Libri > Il meraviglioso mago di Oz
Ricorda la storia  |      
Autore: Feel Good Inc    17/08/2010    4 recensioni
L’Uomo di latta non lo capisce. Lo Spaventapasseri è come lui: non è umano. Non respira, non si ammala, non mangia, non beve, non dorme. Non ha un cuore. È solo un involucro. [...]
Perché lo Spaventapasseri non sente il bisogno di un cuore?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boscaiolo di Latta
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ruggine

 

 

 

 

 

 

{ everything that you thought I would be
has fallen apart right in front of you }

Linkin Park, Numb

 

 

 

Era già notte sul sentiero dorato, quando i quattro viandanti si sono concessi una sosta nel loro viaggio alla volta della Città di Smeraldo.

Il Leone è stato il primo a crollare addormentato, lì sul ciglio della strada, senza neppure curarsi di trovare un giaciglio più adatto. La ragazza ha riso mentre il suo piccolo cane curioso andava ad annusare la bestia ronfante e si accucciava al suo fianco, scodinzolando con la felicità di chi ha appena trovato un compagno di sonni tranquilli. Poi, lei si è seduta a terra e in qualche modo ha acceso un fuoco, sotto lo sguardo attento e un po’ preoccupato dell’uomo di paglia rimasto a distanza di sicurezza, almeno venti mattoni gialli più in là.

È alla luce di quello stesso fuoco che il boscaiolo di latta adesso siede, lucidando la sua ascia arrugginita dal tempo, dalle intemperie e dall’inutilità. Lui non ha bisogno di dormire e forse proprio per questo la notte gli rende così facile pensare.

Eppure, per quanti sforzi faccia, l’Uomo di latta non capisce.

Dall’altra parte del piccolo falò, accanto ai due cuccioli troppo cresciuti che dormono insieme, la ragazza si è assopita con la testa abbandonata sulle ginocchia di paglia dello Spaventapasseri. Neppure lui è una creatura umana, neppure lui ha bisogno di cedere al sonno; e dunque da diverso tempo – ore? Notti intere? – se ne sta immobile a guardare la ragazza con quel suo sorriso di paglia semplice e spontaneo, le dita di paglia perse tra i suoi capelli, e neanche la presenza del fuoco sembra più in grado di distrarlo da lei.

L’Uomo di latta non lo capisce. Lo Spaventapasseri è come lui: non è umano. Non respira, non si ammala, non mangia, non beve, non dorme. Non ha un cuore. È solo un involucro.

E cos’è che desidera? Un cervello.

Non riesce davvero a capirlo. Perché lo Spaventapasseri non sente il bisogno di un cuore?

Lo osserva per un’infinità, per tutta la notte forse, guardando alternativamente le sue mani sulle spalle e sulla testa di Dorothy e il suo sguardo raggiante di un sentimento così umano e il suo sorriso incancellabile anche se le labbra sono finte. Si chiede se quello sguardo e quel sorriso dipendano da lei, da Dorothy. Anche lui l’ha toccata così, anche lui l’ha tenuta sottobraccio a lungo sulla strada, e ha sentito le sue piccole mani buone sulla propria corazza di metallo – però, nel suo caso il contatto con lei è rimasto freddo, fine a se stesso.

Ma quando Dorothy sfiora lo Spaventapasseri, anche lontano un miglio sembra che in quell’ammasso di stracci e paglia batta un cuore vero.

L’Uomo di latta passa tutta la notte o forse tutta la vita a guardare i suoi compagni di avventura, desiderando atrocemente che ciò che gli sembra di percepire da qualche parte nel proprio corpo vuoto sia davvero gelosia e non semplicemente una vaga impressione di dolore fisico. Resta lì a guardarli anche quando lei sorride nel sonno e quando senza svegliarsi si stringe allo Spaventapasseri e quando quel guanto gonfio di paglia scende a sfiorarle con umana delicatezza una guancia; e quando infine il Leone annuncia il proprio risveglio con un poderoso sbadiglio, lui è ancora lì nella stessa posizione, con l’ascia lucida sulle ginocchia ancor più lucide – negli occhi, invece, qualcosa di spento che soltanto un mago che nessuno di loro ha mai visto prima potrebbe essere in grado di accendere.

L’alba porta con sé sui mattoni dorati un’intuizione ed una consapevolezza che però non hanno il potere di cambiare le cose, di renderle migliori o anche soltanto più accettabili.

Forse allo Spaventapasseri non serve un cuore perché lui riesce a farsi bastare quello di Dorothy.

Sarà davvero gelosia la cosa che gli provoca quelle lacrime assurde che rischiano di arrugginirgli il viso ancora una volta? L’Uomo di latta non lo sa, non lo capisce.

Sa solo che quella ruggine bagnata fa male.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

 

Nuovo esperimento sul mago di Oz versione cinematografica, stavolta dal punto di vista dell’Uomo di latta. Adoro questo personaggio, dico davvero. Però il rapporto tra Dorothy e lo Spaventapasseri è la cosa che mi suscita più tenerezza in quel film ^^ E infatti mi è servito da spunto per alzare un po’ il sipario anche sulla storia dell’amato boscaiolo.

Uao, con questa fanno due storie in meno di due giorni sullo stesso fandom o__ò Oz a me fa uno strano effetto, sissì.

Hope you liked it <3

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il meraviglioso mago di Oz / Vai alla pagina dell'autore: Feel Good Inc