One-shot interamente basata sul video dell'omonima canzone di Taylor Swift, ma ambientata a Camelot!:P
Merthur ovviamente, ma con accenni di Arwen e Gwen/Lanc!
Disclaimers: BBC e
aventi diritto..io ci metto solo la mia mente malata!:P
L'idea di questa storia mi ha folgorata ieri sera e non riuscivo
piú a smettere di pensarci!
Basata interamente sul video di Taylor Swift 'You belong with
me' che immagino conosciate tutti, se non lo ricordate o non lo avete
mai visto vi consiglio di vederlo perché è molto
carino e renderà la storia piú 'reale'!XD
E si... sono pazza... e anche ossessionata da questi due... si guarisce
dalla merthurite cronica??? Aiuto!:P
You
belong with me.
Merlin era stanco.
O forse il termine piú appropriato era stufo.
Giusto... completamente stufo.
Di che cosa?
Di Arthur ecco cosa.
Di Arthur e la sua completa ottusità.
Come faceva un principe cosí abile a corteggiare e a
conquistare a non accorgersi nemmeno di quello che aveva a un palmo dal
naso?
Dipendeva forse dal fatto che Arthur era un grosso, grasso imbecille
con un ego decisamente sproporzionato rispetto ai suoi meriti.
E si... aveva detto grasso.
Andiamo, dov'erano in fondo tutte queste conquiste di cui si vantava?
Dov'erano tutte queste donne che a detta sua morivano per lui?
Forse Merlin era cieco perché francamente non riusciva a
vederle.
Aspetta...
Forse parlava di Sophia... ah si, quella era stata una vera conquista.
Tranne per la parte in cui aveva cercato di affogare il principe nel
lago per barattare la sua anima... in effetti il romanticismo si era un
po' perso a quel punto.
O forse si riferiva a Morgana.
Lei si che era completamente ammaliata dal fascino del principe.
Cos'era quello del giorno prima? Il decimo schiaffo che riceveva in un
mese per la sua reale
arroganza?
Ma forse Morgana esprimeva cosí il suo infinito amore per il
principe.
E poi c'era Gwen...
Merlin contrasse il volto in una smorfia.
Lei forse lo amava davvero.
E il pensiero stranamente gli faceva stringere il cuore in una strana
maniera a cui si rifiutava di pensare.
Non sapeva a che punto fossero arrivati e in fondo non voleva nemmeno
saperlo, ma vedeva gli sguardi, i sorrisi.
Sempre piú spesso li trovava soli intenti a parlare di
chissà cosa in qualche alcova di palazzo, così
attenti l'uno all'altro da scordarsi del resto del mondo.
Si...
Gwen era decisamente caduta preda del fascino di Arthur, ma era una
sola ragazza.
Sufficiente a rendere Arthur completamente ottuso quando si trattava di
Merlin.
Un improvviso riflesso di luce sulla parete lo distrasse dai suoi
pensieri.
Il mago si voltò verso la finestra aperta e, come si
aspettava, a un'altra finestra del palazzo reale posta un po'
piú in alto della sua, Arthur lo guardava tenendo premuto un
foglio di pergamena contro il vetro della sua finestra 'Non riesci a
dormire?' c'era scritto sopra a grandi lettere
d'inchiostro nero.
Merlin sorrise rovistando tra le coperte alla ricerca della carta e
dell'inchiostro che ormai teneva sempre a portata di mano.
Quel mezzo di comunicazione era stata una sua brillante idea anche se
il principe si ostinava a negarlo.
Era nata quasi per caso dopo tutta la vicenda della bestia errante e la
quasi morte di Arthur.
Il re aveva confinato il figlio nelle sue stanze per giorni anche dopo
la sua miracolosa guarigione, mostrando un'iperprotettività
che gli era decisamente aliena, ma che allo stesso tempo irritava il
principe all'infinito.
Una notte vedendolo passeggiare nervosamente avanti e indietro per la
sua stanza, Merlin non aveva resistito e ne aveva attratto l'attenzione
grazie alla luce di una candela e a un piccolo specchio rotondo.
Il riflesso aveva colpito il volto del principe un paio di volte prima
che capisse di dover guardare fuori e data l'ora tarda e
l'impossibilità di urlare, invece di parlare Merlin aveva
usato un foglio e dell'inchiostro per chiedergli se aveva bisogno di
qualcosa.
