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Autore: Elos    22/08/2010    3 recensioni
- Yuuuuu? Mi hai sentito? Ho trovato Allen. A-ll-en. - Scandisce, divertito. - Allen. -
- Ti ho sentito. Sta' zitto. -
Abbassa la voce, gli vorrebbe dire, c'è il golem fuori dalla porta. Non so cosa gli abbiano fatto, quanto ci abbiano messo le mani sopra, e non voglio rischiare di scoprirlo nel peggiore dei modi.
Quasi gli abbia letto nel pensiero - o più probabilmente per il puro e semplice piacere di infastidirlo - Lavi si china per bisbigliargli dritto nell'orecchio:
- Vuoi vederlo? -
- Non me ne frega niente. -
La risata di Lavi, da quella inesistente distanza, è una scarica di fiato caldo che gli scorre sul lobo e gli tamburella sulla gola:
- Sai, Yu? Credo che questa sia la frase che ti ho sentito dire più spesso. Ti potrebbe fare da epitaffio,
non me ne frega niente, e sotto io ci potrei scrivere a grosse lettere bugiardo. - [...]
Dopo il Ragnarok, quel che rimane ai sopravvissuti.
Prima classificata al concorso Distopie - Futuro Alternativo - Versione Multifandom indetto da Rota.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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6. innocence
A friend who bleeds is better – E' meglio un amico che sanguina.
(Placebo - Pure morning)



Se ne sta seduto contro una colonna; ha l'intonaco screpolato a grattargli il dorso e le spalle, e davanti agli occhi un grosso ragno a brillare d'ambra grigia nella luce sempre più pallida del crepuscolo: oscilla appeso a un sottilissimo filo d'argento, il ricamo della ragnatela come un rosone impalpabile sospeso a lasciarsi soffiare contro il soffitto.
Lavi è seduto proprio di fronte a lui, e dall'altra parte della gradinata ci sono Link e Allen. Dalla borsa di Link sono usciti fuori teli impermeabili e coperte che non si capisce bene come c'entrassero lì dentro, ma in ogni caso è meglio interrogarsi il meno possibile in proposito e approfittarne: l'aria di Londra è gelida e umida esattamente com'era prima del Ragnarok, e ora che cala la sera il vento s'è fatto pungente.
Lavi gli sistema attorno la coperta con un seccante atteggiamento da chioccia, e Kanda lo gela con un sibilo e un'occhiataccia. Lavi si ritrae, alzando le mani goffamente a mo' di difesa, e apre bocca forse per fare una battuta, forse per spiegare; ma poi guarda verso la scalinata e tace. Scuote la testa.
Sugli ultimi gradini in cima alla scala si sono accampati Tyki e Road. Si sono allontanati per lasciar loro un'illusione di riservatezza, d'isolamento, ma sono rimasti comunque a portata d'occhio, se non d'orecchio. Non vogliono perderli di vista, medita Kanda. Non vogliono che scappino durante la notte.
Ha visto Tyki Mikk avvicinarsi ad Allen. Lo ha visto mentre gli sfiorava il braccio - quello sinistro, deforme e ruvido e scuro, assurdo su quel corpo acerbo e bianchissimo da ragazzino, ancora quasi adolescente - e l'ha visto chinarsi per dirgli:
- Sei invecchiato. -
E' cresciuto. Avrebbe voluto sibilargli Kanda, indispettito. E' solo cresciuto!
Tutti gli uomini crescono. Tyki Mikk è rimasto uguale a sé stesso, con i capelli solo un po' più lunghi, una coda fluente a scorrergli liquida sulla schiena. Road è rimasta uguale a sé stessa, viso triangolare, appuntito, con tutta la crudeltà purissima e intatta delle filastrocche infantili. Tyki e Road non sono invecchiati, non sono cresciuti. Tyki e Road non sono umani.
Ha visto Allen cercare Link con gli occhi, come in cerca d'aiuto. Ha visto le sue palpebre aprirsi e chiudersi, il pomo d'Adamo fare su e giù mentre deglutiva e poi chiedeva:
- Quel che ha detto Road, che è colpa mia... non è così. Era una menzogna. Vero? -
Kanda non sa bene se Tyki sia in grado di provare affetto o compassione: ma sa che a Tyki, a modo suo, piace Allen. Gli piace più degli altri, più di tutti gli altri, ed è per questo che in uno scontro cerca lui. Le mani di Tyki cercano il torace di Allen - il cuore di Allen, la gola di Allen, i polmoni di Allen - per strappare, lacerare, uccidere. E' una forma di legame anche quello. E' malato, è contorto, ma tiene stretti.
Forse è per questo che Tyki è sembrato tentennare, facendo dondolare il capo da una spalla all'altra per un lungo istante, prima che scuotesse la testa:
- Forse il Conte l'avrebbe fermato qualcun altro, se non ci fossi stato tu. - Azzarda.
Il viso di Allen è diventato come sgranato, gli occhi dilatati, la bocca schiusa:
- E' perché l'ho fermato? -
- E' perché è stato fermato, sì. Se avesse continuato si sarebbe concluso tutto. Avresti dovuto lasciarlo finire o ucciderlo. - Ha concluso Tyki, con una scrollata di spalle. - Ma non l'hai fatto. -
Anche attraverso la distanza che li separa, gli occhi di Allen a Kanda sono apparsi luminosi e enormi come pozze d'argento liquido. Per un attimo non hanno avuto colore, restando tutta luce ed espressione, doloranti e spaventati e pieni di angoscia.
Tyki lo ha guardato per un attimo in silenzio prima di scuotere ancora il capo. S'è chinato di nuovo, di più, finché non sono stati vicini abbastanza da sfiorarsi.
- Anche l'ingenuità, quando diviene ottusa, è una forma d'egoismo. - Ha sentenziato morbido e gentile. - Allen Walker. Puoi permetterti di essere ingenuo quanto vuoi, ma ricordati che lo farai per te stesso, non per altri. -
Ancora una volta a Kanda è parso di sentirsi parlare: anni dopo, in un altro posto, ma era sempre lui a rimproverare Allen. I distruttori non salvano. Gli Esorcisti non aiutano.
Ha chiuso gli occhi, e quando li ha riaperti ha incontrato quelli grigi di Allen.

