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Autore: Silene Nocturna    17/08/2010    3 recensioni
Una storia –tipicamente studentesca- ancora una volta basata in parte tra i banchi di scuola. Amante del mistero quale sono, credo che anche questa prenderà una piega un po’ diversa dal solito, con i giusti scorci romantici che adoro. "Alexis, giovane studentessa, adolescente scalpitante, sognatrice nascosta si ritroverà catapultata in una curiosa quanto oscura vicenda che le permetterà finalmente di trovare la complicità tanto agognata da tutti... nella profondità di due occhi di ghiaccio, riuscirà ad ottenere qualcosa che solo lei sarà in grado di scorgere"
"...Trattengo il respiro mentre le sue dita sfiorano la pelle del mio collo e d’istinto cerco di allontanarmi leggermente, schiacciandomi più verso il sediolino. Inutile dire che ancora una volta annulla la distanza e prepotentemente continua ciò che aveva iniziato prima. Imita il folle gesto della stretta sul collo, poggiando i polpastrelli esattamente dove la volta precedente segni rossastri avevano solcato la mia pelle lattea. Nonostante la soggezione, la mia espressione è pur sempre arrabbiata, o quasi.
- Com’è che non ti sottrai e scappi come la volta scorsa?-
- Perché fai così?-
Ghigna sommessamente per poi avvicinarmi alle sue labbra, che sussurrano un: - Perché mi va.- Socchiudo le palpebre, mentre mantiene ancora la presa, non facendomi alcun male. – Smettila di recitare la parte della ragazza forte. Mi da i nervi.-"

[DALL'11° CAPITOLO DI DANNATO AMORE]
Non mi resta che augurarvi buona lettura.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Di nuovo saluti a voi! Stavolta mi concentro su una storia –tipicamente studentesca- ancora una volta basata in parte sui banchi di scuola. Amante del mistero quale sono, credo che anche questa prenderà una piega un po’ diversa dal solito, con i giusti scorci romantici che adoro. Non mi resta che augurarvi buona lettura.

 

 

Alexis Mayers? Io.

 

 

 

 

Michael mi ha invitato a una festa sabato prossimo… Cosa faccio??? Devi accompagnarmi intesi? Oh, Alex ti prego. Ci tengo davvero tanto. Baci baci dalla tua Ellie <3

 

Ennesimo messaggio.

A cinque minuti di distanza dal primo.

Ergo: Ellie, stai peggiorando.

Non mi ritengo per niente il tipo da partecipare alle feste tra studenti, ma se c’è di mezzo la mia amica Ellie... potrei fare un’eccezione. Cosa c’è infondo di più bello che vedere una coppietta felice in mezzo a tante altre coppiette felici?

Forse è proprio questo il problema… a 16 anni non mi sono mai innamorata. O almeno, innamorata sul serio.

Mi chiamo Alexis Mayers, ma vista l’indecenza del mio nome, preferisco solamente essere chiamata Alex. No, non Ally, Al o cose simili, semplicemente Alex.

Mi sono trasferita in un piccolo paese con mio padre da… qualche mese. Ho ritrovato la mia amica di infanzia Ellie, che è anche la mia unica amica, e cerco di sopravvivere in una città così piccola e sperduta. Ovviamente, più la città è piccola, più ti ambienti in fretta, ma il problema è un altro: tutte le cose di cui ero completamente dipendente qui non ci sono.

 

Ricordati che mi devi un favore Ellie…

 

Sicuramente troverò il modo di cavarmela in una situazione del genere.

Oh, vi starete chiedendo di mia madre… Bèh lei ha intrapreso una strada diversa. Continuamente in giro per lavoro, è difficile che riesca a vederla per più di due settimane ogni mese. Non mi lamento, i miei genitori sono okay, forse un po’ fuori, come tutti i genitori del resto…

7:30. Direi che è giunto il momento di scendere per la colazione se non voglio far tardi a scuola.

Infilo le All Star, e saluto a malincuore il letto. La mia stanza forse è la cosa che amo di più, -dopo la collezione dvd di Buffy l’ammazzavampiri- una piccola mansarda con tanto di veduta sul vicinato. Le villette in zona sono più o meno uguali, tranne quella accanto alla mia; di un piano più alta, col giardino anche sul retro, piena di rampicanti, piante, radici, erbacce e ah sì, anche un albero a mio parere secolare, sembra che da un momento all’altro il legno quasi marcio ceda lasciando il posto a un mucchietto di polvere. Ho sentito dire che è di proprietà di un certo banchiere di New York…che aspetta allora a ristrutturarla? Non voglio ritrovarmi la stanza piena di polvere e robaccia simile in caso di crollo.