Ovviamente il primo messaggio di Arthur era stato 'Sei un'idiota e mi hai quasi
accecato, dovrei metterti alla gogna per questo', ma la
sera dopo era stato il principe stesso a cercarlo nello steso modo e da
allora accadeva spesso che tenessero queste lunghe conversazioni
cartacee.
Non che Arthur le ritenesse tali.
Per lui erano modi di assicurarsi che Merlin "non abbassasse la guardia
nemmeno nel sonno", in fondo non si sapeva mai "quando il padrone poteva aver
bisogno del suo servo", ma nonostante le parole arroganti
del principe, il mago sapeva che ad Arthur piacevano quanto a lui. 'Tutto a posto?'
scrisse in fretta su una pergamena per poi girare il messaggio verso la
finestra aperta.
Il principe sbuffò prima di scribacchiare qualcosa che si
rivelò essere 'Solo
Morgana che si comporta da... Morgana'
Merlin rise di gusto, intuendo la parola che l'altro avrebbe voluto
scrivere al posto del nome della donna, ma dentro di sè
provò di nuovo quel lieve tocco di gelosia che c'era sempre
quando si trattava di lei.
Cosí vicina al principe da essere creduta da tutti la futura
regina.
Lui ovviamente sapeva che non sarebbe mai accaduto, quei due avrebbero
finito con l'uccidersi piuttosto che sposarsi, ma vederli assieme,
cosí... legati,
lo rendeva sempre un po' invidioso.
Lui e il principe erano separati da un muro che non sarebbe mai stato
abbattuto.
Un servo, sarebbe rimasto tale per sempre e Arthur non avrebbe mai
potuto trattarlo in altro modo, nemmeno da amico... figuriamoci da
qualcosa di piú.
Non che avesse comunque molte speranze in quel senso. 'Posso fare qualcosa?' 'Niente, ma
grazie'
Uno scambio di sguardi, Arthur prese la piuma e la intinse
nell'inchiostro, Merlin fece lo stesso ma si bloccò.
Anche il principe sembrò indeciso, guardò la
pergamena per qualche attimo per poi ricominciare a scrivere in fretta.
Alla fine sul foglio che gli mostrò c'era scritto solo Buonanotte, ma
Merlin aveva come la sensazione che volesse dirgli molto di
piú.
Mordendosi le labbra scrisse in fretta sulla pergamena, prima di
pentirsi, prima di perdere il coraggio.
Quando la mostrò, le tende di Arthur erano già
state tirate e la candela spenta.
Il Ti amo
scritto da Merlin rimase non letto.
«Merlin! Devi parare il colpo non riceverlo in pieno! Colpire
te o un albero non farebbe alcuna differenza...» si
lamentò per l'ennesima volta il principe passandosi un
braccio sulla fronte madida di sudore.
«Beh scusatemi tanto se non sono un cavaliere»
«Un cavaliere? Non riesci nemmeno a reggerti in piedi, te ne
rendi conto? Morgana riuscirebbe a fare meglio di te»
Merlin non rispose, ma il suo sguardo fu piú che sufficiente per
comunicare al principe ciò che pensava del loro allenamento.
Avevano cominciato solo da pochi minuti e sentiva già uno
strano ronzio nelle orecchie.
Aveva già detto che detestava allenarsi con Arthur di prima
mattina?
Importava a qualcuno?
Il principe annunciò un colpo al fianco che Merlin ovviamente
non riuscì a schivare né a parare in tempo... no, probabilmente no.
Per lo meno il principe sembrava di buon umore.
Chiaramente svegliare il suo servitore all'alba per costringerlo ad
entrare in una pesante armatura puzzolente e buttarlo a terra un
centinaio di volte, aveva un effetto benefico su di lui.
«Avanti, non ci stai nemmeno provando!»
«Si che ci provo, ma non ci riesco... sono due cose
differenti. E comunque, si può sapere perchè devo
allenarmi con voi? Avete dei cavalieri per questo»
«Ma nessuno di loro è divertente quanto
te...» si lamentò Arthur usando il suo sorriso
più brillante. E Merlin era convinto che sapesse esattamente
che effetto avesse sul suo servitore quel sorriso, era impossibile
altrimenti che sapesse usarlo sempre al momento giusto « e
poi non posso permettermi un servo imbarazzante come te.»
concluse affibbiandogli un altro colpo al fianco che gli fece perdere
l'equilibrio per l'ennesima volta.
