non era
suo figlio.
“ si davvero “ cercò di nascondere l’ira che gli era montata dentro.
Spesse volte si era ritrovato arrabbiato con i suoi amici,
quando capitava che lo consolassero dicendogli che tutto si sarebbe aggiustato,
che sarebbe tornato tutto come prima. Devi
saper aspettare, dicevano, lui aveva aspettato ed ora?
Cosa era cambiato?
L’aspettare che frutti aveva portato?
Solo il matrimonio del suo amato Kouyou.
“ non ti arrabbiare con
me, sono solo preoccupato per te “ la voce di
Yutaka era come sempre gentile e confortante.
Per l’ennesima volta si sentì un verme nei suoi confronti
“ scusa Yutaka… non sono
arrabbiato con te “
“ vuoi che venga li da te?
“
Distrattamente guardò di nuovo il pendolo
“ no, sto bene… tu devi andare da Kouyou “
“ Taka “ si intromise Yutaka sentendo la voce spenta dell’amico
“ ha bisogno di te “ lo interruppe, non voleva sentire oltre
Un sospiro giunse fioco alle sue orecchie, scusa Yutaka pensò senza emettere suono
“ va bene, ma promettimi
che se c’è qualcosa mi chiami… “
“ promesso “
Bugiardo.
“ ci sentiamo più tardi
Taka “
“ ok “
Non era difficile per Yutaka intuire che Takanori, non sarebbe
stato presente al matrimonio di Kouyou, tutta quella situazione lo aveva ferito
irreparabilmente.
Gli dispiaceva per gli amici, quando erano insieme riuscivano ad
illuminare tutto il mondo con il loro amore.
Ora di quell’amore non restava che un mucchietto di cenere, che
una volta erano i loro cuori innamorati.
Non si era mai sentito di prendere la parte di uno dei due,
entrambi soffrivano, e anche se era Takanori quello che aveva commesso un
errore talmente grave, stava pagando appieno le sue colpe.
Quando aveva saputo da Kouyou che si sarebbe sposato, gli aveva
chiesto solo una volta la motivazione, perché
la amo la debole risposta.
Pur essendo passato tanto tempo, e avendoci pensato tantissime
volte, ancora non si spiegava perché quella volta non credette all’amico.
C’era quella strana luce negli occhi di Kouyou, che gli fece
presumere che mentisse.
Rimasero in silenzio alcuni secondi, ognuno ascoltava il respiro
dell’altro
“ Ok, Taka a dopo “ il batterista stava per agganciare, quando la voce del suo
piccolo amico gli giunse sofferente all’orecchio
“ Yutaka “
“ dimmi Taka “
“ secondo te.. è
innamorato? “
Come doveva rispondere a questa domanda?
Cosa doveva dire al suo caro amico?
Non sapeva nemmeno lui la risposta, a quella domanda che si era
posto mille volte.
“ non lo so Taka… “ infine decise per dire la
verità, non gli piaceva mentire, e men che meno a lui
che tanto soffriva.
“ ah.. “ la voce di Takanori era appena udibile
“ Taka tutto bene? “
“ si.. c-certo.. ora vai
altrimenti farai tardi… salutami Kouyou e..“ gli si spezzò la voce in
gola
“ Taka? “
“ dagli gli auguri da
parte mia “
Bugiardo.
“ lo farò…
stammi bene “
“ certo.. a dopo.. “
Takanori schiacciò il tasto rosso per terminare la chiamata, poggiò
il cellulare sul mobile riportandolo dov’era prima che Yutaka lo chiamasse.
Con lo sguardo volò di nuovo a quel pezzo di carta stracciato,
poggiato sul tavolino di fronte al divano nero di pelle, luogo che tante volte aveva accolto i loro
corpi nudi mentre facevano l‘amore.
Strinse forte gli occhi per scacciare quei ricordi, altre calde
lacrime solcarono i suoi occhi.
ate mo naku hitori
samayoi aruki tsuzuketa
kasuka na toiki wo tada
shiroku somete
utsurikawari yuku kisetsu no sono hakanasa ni
wake mo naku namida ga koboreta
"ima mo aishiteiru..."
Continuai a camminare vagando da solo senza
meta
Un debole sospiro si tingeva soltanto di bianco
Per la fugacità delle stagioni che passano
senza motivo, ho iniziato a piangere
"Ti amo ancora..."
