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Autore: Ulissae    19/08/2010    3 recensioni
Fanfiction partecipante all'iniziativa "2010: a year together", indetta dal Collection of starlight.
[Impero Romano/Antica Grecia; Etruria (OC!)]
La prima volta che Roma la vide gli fece una strana impressione
[Pre-impero]
Genere: Fluff, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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hetalia Sproloqui: oh *-* la mia prima storia sul mio OTP Hetaliano. Nonno Roma e Mamma Grecia *-*
Ho immaginato il loro primo incontro e vorrei specificare alcune cose (:
  • Romano l'ho immaginato ancora ragazzo e pastore. Questa storia è ambientata molto prima del suo impero e quindi non credo che rappresentarlo con sembianze adulte sarebbe stato adatto. Al contrario, Grecia, è una donna sui 35 anni, bella ma già matura.
  • I sette colli si trovavano sul Tevere, che era il punto di scambio tra la Magna Grecia e l'Etruria; ecco come è nato il personaggio OC! di Etruria. Mi sono sinceramente ispirata al sarcofago degli sposi per delineare la figura di Tarquinio/Etrutia, mentre da un punto di vista caratteriale ho immaginato che Romano non lo sopportasse e lo ritenesse uno scialacquone pompato perché nella mente dei romani, molto spesso gli etruschi venivano accostati alla monarchia, che durante l'era repubblicana era più o meno come la peste : Il fatto che fosse un mistico è un richiamo alle famose arti divinatorie riconosciute agli Etruschi.
  • Grecia, per me, conserva una doppia identità: una più alta e raffinata -Atene- e un'altra più spiccia e rude -Sparta-; mentre la prima la porta ad evitare Romano la seconda lo eleva e lo ammira.
  • Infine, il papavero. Gli antichi romani credevano che alleviasse le pene d'amore, mentre per gli antichi greci era un segno di fertilità.
  • P.s. Grazie per gli appunti (: ho modificato e mi scuso -Diana è stata imperdonabile D: avevo pensato a lungo agli dèi del primo pantheon Romano e mi è sfuggita la traduzione Artemide - Diana. Per quanto riguarda la scelta era voluta ;) Diana trasformava tutti quelli che la guardavano nuda (poveracci che capitavano lì per caso), quini ho immaginato che potesse essere una giusta dea da evocare-
La fanfiction partecipa all'iniziativa 2010: a year togheter indetta dal Collection of starlight, con il prompt 123. Papaveri sotto la testa.