Arthur lo guardò ruzzolare al suolo combattuto tra il
divertimento e l'irritazione, come al solito non diede cenno di volerlo
aiutare ad alzarsi, ma almeno non lo colpì di nuovo.
«Abbiamo finito?» mormorò Merlin da
terra pregando che la risposta fosse un si.
Il principe non disse nulla, ma poco dopo lasciò cadere la
spada e si sedette accanto al mago che sospirò sollevato.
«E' solo una pausa, non credere che sia cosí
facile liberarti di me»
«Non mi sognerei mai di liberarmi di voi»
l'intenzione era di dirlo con aria divertita, col solito sarcasmo, ma
per qualche motivo la voce gli uscì del tutto seria.
Molto piú seria di quanto avesse voluto.
Arthur lo fissò a lungo, con quello sguardo che usava
qualche volta, come se cercasse di mettere insieme le tessere di un
puzzle troppo complicato.
Lo sguardo che ogni volta riusciva a far bollire il sangue nelle vene
di Merlin.
Lo sguardo che gli provocava quello strano e irresistibile impulso di
afferrare Arthur e baciarlo fino alla fine del mondo.
E allora la mano del principe si mosse e raccolse un filo d'erba che
era rimasto tra i capelli del mago e Merlin sentì mancargli
il fiato perché Arthur lo guardava come a volte guardava
Gwen.
E non era semplicemente possibile.
Perché Arthur decisamente non provava per lui ciò
che provava per Gwen.
Ma la sua mano si era fermata piú a lungo del dovuto tra i
suoi capelli... o almeno gli sembrava.
E il suo sguardo adesso era diretto alle sue labbra... oppure
vaneggiava?
«Merlin...» sussurrò come tremendamente
indeciso sul da farsi.
E forse Merlin aveva davvero le allucinazioni perché Arthur
si mordeva il labbro e il suo volto sembrava un po' piú
vicino del necessario e sembrava proprio che volesse...
«Sire, scusate se vi disturbo, ma il re vuole
parlarvi»
Merlin lasciò andare di colpo il fiato che tratteneva e si
rilassò sconsolato a terra.
Arthur sobbalzò come se scoperto a compiere
chissà quale crimine e si voltò verso Gwen
sorridendo «Non disturbi affatto Ginevra» e c'era
qualcosa di odioso nel modo in cui pronunciava il nome della ragazza.
Come se fosse sacro o qualcosa del genere.
«Aspettami qui Merlin, dobbiamo continuare ad allenarci»
Per qualche motivo il ragazzo arrossì a quelle parole.
Se si concentrava poteva ancora sentire le dita dell'altro tra i suoi
capelli.
Merlin sospirò mettendosi a sedere, Gwen lo
salutò prima di allontanarsi col principe.
Era orribile da parte sua desiderare che inciampasse sull'orlo della
gonna e cadesse in una pozza di fango?
Forse sì.
In fondo Gwen era sua amica e non aveva colpe se non quella di amare
Arthur ed esserne ricambiata.
Però neanche lui aveva colpa se amava Arthur e non ne era
ricambiato.
Se una parte di lui odiava la ragazza e desiderava solo che sparisse...
«Sire...»
«Accetta la sfida Lancillotto, come farebbe un vero
cavaliere»
«Sire io non voglio...»
«Fa silenzio!»
Arthur estrasse la spada e si scagliò su Lancillotto con
rabbia, non lasciandogli altra scelta se non difendersi.
Gwen a pochi passi da lui piangeva in un fazzoletto.
Non senza amarezza Merlin si chiese per chi dei due piangesse.
Era un disastro preannunciato.
Era stato chiaro fin dal primo giorno.
Gwen e Lancillotto potevano non stare assieme.
Potevano essere distanti anni luce e vedersi solo una volta ogni due o
tre anni, ma quando si incontravano per loro era come se fossero
passati solo pochi secondi.
Era nei loro occhi, nei loro gesti.
Nei timidi sorrisi che si scambiavano da un lato all'altro del cortile.
Non poteva biasimarli solo perché si amavano.
Ciò che odiava era il tradimento.
Se Ginevra voleva Lancillotto doveva stare con lui, non con Arthur.
