Ruggine
{ everything that you
thought I would be
has fallen apart right in front of you }
Linkin Park,
Numb
Era già notte sul
sentiero dorato, quando i quattro viandanti si sono concessi una sosta nel loro
viaggio alla volta della Città di Smeraldo.
Il
Leone è stato il primo a crollare addormentato, lì sul ciglio
della strada, senza neppure curarsi di trovare un giaciglio più adatto. La
ragazza ha riso mentre il suo piccolo cane curioso andava ad annusare la bestia
ronfante e si accucciava al suo fianco, scodinzolando con la felicità di
chi ha appena trovato un compagno di sonni tranquilli. Poi, lei si è seduta
a terra e in qualche modo ha acceso un fuoco, sotto lo sguardo attento e un po’
preoccupato dell’uomo di paglia rimasto a distanza di sicurezza, almeno
venti mattoni gialli più in là.
È
alla luce di quello stesso fuoco che il boscaiolo di latta adesso siede,
lucidando la sua ascia arrugginita dal tempo, dalle intemperie e dall’inutilità.
Lui non ha bisogno di dormire e forse proprio per questo la notte gli rende
così facile pensare.
Eppure,
per quanti sforzi faccia, l’Uomo di latta non capisce.
Dall’altra
parte del piccolo falò, accanto ai due cuccioli troppo cresciuti che
dormono insieme, la ragazza si è assopita con la testa abbandonata sulle
ginocchia di paglia dello Spaventapasseri. Neppure lui è una creatura
umana, neppure lui ha bisogno di cedere al sonno; e dunque da diverso tempo –
ore? Notti intere? – se ne sta immobile a guardare la ragazza con quel
suo sorriso di paglia semplice e spontaneo, le dita di paglia perse tra i suoi
capelli, e neanche la presenza del fuoco sembra più in grado di
distrarlo da lei.
L’Uomo
di latta non lo capisce. Lo Spaventapasseri è come lui: non è
umano. Non respira, non si ammala, non mangia, non beve, non dorme. Non ha un
cuore. È solo un involucro.
E cos’è
che desidera? Un cervello.
Non riesce
davvero a capirlo. Perché lo
Spaventapasseri non sente il bisogno di un cuore?
Lo osserva
per un’infinità, per tutta la notte forse, guardando
alternativamente le sue mani sulle spalle e sulla testa di Dorothy e il suo
sguardo raggiante di un sentimento così
umano e il suo sorriso incancellabile anche se le labbra sono finte. Si chiede
se quello sguardo e quel sorriso dipendano da lei, da Dorothy. Anche lui l’ha toccata così,
anche lui l’ha tenuta sottobraccio a lungo sulla strada, e ha sentito le
sue piccole mani buone sulla propria corazza di metallo – però, nel
suo caso il contatto con lei è rimasto freddo, fine a se stesso.
Ma quando
Dorothy sfiora lo Spaventapasseri, anche lontano un miglio sembra che in quell’ammasso
di stracci e paglia batta un cuore vero.
L’Uomo
di latta passa tutta la notte o forse tutta la vita a guardare i suoi compagni
di avventura, desiderando atrocemente che ciò che gli sembra di percepire
da qualche parte nel proprio corpo vuoto sia davvero gelosia e non semplicemente
una vaga impressione di dolore fisico. Resta lì a guardarli anche quando
lei sorride nel sonno e quando senza svegliarsi si stringe allo Spaventapasseri
e quando quel guanto gonfio di paglia scende a sfiorarle con umana delicatezza
una guancia; e quando infine il Leone annuncia il proprio risveglio con un
poderoso sbadiglio, lui è ancora lì nella stessa posizione, con l’ascia
lucida sulle ginocchia ancor più lucide – negli occhi, invece,
qualcosa di spento che soltanto un mago che nessuno di loro ha mai visto prima
potrebbe essere in grado di accendere.
L’alba
porta con sé sui mattoni dorati un’intuizione ed una
consapevolezza che però non hanno il potere di cambiare le cose, di
renderle migliori o anche soltanto più accettabili.
Forse
allo Spaventapasseri non serve un cuore perché lui riesce a farsi
bastare quello di Dorothy.
Sarà
davvero gelosia la cosa che gli provoca quelle lacrime assurde che rischiano di
arrugginirgli il viso ancora una volta? L’Uomo di latta non lo sa, non lo
capisce.
Sa solo
che quella ruggine bagnata fa male.
Spazio dell’autrice
Nuovo
esperimento sul mago di Oz versione cinematografica, stavolta dal punto di
vista dell’Uomo di latta. Adoro questo personaggio, dico davvero. Però
il rapporto tra Dorothy e lo Spaventapasseri è la cosa che mi suscita
più tenerezza in quel film ^^ E infatti mi è servito da spunto
per alzare un po’ il sipario anche sulla storia dell’amato boscaiolo.
Uao, con questa fanno
due storie in meno di due giorni sullo stesso fandom
o__ò Oz a me fa uno strano effetto, sissì.
Hope you
liked it <3