Crossover
Segui la storia  |      
Autore: AmericanPreuben    18/08/2010    2 recensioni
Due mondi diversi, due mondi completamente estranei l'uno dall'altro. E se un giorno si ritrovasero in un'unica avventura? Il Padre, l'antagonista principale di FullMetal Alchemist prende di mira le nostre care nazioni per farne di loro i suoi prossimi figli. Cosa toccherà fare a loro per impedire che ciò accada e fermare il Padre prima che succeda una catastrofe? Ad aiutarli ci saranno anche i fratelli Elric, pronti sempre a ogni sfida.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era la solita vita e movimentata vita a casa Eldelstein, Roderich era davanti al suo pianoforte, riempiva l’aria con la sua dolce musica, creando un’aria di tranquillità, interrotta, però, dalla voce della donna che viveva insieme a lui, anche se non più come moglie, e dalla voce dell’uomo che l’austriaco era costretto ad ospitare, l’uomo che forse odiava di più al mondo, ma che per la gentilezza della donna di cui egli era innamorato, aveva accettato di ospitare. Le due voci litiganti erano: la persona che rappresentava il famoso stato dell’Ungheria, Elizabeta, e la persona che rappresentava, l’ormai ex-stato, della grande Prussia, Gilbert. I due, si può dire, che litigassero, quasi tutti i giorni, sempre per motivi alquanto stupidi, o per colpa di Gilbert che “allungava” troppo le mani, come in questo caso, in cui il prussiano si era permesso di toccare il sedere della ragazza. Ella, dal suo canto, aveva subito uscito la sua fidata padella pronta per picchiarlo e farlo pentire, cosa che non succedeva mai, del suo gesto.

Proprio in quel momento l’ungherese era con la sua fidata padella in alto, pronta a sferrare un altro colpo verso il prussiano, che in quel momento, era rannicchiato a terra, per cercare di pararsi la testa. I due, però, non sapevano che in quel luogo, oltre a loro, vi era un’altra presenza, che li osservava da dietro un cespuglio, pronto a saltare fuori, visto che quello era il momento adatto per assalire la sua vittima. Proprio quando la ragazza stava per sferrare il colpo, la presenza uscì dal suo nascondiglio, essa aveva le fattezze di un essere umano, era un ragazzo non troppo alto, aveva la pelle molto chiara, più chiara di quella del prussiano, aveva dei lunghi capelli che gli ricadevano sulla schiena, di un biondo molto chiaro, indossava solamente dei rimasugli di stoffa, che gli coprivano solamente la parte inferiore del corpo. Egli aveva uno sguardo serio, quasi arrabbiato, ma allo stesso tempo compiaciuto e fissava Gilbert disteso a terra.

“Che essere umano patetico” disse tranquillamente con tono quasi divertito.

 “Chi diavolo sei tu?” fu la risposta brusca dell’ungherese. Forse, quello era solamente un modo per difendere Gilbert dall’offesa di quello strano uomo. Intanto, il prussiano, non vedendo arrivare il colpo, si era alzato per vedere chi fosse il suo salvatore, nonostante l’avesse chiamato essere umano patetico, ora, era pronto ovviamente, a punirlo per aver offeso il magnifico lui.

“Non ti preoccupare Liz,il magnifico me sa difendersi da sol…”. Non riuscì a finire la frase, che una freccia gli sfiorò il viso, graffiandoglielo. Doveva averla lanciata quell’uomo, ma la cosa strana era che egli non si era per niente mosso. Aveva, forse, degli alleati nascosti?                                              “Essere umano, se non vuoi che uccida la tua compagna, arrenditi e vieni subito qui”. Gilbert a quelle parole si arrabbiò veramente: non solo aveva offeso e sfidato il magnifico lui, ma stava anche minacciando la persona a cui lui teneva di più.

“Ti pentirai di aver affrontato il magnifico me” disse, portando la mano vicino al fianco come per prendere la spada, che, però, proprio in quel momento non aveva. Il prussiano cadde nel panico, cercando però di non darlo a vedere. Non sapeva proprio che fare, quel tipo sembrava pericoloso e lui era completamente disarmato.

“Fatti avanti!”