Scendo i gradini a due a due e svoltando a sinistra mi ritrovo nella soleggiata cucina, ovviamente, con la colazione comprata al Cafè più vicino, nonché unico…

-Buongiorno tesoro, dormito bene?- Ecco, vi presento mio padre. Capelli castani brizzolati, occhi nocciola –forse la cosa migliore che abbia ereditato-, fisico…normale, carattere solare, aperto e socievole. Il mio opposto insomma. Non fatevi strane idee, mi riferivo solamente al carattere.

- Come al solito…grazie. Ti avviso che sono in ritardo, prendo una brioches al volo e scappo.-

- Tesoro, quante volte devo ripeterti che la colazione è importante? In questo periodo ti vedo un po’ pallida e mi sembri dimagrita. Adesso dici che vuoi anche saltare la colazione?- La solita storia.

- Non ho detto che non ho intenzione di farla, ma che invece non ho il tempo di farla qui, e quindi me la porto dietro-

- E va bene. Sai, credo che tu sia in ritardo…- Guardo l’orologio e: 7:42. Bene, non ci voleva proprio!

- Io scappo, ci si vede dopo!- Correndo mi dirigo verso la porta, la apro e violentemente la sbatto provocando un rumore che non basta a coprire l’

“Hai dimenticato la colazione” di mio padre.

Passo accanto alla casa diroccata e ci vedo delle persone dentro e fuori; rallento il passo e sento gli operai dire che per ristrutturarla non ci vorrà molto tempo visto che all’interno è completamente intatta. Dopo una breve occhiata, riprendo ad avanzare a passo svelto per la mia strada.

 

La scuola. Avete presente quei castelli norvegesi? Bèh, più o meno è la stessa cosa… Devo dire che lo stemma a mio parere è l’unica cosa che non da troppo nell’occhio ma lascia colpiti. Un’aquila a tre teste. Interessante, no?

Inoltre, ciò che ha sempre attirato particolarmente la mia attenzione è il boschetto vicino da cui, seguendo un sentiero, si arriva proprio a una piccola cappella bianca, con una lavorata fontana tutt’ora funzionante a pochi passi da essa.

Varco il cancello e mi accorgo che fortunatamente la campanella non è ancora suonata, Miss Pearsette se ne sarà dimenticata di nuovo.

Diciamo che è un po’anzianotta per essere la direttrice della scuola. Non la cambierei per niente al mondo visto che è tutto a favore di noi studenti.

Avanzo nel cortile evitando i ragazzini del primo che, come al solito, non perdono tempo a sbizzarrirsi; dopotutto oramai sono diventati “liceali”. Sembra che la cosa li ecciti, sarà che sono liceale da quattro anni ormai, ma non ricordo affatto di aver avuto comportamenti simili a quell’età. Che bello, mi meraviglio di me stessa! Non ho ancora compiuto 17 anni e già parlo come una zitellona inacidita.

Tra la folla scorgo la chioma biondo cenere di Ellie che tanto per cambiare è intenta a parlare con qualche ragazzo. Mi avvicino cauta e aspetto che si accorgano di me.

-         …in verità non so proprio, io preferisco di gran lunga i Green Day e… Oh Alex sei arrivata!- Dice voltandosi verso di me e lasciando perdere la ciocca che continuava ad arricciarsi intorno al dito.

-         Sì, eccomi qua. Tutto ok?-

-         Ti presento Michael!- Ignora la domanda, ma credo che la sua sia una risposta da interpretare.

-         Molto piacere, Ally – Dice il biondo. Bene, un passo avanti per non rientrare nelle mie simpatie.

Capelli biondi impomatati, occhi scuri da pesce lesso, aria da fighetto… sicuramente non il mio tipo.

-         Sì, ci conosciamo…frequentiamo il corso di biologia insieme–

-         Davvero? – Rispondono all’unisono Ellie e lo spaventapasseri.

-         Strano, non mi ricordo di te… - Dice portandosi le dita al mento e alzando un po’ gli occhi al cielo.

Capite ora come la penso su questa cittadina? O sei popolare o non sei nessuno. Mi ritengo una persona molto introversa e a cui non piace stare al centro dell’attenzione, con dei gusti che non tutti condividono, di conseguenza…

-         Scusa Michael, credo proprio che per noi sia ora di andare. Letteratura chiama! Eh eh… Ci vediamo a pranzo!- Trilla Ellie prendendomi per mano e strattonandomi via.

