Mi rendo conto di non essere un granché, in quanto a spiegazioni, ma mi auguro che la lettura renda le cose più chiare. ^^
[Definizione]
59.
È il 1899; Mordred ha cinquantanove anni e una vita che non saprebbe classificare, tra le tante altre che ha vissuto. Non è stata particolarmente dura, finora, né tuttavia potrebbe mai chiamarla idillio; ha studiato, sudato, lavorato, si è sposato ed ha avuto dei figli, uno dei quali gli ha appena dato un nipote.
Due o tre minuti fa.
Più o meno.
Prima che possa controllare l’orologio e sforzarsi di ricordare da quanto esattamente il neonato stia cercando di abbattergli le pareti di casa a forza di urla, la porta che faceva da scudo ai suoi timpani si apre. Il giovane genitore gli mette fra le braccia il bambino, perso in lacrime e strilli acuti; ma quando lui e il neonato si guardano - o meglio, quando lui guarda il neonato e il neonato capta il suo odore - il silenzio cala d’improvviso. Il piccolo si rilassa, socchiudendo gli occhi e accostando i pugnetti al viso.
Poi, la consapevolezza. La presa di coscienza, una folgore, l’illuminazione.
Mordred trema, sdegnato.
“Figlio d’una buona donna,” borbotta, a denti stretti perché il giubilante neopapà non lo senta. “Questo dovevi aspettare?! La prossima volta ti...”
Il bambino ride, o così gli sembra. Domani Mordred - che adesso ha un altro nome, in realtà - avrà sessant’anni e qualche grattacapo in più, ma saprà almeno definire la sua esistenza.