Era stata Elizabeta a parlare. Lei di certo era molto più coraggiosa del prussiano, il quale era rimasto molto stupito del gesto della ragazza: lei non era di certo armata, aveva solo la sua padella, ma aveva poco da fare, se i suoi avversari erano muniti di frecce. La ragazza intanto si era messa davanti a Gilbert, avrebbe difeso sé stessa e anche il prussiano. Lei era una donna forte, non poteva farsi sconfiggere da una persona come quella, che arrivava in casa d’altri e minacciava la gente così, senza un motivo ben preciso.

“Avete appena segnato il vostro destino” disse l’estraneo partendo ad una velocità incredibile contro i due. Elizabeta si preparò a parare con la padella, consapevole del fatto che di sicuro sarebbe stata ferita, anche se l’uomo era a mani nude. Chiuse impulsivamente gli occhi, ma vide che il colpo non arrivò, aprì gli occhi per vedere chi o che cosa l’avesse parata e vide davanti a sé una schiena, probabilmente di un ragazzo, aveva i capelli biondi, raccolti in un coda ed era abbastanza alto, teneva in mano una spada con la quale stava bloccando la mano dell’uomo che li aveva attaccati.

“Spostatevi” disse il nuovo arrivato con un tono di voce abbastanza alto, probabilmente era preoccupato per la sorte delle persone che aveva appena protetto. Gilbert, dal suo canto, trascinò Ungheria il più indietro possibile, per poi mettersi poi accanto al nuovo arrivato. Sarebbe stato poco figo far combattere solamente lui e restare con le mani in mano. Già era stato abbastanza vergognoso essere stato protetto da Elizabeta.                                                                                                 “Ho detto di spostarvi” ripeté il nuovo arrivato con un tono spazientito. Vedendolo in faccia, non doveva avere più di vent’anni, aveva dei lineamenti molto fini e i suoi occhi erano di color oro.

“Il magnifico me non fugge mai davanti al pericolo!” disse con tono orgoglioso il prussiano. Non sarebbe di certo scappato, anche se era disarmato.

Intanto l’uomo che precedentemente li aveva attaccati approfittò dell’attimo di distrazione dei due per afferrare Gilbert per la gola. Il biondo rimase stupito da quell’attacco che si sarebbe dovuto aspettare, imprecò nella mente un “dannazione” e cercò di colpire l’uomo con la sua spada, tentativo che risultò vano, visto che l’uomo si spostò all’indietro con la stessa velocità con la quale stava attaccando qualche momento prima il prussiano e l’ungherese.

“Non ti muovere, Edward Elric, o lo uccido!”. “Non ti muovere, Edward Elric, o lo uccido!”. Il biondo non osò muoversi, altrettanto l’ungherese, quest’ultima aveva paura che quell’uomo potesse fargli del male sul serio, anche se lei aveva  spesso litigato con il prussiano, provava nei suoi confronti dei sentimenti profondi che aveva paura di esternare, perché non sapeva cosa provasse Gilbert per lei, di certo non avrebbe potuto dirgli ciò che provava  se il prussiano fosse morto.

L’uomo intanto si toccò la fronte, dalla quale spuntò un grande occhio. Il nuovo arrivato, o meglio Edward, aveva capito ciò che l’uomo stava per fare, ma di nuovo come quella volta non poteva intervenire, o il prussiano sarebbe morto, intanto l’uomo fece scivolare dall’occhio, appena spuntato, un liquido rosso, che nelle mani di quest’ultimo diventò una pietra, l’avvicinò alla ferita che si era fatto precedentemente il prussiano ed essa ridiventò liquida. L’uomo intanto sorrideva compiaciuto. Il prussiano cominciò a dimenarsi in preda al dolore, si sentiva il corpo esplodere, come se qualcuno volesse impossessarsi di lui. L’uomo lo mollò facendolo cadere a terra.

“E ora osservate la creazione di un Homunculus…”

Quest’ultimo, però, non si accorse dell’arrivo di una spada che gli attraversò lo stomaco, almeno non se ne accorse finché non cominciò a sentire il dolore. In quel momento, infatti, cominciò ad urlare e corse via: non gli conveniva di certo rimanere in quel luogo, ferito e contro tre persone avrebbe perso di sicuro, e poi tanto il suo compito ormai l’aveva svolto, l’Homunculus appena creato di sicuro lo sarebbe andato a cercare, infondo, lui era appena diventato suo figlio.

Mentre l’uomo scappava, Gilbert era ancora in preda al dolore e urlava come forse non aveva mai fatto in vita sua.