“ Kouyou “ gemette
La disperazione lo stava di nuovo divorando dall’interno, sentì
di nuovo quella voce dentro di lui che gli diceva di farla finita.
La stessa voce che aveva sentito mille volte nella sua testa, ma
che si era ben guardato dal riferirlo a qualcuno dei suoi amici. Sapendo una
cosa del genere sarebbero andati fuori di testa, quando si cominciava a sentire
quel tipo di voci significava che la situazione era grave.
Magari farla finita non era poi così male, magari sarebbe
riuscito a non sentire più quel freddo gelido che si era impadronito del suo
corpo.
Non sarebbe mai riuscito a superare la visione di Kouyou, con
una fede al dito.
anata no kokoro no naka
zutto saite itai kara
yorisotte dakiatta nukumori wa wasurenaide
ne
chigau dareka wo aishite mo
saigo ni kiita anata no koe wo kono
mama zutto hanasanai mama
fukaku nemuri no ochitai
Vorrei fiorire sempre
nel tuo cuore
Non dimenticare il calore di quando ti tiravo a me e ci abbracciavamo
anche se ami qualcun altro
Non riesco a lasciar andare la tua voce che ho sentito per l'ultima volta
voglio cadere in un sonno profondo
Con una lentezza che snervava persino lui, si avviò verso la
grande finestra che dava sulla città. L’aprì e l’aria frizzante lo colpì in
pieno volto, la città in gran fermento, nessuno si era fermato nel sentire le
sue urla silenziose.
Perché lui si sentiva urlare senza aprire bocca, urlava il suo
corpo, urlava il suo cuore, urlava la sua testa.
Forse in fondo non sarebbe stato poi così difficile.
Alzò il volto verso l’alto e i tenui raggi del sole, colpirono i
suoi occhi facendoglieli chiudere, non gli sarebbe dispiaciuto volare verso di
lui.
Finalmente nella sua vita sarebbe entrato un po’ di calore.
Con entrambe le mani si aggrappò alle imposte, facendo forza con
le braccia riuscì ad issarsi sul davanzale, gli sembrava di volare.
furi tsuzuku kanashimi
wa masshiro na yuki ni
kawaru
zutto sora wo miageteta
kono karada ga kieru mae
ni ima negai ga todoku no nara
mou ichido tsuyoku dakishimete
"dakishimete..."
La tristezza che
continua a scendere si trasforma in candida neve
ho guardato in alto verso il cielo per tutto il tempo
Se il mio desiderio ti raggiungesse prima che il mio corpo scompaia,
abbracciami forte
ancora una volta
“ abbracciami “
Guardò le persone che correvano avanti e indietro per la strada,
da quell’altezza erano piccole figure, sembravano come tante piccole formiche.
Cosa avrebbero fatto i suoi genitori?
Suo fratello?
I suoi amici?
Le fan?
Con quel gesto tante persone ci sarebbero andate di mezzo, tante
persone avrebbero sofferto.
Era giusto quindi farlo?
Poteva per una volta nella vita, essere talmente tanto egoista
da pensare solo a se stesso?
I The GazettE avrebbero continuato senza di lui, i suoi
famigliari si sarebbero prima o poi rassegnati, così come i fan, ne era certo.
Sarebbe divenuto un ricordo, una persona da salutare nel giorno
della ricorrenza della sua morte.
Qualcuno avrebbe pianto la sua scomparsa, ma poi avrebbero anche
ricominciato a vivere.
“ addio “ sussurrò mentre lentamente lasciava la presa dal’imposta cui
era aggrappato.
“ TAKA!! “
un urlo alle sue spalle lo fece spaventare, facendogli perdere
l’equilibrio. Si sentì cadere nel vuoto, chiuse gli occhi pronto ad abbracciare
l’aria fredda di Febbraio, fino a che il suo corpo non avrebbe toccato terra
frantumandosi e con lui tutto il dolore provato.
L’unica cosa su cui andò a cadere era un corpo caldo, aprì gli
occhi e si ritrovò con il soffitto di casa sua sopra la testa, non sapeva come
ma era di nuovo dentro il suo appartamento.
Il ragazzo sotto di lui respirava affannosamente, le mani ancora
aggrappate con forza alle sue spalle. Ecco cosa era successo, qualcuno lo aveva
tirato dentro.
Inspirò profondamente, le narici gli vennero inondate dal profumo
di Ryo, ecco chi era.