-         Ci si vede ragazze.-

-         Ci si vede, spaventapasseri…- aggiungo sottovoce.

-         Alex, come sei sgarbata…guarda che è un bel tipo e a me piace.-

-         Perché? Che ho detto di male?- rispondo con aria innocente.

 

Trascorse quattro ore, finalmente usciamo dall’aula per dirigerci alla mensa. Non avendo fatto colazione ho avuto qualche problemino in classe col mio stomaco che continuava a protestare. Per fortuna l’unica ad accorgersene è stata Ellie… credo.

-         Allora? Pronta per la festa?- Dice sorridendo mentre agguanta la sua insalata giornaliera.

-         …- Continuo a scorrere silenziosamente il vassoio sulla lastra metallica.

-         Bèh? Non mi dici niente? Io ho già deciso cosa mettere.-

-         Ellie sul serio, non so davvero cosa dire…lo sai come la penso per quanto riguarda le feste.-

-         Ci sarà da divertirsi te lo assicuro, e chissà potrai trovare finalmente il ragazzo che fa per te-

-         Ne dubito.- affermo con noncuranza afferrando gli spaghetti mentre porgo a lei il suo hamburger.

-         Sarà fantastico scatenarci insieme in pista!-

-         Io non ballo!-

Dopo aver riempito i vassoi col cibo ci dirigiamo al nostro consueto tavolo, lo stesso da quando abbiamo cominciato a frequentarci, e mi lascio cadere pesantemente sulla sedia. Ogni tanto vengono a farci visita degli amici di Ellie, altri non si avvicinano perché ritengono che abbia un aspetto troppo “Out” per loro… Sarà che non amo particolarmente le camice da boscaiolo o i mini vestitini rosa e la maggior parte dei miei capi d’abbigliamento siano scuri, sarà che le catene quando penzolano dal jeans producono un suono sinistro, sarà che tendo a truccarmi gli occhi di nero per risaltarne il colore, ma… il vero motivo non l’ho mai capito. E poi, trovo che questa gente sia ancora di mentalità chiusa rispetto al resto del mondo. Eppure il rock ha avuto la sua massima espansione negli anni ’80!

Non pensate cha la mia sia soltanto una divisa, mi è sempre piaciuto questo stile, e adesso che ho raggiunto un’età in cui non devo più chiedere a mamma e a papà se posso mettere un piercing, amo personalizzare questo stile.

Mentre comincio ad aprire l’involucro di plastica che racchiude le posate, scorgo due mani appoggiarsi allo schienale della sedie che mi sta di fronte.

-         Ciao ragazze, posso sedermi qui?- Tina Taylor. Una bionda ossigenata alta quasi 1.80 che indossa –appunto- minivestiti rosa, rosa confetto, rosa antico, rosa shocking, rosa zucchero filato… Insomma, un agglomerato di zucchero ambulante.

Il suo nome mi ricorda molto Tina Turner… Mi chiedo se l’abbia modificato apposta.

-         Certo Tina, hai qualcosa da dirci? – risponde Ellie per me, posando sul tavolo il succo di frutta alla pesca che stava bevendo.

Non se lo fa ripetere due volte e con molta lentezza si accomoda.

-         In effetti sì, visto che tutti sapete che ovviamente e modestamente sono il capo organizzatrice delle feste della scuola, nonché presidente del consiglio studentesco, mi chiedevo se voi ragazze del quarto poteste darmi una mano per l’imminente organizzazione della più importante festa dell’istituto.- Dice passandosi una mano fra i lunghi capelli e sbattendo le sue lunghe ciglia perfettamente cosparse di mascara. Accavalla le gambe in attesa della nostra risposta, però continua a guardare intensamente me.

-         …soprattutto tu Alexis.- continua dopo.

-         Cosa c’entro io scusa?- Rispondo quasi incredula, non lasciando però trasparire molte emozioni dalla mia voce.

-         Oh, tesoro, ma tu c’entri tantissimo invece! La festa da organizzare è quella per Halloween, e visto che tu sei così…così…portata per questo genere di cose, allora mi chiedevo se ti andava di aiutarmi a renderla uno sballo e apprezzata da tutti!- Conclude agitando con enfasi le mani mentre Ellie mi guarda con uno piglio di supplica per non rovesciarle gli spaghetti addosso. Tina continua a sbattere le ciglia e a guardarmi con insistenza negli occhi.

-         Sai che ti dico? ... - mi decido.