Elizabeta, preoccupata, corse verso di lui e gli si chinò accanto, fissò colui che aveva colpito l’uomo di prima.

Era un ragazzo con lo stesso colore di capelli di Edward, teneva però un taglio corto e i suoi occhi non erano dorati bensì verdi,anche lui non doveva avere più di 20 anni. L’ungherese, poi, si voltò verso Edward. Sembrava essere consapevole della situazione, magari sapeva anche come far smettere di soffrire il povero Gilbert.

“Tu sai cosa gli sta succedendo?”

Edward parve come risvegliarsi da una specie di trance, probabilmente per lui era come rivivere un’esperienza del passato. Si voltò verso la ragazza e notando che era messa vicino all’albino corse verso di lei.

“Devi spostarti, può diventare pericoloso…”

“Prima devi dirmi che gli sta succedendo!”

Edward parve esitare. Infondo, la cosa che gli stava per dire non sarebbe stata di certo bella, ma lo sguardo della ragazza era molto determinato, e capì che se non gli avesse detto la verità, lei non si sarebbe di certo spostata.

“L’uomo che c’era prima, il Padre, ha iniettato una pietra filosofale all’interno del corpo del tuo amico. Se il suo corpo reagisse bene diventerà un Homunculus, se il suo corpo invece reagisse male…” fece una pausa “…morirà”.

Elizabeta non disse niente, non aveva capito quasi niente del discorso che le aveva fatto il ragazzo, aveva solamente capito che era qualcosa di molto brutto per Gilbert. Riprese quindi a fissarlo. Lui si contorceva ancora dal dolore, anche se aveva smesso di urlare.

Non voleva che morisse. Infondo, gli voleva bene, erano cresciuti insieme ed era il suo migliore amico, non voleva che morisse per colpa di uno sconosciuto… Doveva assolutamente fare qualcosa, qualsiasi cosa.

“Dai fratellone, non si fanno abbattere le ragazze così” disse il ragazzo che poco prima aveva colpito il Padre.

“Ma Al, ho solamente detto quello che sta succedendo!”

“Non ti preoccupare, vedrai che non morirà…!” disse con tono gentile l’altro, questa volta rivolto verso Elizabeta. Poi all’improvviso Gilbert smise di muoversi. La ragazza lo guardò ancora più preoccupata, temeva per il peggio. Forse era già morto. Allungò lentamente la mano verso il polso dell’amico, aveva quasi paura di farlo, ma proprio quando lei posò la sua mano sul suo polso, egli aprì gli occhi di scatto, Elizabeta felice nel vedere che era vivo, senza pensarci, l’abbracciò.

“Sono contenta che tu sia vivo, Gilbert!”disse, prima che Edward ed Al la trascinassero lontano dal nuovo Homunculus.

“Cosa fate?” fu la risposta di Elizabeta, che si liberò dalla presa dei due ragazzi. Edward, dal suo canto, stava per rispondere, ma prima che cominciasse a parlare fu Gilbert a prendere la parola.

“Gilbert? Era questo il nome del mio contenitore?” mentre parlava con tranquillità, si alzò.

Fisicamente stava bene, tutto il dolore che sembrava che il ragazzo prima stesse provando era sparito “Devo ammettere che mi ha dato parecchio filo da torcere” poi mostrò fiero la sua mano sinistra, mostrando così un tatuaggio rosso a forma di serpente uroboro “Comunque, io sono Greed.”

La ragazza lo guardò qualche istante con gli occhi sgranati, non poteva crederci, dov’era il suo Gilbert? Quella persona chi era? Sarebbe mai ritornato?

La ragazza cominciò a tremare e cadde a terra sperando che tutto questo fosse un incubo, rivolse la parola al ragazzo con voce debole e tremante  “tornerà?” fece una breve pausa per evitare di scoppiare in lacrime li, davanti a tutti, “Gilbert… dov’è?”. No, non era vero, tutto questo era impossibile, Gilbert se ne era andato e non ha neanche avuto la possibilità di dirgli ciò che provava, il loro ultimo attimo insieme fu quando colpì con la padella il prussiano, non poteva finire così.

Greed si allontanò veloce, senza dare una risposta alla ragazza, nessuno sapeva dove stesse andando, e non fecero neanche in tempo a seguirlo che il nuovo Homunculus era sparito nel bosco circostante

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: AmericanPreuben