“ fottuto figlio di
puttana “ soffiò il bassista sotto di lui
“ … “
“ vuoi ammazzarmi? Questo
è il modo giusto! “
“ … “
Con uno strattone Ryo si liberò di Takanori e lo fece cadere a
terra
“ aiah!
“ imprecò il piccoletto mentre si massaggiava il sedere
“ allora ce l’hai ancora
la voce! “
Takanori posò lo sguardo sul bassista, era furioso, tra poco gli
sarebbe uscito il fumo dal naso. Questo non lo aveva previsto, credeva che
ormai tutti fossero in chiesa ad aspettare la coppia felice.
Un'altra fitta dolorosa si fece strada al centro del petto, si
piegò leggermente nel vano tentativo di far diminuire il dolore.
“ che volevi fare è?! “ la voce di Ryo ruggiva
Silenzio.
“ ti hanno mangiato la
lingua Taka?! “
Silenzio.
Takanori abbassò il volto verso il basso, puntando lo sguardo al
pavimento. Ancora seduto a terra, non riusciva a muovere un muscolo, e dire che
adesso sarebbe stato ad abbracciare i caldi raggi del sole.
Ryo ritto in piedi di fronte a lui, attendeva una risposta, il
silenzio dell’amico lo mandava su tutte le furie.
Se non fosse passato a vedere come stava, e ringraziando il
cielo aveva le chiavi dell’appartamento, a quel punto Takanori sarebbe morto.
Morto.
Questa parola si disegnò vivida nella mante del bassista,
facendogli scoppiare un ira tremenda.
“ guardami Taka! “ disse mentre con uno scatto felino, piombò sul corpo minuto
dell’amico. Lo prese per la maglietta e lo tirò in modo da fargli alzare il
volto.
Takanori non emise fiato, il viso pieno di lacrime, si lasciò
sballottare dall’amico che si immobilizzò appena si rese conto, di quanto grave
fosse la situazione per il piccoletto.
Non che non lo sapesse, infatti sapeva benissimo che Takanori
era ancora innamorato di Kouyou, e sapeva che la notizia del matrimonio lo
aveva distrutto completamente.
Ma non avrebbe mai pensato che un uomo come Takanori, sarebbe
mai arrivato a pensare al suicidio.
Suicidio.
Scosse la testa per cacciare quella parola.
Takanori per lui era sempre stato un ragazzo forte, pronto a
combattere contro qualsiasi avversario. Nella vita aveva combattuto i suoi
demoni, rincorso i suoi sogni, affrontato la diffidenza delle persone e aveva
sempre vinto.
Ora, a vederlo in quello stato, sconfitto dall’amore che provava
per Kouyou, stentava a riconoscerlo.
Lasciò la presa sulla maglietta, per poi posare entrambi i palmi
delle sua grandi mani, sul viso dell’amico.
“ Taka “ sussurrò più dolce “
scusa “
Takanori cominciò a piangere singhiozzando, aggrappandosi alla
maglietta di Ryo. Subito quest’ultimo lo avvolse con le braccia e lo strinse
forte a se
“ piangi Taka, piangi
quanto vuoi… ci sono io qui adesso…
non sei solo “
Alcune gocce salate solcarono gli occhi di quel ragazzo, che era
sempre allegro e a cui piaceva sempre giocare.
Gli stessi occhi che riuscivano ad essere gentili e dolci, ma un
momento dopo tramutarsi in due fessure di ghiaccio, se solo qualcuno osasse toccare
i suoi cari.
Raramente avevano visto quegli stessi occhi piangere.
“ R-Ryo…o..
“
“ sono qui, lo
affronteremo insieme “
Takanori si irrigidì nel sentire quelle parole, lui non aveva
più la forza di affrontare nulla.
Si scansò bruscamente da quel caldo abbraccio, perso di nuovo
nei fumi della rabbia.
Rabbia che non provava per i suoi cari amici, ma solo con se
stesso.
“ non affronterò un bel
niente! “ gridò in faccia all’amico che rimase sorpreso
da quella reazione.
“ ma.. che dici? “
“ perché sei venuto?! “
Ryo rimase di stucco, dove voleva andare a parare?
“ che vuoi dire? “
“ dovevi andare
direttamente in chiesa! “ altra fitta al petto
“ spiegati “ soffiò tra i denti il bassista, già intuendo quello che gli
stava dicendo l’amico
“ non dovevi venire qui!