 

- Potevi anche essere un po’ più carina! Certo che quella Tina ha una bella faccia tosta però…-

- Altro che carina. Due feste in programma sono troppe, la mia risposta è NO!-

Camminiamo lentamente e l’una al fianco dell’altra per gli ormai quasi deserti, corridoi della scuola, dalle fattezze blu e bianche: ovvero i colori della squadra di Rugby.

È vero, la scuola avrà anche un aspetto molto in stile barocco, ma all’interno le pareti sono tappezzate da “moderni” arazzi blu e bianchi con l’aquila a tre teste posta al centro. E l’illuminazione è anch’essa di ultima generazione.

I cittadini che vivono a Chester sono tutt’altro che modesti commercianti, che hanno a disposizione solo negozi per turisti, alimentari e ferramenta, si tratta di persone che gestiscono importanti attività di famiglia, o che sono soltanto ricchi e possono permettersi di viaggiare tutti i giorni da New York a qui come se niente fosse per affari. La Signora Pearsette ad esempio: la sua famiglia gestisce questa scuola, più altre due a Manhattan da generazioni ormai, e non perde occasione per far visita ogni tanto ai vecchi manieri che ama rendere pittoreschi all’esterno e funzionali all’interno. Sempre mantenendo una certa classe, s’intende.

Forse è anche per questo che qui non mi sono ancora ambientata, a New York è palese che ci sia una vasta gamma di persone, anche con una differente cultura magari. Qui invece sono tutti stramaledettamente uguali e, tranne qualche eccezione, snob. La mia amica Ellie si può dire sia un misto, ma ha quel non so che, e la contraddistingue da molti sbruffoni che girano in città;

- Perché non l’hai detto subito allora?-

- Perché forse qualcuno continuava a lanciarmi sguardi supplichevoli più una dozzina di calci alle gambe!-

Già, perché effettivamente, a differenza di quello che vi poteste aspettare, le cose in mensa sono andate più o meno così:

“Sai che ti dico?”

“Che è molto felice di farlo! Anzi, ci mettiamo all’opera già da subito!”

Dice Ellie al mio posto.

“Cosa?!” ribatto seccata.

“Alexis c’è qualche problema?” Chiede Tina spalancando i suoi enormi occhi azzurri.

Arriva la dozzina di calci e…

“…No, è solo che… Bèh, ecco… devo pensarci su”

“Magnifico zuccherino, mi rendi la persona più felice del mondo!”

 

Riponiamo le nostre cose nell’armadietto e ci prepariamo per tornare a casa.

-         Insomma, stavo pensando che potrebbe essere una bella esperienza. Dopotutto…-

-         Dopotutto niente… non mi va di organizzare una stupida festa di Halloween.-

-         Guarda i lati positivi! Secondo te perché l’ho fatto?-

-         Perché vuoi appartarti con Michael?-

-         Anche… ma non è questo il punto. Immagina, sarai tu a decidere il tutto. Se prima era una festicciola banale, adesso puoi farla diventare una vera e propria festa dell’orrore e divertirti un mondo! Farla a tuo piacere insomma. Così puoi finalmente mettere tutte quelle canzoni che mi fanno venire la pelle d’oca e che a te piacciono tanto!-

Devo ammettere che il suo discorso non fa una piega…

-         Come…This is Halloween di Marilyn Manson?-

-         Magnifico! Il tema centrale della festa sarà proprio questo!-

-         Tipo…realizzare tutto quello che c’è nella canzone?-

-         Ma che bella idea! Potremo ricreare la scena.-

La cosa comincia a farsi interessante. Senza accorgercene arriviamo al bivio che separa casa mia dalla sua. Ellie quando vuole ci sa fare però.

-         Bèh ti saluto… credo che l’idea cominci a piacermi.-

-         Visto?- mi guarda con un sorriso sornione. – domani daremo la conferma a Tina. Ciao Alex!- mi schiocca un bacio sulla guancia e poi aprendo l’ombrello corre lungo il viale.

Un’altra cosa che odio di questo posto? Il tempo… Cambia da un momento all’altro e sempre in peggio, fortunatamente questi temporali hanno la caratteristica di durar poco. Apro anch’io il mio ombrello e imbocco la via per casa con mille pensieri al seguito.

 

 

 

Fine del primo capitolo, mi auguro sia stato di vostro gradimento^^

 

Vi sarei grata se mi lasciaste una recensione per un piccolo parere!

Grazie in anticipo a tutti i lettori.

 

Nihila

   
 
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