Non doveva fargli credere di amarlo.
Non doveva fargli credere di volerlo sposare.
Non era giusto.
Arthur non lo meritava.
Arthur cosí arrogante ed egocentrico, ma cosí
ingenuo e fiducioso. Cosí buono da essere quasi ridicolo.
Lui non meritava il dolore del tradimento.
Non dalle persone che amava.
Per questo odiava Gwen adesso.
Non perché avesse scelto qualcuno che non fosse il principe,
poteva ritenerla folle per questo, completamente pazza,
perché nessuno poteva essere piú amabile di
Arthur in tutto l'universo, ma se questa era la sua scelta avrebbe
dovuto semplicemente dirlo subito.
Non farsi scoprire a quel modo.
Nascosta in una stalla tra le braccia del suo amante.
Nel vederli Merlin aveva emesso un gemito strozzato, un misto di
stupore e rabbia.
Aveva cercato di tornare sui suoi passi, inventare qualche scusa per
convincere il principe a non entrare, ma era troppo tardi.
Arthur li aveva guardati confuso, come se non capisse cosa stesse
accadendo davanti ai suoi occhi.
Come se l'idea che la sua Ginevra potesse fare una cosa simile fosse
assurda, troppo lontana dalla realtà per realizzarsi
lí, nel suo regno, nella sua casa.
Ma poi era arrivata la rabbia, le scuse campate per aria di Lancillotto
e le lacrime di Gwen.
Arthur aveva perso la testa.
Merlin sperava solamente che nessuno dei due finisse ferito anche nel
corpo oltre che nel cuore.
Un fendente particolarmente violento fece cadere a terra Lancillotto
con un grido.
La lama di Arthur fece per finirlo, ma le urla di Gwen lo placarono.
C'era qualcosa di infinitamente triste nel vedere gli occhi vacui di
Arthur fissare la ragazza china sul suo amante, intenta a controllarne
le ferite come fossero le proprie.
«Andatevene, tutti e due»
«Arthur...» provò la ragazza con le
guance arrossate dal pianto e dallo spavento.
«No, non posso... non ora... prendi Lancillotto e lasciate
Camelot... almeno questo me lo devi» e c'era una nota
cosí dolorosa, cosí sconfitta nelle sue parole
che Merlin avrebbe voluto piangere per lui tutte le lacrime del mondo
se avesse significato vederlo tornare a sorridere.
Anche Gwen sembrò intuire la profondità della
ferita che aveva procurato poichè non protestò
oltre.
Con un ultimo cenno del capo il principe alzò il mento e si
allontanò verso le sue stanza, Merlin solo a un passo di
distanza.
Non ubbidì quando gli disse di uscire.
Non ascoltò le sue urla, né le sue minacce.
Non gli importava di nulla in quel momento se non del suo principe.
E se difenderlo dal mondo in quel momento significava subire la sua
rabbia, allora andava bene cosí.
Ma Arthur si lasciò cadere sul letto e Merlin si
limitò a tenerlo tra le sue braccia in silenzio per tutta la
notte.
Il suo viso accaldato sulla spalla.
I respiri affannosi contro il suo petto.
E il sole che lentamente tramontava oltre la finestra.
Arthur non versò nemmeno una lacrima per Gwen.
Ma i principi non piangevano mai e questo rese il tutto solo
piú doloroso per Merlin che poteva sentire il rumore del suo
cuore finito in pezzi.
'C'è il ballo
in maschera stasera ricordi?' 'Si, ma io non ci
sarò' 'Perché? Non
ti ho dato il permesso di saltarlo' 'No, ma qualcuno mi ha
riempito di lavoro' 'Potrei ordinarti di
venire' 'Potreste, ma poi domani
sareste senza reali calze pulite'
Arthur sbuffò evidentemente seccato, sembrava che l'idea di
partecipare al ballo in maschera di quella sera senza il suo servitore
non gli piacesse affatto. 'Solo per questa volta' scrisse
infine e sul viso aveva dipinta un'espressione talmente petulante che
Merlin non potè fare a meno di ridere di gusto.
Il principe voltò gli occhi verso il cielo prima di soffiare
sulla candela che aveva lasciato accanto alla finestra e lasciare le
sue stanze nel buio piú completo.
Merlin sentì una stretta di rimpianto per la propria
decisione di non partecipare alla festa.