- Ci stai pensando? -
- No. -
Lavi sbuffa:
- Bugiardo. -
- Sta' zitto e dormi. -

Silenzio.

- Yu? -
- Che vuoi? -
- Yu, ci stai pensando? -
Potrebbero andare avanti fino al mattino, pensa Kanda, se continuano così. E' rimasto seduto solo perché il pensiero di sdraiarsi, tra le fitte alla schiena e quelle alle gambe, gli è puramente intollerabile: da questa posizione, poi, riesce a tener d'occhio la scalinata buia e le forme scure di Link e Allen dall'altra parte del falò agonizzante. Non sa bene com'era accaduto che si sono divisi, è successo e basta. Forse è stato Allen. Sembra svuotato, Allen. Sembra spaventato.
Forse ha paura di stare vicino a loro due. Ha paura di quel che potrebbero pensare. Di quello che potrebbero dire, perché è stata colpa tua, ha detto Road.
Non è stata colpa sua. Kanda lo sa. Non è ancora caduto così in basso da dare agli altri colpe che non hanno: di colpevoli ce ne sono già a sufficienza così, al naturale, senza bisogno d'inventarne altri.
Lavi si è sistemato accanto a Kanda, su un fianco, con la testa rivolta verso di lui. Da quella posizione lui può vedere uno spicchio d'occhio verde e luccicante sollevato a guardarlo.
- Tu non ci stai pensando? - Domanda Kanda in tono neutro, che è un altro modo per dire potrei fare altro che pensarci?
- Sembra una bella storia. - Replica Lavi con un sorriso, che è un altro modo per dire ci sto pensando sul serio.
A Kanda questo non piace. Sa che nel momento in cui cominceranno davvero a pensarci, nel momento in cui prenderanno in considerazione l'idea dei Noah come fosse un'alternativa valida, plausibile, ebbene, in quello stesso momento cederanno e perderanno. Hanno avuto tre anni del futuro peggiore che chiunque avrebbe mai potuto immaginare. Tre anni d'assaggio di inferno, e sono bastati a tutti.
- E tu ci credi? -
- Sembra ragionevole. - Sentenzia Lavi dopo un attimo di silenzio. - Spiegherebbe molte cose. -
Il Bookman pensa sia ragionevole. Il Bookman pensa sia sensato.
A Kanda viene da sibilare per la frustrazione:
- Sono Noah. Vanno uccisi, non bisogna... non... -
- Be', perché non li hai uccisi? -

Silenzio.