Ruber Papaver

La prima volta che Roma la vide gli fece una strana impressione: il viso da signora era perfettamente liscio e rilassato, nonostante vicino agli occhi si creassero piccole rughe sottili, causa delle quali, si disse, doveva essere il sole preso durante il viaggio.
La tunica che portava le cadeva divinamente addosso, lasciandole scoperte le spalle lisce e olivastre, ben rette, dal portamento elegante e reale.
La vide da lontano, sotto un ulivo, mentre si girava in bocca una spiga di grano.
Era bella, bellissima. I capelli erano legati in una coda alta, dalla quale scendevano, come una cascata, tanti ricci perfetti e scuri, che ondeggiavano al muoversi del suo cavallo.
Era affaticata, si vedeva da come muoveva la mano per scacciare le mosche e come se la passava sulla fronte sudata.
Si fermò con il suo carico ad una piccola fontana mal tagliata nel marmo, un'opera d'arte che Roma aveva forgiato con le sue stesse mani.
Il ragazzo si alzò di scatto, iniziando a correre giù per il colle, fino al fiume.
La donna si guardò intorno con sospetto e quando vide quel giovane sorriderle in modo strano inarcò un sopracciglio.
-Buongiorno- le disse lui, chinando leggermente il capo.
Lei lo squadrò, poi senza dire nulla si voltò stizzita. Quel ragazzo puzzava di pecora, per l'amor di Artemide!
Lui pensò che non capisse la sua lingua, così si avvicinò ancora di più e sventolò la mano piena di calli e ferite.
-Oh, allontanati!- sbottò, ritraendosi e guardandolo torva. Cosa dannazione voleva da lei, eh?
Dall'altra parte del fiume, un uomo aitante, dai capelli scuri e gli occhi allungati urlava e la stava venendo a prendere.
Roma si voltò e socchiuse gli occhi, guardando male Etruria. Che Giove capitolino lo fulminasse, quel pompato visionario!
Grecia lanciò un ultima occhiata al ragazzino, che sembrava improvvisamente più cupo, poi sorrise al suo amico -appena sbarcato sulla terra melmosa del lungo Tevere- e lo salutò.
Parlarono velocemente, in una lingua piuttosto nasale che il giovane impero non poté capire e la cosa lo infastidì terribilmente.
Tarquinio si girò ed emettendo uno strano suono dal naso lo guardò dall'alto in basso, scosse poi la testa, decorata con piccole treccine e mugugno: -oh, il pastorello- rise sommessamente, poi prese sottobraccio Grecia e fece segno ai suoi compagni di caricare il carro di lei su una delle chiatte con cui era venuta.
-TU! Fermo, eh! Che ti spacco il naso con queste mani!- gli urlò contro Roma, come risvegliato dal sonno. Per un attimo scordò il bel viso della donna, quel viso che lo aveva fatto cadere in tranche, e si immerse completamente nella rabbia contro quel maledettissimo etrusco.
Questi rise, di una risata sottile e quasi femminea, poi salì con un rapido balzo sulla sua piccola barca e aiutò anche Grecia, che fissava sbalordita il ragazzo.
-Che fai scappi, eh?- gli urlò questo contro, buttandosi in acqua e cercando di raggiungerlo con ampie bracciate.
Quando riuscì ad aggrapparsi ad una delle assi di legno, ghignò trionfante, sollevandosi fin dentro.
Etruria lo guardò sbalordito, e per un attimo tremò. Grondava, zuppo, la pelle di capra con il quale si copriva gocciolava, i capelli gli scendevano sulla fronte e non si preoccupò neanche di spostarseli, lo sguardo fiero ed acceso era puntato su di lui.
Con un rapido gesto gli spaccò il naso, sporcandosi le nocche, come se niente fosse si voltò verso Grecia, che li fissava con gli enormi occhi nocciola spalancati.
Roma sorrise sornione e dalla cinta di corda legata sulla vita tolse un piccolo papavero appassito, di quelli che erano resistiti in quell'estate non molto torrida. Lo aveva colto mentre le andava incontro, pensando che le avrebbe fatto piacere.
Gli porse il piccolo stelo piegato sotto i petali sviliti, senza aggiungere altro.
Lei avvampò. Sotto quel viso di donna matura si fece strada un imbarazzo più puerile, come se quell'azione le fosse nuova e l'avesse sconvolta; come se tutta la sua sapienza non riuscisse a concepire un'azione tanto semplice.
Che uomo, pensò, vedendolo rigettarsi in acqua, ridendo e ripercorrendo a grandi bracciate il biondo Tevere.
Ritornò soddisfatto ai suoi campi e al suo gregge, stendendosi sotto lo stesso ulivo.
Sotto la testa papaveri, dentro la mente il viso di quella magnifica dea e un'idea utopistica, riguardante un futuro che, da tremolante, si faceva sempre più nitido e distinto.



Angolo autrice:
come. li. amo. *-* SOno in assoluto tra la coppie migliori che abbia mai visto! *-*
Romano un po' becero ci sta, eh xD
Nh... credo sia tutto (:
Per qualunque domanda, attinente alla storia, a me o agli uccellini che cantano fuori dalla mia finestra, potete usare questo sito e porgermela anonimamente.
Se avete un livejournal, questo è il mio:
[info]ulissae
Idem per anobii (ha trovato il giochino, la bimba): Ulissae anobii


   
 
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