Non aveva mentito ad Arthur, era davvero carico di impegni.
Impegni che però poteva svolgere in pochi secondi con la
magia.
Lavori che aveva già portato a termine con la magia.
Però...
Si lasciò cadere sul letto sospirando e infilò
una mano sotto il cuscino.
Il biglietto che aveva scritto tanto tempo prima era ancora intero
seppur un po' spiegazzato.
Merlin fissò tristemente le due brevi parole che aveva
scritto.
Non aveva mai avuto il coraggio di mostrarlo ad Arthur.
Probabilmente non lo avrebbe mai avuto.
Anche se Gwen se ne era andata e il principe sembrava aver superato la
sua perdita restava il fatto che Merlin era un servitore.
Un servitore maschio per giunta.
E Arthur lo considerava un amico anche se non lo mostrava spesso.
Confessargli i suoi sentimenti avrebbe significato incrinare per sempre
quel rapporto.
Creare imbarazzo e tensione tra di loro.
Il principe non si sarebbe piú sentito a suo agio con un
servo che pensava certe cose di lui e questo il mago non avrebbe potuto
sopportarlo.
Non avere l'amicizia di Arthur sarebbe stato peggio che accontentarsi
d'essa.
Qualcuno bussò alla porta. Convinto che si trattasse di
Gaius, Merlin infilò di nuovo il foglio di pergamena sotto al
cuscino e gli disse di entrare.
«Cosa fai ancora qui? Non dovresti essere con
Arthur?»
Morgana lo guardava dalla porta con le labbra arricciate in rimprovero.
Il vestito rosso che indossava la rendeva incantevole.
«Mia signora» saltò su dal letto
inchinando lievemente la testa «Io... avevo troppi compiti da
svolgere e cosí...»
«Sciocchezze...» brontolò la ragazza
spingendo verso di lui un completo da festa molto elegante e raffinato
«mettiti questo, vuoi?»
Merlin passò lo sguardo dalla stoffa della giacca blu
che Morgana gli aveva messo tra le mani alla ragazza «Per
la festa» specificò lei facendogli segno di andare
avanti e indossare gli abiti.
«Ma io non...» mormorò lui in preda alla
confusione piú totale.
«Si, tu ci vai o io mi arrabbierò molto... Arthur
ti ha mai spiegato cosa significa farmi arrabbiare?»
In effetti il principe aveva accennato una volta o due alla tanto
mitica collera di Lady Morgana, ma nel farlo aveva parlato di mostri
mitologici a due teste perciò Merlin aveva sempre riso della
cosa pensando a uno scherzo... adesso che si ritrovava sotto a quello
sguardo minaccioso però non ne era piú molto
sicuro.
«Però anche se vado, mi occuperò solo
di riempire la coppa del principe, no? Perciò questo vestito
è...»
«Esattamente ciò che indosserai. Vuoi forse
rifiutare il mio regalo Merlin?»
Il mago deglutì sentendosi improvvisamente spaventato
«No, no... affatto. Lo indosserò
subito.» rispose balbettando.
«Bravo. E Merlin, sbrigati per favore.» sorrise la
ragazza lasciandolo solo nella stanza.
C'era qualcosa di assurdo in Morgana che lo vestiva per il ballo come
se avesse un appuntamento o roba simile.
Non solo il vestito era simile a qualcosa che Arthur stesso avrebbe
indossato con la giacca blu tempestata di gemme argentate sulle spalle
e sulle maniche, la soffice maglia di una tonalità
più chiara che lo avvolgeva forse un po' troppo stretto per
essere a suo agio e i pantaloni in tinta con la giacca che gli
fasciavano decisamente troppo le gambe...
Doveva davvero andarsene in giro vestito a quel modo?
Come se non bastasse, una volta pronto, Morgana lo aveva guardato con
aria decisamente poco soddisfatta mormorando qualcosa che suonava
decisamente come 'ancora non è abbastanza per quel
babbeo...' per poi tirare fuori i suoi cosmetici decisamente poco
virili e spalmargli in faccia della roba fin troppo profumata.
«Lady Morgana, siete sicura che...» aveva provato a
resistere un'ultima volta.
«Fammi lavorare Merlin, vedrai che mi ringrazierai per
questo» si limitò a sgridarlo lei con tono
misterioso riprendendo a dipingerlo come fosse un quadro e non un
ragazzo.