- E tu perché non l'hai fatto? -
- Ah-ha, Yu. L'ho chiesto prima io. Perché non li hai uccisi? Tre anni fa li avresti assaliti subito, non ti saresti fermato a chiedermi perché. -
Tre anni fa era prima di Komui. Prima di Tiedoll, prima di Linalee.
- Sono ferito, cretino e asino che non sei altro, orbo! -
- Yu, tu sei sempre ferito. Passi il tuo tempo a raccattare budella e arti dal terreno, e non è mai un bello spettacolo. - Il ghigno sulle labbra del Bookman affiora in un balenare di denti candidissimi, splendenti anche nel buio in quel riflesso d'occhio verde. - Vuoi sapere perché non li hai aggrediti? Perché volevi sapere la verità. -
La verità non è una spada, pensa Kanda. La verità non è Mugen. La verità non è una lama, ma taglia e ferisce come fosse affilata. La verità ha spezzato l'argento liquido sul viso di Allen. La verità stava condannando il Bookman, la verità.
- Tu non sapevi nulla di questa storia, prima di oggi? - Domanda piano. Vede il sorriso di Lavi sparire, la sua fronte liscia corrugarsi. - Puoi giurare che non ne sapevi niente? -
- Te lo giuro. - Risponde Lavi, e non è neanche un bisbiglio. - Ti giuro che non lo sapevo. -
Gli crede. Forse non avrebbe creduto al Bookman, ma a Lavi crede. Lavi non è un log. Lavi ha una vita brevissima, una vita da bambino, che è iniziata il giorno in cui è entrato nell'Ordine. Lavi ha un cuore, adesso, che può portare appeso alla casacca da quando il vecchio Bookman, l'ultimo vero Bookman, è morto. Non c'è più nessuno a ricordare al Bookman il suo dovere; il dovere di Lavi è verso il fronte che s'è scelto, con le armi che impugna e i compagni che ha.

Silenzio.
Di nuovo, più lungo.

- Ti avevo promesso che ti avrei portato un anello, Yu. Me ne sono scordato. -
- Di che cosa vai cianciando, Bookman? -
- L'anello da Claddagh. Ti ricordi? Avevo detto che te ne avrei portato uno, ma non l'ho più fatto. Ce l'ho in tasca, lo vuoi? -
Kanda invita non troppo gentilmente Lavi a piantarsi l'anello a fondo in luoghi innominabili e mai battuti dal sole. Lavi ride, lo esorta a provvedere personalmente.

Silenzio.

Lavi si alza su un gomito, si sporge. Lo bacia sulle labbra, piano, e Kanda non sa precisamente perché glielo sta lasciando fare: sa solo che c'è di nuovo quell'odore, menta di bosco, cannella, quella dolce che si lascia cadere nei biscotti.
Ha un odore tutto suo, Lavi, adesso. Chissà se i quarantotto log che l'hanno preceduto ne avevano uno uguale o uno diverso.
Allen forse può vederli, forse Link. Link vede tutto quel che non dovrebbe vedere, schifosissimo Corvo. Forse li sta guardando anche Road. Forse Tyki ride.
Forse non è che gliene importi poi niente. Magari domattina sono tutti morti, per cui perché no?

Silenzio silenzio silenzio.

Chissà chi sta cercando, Lavi, adesso.
Chissà se sta baciando lui, cercando lui, o qualcun altro che non ha mai avuto il tempo di baciare.


Tic, tac. Il Big Ben vuol suonare l'alba.

- - -



L'alba è una ragnatela di fili argentati che il sole tocca e fa bianchi, per un attimo. C'è una falena impazzita imprigionata nel ricamo appiccicoso, sbatte le ali con il terrore di chi sa che il tempo è sabbia e, anche a volerlo stringere tra le dita, scappa via da tutte le parti. Una nebbiolina sottilissima si fa strada tra le macerie, è umida e gelida e si incolla alle ossa prima ancora che alla pelle.
Lavi piega le coperte con calma e alza appena la testa quando Tyki si avvicina. Il Noah ha la camicia slacciata, la cravatta buttata su una spalla; tutto il suo bel vestito è coperto di polvere e fango, ma non sembra badarvi. La sua pelle è chiarissima, di nuovo, una pelle tutta umana dove le vene azzurre risaltano sotto ad un velo di barba malfatta.
- Buongiorno. - Saluta amichevolmente. Lavi ricambia con un cenno del capo, Kanda sibila di fastidio tra le labbra socchiuse e lo guarda con disgusto. Tyki Mikk non sembra farci caso: finisce di scendere i gradini e punta verso le coperte di Link e Allen.
- Piccolo? - Lo chiama Tyki, divertito: - Dormiglione sonnacchioso. E' ora di aprire gli occhi. -
Kanda guarda Lavi, che si accovaccia con i gomiti poggiati alle ginocchia e ricambia l'occhiata serenamente. La schiena gli fa ancora male, stamane, ma è un dolore tollerabile. Forse potrebbe provare a camminare, adesso, a vedere se le gambe funzionano di nuovo.
Road saltella giù per le scale, e Tyki afferra le coperte e le tira via.

