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Autore: Nori_96    22/08/2010    1 recensioni
Un tradimento, una bugia che ha tolto la vita a Elizabeta. Ora lei vuole vendetta e chi meglio di una strana entità può darle questo potere? Attenzione: penso di avere reso un po' OOC alcuni caratteri, magari mi sbaglio ma nell'eventualità metto comunque OOC
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Nuovo personaggio, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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condannata all'odio Non era la morte a spaventarmi. Anzi. Ero felice di morire per lui, per la persona che tanto amavo.
E' vero, non ero io la colpevole, tuttavia ero felice di prendermi la sua colpa su di me.
Sarebbe stata quella corda ad aver segnato la fine della mia vita, ma non del mio amore per lui.
Almeno così credevo.
Mi dava fastidio essere osservata. Trovavo (e trovo ancora) molto ripugnante l'idea che la gente assista alla tua morte come fosse uno spettacolo a teatro.
Tutti impazienti di vedere un corpo penzolante e quella botola aperta.
E poi?
E poi un cadevere in più, null'altro dava in più quella "giustizia" al mondo.
Alzai lo sguardo verso la platea per un solo istante e lo vidi.
Era lì, mischiato tra le tante persone venute per assistere alla mia morte. Gli rivolsi un sorriso, mi sforzai a renderlo il più dolce possibile ma mi rendo conto che non poteva che uscire un'espressione malinconica.
Lui invece non fece una piega, lo ricordo bene. Era sempre impassibile, non lo avevo mai visto perdere il controllo se non quella volta.
Quando notò il mio sguardo non ci mise molto a girarsi vagamente da un lato, perso nel vuoto. Mi aspettavo una lacrima, un sorriso di conforto o perlomeno qualcosa di dolce da parte sua nei miei confronti in quel momento. E invece no. Ma andava bene così comunque, andava bene così...


*Flashback*

- Condannato?! - esclamai stupita volgendo uno sguardo spaventato a Roderich.
- Sì - disse lui guardandomi preoccupato - Elizabeta, mi hanno incastrato... è stata lei -
- Lei chi? - chiesi, gli occhi lucidi da quella brutta notizia.
- Quella donna, Maria. L'italiana... -
- La tua aiutante... - continuai io rubandogli le parole di bocca.
- Mi ha messo in un brutto giro, Elizabeta io ti giuro che non ne sapevo nulla, io ti giuro che... -
- No, non c'è bisogno che mi dici così, so che sei innocente, so che non hai peccato - lo interruppi per poi abbracciarlo in consolazione, ma lui mi si allontanò cupo, con lo sguardo voltato sul suolo - Elizabeta, io morirò, sono condannato. Mi impiccheranno tra 3 giorni esatti -
- Scappiamo! Scappiamo io e te amore mio! Ci rifaremo una vita nuova e ins.... - mi mise un dito sulle labbra per zittirmi
 - No. Non c'è speranza. Ci troverebbero -
- E allora che vuoi fare?! - dissi stavolta in preda al terrore di perdere il mio amore, la mia vita, non riuscii a trattenere le lacrime.
- Ci sono poche possibilità. O porteranno me al patibolo, o verrà trovato il vero colpevole oppure... - si incupì e tacé.
- Oppure?! Io ti ascolto amor mio! Parlamene te ne prego! -
- Oppure qualcuno deve prendere il posto mio dichiarandosi colpevole Elizabeta -

*Fine Flashback*


Ero così accecata dall'amore che provavo per lui che non potevo che prendermi la colpa. Mi dichiarai colpevole e tre giorni esatti dopo mi ritrovai su quel patibolo.
La corda che doveva accerchiare la mia gola mi attendeva lì, senza pietà, mi sentivo osservata dalla morte stessa in quel momento.
Quando arrivai al punto stabilito, un uomo mi sistemò la corda al collo e decisi di rivolgere ancora uno sguardo al mio amore, la persona per la quale avrei perso tutto.
Sgranai gli occhi alla vista di quella donna.
Lei.
L'aiutante di Roderich. Maria.
Vicini, non curanti di me, di ciò che stava per accadere, dello spettacolo a cui tutti volevano assistere.
Si scambiavano carezze che Roderich in quegli anni non mi aveva mai dedicato una sola volta.
Capii in quel momento di essere stata una stupida. Un'ingenua. Una povera sciocca. Capii in quel momento di essere stata ingannata.
E se piansi in quell'istante non era per la morte, era per il tradimento.
La botola si aprì sotto i miei piedi e in un momento la mia vita finì.
Feci in tempo solo a sussurrare parole d'odio e di rancore.

"Io ti odio Roderich. Io ti disprezzo. Morirò, ma il mio odio resterà per sempre. La mia vendetta sarà la tua condanna a morte dannato!"

Quando aprii gli occhi credevo di essere all'inferno. O in un posto del genere. Vedevo solo nero e buio. Null'altro.
Poi una voce. Una voce che non conoscevo.
- Se è la vendetta ciò che desideri, io ti posso dare questo potere -
  
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