Così dopo molte proteste, le guance un po' piú
rosate del solito e gli occhi adornati da una sottile linea nera che "rendeva i suoi occhi molto
piú profondi, ma che sicuramente nessuno avrebbe notato",
Merlin venne trascinato quasi di peso e gettato con ben poca grazia
nella sala del ballo.
All'improvviso gli occhi di tutti si puntarono su di lui.
Merlin deglutì arrossendo e si voltò verso
Morgana per pregarla di farlo tornare nella sua stanza, ma la ragazza
era come svanita nel nulla... Oh oh.
Perchè lo guardavano tutti in modo strano?
Merlin si sentì diventare ancora piú rosso...
Lo sapeva...
Era tutto uno scherzo per renderlo ridicolo di fronte a tutta la corte.
Arthur lo avrebbe ucciso per esserci cascato.
«Merlin?»
La voce lo fece sobbalzare, il mago si voltò lentamente
verso il principe rimanendo estasiato dalla vista.
La giacca nera del suo vestito rendeva ancora piú luminosi i
suoi capelli biondi e... era profumo
quello che sentiva?
Era... buono...
e faceva cose a Merlin a cui era meglio non pensare.
«Che ci fai qui?» Arthur lo guardava di nuovo con
la stessa espressione che il mago credeva di avergli visto in volto
qualche tempo prima, lo stesso sguardo che una volta aveva riservato
per Gwen.
Il suo cuore prese a battere all'impazzata a quel pensiero
«Morgana» squittì come se questo
bastasse a spiegare tutto e in effetti fu proprio cosí,
perché Arthur si voltò alla ricerca della
sorellastra e quando la vide, intenta a parlare con un cavaliere, ma
con lo sguardo rivolto verso di loro, scosse la testa innervosito
«Quell'impicciona» brontolò.
«Come?» chiese Merlin sentendosi all'improvviso
confuso.
Il principe sapeva perché lady Morgana aveva deciso di
renderlo ridicolo davanti a tutti? Era finito in mezzo ad una delle loro
liti senza saperlo?
«Vieni un attimo con me» gli ordinò
Arthur senza lasciarlo rispondere, afferrandolo da un braccio e
trascinandolo fuori da una delle portefinestre.
«Arthur, che succede?»
«Niente...avevo solo bisogno di un po' d'aria... tutto
qui...»
Le sue guance si tinsero stranamente di rosso mentre lo guardava e...
gli stava di nuovo fissando le labbra?
Non poteva sbagliarsi per la seconda volta.
Giusto?
Merlin prese fiato tastando sotto la sua giacca il foglio di pergamena
che aveva afferrato di fretta prima di uscire.
Non sapeva nemmeno lui perché lo avesse portato quando aveva
deciso di non dire nulla al principe di ciò che provava
davvero per lui.
Però...
Il mago studiò il volto dell'altro con attenzione.
Forse erano solo sue fantasie, ma gli sembrava quasi che Arthur volesse
dirgli qualcosa, che volesse addirittura baciarlo...
Questo poteva essere il piú grande errore della sua vita...
o l'unica cosa giusta che avesse mai fatto...
Facendosi coraggio estrasse la pergamena e la aprì sotto gli
occhi curiosi e attenti di Arthur.
Finalmente, sorridendo, la volse verso il principe che
strabuzzò gli occhi un istante prima di scoppiare a ridere.
Ma non era una risata di scherno la sua.
Era una risata tesa, come se ad un tratto le sue spalle fossero libere
da un grosso peso.
E lí, davanti ai suoi occhi increduli, il principe estrasse
un foglio di pergamena identico al suo dalla giacca e glielo
mostrò sorridendo.
Le parole 'ti amo'
capeggiavano tremolanti al centro.
«Siamo davvero due idioti» mormorò
Arthur avvicinando il volto al suo.
Le sue braccia trovarono la vita di Merlin circondandola e dondolando
con lui al suono della soffice musica che proveniva dalla sala e Merlin
avvolse le braccia attorno del collo del suo principe cercandone le
labbra.
Finalmente aveva trovato ciò che cercava da sempre...
Un luogo a cui appartenere.
End
Lo so, non è il mio lavoro migliore, ma mi è
piaciuto scriverla!
Ditemi che ne pensate please!!!XD