L'alba è Tyki che afferra le coperte e le tira via e non c'è più Allen Walker, sotto, né Link il Corvo, ma solo due cumuli di borse e detriti che paiono comparsi per magia.
Non c'è trucco, non c'è inganno, pensa Kanda. Tyki rimane per un attimo immobile, come paralizzato. Poi si china, afferra qualcosa sulla cima del cumulo, e quando si rialza ha una carta da gioco tra le mani.
Road s'è fermata sull'ultimo gradino e sbatte le palpebre: pare stupita, per una volta, gli occhi d'oro che guizzano in un miscuglio di irritazione e sorpresa su e giù per le scale, sul falò morto e le coperte, e infine su Lavi e Kanda. Lavi tutto ad un tratto le sorride mite, e Kanda pensa che è uno strano sorriso da vittoria, quello.
Tyki dà ancora loro le spalle, mentre stuzzica con la punta d'un piede uno dei cumuli e mormora distrattamente:
- Piccolo baro. -
Dà loro le spalle e non lo possono guardare in faccia, ma adesso le sue mani sono di nuovo olivastre, le unghie come pennellate di madreperla lucida, rosata, sulle dita scurite.
Road sbatte le palpebre, sempre più incerta. Gli si accosta con una specie di cautela malcelata, quasi che avere a che fare con l'altro, ora, la preoccupasse:
- Tyki? - Lo chiama.
Ma Tyki non le risponde. Butta la carta per terra, invece, e ride.

L'alba è che non c'è nulla di più di quella risata. La carta da gioco, per terra, ha un sorriso da asso di picche.





Note del capitolo: Il prossimo capitolo sarà l'ultimo. Avrei in mente una mezza idea di qualche spin-off per completare il quadro di Opening Ragnarok (o, perché no?, di un seguito), ma per adesso si tratta per l'appunto di un'idea e nulla più.
Purtroppo, BloodyKamelot, la risposta alla domanda sulla citazione dello scorso capitolo non è quella che hai dato tu (anche se in effetti era una spiegazione coerente); la risposta vera è infatti il titolo di questo capitolo. L'Innocence di Allen Walker può essere intesa sia letteralmente (il suo braccio rotto da Tyki Mikk, poi ricostruito sotto una nuova forma che il Noah non è più riuscito a spezzare negli scontri successivi) che metaforicamente (in quanto innocenza, ingenuità, che io trovo il tratto meglio caratterizzato del personaggio nel manga).

Questo è anche il capitolo che giustifica più marcatamente la tematica shonen ai messa tra gli avvertimenti dell'intero racconto: sono stata terribilmente indecisa sino all'ultimo sull'aggiungere o meno la scena tra Lavi e Kanda - perché mi piaceva lasciare in sospeso il loro rapporto, a interpretazione libera del lettore - ma alla fine ci stava bene, e così eccolo qui.

Potete trovare qui Pure morning dei Placebo. Io la trovo una canzone stupenda sia dal punto di vista del testo che della musica. Mi ha sempre ispirato, ad ascoltarla, scene dai risvolti epici.


BloodyKamelot: Innanzitutto ti ringrazio di cuore per i complimenti! In questo capitolo direi che quello che era un rapporto appena accennato diventa un bel po' più evidente. xD Non li capisco molto come coppia - e direi che si può dare la colpa alla deliziosa Sixteen Steps and One More di Stateira che me li ha fatti vedere come tale - però mi piaceva l'idea di lasciare in entrambi due forme diverse del rimpianto di Linalee, e vedere cosa ne usciva fuori.
Kanda mi piace moltissimo, come personaggio, ma non riesco proprio a decidermi sul mio preferito in D.Gray-Man. Cioé, Lavi? *_* Ne vogliamo parlare? O Allen, Miranda, il Conte del Millennio... no, nada, non riesco a prendere una decisione!
Ancora grazie, sperando che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un abbraccio.

oceanredwhite: Spero tu non sia rimasta delusa da questo capitolo, visti i risvolti della trama... xD ...Lavi in veste di Bookman è estremamente affascinante, anche perchè privo della sfacciata bontà e morale di Allen...: ecco, sì, io concordo pienamente con questa visione del personaggio. Sì, Link giocava a freccette. Qualcosa del genere. xD Anche durante le missioni nel manga è sempre una figura piuttosto defilata e silenziosa, che interviene solo in presenza di Allen e solo per quel che riguarda Allen, per cui mi piaceva - soprattutto in un mondo dove ha spostato il suo dovere dalla Chiesa ad Allen stesso - lasciarlo come un'ombra. Nel prossimo capitolo ci sarà un accenno che lo ridefinirà, credo. A presto!

BloodberryJam: A causa di qualche problemino con la connessione ho potuto aggiornare solo adesso, cribbio! Uh, Xena...? xD Sono felice che Road ti sia piaciuta, era un altro personaggio al quale tenevo! Al prossimo capitolo e un abbraccio!
  
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