“
Quello che Ryo vedeva di fronte a se, non era nemmeno
lontanamente il suo amico Takanori. Era come se qualcuno avesse preso il suo
corpo e ci stesse giocando, a dei giochi atroci.
Non poteva accettare che gli stesse dicendo, che lo doveva
lasciare morire.
Cosa avrebbero fatto tutti loro?
Scosse leggermente la testa, ritraendosi un pochino
“ non ci posso credere..
“ una risata amara uscì dalle sue labbra
“ dovevi lasciarmi
morire! “
Gli occhi di Ryo si affilarono, la rabbia che aveva provato
prima mista alla pura di perdere l’amico, non era nulla al confronto con la
furia che si impadronì di lui.
“ che cazzo dici?! Vuoi
che faccia finta di niente e ti lasci morire?! “
“ SI!! “
“ tu sei pazzo! “
“ non riesco più a vivere
così! Kouyou si sta sposando!!! “ questa volta la fitta
che gli pervase il petto lo costrinse ad aggomitolarsi su se stesso.
Benché Ryo provasse l’impulso di andare a soccorrere Takanori,
preferì non avvicinarsi.
“ e tu cosa hai fatto per
impedirlo? “ la voce gli uscì più
bassa di qualche tono, ma gelida
La figura di Takanori si ghiacciò, sembrava una statua, gli occhi
sbarrati ed increduli.
“ c-come?
“ chiese con un filo di voce
“ hai sentito bene, non
hai mosso un dito per impedire ciò che sta accadendo oggi! “
“ io ho provato a parlare
con lui! “ disse indignato
Come poteva solo pensare, che non avesse tentato di fare pace
con Kouyou?
“ bugiardo, ti sei
limitato ad accettare il suo silenzio, ad assecondare una richiesta che nemmeno
ti è stata detta ad alta voce! Hai preferito non avvicinarti a Kouyou per paura
di un suo rifiuto… e mentre tu ti leccavi le ferite
chiudendoti nel tuo mondo, gli hai dato un'altra prova che non lo amavi “
“ ma.. io… “
Ryo si portò vicino all’amico, lo prese tra le braccia
stringendolo a se
“ ti voglio bene Taka,
sei un fratello per me, quindi fammi il piacere di non chiedermi di lasciarti
morire “
Lo scansò leggermente per poterlo guardare negli occhi, poi
continuò “ preferisco che mi chiedi di
portarti in chiesa “
Takanori sbarrò gli occhi, cominciando a tremare “ io.. io non.. “
“ non tutto è perduto
Taka “
“ cosa dici? “
Il piccolo vocalist, non capiva esattamente cosa gli stesse
dicendo il bassista. Per quale assurdo motivo doveva andare in chiesa?
L’ultima cosa di cui aveva bisogno, era vedere Kouyou sposarsi
con quella donna.
Vide Ryo guardare il grande orologio a pendolo
“ non manca molto Taka “
Guardò anche lui e vide che era già mezzogiorno, tra mezzora
sarebbe cominciata la messa, rabbrividì.
“ dovremmo andare lì Ryo?
“
“ rispondi a questa
domanda, lo ami ancora Kouyou? “
“ si “
“ faresti qualunque cosa
per riaverlo? “
“ si.. ma “
“ niente ma “ lo interruppe “ allora
andiamo, possiamo ancora farcela “
Ryo si alzò di scatto, prendendo Takanori per un braccio e trascinandolo
fuori dall’appartamento, senza nemmeno farlo cambiare. Gli concesse solo di infilarsi le converse
nere, che erano vicino alla porta di uscita.
Al piccolo vocalist non piaceva uscire di casa, con i pantaloni
della tuta neri e una felpa grigia, ma non poteva obbiettare al momento.
Scesero di corsa in strada e Ryo lo guidò fino alla sua auto,
appena montati avviò il motore e si riversò in strada.
Inutile dire che le strade erano affollate, l’ora di punta era
terribile.
“ che dovrei fare? “ chiese Takanori, mentre Ryo imprecava contro gli altri
automobilisti
“ aprigli il tuo cuore,
solo allora potrai dire che le hai tentate tutte “
Aprirgli il suo cuore, non era affatto facile da fare.
Doveva entrare in una chiesa, piena di persone che aspettavano
l’inizio del matrimonio e gridare a Kouyou che lo amava?
Era un po’ pazzo come piano, ma si poteva fare.
Arrivato al punto di voler morire cosa poteva cambiare?
Si, sarebbe arrivato in chiesa e una volta entrato avrebbe
urlato tutto il suo amore verso Kouyou, quell’uomo che tanto amava e che senza
di esso era inutile vivere.
Il traffico era caotico e la macchina non riusciva ad avanzare,
Takanori guardò impaziente l’orologio da polso, mancavano cinque minuti
all’inizio della celebrazione.
“ Ryo “ gemette
“ lo so Taka… togliti di mezzo!! “
“ non ce la faremo mai “
“ scendi dalla macchina “
“ cosa? “
“ la chiesa è qui dietro
“ fece un gesto della mano per far capire all’amico dove in
effetti si trovasse la chiesa “ se scendi
e corri fai prima, io parcheggio e ti raggiungo “
“ è da pazzi “
“ è da pazzi anche
buttarsi dal trentesimo piano Taka! “
In effetti aveva ragione, stava per suicidarsi buttandosi dal
suo appartamento, ed ora gli sembrava starno correre dal suo amato?
Si precipitò fuori dall’auto dell’amico, cominciando a correre
verso quel luogo che gli stava portando via, per sempre, l’unica ragione della
sua vita.
Mentre correva guardò varie volte l’orologio, sperava che il
tempo si fermasse e che una volta tanto, chiunque governasse i fili della sua
esistenza gli facesse la grazia di assecondarlo.
Svoltato l’angolo intravide la chiesa, chiese al suo corpo uno
sforzo maggiore cominciando a correre più veloce.
Fuori dalla chiesa non si vedeva nessuno, questo perché tutti
gli invitati dovevano essere dentro.
All’interno della chiesa, gli invitati erano tutti intenti a
seguire le parole del prete, i due sposi di fronte all’altare.
Kouyou era vestito di bianco, giacca, pantalone e cravatta,
mentre la camicia e le scarpe erano nere.
Si mordeva un labbro, mentre le parole del prete entravano e
uscivano dalla sua testa senza coglierne il significato.
L’unica persona, che affollava la sua mente era Takanori, quello
scricciolo che gli aveva rubato il cuore e si era dimenticato di
restituirglielo.
Nonostante quello che era accaduto, lo amava ancora, la visione
di lui a letto con quella donna gli faceva male, ma non era nulla al confronto
del dolore che provava in quel momento.
Lo stava lasciando per sempre e una vita senza Takanori, sarebbe
stato un inferno.
Arrivato di fronte alla scalinata, salì i gradini a due a due,
senza fermarsi e senza pensarci spinse con forza il grande portone di legno che
si aprì scricchiolando.
Tutti i presenti si voltarono verso di lui, compresi i due
sposi, Takanori rimase immobile, con il fiatone per lo sforzo e la pelle sudata
nonostante la temperatura abbastanza fredda.
Kouyou spalancò gli occhi e la bocca alla vista del suo piccolo
amato, cosa ci faceva lì?
Lo aveva invitato, o meglio, la sua futura moglie lo aveva
costretto ad invitarlo, aveva chiesto se c’era una motivazione per cui Takanori
non dovesse essere presente al loro matrimonio, non aveva saputo rispondere.
Ma non si sarebbe mai aspettato che ci andasse, e per di più
conciato in quel modo.
Anche i restanti membri del gruppo, guardarono con la stessa
espressione il piccolo vocalist.
Takanori aprì due volte la bocca senza riuscire a parlare, finché
non si intromise il prete
“ che succede? “ chiese l’uomo dalla veste bianca
L’unico suono che si udiva, era il brusio della gente che
parlava sommessamente, Takanori si guardò intorno smarrito.
Doveva dire qualcosa, doveva dire a Kouyou che lo amava. Puntò
il suo sguardo in quello del suo amato, silenziosamente gli chiese aiuto
“ che succede ragazzo? “ di nuovo il prete
“ Taka.. “ la voce di Kouyou era dolce, una carezza calda al suo cuore
freddo.
Quanto tempo era passato da quando quella voce, lo aveva
chiamato così dolcemente?
“ Kou.. “ un singhiozzo
Il brusio si fece più forte, le persone additavano la piccola
figura di Takanori che cominciò a tremare.
“ lei conosce quel
ragazzo? “ chiese il prete allo sposo
“ stia zitto! “ proruppe Kouyou, verso colui che lo avrebbe unito in
matrimonio, con la ragazza che in quel momento lo guardava con occhi e bocca
spalancati
“ amore “ il flebile bisbiglio della donna
“ scusa…
devo parlare con lui “
Kouyou abbassò lo sguardo a terra, non sapendo più in che
direzione guardare.
Costrinse le sue gambe a muoversi, lentamente prese a camminare
verso il piccolo vocalist.
Takanori era immobile nella stessa posizione, calde lacrime
avevano solcato i suoi occhi. Con un gesto veloce si asciugò il viso con la
manica della felpa, cosa che non servì a molto visto che appena le asciugava,
altre lacrime erano pronte a prenderne il posto.
Vedeva il suo amato Kouyou andargli incontro, i lisci capelli
biondi cadevano leggeri sulle spalle, il completo bianco lo faceva sembrare
ancora più angelico di quanto si ricordasse.
Non staccava gli occhi da quelli dell’amato, mentre tutt’attorno
sparivano le persone, il prete e persino la chiesa. In quel momento riusciva a
vedere solo colui che amava e che stava per perdere per sempre.
Kouyou si fermò a due passi da lui, senza pronunciare una sola
parola, si limitò a donargli un sorriso sincero e dolce
“ Kou.. “
“ sei venuto fin qui per
dirmi solo questo? “
L’attenzione del biondo chitarrista, venne catturata dalla
figura di Ryo che faceva ingresso nella chiesa, dietro le spalle del vocalist.
Anch’esso aveva il fiatone, sorrise ancora di più, doveva immaginarselo che
c’era anche il suo zampino in quella storia.
Puntò di nuovo lo sguardo negli occhi di Takanori, ogni volta ci
si perdeva, erano come due oceani nel quale sarebbe affogato molto volentieri.
“ allora…
? “ chiese dolcemente
“ ti amo Kou “
Rimase di sasso, non che non se lo aspettasse, era certo che lo
avrebbe detto. Aveva capito che Takanori era andato lì per riprendersi ciò che
era suo, ma fu il modo in cui lo disse. Era riuscito a racchiudere in quelle
parole, tutta la passione, l’amore, i litigi, la sofferenza e la separazione
che avevano passato insieme.
La piccola figura di Takanori si mosse appena, si mise sulla
punta dei piedi e portò entrambe le braccia a circondare il collo del compagno.
Kouyou sorrise, finalmente felice dopo tanto tempo
“ ti amo anche io
cucciolo “
Il contatto tra le loro labbra fu lieve ed estremamente dolce, ora
entrambi avevano ritrovato ciò che era andato perduto.
Ora erano finalmente felici, uno nelle braccia dell’altro
“ per sempre insieme Kou
“
“ per sempre insieme Taka
“
Sussurrarono entrambi sulle labbra dell’altro.
nagai tabiji no hate
ni nani ga aru no ka
dare mo wakaranai keredo
fuan na yoru
wa mou nido to otozurenai kara
eien wo aruite
yukeru
kore kara mo zutto futari de
Nessuno sa
cosa ci sarà alla fine del nostro lungo viaggio
ma le notti inquiete non arriveranno più
Perciò potremo camminare in eterno
d'ora in poi, per sempre noi due
The End
L’ispirazione per questa shot
mi è venuta ben tre giorni fa, fino ad ora ci ho lavorato su. Non è stato molto
semplice, doveva essere una cosa allegra =.=” ho fallito miseramente…
però sono riuscita a piazzarci un bel lieto fine no? Che ne dite? XD
Devo ringraziare una persona che mi ha tanto aiutato
nella stesura di questa storia, arigatou gozaimasu Gackt-san!!! Lui mi ha tenuta compagnia mentre scrivevo e
la sua dolce e melodiosa voce mi ha ispirata ^-^
Infatti, come avrete già notato ho usato dei pezzi di
una delle sue più belle canzoni, “ Last Song “, non
so che dire su questa meraviglia, una delle mie preferite. Mentre alla fine ho
usato “Love Letter “ un'altra splendida creatura
firmata Gackt.
Spero di essere riuscita a far trapelare la
disperazione di Takanori, rileggendola per correggere, non mi ha più dato
quella bella sensazione di quando la stavo scrivendo.
In fine grazie a chiunque leggerà, i commenti sono
ben accetti sia belli che brutti! *_*
Bye <3